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Il cugino di Fabio


di PattyeFranco
30.12.2015    |    16.692    |    6 9.6
"Questa sua decisione nel volermi parlare mi incuriosì molto, inoltre quel suo viso quasi da bambino triste mi convinse a sentire cosa aveva da dirmi..."
Questo in pratica è il seguito del racconto “Colpa di un Cinepanettone”.
Dopo la famosa serata del cinema, il mattino seguente ci ritrovammo a fare colazione e naturalmente c'era anche il cugino di Fabio. In un primo momento ci fu un attimo di imbarazzo, specialmente da parte mia, ma anche lui non fu da meno, non parlava e non diceva niente, guardava sempre Franco con timore, ma a tutti gli effetti ormai non c'erano problemi, non era tutta colpa sua, si era ritrovato involontariamente la scena e naturalmente non aveva potuto evitare di rimanere a guardare. Lentamente l'imbarazzo cominciò a svanire e la colazione continuò tranquillamente in vari discorsi, finché ci salutammo facendoci i consueti Auguri.
Passò qualche giorno e di conseguenza anche il Natale e S. Stefano. Il Martedì seguente, giorno di mercato, ci recammo a Sanremo, volevo comprarmi qualcosa, nelle strade e nei negozi era un brulicare di gente, una confusione pazzesca, Franco non aveva assolutamente voglia di girare per bancherelle e negozi, quindi chiamò Fabio per trovarsi al bar e bere qualcosa nel frattempo che aspettava me.
Io decisa mi infilai tra le bancarelle, diretta in quelle che più mi interessavano, scarpe, abiti, borse e tutto ciò che poteva piacermi.
Dopo un po' che giravo, ad un certo punto mi sentii chiamare, una voce maschile. Mi girai per vedere chi fosse, ma non vedevo nessuno in quel casino, poi chi mi compare di fronte? Giovanni il cugino di Fabio.
Mi si avvicina e discretamente mi saluta, poi mi dice: “Devo ancora scusarmi per quella sera, ma come potrai immaginare, no ho potuto evitarlo. Non sono cose che succedono spesso, ma quella scena mi ha tremendamente elettrizzato, ma vorrei parlarti di una cosa, hai tempo?”, lo osservai un po', poi gli risposi: “per quella sera ormai è tutto passato, ma cosa mi devi dire?”, lui con viso malinconico rispose: “ti devo parlare, è importante che ti parli”.
Questa sua decisione nel volermi parlare mi incuriosì molto, inoltre quel suo viso quasi da bambino triste mi convinse a sentire cosa aveva da dirmi. Certo non potevamo restare lì nel casino, quindi gli proposi di andare a berci una cioccolata in qualche bar tranquillo, cosi da poter parlare con calma, decise lui il bar.
Entrammo ed andammo a sederci ad un tavolo appartato e dopo aver ordinato gli dissi: “Ok! Ora parla pure, sentiamo cosa mi devi dire di così importante”, ero tremendamente curiosa, ma anche timorosa di cosa avesse da dirmi, pensai a molte cose, ma ero proprio impaziente di sentire.
Subito in lui subentrò una certa paura nel parlare, infatti non sapeva come iniziare, poi prese fiato e partì: “Patty, da quella sera non riesco più a dormire, continuo ad avere davanti agli occhi la scena di te con mio cugino e tuo marito, ma più di loro, continuo a vedere te. Vedo te, ma non con loro...”, qui si fermò un attimo e diventò addirittura rosso in viso, poi continuò: “... mi immagino te e me in svariate situazioni, ti immagino vestita, seminuda, nuda...”, disse questo balbettando. Lo vedevo molto impacciato, quindi non dandogli il tempo di continuare, gli risposi subito io: “Non vorrai dirmi che ti sei preso una sbandata e mi stai chiedendo di esaudire i tuoi pensieri?”, questo suo parlare mi stava mettendo un pochino a disagio, non sapevo proprio cos'altro dirgli, vedevo lui molto turbato ma desideroso di raccontarmi il tutto.
Quindi lui continuò con il suo discorso, che forse aveva pensato mille volte e sempre col viso rosso, continuò: “La sbandata sicuramente si, ma non ti sto chiedendo certo di accontentare i miei pensieri ci mancherebbe, ma mi sembrava giusto raccontarti i miei pensieri, le mie fantasie. Io non sono mai stato un tipo molto effervescente con le donne, inoltre ho avuto solo una ragazza e poche volte ho combinato, sai come funziona da noi, purtroppo certe cose in certe famiglie sono dei grossi tabù. Inoltre quella sera, non sai quanto avrei dato per aggiungermi a voi, ma proprio il coraggio mi è mancato, magari proprio tu mi avresti rifiutato e avrei rovinato una situazione veramente intrigante e piacevole..”,
Che situazione difficile, specie quando iniziò anche a raccontarmi le sue fantasie, le situazioni in cui si immaginava con me, a volte anche scendendo in particolari abbastanza piccanti.
Lo ascoltavo sempre più con interesse, ma il problema era che queste sue fantasie stavano provocando in me certi pensieri, sicuramente molto piccanti, mi fu facile immaginarmi in certe situazioni.
Si stava facendo tardi, ormai eravamo quasi all'ora di pranzo, dovevo ancora tornare a casa e prepararne, di conseguenza ad un certo punto lo interruppi e gli dissi: “Caro Giovanni, mi fa piacere sapere quanto sei preso da questi pensieri e fantasie, ma ben capirai che possono rimanere solo tali, non saprei proprio come compiacerti. Quello che è successo con tuo cugino è frutto di anni di conoscenza, molta complicità e un certo affetto nato tra noi. Non so proprio cosa dirti, sono felice che pensi bene di me e guarda non è un rifiuto verso di te, ma proprio non è così che succede.” credevo di deluderlo con queste parole, di offenderlo forse, ma lui semplicemente mi rispose: “No Patty, a me è bastato raccontarti tutto questo, e già sono contento che sei rimasta ad ascoltarmi, già temevo che non mi ascoltassi, pensa se speravo di essere accontentato in queste mie fantasie, ti ringrazio ancora per il tempo che ti ho fatto perdere e scusa ancora se ti ho importunata”, prontamente risposi:”Ma quale importunata? Avevi bisogno di scaricare una tensione interna e ora lo hai fatto, spero ti sia servito. Ora però andiamo, io devo proprio andare, Franco mi starà sicuramente aspettando”.
A quel punto vidi Giovanni molto più rilassato, tutto d'un fiato si bevve la cioccolata che ormai si era raffreddata e andò di corsa a pagare, poi ci salutammo. Nel salutarci, prima di dividerci gli diedi un bacio sulla guancia, cosa che lui ricambiò, e subito si allontanò.
Mi avviai verso il bar dove c'era Franco. Nel tragitto pensai molto a quello che mi aveva raccontato Giovanni, mi aveva fatto molta tenerezza, ma i suoi pensieri, ad essere sincera, mi intrigarono a sufficienza. Era di quattro o cinque anni più giovane di me, io prossima alla trentina, quindi le sue fantasie, non erano certo pensieri da bambino. Continuai a pensare a lui, a pensare a cosa gli passava in quella testa, a quelle fantasie.
Trovai quindi Franco che mi stava aspettando, Fabio era già andato.
Franco capì subito che era successo qualcosa, che avevo i pensieri altrove, e mi chiese cosa c'era, al che io gli risposi, con un sorriso: “ti racconto tutto in auto, ora andiamo che si sta facendo tardi”.
Durante il tragitto verso casa, gli spiegai la situazione, l'imbarazzo e il disagio che si era creato, gli raccontai proprio tutto quello che era successo e quello che Giovanni mi aveva rivelato, fui sincera fino alla fine, rivelandogli quanto i racconti delle sue fantasie mi avevano anche creato un certo fermento dentro, uno strano stimolo. Gli raccontai pure quanto mi aveva colpito la sua paura nel parlare, il suo diventare rosso in viso, il suo ammettere la sbandata, ma anche quanto gli bastasse raccontarmelo.
Franco rimase senza parole per po', lo vidi pensare, poi prima di arrivare a casa mi disse: “E' normale che abbia certi pensieri dopo quello che ha visto, le fantasie in certi casi vengono naturali, inoltre tu hai qualche anno più di lui e questo lo stimola ancora di più. Per lui sono solo fantasie, che sa irrealizzabili, perché solo tu puoi renderle possibilmente reali e tu già gli hai detto che non era possibile, fortuna non gli hai fatto capire che le sue fantasie ti avevano intrigata, lo avresti illuso sicuramente. Ti conosco e so che se capita l'occasione, non sapresti evitare di realizzare qualche fantasia con lui, vedendo che ti ha colpito molto anche la sua tenerezza nel raccontarti il tutto.. E questa sera avrai occasione per capirlo, non ti avevo ancora detto che questa sera saremmo usciti a cena con Fabio e Giovanni, lo abbiamo deciso prima al bar. Non so cosa dirti, se non che qualsiasi cosa succeda, sarò con te.”.
Queste sue parole mi fecero piacere e mi risollevarono un po', ma durante la preparazione e durante il pranzo, fui piena di pensieri, ora ero io che mi immaginavo continuamente strane circostanze con Giovanni, quel suo parlare, quella sua timidezza e quelle sue fantasie, mi avevano proprio colpita. Oltretutto ci si era messa anche la cena in serata, possibile occasione per situazioni particolari e il bello era che anch'io le immaginavo, sola con lui.
Arrivò il momento di prepararsi per uscire, quindi a causa di tutti i pensieri, anche nel vestirmi fui incentivata a vestirmi in modo provocante.
Mi infilai, un abito con cerniera sul davanti, non proprio mini, ma sotto mi infilai le solite autoreggenti e perizoma in coordinato con il reggiseno, il tutto di colore rosso. Mio marito mi osservava in modo molto sorridente, vedeva in me una certa animazione, unita ad una forte tensione.
Prima dell'incontro, pregai Franco di non dire niente a Fabio, preferivo che non sapesse niente, almeno per il momento; ci incontrammo in un ristorante vicino casa,
L'incontro con Giovanni, fu del tutto naturale, da semplici amici, come se non ci fossimo mai parlati, due semplici baci sulla guancia, sia con lui, sia con Fabio. Poi subito dentro a cena.
La serata proseguì nel migliore dei modi, Giovanni mi sembrò molto naturale, senza mai azzardare qualcosa di più, anzi quasi non osava guardarmi negli occhi.
Ma non fu tanto normale per me, che continuavo a pensare alle svariate situazioni che sarebbero potute accadere. Dentro di me c'era un continuo pensiero e una strana voglia, la voglia di vedere realizzata qualcuna delle fantasie di Giovanni, che lui pensava ormai irrealizzabili, anche se le fantasie rimangono, comunque ero rimasta intrigata da tutta la situazione.
Mi sentivo tremendamente eccitata e vogliosa, anche la sua giovane età mi intrigava.
Ma ecco ad un certo punto il patatrac, arriva il cameriere per portare via gli ultimi piatti prima del caffè ed involontariamente rovescia il bicchiere del vino, che va a finire direttamente sul mio vestito, cavoli che disdetta, proprio addosso a me?. Il Cameriere a quel punto cercò in tutti i modi di scusarsi e trovare una soluzione, ma l'unica soluzione era cambiarmi il vestito.
Qundo si dice: “il caso”.
Fortuna eravamo a pochi passi da casa, dissi al cameriere di non preoccuparsi, poi mi alzai per andare a cambiarmi. Nel momento di uscire mi girai e guardai Giovanni, che tranquillo chiacchierava con mio marito e suo cugino, e qui ecco affacciarsi nella mia testa, le mie fantasie unite alle sue, quindi lo chiamai, e gli dissi: “Giovanni, non mi accompagneresti fino sotto casa? Non ho voglia di andare sola, loro tanto continuano a parlare delle loro cavolate”. Fabio certamente non immaginava cosa mi stava passando per la testa, i miei pensieri. Solo Franco sapeva che tutto o niente poteva succedere, sapendo le mie particolari tentazioni.
Giovanni in un primo momento rimase sorpreso della richiesta, poi guardò Franco con timore, che gli fece un sorriso e un gesto di conferma, quindi si alzò e mi segui verso casa. Lui si era ammutolito, non parlava esaltando la sua timidezza, credo solo che nella sua testa in quel momento stava fantasticando, come lo stesso stavo facendo io.
Una certa ebbrezza mi era presa dentro, la voglia di una particolare situazione, Giovanni mi stava suscitando sempre più interesse. Arrivati a casa, aprii la porta e mentre io entravo, Giovanni si fermò sulla porta e mi disse: “ti aspetto qua”, subito gli risposi: “ma sei matto? se resti qua al freddo ti rimane sullo stomaco la cena, sali anche tu, mi aspetti in sala al caldo”. Non credo si aspettasse qualcosa da me, ma sicuramente temeva se stesso, comunque si convinse e salì.
Nel salire la scala, venni presa da forti brividi, ma non di freddo, ma brividi di libidine. Ero pronta a tutto quello che mi fosse passato per la testa, ma non sapevo ancora cosa.
Dentro casa lui andò dritto in sala e io in camera per cambiarmi. Vista la situazione, lasciai decisamente la porta aperta, sarebbe venuto a spiarmi? Girai l'anta a specchio dell'armadio, in modo che potessi vedere la porta della camera e se ci fosse lui a spiarmi.
Stavo per spogliarmi, ma vedendo che lui non compariva da dietro la porta provai a parlare per capire: “Giovanni non ti dispiace aspettare un po' vero? Dovrò anche farmi una doccia, sono tutta piena di vino, puzzo come un'ubriacona”. Ero tutta un fremito e la situazione molto intrigante, ormai la fantasia di qualcuno era prossima ad avverarsi anche se forse non ci sperava più.
Mi rispose che non c'era problema, che aveva tutto il tempo che ci voleva. Sentii che la voce arrivava dalla sala, quindi non si era per niente mosso. La voglia di consentire il realizzarsi delle fantasie ormai reciproche era troppa, quindi pensai:”Chi ha tempo non aspetti tempo, se non si muove lui mi muovo io”, quindi presa da tanta frenesia, andai decisa in sala con la cerniera leggermente abbassata lasciando già in bella vista il reggiseno macchiato. Fingendo che si era bloccata la cerniera gli dissi: “Porca miseria, mi si è bloccata la cerniera, non riesco a tirarla giù, mi aiuti?” per un attimo rimase imbambolato a guardarmi, poi si avvicinò con timore e provò ad aiutarmi, ma la cerniera scese di scatto e troppo facilmente, lasciandomi così col vestito aperto in autoreggenti, slip e reggiseno. Da parte di Giovanni, ci fu un attimo di turbamento vedendomi in quella situazione, gli si illuminarono gli occhi e sussurrò: “cavoli, questo non me lo sto sognando, sono sveglio?”. Non seppe trattenersi, quindi si avvicinò ancora di più ed iniziò ad accarezzarmi, io non mi mossi lo lasciai fare, fremevo dalla voglia di sentire il suo piacere, nel vedersi realizzare un suo sogno.
Le sue carezze erano molto dolci, poi pian piano vedendo in me che gradivo il suo tocco, prese ancora più coraggio e iniziò pure a baciarmi sulle spalle, poi sul collo e finalmente arrivò alla bocca.
Mi abbracciò strigendomi letteralmente a se, la sua lingua si intrufolò alla ricerca della mia, le lingue iniziarono ad intrecciarsi sempre più piacevolmente ed intensamente, a questo punto anch'io lo abbracciai.
Con una mano, si intrufolò sotto il reggiseno e cominciò ad accarezzarmi anche il seno. La situazione si stava facendo sempre più interessante e anch'io stavo provando un forte e sensazionale desiderio.
Smise di baciarmi per potermi togliere il reggiseno e una volta via, il seno era li davanti a lui, alla sua mercè. Si fiondò a baciarmelo, leccarmelo e succhiarmi dolcemente i capezzoli ormai induriti, poi sussurrò: “per la miseria, lo sento tra le mie mani, non lo sto sognando, non ci credo ancora”.
Sembrava un bambino davanti ad un giocattolo tanto desiderato, che credeva avrebbe mai potuto avere, e si sentiva come temeva di romperlo, dalla sua dolcezza nel toccarmi e baciarmi.
Ormai ero nelle sue mani, sentivo sempre più il fuoco del desiderio assalirmi. Ogni suo gesto era sempre più un brivido.
Avvertivo la sua poca esperienza, lo capivo dalla titubanza nel fare certe cose, ma più proseguiva più prendeva ispirazione. Infatti si abbassò sempre più, fino a trovarsi di fronte alle mutandine, mi accarezzò sui fianchi per un po', poi prese convinzione e mi sfilò gli slip.
La osservò, poi iniziò a baciarmela, l'eccitazione stava salendo alle stelle, mi sentivo tanto desiderata in quel momento, Giovanni era sempre più convinto della situazione, riuscì a convincersi che era tutto vero.
Sembrava fosse in adorazione di un oracolo, in ginocchio, mi guardava la passera, poi alzava lo sguardo osservandomi tutta, poi addirittura sussurrò: “Afrodite, la dea dell'amore”, poi sedendosi in terra tra le mia gambe allargandole un po', sprofondò la sua lingua tra le labbra, cercando di leccarla nel migliore dei modi.
Io ero in preda ad un brivido unico, tremavo per il piacere, mi eccitava troppo quella situazione, lui che appena qualche ora prima mi raccontava le sue fantasie su di me, ora qui che si stavano realizzando.
I miei umori già facevano capolino, ero troppo desiderosa di provare un piacere intenso, il mio desiderio era sempre maggiore, fino a che decisi di prendere un po' di iniziativa, quindi lo fermai, lo feci alzare e iniziai a baciarlo, iniziando così anche a spogliarlo, volevo sentire il massimo contatto con lui, sentire il calore del suo corpo, baciandolo molto intensamente, sostenuta dalla tanta passione che ci stava mettendo anche lui, si stava lasciando spogliare con tanto piacere.
A questo punto, appoggiata al tavolo della sala, potevo baciarlo sentendomi al contatto del suo corpo nudo, e sentendo meglio appoggiato a me quel suo passero desideroso. Wowww!!! Mancava forse un po' in esperienza, ma sicuramente non mancava in misure, quindi fui speranzosa che avrebbe saputo usar bene quelle misure.
Si era creata la giusta atmosfera, e ci sentivamo estremamenti coinvolti in questa situazione.
Ormai sempre più convinto della realtà, mi solleva di peso prendendomi in braccio, mi porta sul divano e mi fa sdraiare. Credevo che già volesse infilarlo, invece no, mi si adagiò sopra, facendomi sentire ancora il calore del suo corpo e iniziò di nuovo a baciarmi, ma poi lentamente scese, fino a tornare di nuovo alla mia passera. A questo punto l'inesperienza svanì e con tutto il possibile istinto naturale, iniziò a leccarmela lungo le labbra fino al clitoride, sentivo la sua lingua percorrere dolcemente sulle labbra e soffermarsi ogni tanto quasi a cercare di gustarsi i miei umori. Poi deciso mi penetrò con due dita, iniziando a muoverli roteando, poi iniziando un dentro e fuori molto dolcemente e la lingua sempre sul clitoride, solleticandolo.
Io ero già all'orgasmo, troppo a lungo era durata l'attesa di quel piacere, quindi iniziai a sospirare, a gemere, il respiro sempre più affannato, di conseguenza a godere. Tutto questo stava stimolando sempre più anche Giovanni che aumentò l'intensità dei movimenti della lingua sul clitoride e delle dita che mi stavano penetrando. Un piacevolissimo orgasmo, non mi aspettavo certo che sarebbe riuscito a farmi godere con così tanta intensità già all'inizio, cosa mi sarei dovuta aspettare ancora?
Dopo un attimo di pausa, mi prese la voglia di sentire fra le mani quel suo ben dimensionato passero, finora la avevo solo sentito appoggiato al mio ventre durante quel abbraccio pieno di baci.
Lo feci sedere sul divano appoggiato al bracciolo, mi misi in ginocchio e lo ammirai per un attimo, poi me lo presi tra le mani, cominciando con un leggero accarezzamento, era caldissimo e durissimo, vibrava tanto dall'eccitazione. Poi mi avvicinai con la bocca e iniziai leccandolo amabilmente, temevo che per la troppa eccitazione venisse subito, ma affondai ugualmente, poi cominciai a salire e scendere con la testa, succhiavo piacevolmente quel passero desideroso con parsimonia, fino in fondo alla gola, soffermandomi ogni tanto al solo leccarlo per tutta la sua lunghezza, non volevo che venisse, doveva durare.
L'eccitazione per lui era troppa e quella situazione lo stava veramente portando a godere, quando sentivo le sue vibrazioni aumentare, mi fermavo decisamente.
Ma non riuscii nel mio intento, ad un certo punto iniziò a sospirare sempre più forte, sussurrando: “vengo, sto per godere, Patty ti voglio godere sul seno”, quindi mi tirai indietro, per dargli la possibilità di una delle sue tante fantasie, godermi sul seno. Lo fece ed anche molto abbondante, mi schizzò su tutto il seno, spalmandomi poi il suo sperma come fosse una crema.
La pausa fu veramente poca restando abbracciati, poi andai in bagno per lavarmi, dovevo sciacquarmi dallo sperma, ma appena sotto lo doccia, mi ritrovai Giovanni che voleva lavarmi, si prese in mano la spugna, gli versò sopra tanto Doccia schiuma ed iniziò a lavarmi, prima passando la spugna e poi la mano, poi lasciò la spugna ed iniziò a lavarmi con le sole mani. Faceva il tutto con tanta dolcezza, passando sui seni, per finire sulle natiche, continue carezze, era tutto molto erotico. Poi venne sotto la doccia pure lui ed iniziò a baciarmi con decisione, la sua lingua che si insinuava alla ricerca della mia, cominciando poi ad intrecciarsi l'una con l'altra. Lui era già di nuovo eccitato e il suo passero era già tornato sull'attenti, era di nuovo duro e vibrante. La voglia non era solo sua, il suo baciarmi ed abbracciarmi era veramente troppo piacevole, la sua pelle a contatto alla mia, sotto la tiepida doccia era esageratamente coinvolgente, non stavo più capendo niente, in quel momento avevo solo voglia di sentirmi penetrata, e glielo dissi chiaramente, lo volevo lì, sotto la doccia.
La sua indecisione era svanita e trasportato dall'istinto ,sembrava ormai un amante navigato, con fermezza mi prese in braccio sostenendomi da sotto le natiche, io mi aggrappai al suo collo incrociando le gambe dietro di lui, e in quella posizione, appoggiò il suo pene sulle labbra della passera e affondò, ero molto bagnata, non solo dall'acqua, ma anche dei miei umori, la sensazione fu strepitosa, mi sentii riempire, talmente era ben dimensionato, ma non fu lui a prendere il ritmo, iniziai io, per lui era quasi impossibile, doveva mantenere l'equilibrio per entrambi. Che esperienza memorabile, quanto ero inebriata in quella situazione. In quella posizione oltre la penetrazione, baciandoci molto intensamente, stavo godendo come una forsennata. Giovanni aveva completamente perso tutta la sua incertezza ed era sempre più deciso a farmi godere e godere lui stesso. Era molto faticosa quella posizione, quindi decise di sedersi sul bordo della vasca e permettermi di continuare a cavalcarlo, ogni affondo era un piacere e godevo, ansimavo, gemevo e gridavo. Stavo avendo un forte orgasmo e Giovanni avendo già goduto una volta, riusciva a resistere permettendomi di godere tanto di lui, lo cavalcavo, baciandoci abbracciati. Riuscii ad avere un forte orgasmo ancora, ormai iniziavamo ad intenderci alla perfezione dei desideri l'uno dell'altro.
Sembravo insaziabile, continuavo ad avere voglia di sentirlo stretto a me, ma sentirlo anche dentro di me, così di nuovo cambiammo ambiente, lo presi per mano e lo trascinai letteralmente in camera, ora volevo che fosse lui a gestire il gioco a decidere del suo piacere, quindi mi buttai con la schiena sul letto e trascinai lui sopra di me, baciandoci ancora con vigore e trasporto. Tra baci e carezze, ero sempre più folle di lui, ma anche lui stava impazzendo, infatti mi rivelò: “In questi ultimi giorni, ho sognato e fantasticato mille situazioni con te, ti ho immaginata in mille modi, ora mi sto rendendo conto che erano niente al confronto della realtà che sto vivendo”, quindi mi baciò ancora con decisione. Mi stava salendo sempre di più una certa febbre, con tanta voglia di una nuova penetrazione che non tardò certo ad arrivare, entrambi sentivamo solo tanta voglia di sesso assieme. Lui aveva saputo intrigarmi con le sue fantasie e aveva saputo stimolare allo stesso tempo anche le mie.
Mi si adagiò sopra baciandomi sempre più con trasporto, poi allargandomi bene le gambe, mi penetrò con decisione, di nuovo mi sentii riempire, ora aveva lui il comando del piacere, si muoveva come meglio sapeva fare, per provare piacere lui e allo stesso tempo farne provare altrettanto a me.
Sentivo il suo cazzo entrare ed uscire con vero piacere, mentre con una mano mi massaggiava un seno, baciandoci sempre appassionatamente, eravamo immersi in una vera prova di godimento. Io ansimavo e gemevo e con slancio lui mi stava facendo godere. Poi improvvisamente, mi prese le gambe all'altezza delle caviglie e me le alzò allargandomele ancora di più, facendomi sentire la sua penetrazione ancora più profonda, i nostri corpi erano ancora più a contatto, procurandomi maggior piacere.
La profondità della sua penetrazione era talmente piacevole che iniziai di nuovo a godere in modo incredibile, sospiri, gemiti e urla erano il solo suono in quella camera, lui riusciva a controllare i suoi movimenti in base al piacere che entrambi stavamo sentendo.
Ma a lui questa posizione non bastò e cambiò senza interrompere quella sensazionale penetrazione, mi prese una gamba e l'alzò facendomi mettere su un fianco, mettendosi sulla gamba appoggiata sul letto e tenendo la gamba alzata addirittura oltre la sua spalla, era una posizione molto insolita, ma ancora più piacevole, la penetrazione mi sembrava quasi maggiore, con spinte molto profonde e a volte uscendo per rientrare, stimolando ancora di più la mia passera, e io continuavo a godere, godere e godere.
Non sembrava più un novizio, sembrava sapesse cosa stava facendo, ma un'altra volta volle sorprendermi, si fermò e mi fece mettere in ginocchio, in pratica nella posizione che io ho sempre amato meno e da dietro mi penetrò di nuovo. Pur non amando quella posizione, continuavo a provare piacere, quel suo pene mi stava facendo veramente impazzire.
Mi stava penetrando in molti modi, non fniva di sperimentare posizioni, ma alla fine mi rifece sdraiare e mettendosi sopra, la posizione classica, iniziò a penetrarmi dapprima in modo circolarere cercando di strofinarsi sul clitoride, poi con spinte molto soft, per poi aumentare lentamente di intensità, facendomi avere un ultimo ed estremo orgasmo risollevandomi di nuovo le gambe. Non appena vide che mi stavo esaurendo, diede ancora delle ultime e decise spinte, poi tirandolo fuori di scatto, venne a mettere il suo passero tra i miei seni, stava mettendo in pratica una delle sue fantasie, strinse bene il seno e ricominciò a muoversi, finchè ormai al limite, iniziò a godere schizzandomi poi su tutto il seno, aiutandosi con la masturbazione fino all'ultima goccia, per poi spalmarmela di nuovo sul seno come fosse crema per il corpo.
Ero distrutta, avevo goduto come un'indiavolata, non immaginavo certo una cosa così, per fortuna era alle prime armi, perché se fosse stato un esperto, come sarebbe finita? Quanto mi avrebbe fatta godere più di quello che aveva già fatto?
Dopo un buon momento di relax, entrambi ci accorgemmo di quanto si era fatto tardi, e la conseguente domanda, un po' preoccupata di Giovanni, fu: “Ma Franco e Fabio, che fine avranno fatto? Sicuramente non saranno più al ristorante, avrebbero potuto arrivare e coglierci in flagrante, ci siamo decisamente dimenticati di loro. Possibile che non sono passati a vedere cosa succedeva? Il perché del nostro non ritorno? Se fossero arrivati prma cosa sarebbe successo? ”, Io sorrisi e trovai una scusa alquanto scema, e gli risposi: “Sicuramente si saranno ubriacati nell'aspettarci e saranno in giro da qualche parte a fare gli scemi, ma ora mi ripulisco e ci vestiamo, Quando arriveranno, gli diremo qualcosa e mi raccomando, non raccontare assolutamente niente a tuo cugino Fabio”, lui mi rispose dicendomi che sicuramente non avrebbe mai detto a Fabio ciò che era successo, era una cosa che voleva tenersi solo per se.
Io sapevo che Franco in qualche modo immaginava quello che stava succedendo e sicuramente avrebbe trovato qualche modo per non farlo sapere o capire a Fabio.
Quindi di nuovo ci rilavammo velocemente sotto la doccia e ci rivestimmo in attesa del ritorno di Franco e Fabio, approfittando di nuovo per baciarci e coccolarci un po' sul divano, finché non li sentimmo che stavano salendo le scale facendo un casino impossibile.
Forse Franco lo faceva apposta per farci capire che stavano per rientrare, io e Giovanni ci divedemmo lui si mise a sedere su una sedia, mentre io rimasi seduta sul divano. Non appena rientrarono, notai che Fabio era effettivamente ubriaco, mentre Franco stava letteralmente fingendo.
Al momento, vista la condizione di Fabio, non ci fu la minima spiegazione, quindi a Giovanni toccò naturalmente il compito di accompagnare a casa Fabio.
Non appena loro due se ne andorono, Franco nella sua lucidità, mi rivelò che aveva capito già al ristorante come sarebbe andata, quindi iniziò in qualche modo a far bere Fabio, ma non potendo restare ancora per molto al ristorante, vennero verso casa e dicendo a Fabio che sarebbe salito a vedere a che punto della vestizione ero. Entrò e vide la scena di Giovanni che mi stava penetrando in bagno, rimase un attimo ad osservare la nostra intesa, e purtroppo eccitato, scese dicendo a Fabio che Giovanni stava dormendo sul divano e che io ero rimasta a guardare la televisione, portandolo così in giro per qualche bar di Menton. Era rientrato solo quando passando vide che era rimasta accesa la sola luce della sala. Fabio era talmente ridotto male che non sospettò assolutamente niente. Comunque fu per me una sensazionale esperienza e per Giovanni sicuramente l'esaudimento di molte sue fantasie che non aveva saputo nascondermi. Il giorno dopo con calma, raccontai a Franco come era andata, e gli rivelai che non mi sarebbe dispiaciuto rivivere le emozioni provate con Giovanni, mi eccitava l'idea di quanto avrebbe potuto ancora farmi godere, visto che ormai ora conosceva una buona parte di me. La risposta di mio marito a questa rivelazione, fu esclusivamente, un sorriso e un bacio appassionato, e un ti amo.
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