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Lui & Lei

Casa Mastroianni pt. 11


di tongue81
05.09.2022    |    4.088    |    0 9.1
"" "Ragazzino impertinente, c'è bisogno di prenderti per la gola per farti convincerti a farti entrare tra le mie cosce? Attento a cosa..."
Il giorno dopo l'esibizione con Antonella, mi svegliai con un pensiero fisso: quella sera avrei profanato il culo di Caterina e non vedevo l'ora che ciò accadesse.

Mi feci la solita doccia, mi rasai il viso e andai in soggiorno, sentando le voci delle ragazze: "Buongiorno a tutte. Come avete dormito?" dissi con un sorriso a trentadue denti.
Vidi Angela e Caterina pallide in viso mentre Antonella mi fulminò con lo sguardo: "Oi, piccoline, tutto bene? Ditemi cos'è successo, altrimenti mi fate preoccupare."
Fu Cate a prendere la parola: "Abbiamo ricevuto una telefonata all'alba e ci hanno comunicato che dei nostri amici, in paese, hanno fatto un brutto incidente d'auto e..." la voce venne strozzata dalle lacrime, facendomi intuire quali parole non fosse riuscita a pronunciare.
D'istinto, le abbracciai e accarezzai le loro teste, rimanendo in religioso silenzio: "Gino, per favore, ci puoi accompagnare alla stazione dei bus? Siamo distrutte e credo che rimarremo in paese qualche giorno in più; quindi, dobbiamo portarci anche libri e appunti. Perdonaci ma da sole non ce la facciamo".

Anche dopo che le ragazze andarono via, il clima di tristezza rimase persistente in casa e solo dopo cena Anto mi confidò che uno dei tre ragazzi deceduti era il cugino maggiore di Angela, Nicola, nonché ex fidanzato di Caterina. Ci salutammo con un bacio sulle labbra e decidemmo di concludere la giornata con un lungo sonno ristoratore.

Il giorno seguente, appena sveglio, mandai un messaggio affettuoso alle ragazze e, conclusa la routine mattiniera, mi recai in soggiorno avendo sentito delle voci insolite ma familiari.
"Alla buon’ora figliolo! Vedi che il mattino ha l'oro in bocca!" e venni avvolto dall'abbraccio di mio padre e mia madre che stavano amabilmente chiacchierando con Anto.

Mi raccontarono di essere venuti a Napoli per risolvere una faccenda di lavoro e di avermi portato la mia attrezzatura fotografica oltre all'auto di nonno di Pio, che ormai veniva utilizzata esclusivamente da me, considerando che l’appartamento aveva un posto auto assegnato nel cortile. Dopo aver parlato del più e del meno e delle convalescenza di zia Rita, concordammo che avremmo pranzato assieme prima che ripartissero per il paese.

Finalmente alle 19:00, stanco per la giornata intensa, rientrai in casa accolto da un profumino celestiale che aveva finalmente spazzato via la nube di malinconia che aleggiava su casa Mastroianni.

"Stasera, arrosto di castagne con patate speziate!"
Risposi facendo un inchino e disegnando un cuore con le dita: "Spero che ti piaccia e spero che non ti disturbi il fatto che ho invitato Giovanna."
"Ah... Ecco spiegato il motivo di tanta grazia. Abbiamo un ospite ed io che mi ero illuso che fosse un bieco stratagemma per abusare sessualmente di me..."

"Ragazzino impertinente, c'è bisogno di prenderti per la gola per farti convincerti a farti entrare tra le mie cosce? Attento a cosa rispondi!"
"Giammai!" risposi avvicinandomi a lei e iniziando a palpeggiarle il culo.
"Frena le manine, almeno per adesso. E non mettere il broncio, perché ti sto offrendo una cena da leccarsi i baffi e, per di più, in ottima compagnia. Spero che tu abbia visto e apprezzato le foto che ti diedi due settimane fa."

Feci spallucce e iniziai a scansare gli oggetti che Anto mi scagliò contro per gioco: "Corri in camera e valle a vedere. Subito! Anzi, se devi, vai prima in bagno e cambiati. Dopo esamini le foto."

Ovviamente, obbedii agli ordini senza fiatare, indossai una camicia bianca e un jeans e solo successivamente accesi il PC.

Anto piombò nella stanza indossando a sua volta una camicetta bianca, i cui bottoni erano messi a dura prova dal suo seno prorompente, un perizoma dello stesso colore e delle autoreggenti nere: "Mini di jeans o questa bluette?"
"Ti preferisco così, anzi senza la camicia, ma, se proprio devo scegliere, tra le due preferisco la prima."

Finalmente, riuscii ad aprire la cartella con le immagini che mi aveva consegnato ma venni interrotto sul nascere dal suono del citofono: "Ginooooo, per favore, vai tu che sto finendo di prepararmi."

Non appena aprii la porta, apparve un angelo biondo con due occhi di ghiaccio, alta un pelo meno di Anto, slanciata ma meno formosa ed esplosiva dell'amica: "Sei Luigi, giusto? Anto mi aveva detto che aveva un coinquilino affascinante ma le mie aspettative sono state superate."

Sorrisi inebetito, con lo sguardo che perso nell'azzurro delle sue iridi: "Giò, buonasera. Ti avevo detto che non ti dovevi disturbare per il vino!" rispose la mia coinquilina spazzando via il mio imbarazzo.

Così, conclusi i convenevoli di rito, mi sedetti a tavola tra le due ragazze in uno stato di evidente eccitazione; quasi a fine cena e dopo aver bevuto le due bottiglie di vino, Antonella si rivolse all'amica dicendo: "Gino ha tante qualità ma oggi ne ho scoperta una nuova e molto interessante: ha la passione per la fotografia."
"Davvero? Potremmo chiedergli di farci un servizio fotografico assieme! Possiamo?"

In uno stato di trance serena, feci un cenno di approvazione e diedi la mia disponibilità incondizionata; Antonella, scorgendo che la proposta aveva incrementato la mia eccitazione, venne a sedersi sulle mie gambe e rispose: " Te l'avevo detto che ha tante qualità. È sempre molto disponibile e premuroso con tutte noi!" affermò iniziando a strusciarsi contro il mio cazzo barzotto.

"L'ho capito al primo sguardo che si tratta di un ragazzo d'oro: gentile e pieno di qualità." rispose l'amica con tono ammiccante e continuarono a tessere le mie lodi, lasciandosi andare a diverse battutine a doppio senso.

Avendo raggiunto la massima erezione, Antonella approfittò dei pochi minuti in cui Giovanna distolse lo sguardo da noi per estrarre il mio pene eretto e impalarsi su di esso: "Che cazzo fai? Non vedi che la tua amica è ancora di fronte a noi." le bisbigliai all'orecchio.

"Lasciami fare, cerca di non fare rumore e mantieni un minimo di controllo. Ti assicuro che non te ne pentirai."
"Che bofonchiate voi due? Tes, mica mi vuoi fare il pacco e organizzarti per una sessione fotografica in solitaria? Vedi che l'idea è stata mia..."

Continuarono a parlottare tra di loro per un tempo che mi sembrò interminabile, dato che nel mentre Anto con maestria e altrettanta discrezione continuava a scoparsi il mio cazzo; ovviamente fui molto poco partecipe alla discussione, parlando solo se interrogato e rispondendo a monosillabi o con poche parole: "Luigi, ti vedo strano. Sei rosso in volto... Forse hai, anzi abbiamo esagerato con il vino?"
"Foorsee... Foorsee sssii!"
"Giò, è ancora una matricola e deve ancora imparare tanto. Mi sa che ci tocca fargli scuola e iniziarlo ai piaceri di Bacco!" rispose Antonella con voce leggermente affannosa.

Lo scambio di battute continuò per qualche altro minuto, durante il quale, allentando i freni inibitori, incominciai a scopare con maggiore partecipazione la mia coinquilina, a esplorare la parte alta del sedere, le gambe e ogni parte del suo meraviglioso corpo che risultasse inaccessibile agli occhi dell’altra ragazza. Continuammo imperterriti finché Giovanna chiese di andare in bagno prima di salutarci. Anto si alzò di scatto, e, dopo essersi ricomposta, mi guardò negli occhi: "Per oggi, hai finito di giocare, ragazzino!"
"Che diavolo dici? Prima carichi il cannone, accendi la miccia e poi la spegni sul più bello? Vedi che dopo..."
"Se dopo ci sarà un seguito, dipenderà solo da te." mi zittì Antonella, inginocchiandosi tra le mie gambe e dando inizio ad uno dei suoi pompini magistrali.
"Ragazzino mio, ti prometto che se sarai in grado di stupirmi, ti lascerò senza fiato, non appena Giovanna se ne sarà andata."

[Continua]
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