20 anni dopo - Capitolo 3

Seguii Azzurra nella stanza senza alcuna esitazione e la vidi liberarsi dell'accappatoio prima di sedersi sul letto ed iniziare a masturbarsi furiosamente.
“Non sai quanto mi è piaciuto vederti scopare Vanessa in quel modo.”
“E non sei stata gelosa di lei?”
Tra un gemito e uno spasmo, mi chiese di prometterle che, una volta tornati a casa, sarei stato solo suo e avrei scopato solo con lei. Provai ad avvicinarmi ma mi ricordò che era tardi, che dovevamo uscire, che tra pochi minuti Vanessa avrebbe terminato la doccia e che avrebbe voluto una prima volta assieme passionale e non una frettolosa sveltina: assistetti al suo spettacolo studiando meticolosamente i movimenti frenetici delle sue dita che facevano sussultare tutto il suo corpo statuario. Riuscì a godere in pochi minuti conscendendomi di assaporare il suo nettare prima di fuggire in bagno con il cazzo nuovamente in tiro per una doccia fredda indispensabile e doverosa.

Trascorremmo il pomeriggio nel Barrio Gotico, nel cuore pulsante e più antico di Barcellona, sempre mano nella mano, rubandoci baci e carezze piene di desiderio a vicenda, come due ragazzini innamorati. Rientrammo in hotel molto tardi, quasi ad ora di cena, giusto per una breve sosta in camera.
Topina e la Badessa ci ricordarono che tra mezz'ora saremmo dovuti essere nella sala ristorante, raffreddando i bollenti spiriti, pronti ad esplodere in modo deflagrante.

"Finalmente soli su un lettone!"
"Stai buono... Dobbiamo andare a cena!"
"Lo so... Però..."
La baciai appassionatamente e iniziai a palparle culo e tette in modo frenetico, facendo diventare la mia mazza dura come il granito.
"Dai, Stefano... Vai a darti una rapida sciacquata. Abbiamo la serata e la notte per noi!"
A malincuore, seguii il suo consiglio non prima di averla baciata nuovamente: durante la cena, il nostro professore di storia e filosofia, un cinquantenne affascinante e coltissimo, si avvicinò al nostro tavolo: "Ragazzi, immagino che siate stanchi per il viaggio e, pertanto, stasera non usciamo. Al piano interrato è presente una sala dove sono presenti dei giochi."
"Prof, posso chiederle di non partecipare? Sono spossata per il viaggio e credo di non aver digerito qualcosa del pranzo!"
"Azzurra, per favore, non mettermi in una situazione spinosa! Vieni con Stefano e tutti gli altri nella sala e dopo un'oretta tornate in camera. A tal proposito, R. vieni un attimo con me."

Venire chiamato per cognome dal professore mi sorprese non poco, strabuzzai gli occhi e lo seguii in un cantuccio senza alcuna esitazione: "Prof. mi dica tutto!"
"Hai dei preservativi?"
Balbettai qualche sillaba in uno stato di surreale incredulità: "Stefano, ce li hai o no? Non ti voglio rimproverare, dato che ti abbiamo concesso il permesso di dormire nella stessa camera della tua ragazza: se ne hai un paio in più, prestameli. Altrimenti mi terrai sulla coscienza..."
"Ma…"
"Vedi la ragazza che governa la sala? Non è niente di sicuro ma abbiamo flirtato mentre voi vi radunavate. Quindi, non vorrei trovarmi sguarnito."
Tornai a tavola per finire il pasto non prima di aver promesso al prof di consegnargli quanto richiesto durante la chiacchierata, glissando sul fatto che fosse sposato e che la ragazza avesse la metà dei suoi anni o giù di lì.

A fine cena raccontai tutto ad Azzurra, che rise di gusto alla notizia prima di iniziare a giocare l'uno contro l'altra a ping pong, infliggendomi una sonora sconfitta.
"Vuoi la rivincita o andiamo a letto?"
"Lo sai che hai vinto con l'imbroglio! Dovevi tenere la felpa con la zip chiusa. Non sapevo quale pallina guardare!"
"Quindi avrei due palline da ping pong?"
La zittii con un bacio, facendole capire che non mi interessava alcuna rivincita e uscendo da una situazione spinosa figlia di una battuta evitabile: corremmo a perdifiato fino agli ascensori, incuranti dei rimbrotti del personale dell'hotel che ci urlò offese irripetibili e finalmente fummo in stanza, abbracciati, eccitati e avvinghiati l'uno all'altra, iniziando a spogliarci reciprocamente come belve affamate.

"Aspetta... Vai in camera e dammi due minuti!"
"Nooooo... Vieni con me!"
"Vado un secondo in bagno e poi sono tutta tua... Mi servono solo due minuti!"
Misi un broncio poco credibile e mi gettai sul letto con indosso solo i boxer, contrariato da quella inutile ed apparentemente interminabile attesa. Come d'incanto, la Principessa apparve sull'uscio della porta con i capelli sciolti ed indossando un completino intimo rosa in pizzo, lasciandomi a bocca aperta.
"Chiudi la bocca, altrimenti entrano le mosche! Ringrazia mia madre, perché è stata lei a farmi comprare questo completino per essere sexy per il mio ragazzo
."
Quella fu la prima di una lunghissima serie di ringraziamenti che mandai alla signora Carla, mi alzai e la presi per mano facendola piroettare su sé stessa affinché potessi ammirare la sua bellezza, le sue forme perfette, le gambe lunghe e sinuose che terminavano in un culetto che avrebbe fatto invidia a tante showgirl televisive.

Sorrisi alla mia ragazza, un sorriso pieno di gioia, amore e passione, il primo vero e spontaneo gesto d'amore tra di noi.

[Continua]