In tre! Pt.1

Lo specchio mente di sicuro e mi mostra un'immagine artefatta, mi vuol far apparire più sexy ed attraente di quanto non lo sia. I borbottii di mio marito Lucio mi riportano alla realtà e mi ricordano che devo mettere le scarpe prima di uscire.
Prendo lo smartphone e rileggo la chat: nel nostro ultimo incontro, Stefano si complimentò per gli stivali scamosciati grigi che si intonano a meraviglia al vestito colore petrolio che ho scelto.

"Sei uno schianto amore!" e lo afferma sia con le parole sia con gli sguardi, aumentando la mia eccitazione ma anche la mia insicurezza e i miei timori. Eppure, razionalmente, so dove stiamo andando, ho deciso io di incontrare nuovamente Stefano ma i dubbi mi assalgono con la stessa forza con cui la voglia di trasgredire prende possesso dei miei desideri.

"Dimmelo di nuovo!"
"Cosa? Che sei uno schianto?"
"No... Lo sai..."
"Ti amo e sei la mia donna, anche se oggi accadrà qualcosa di nuovo!"

Il calore della bocca di mio marito, la sua lingua dolce, eccitata ed innamorata ha squarciato il velo di incertezza che mi ricopre. Ripenso a tutto quello che è successo: alle prime chat con Stefano, alle battute, ai suoi apprezzamenti sempre più audaci e spinti ma sempre garbati, al suo essere sempre diverso da qualsiasi altro uomo da cui venivo approcciata. Ripenso alla sua immagine, curata ed elegante che rispecchia completamente il suo status di rampante professionista. Ripenso ai suoi modi eleganti, alla sua gentilezza e ne ho paura, vengo temporaneamente travolta dal timore che oggi possa approcciarsi a me in modo radicalmente differente.

Anche a Lucio piacque subito: la prima volta che ci incontrammo, in un bar di una stazione ferroviaria, fu colpito dal suo fare amichevole, dalla sua serenità che infuse anche a noi due. Fu la prima volta che un incontro di conoscenza rimase tale senza il minimo tentativo di dare una svolta erotica alla chiacchierata. Fu la prima volta che un uomo, a cui concedevamo di inserirsi nel nostro rapporto, manteneva le promesse fatte e si limitava a cercare una sintonia con noi, più con mio marito che con me.
Se chiudo gli occhi, li vedo seduti al tavolino, birre in mano a chiacchierare come vecchi amici, con me relegata ad un ruolo contemplativo, quasi come se fossi invisibile, quasi come se, avvertito il mio imbarazzo e la mia inquietudine, avessero deciso di rassicurarmi senza rendermi l’oggetto, anzi il soggetto, dei loro discorsi.

Eppure, dopo quel primo incontro Stefano divenne sempre più audace, mandandomi messaggi erotici che riuscivano sempre ad eccitarmi tanto da farmi bagnare tanto che, in occasione di un secondo e fortuito incontro, con il consenso di Lucio iniziammo a prendere confidenza. Niente di particolarmente scabroso ma tra gli scaffali dell'Ikea per la prima volta venni sfiorata dal suo corpo, dal suo cazzo eccitato, da un cazzo che non era quello di mio marito, che si limitò ad osservare compiaciuto la scena per poi scoparmi in modo furioso appena rientrati a casa ma senza fare alcun cenno o alcun’allusione a quanto successo in precedenza.

Prima di oggi, ci sono stati altri due appuntamenti: durante il primo, dopo le solite chiacchiere, i soliti complimenti ed i primi ammiccamenti, concedemmo a Stefano di osservarci fare l'amore in auto, in un posto tranquillo, come quando eravamo fidanzati: osservò ma senza sentire l'impulso di segarsi davanti a noi, nonostante Lucio mi avesse esibito in tutto il mio fascino, lasciandomi parzialmente delusa dal suo atteggiamento distaccato e solo contemplativo. Solo la volta successiva, riuscii a mettere da parte la mia insicurezza e, annoiata ed irretita dal tono amichevole con cui discorrevano i due uomini, presi in mano la situazione allungando la mano sulla patta di Stefano e bisbigliando all'orecchio di Lucio che avrei voluto prendere i loro cazzi in bocca.

"Sei sicura?" domandò premuroso come sempre Stefano mentre le mani di mio marito iniziarono a verificare il grado di umidità dei miei slip.
"Sicurissima." risposi iniziando ad armeggiare con la zip che mi nascondeva una verga nuova, dura e larga aggiungendo che però non gli avrei concesso di venirmi in bocca.
"Fagli vedere che belle tette hai. Non le valorizzi ma sono davvero uno spettacolo." aggiunse Lucio tirando fuori il suo uccello e scoprendo il mio seno che lui definiva perfetto e che, invece, mi metteva sempre in soggezione.

Succhiai avidamente i due bastoni, prima uno alla volta poi, con fatica e qualche fastidio mandibolare, li presi entrambi nella mia bocca. Mi sentii insolitamente felice per le due diverse mani che strizzavano i miei capezzoli, per i due diversi cazzi che riempivano la mia bocca.
Ebbi l'istinto di cedere, di chiedere allo sconosciuto amico di scoparmi, di riempire la mia fica calda e bagnata con il suo attrezzo largo e insalivato ma decisi di attendere. Decisi di spalancare le gambe verso il mio uomo, di concederle ancora una volta solo a lui di soddisfare il mio bisogno di cazzo.
Eppure, la sensazione del suo sperma caldo sulle tette mentre mio marito mi pompava con la solita foga, mi sembrò una situazione naturale e per niente volgare, così come la sua cortesia nel ripulirmi mentre Lucio scaricava il suo getto di sperma nella mia fica ancora vogliosa.

Eccoci, mi osservo nello specchio dell'ascensore: sistemo i capelli e aggiusto il giubbino: ancora pochi istanti e sarò a casa sua, pronta a lasciarmi travolgere da questa nuova esperienza.