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La pediatra pt.1


di tongue81
05.02.2023    |    19.938    |    17 9.6
"Ho 10 minuti prima che arrivi il mio fidanzato..."
"Buongiorno dottoressa, sono XXXX YYYY, papà di ZZZ, e la contatto per richiedere un certificato per il rientro a scuola e un'impegnativa per i farmaci..."

Classico messaggio sterile alla pediatra di base, la solita richiesta di certificati e impegnativa per farmaci: del resto, in quattro anni di vita di mio figlio, le abbiamo chiesto solo questo. Una sola visita, ad inizio agosto di due anni fa, solo perché il pediatra privato era in ferie.

La notifica di risposta è immediata: sblocco il telefono e leggo che la dottoressa è in malattia e tutte le richieste vanno inoltrate alla sostituta che è in studio dalle 15:00 alle 17:00.

Metto una sveglia alle ore 15:00 per ricordarmi di mandare il messaggio e riprendo a lavorare, cercando di venire a capo di una giornata complessa e tempestata di problemi lavorativi.

Alle 12:00 arriva il messaggio di mia moglie, che si chiede come mai ancora non le abbia girato il certificato, dodici minuti dopo arriva quello di mia suocera, santa donna, dal contenuto simile ma dai toni più pacati.

Alle 14:45 arriva un nuovo messaggio sullo smartphone: la sostituta mi risponde che non serve che invii una nuovo messaggio ma è necessario che vada allo studio a ritirare i documenti, perché non ha modo di digitalizzarli.

Respiro profondamente, fulmino con lo sguardo il monitor dove appare finalmente il report richiesto alla divisione commerciale e rispondo alla pediatra: "Buon pomeriggio dottoressa, potrebbe cortesemente inviarmi una foto o una scansione fatta con il cellulare? Sia mia moglie sia io siamo impossibilitati a recarci presso lo studio negli orari di apertura. Cordiali saluti".

Torno a guardare il monitor e conto fino a dieci prima di rispondere al collega: 1... 2... 3... 4... 5...
Il led blu si illumina per un ulteriore messaggio nel quale la dottoressa si scusa e mi spiega che ha la fotocamera dello smartphone guasta ma si rende disponibile fino alle ore 20:00 data la mole di richieste da smaltire.
Le rispondo ringraziandola che proverò a passare verso le 19:00.

Fine delle comunicazioni: mentalmente mi rimbocco le maniche e mi concentro nuovamente sul lavoro, nonostante i messaggi di mia moglie che mi rende partecipe, a distanza, della felicità di mio figlio nel giocare con la neve. Infatti, il piccolo non è affatto malato ma sta in montagna con mamma e nonni fino a domani.

Alle 18:30 l'arrivo della squadra delle pulizie mi ricorda di tornare a casa e di passare dalla pediatra ma fortunatamente oggi, nonostante il freddo, sono uscito con la moto e posso rispettare i tempi.

Appena entro nello studio vengo accolto da una ragazza giovane, trent'anni o forse meno, alta, slanciata, folta chioma castana, occhi grandi color nocciola e tratti del viso delicati, quasi eterei.
"Piacere, sono la dottoressa KKKK. Se mi attende giusto due minuti nello studio, la raggiungo."
La osservo andare verso la porta alla fine del piccolo corridoio e noto che dal camice spuntano due gambe affusolate, avvolte in un paio di calze coprenti decorate da vari di disegnini che si tuffano in un paio di Jordan I.

Entro nella stanza piacevolmente affascinato da questa giovane ragazza, allento il nodo della cravatta e noto sulla scrivania un iPhone con il vetro della fotocamera danneggiato e sorrido.
"Mi scusi ma oggi è il mio primo giorno di lavoro qui. La libero subito, così può tornare da sua moglie e da suo figlio! Spero che stia bene... Cosa ha avuto?"
"In realtà, mia moglie e mio figlio sono in Abruzzo con i miei suoceri per una settimana bianca. Però, hanno dovuto prolungare la vacanza perché lui si è buscato un mal di gola bello con febbre alta ma speriamo che nel fine settimana riescano a rientrare per ricominciare la scuola lunedì".

Forse mi sto illudendo ma scorgo una strana luce nel suo sguardo: mi chiede le generalità del piccolo dato che il PC della titolare è lento e mentre è intenta a scrivere mi domanda come mai non fossi con la mia famiglia.

"Mia moglie aveva giorni di ferie da smaltire prima di cambiare lavoro, i miei suoceri sono pensionati ed io oggi ho chiuso una scadenza importante... Quasi quasi, domani mi riposo e prendo una giornata di ferie!"
"Fai bene... Ops... Mi scusi..."
"Figurati, nella società dove lavoro facciamo gli anglosassoni e ci diamo sempre del tu..."
"Allora piacere, sono Francesca!"
"Piacere mio, il mio nome già lo conosci. "
"Mi è venuto spontaneo darti del tu dato che sei un papà giovane, forse poco più che mio coetaneo."

Sorrido, prendo fiato e le osservo le mani, soffermandomi sull'anello con pietra che porta all'anulare sinistro: "Non credo proprio. Purtroppo, sono prossimo alla soglia degli anta!"
"Ecco: la dimostrazione del luogo comune che gli uomini belli con gli anni restano sempre piacenti ed affascinanti!"
Mi giocai il jolly: "Grazie ma credo che in quanto a fascino e avvenenza neppure tu sia messa male, tanto oggi quando raggiungerai la mia età. ".
Mandò in stampa il documento, sfilò l'anello di fidanzamento dal dito e si sedette a cavalcioni su di me, come se fosse la cosa più naturale del mondo.

"Ti sento un po' contratto, rigido, in tensione" muovendo il bacino per saggiare bene la mia erezione.
Attirai la sua bocca alla mia, assaggiai le labbra sottili e delicate iniziando a scoprire il suo corpo giovane e tonico.
"Papino, non perdere tempo... Ho 10 minuti prima che arrivi il mio fidanzato..." disse alzandosi in piedi e liberandosi dal camice.
"Forse 15 ma non di più... Ho un lago nelle mutande..."
Come se fosse il gesto più normale del mondo si sollevò la gonna intorno alla vita, con le unghie lacerò la cucitura dei collant e si appoggiò con i gomiti al lettino pediatrico, mostrandomi la sua passera dilatata e arrossata, desiderosa di sentirsi riempita dal mio cazzo.
"Daiiii... Daiiii paparino! " incalzò nuovamente

Afferrai un preservativo, lo indossai e puntai dritto all'obiettivo: "Uuuhhh.... Il paparino ha un bell'uccellone...."
"Che vacca... Sei davvero un lago ardente."
"Sssiii, dottoooressaaaa vaccaaaaa!"
"Ti piace essere scopata così, senza fronzoli"
"Sssssiiiii.... Più foooorteeeee, piuuuuuuu fooooooorteeeeee. Sfooooondaaaamiiiiii!"

La martellai con tutta la forza che avevo, mettendo in azione tutti i muscoli del corpo, anche quelli di cui ignoro il nome.
"Oooohhhh... Staaaaaseraaaa lo deeeeeeeevoooooooooooo mandaaaaaare in biaaaaaancoooo il cornuuuuuuuuto! Mi staaaaai apreeeeendoooo comeeeee una coooooozzaaaaa!"

Non rallentai e non smisi neppure quando lo il trillo del telefono la informò dell'arrivo del fidanzato e innescò una reazione ormonale che la portò a godere come una vera cagna, urlando e continuando a parlare in modo sconcio.

"Baaastaaaaaa! Deeeevooooo andaaaaareeee!"

Vidi l'orologio affisso al muro e dopo trenta secondi esatti, sfilai il cazzo dalla sua fica, rimossi il preservativo e le ordinai di bere tutta la mia sborra.

Ci ricomponemmo in fretta e furia, mi diede il certificato e un post-it con il suo numero di telefono e uscimmo dallo studio palesemente sconvolti e accaldati.

Fuori dal palazzo, la vidi correre incontro ad una sagoma su uno scooter: baciò le labbra dell'ignaro fidanzato con le sue ancora impregnate del mio sperma invogliandomi a mandarle un messaggio per il giorno seguente.

[Continua]
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