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Lui & Lei

Per fame e per piacere pt.2


di tongue81
06.11.2023    |    4.831    |    3 9.8
"" Prese una busta adagiata nei pressi del comodino e dispose il contenuto sul letto: espose alla mia vista una serie di capi firmati della mia misura, ..."
L'appartamento di Lorena era un monolocale ampio e luminoso, arredato con gusto, dove una porta scorrevole separava la zona notte da quella per il giorno, dove alle pareti facevano bella mostra una serie di sue fotografie in location mozzafiato.
"Accomodati sul letto. Due secondi e sono da te! Giusto il tempo di prendere una cosa in bagno" disse sparendo nella porta alla sinistra del letto matrimoniale dove mi aveva indicato di sedermi.
Rimasi in silenzio e all’in piedi ignorando il suo invito, anzi ne approfittai per osservare l'ambiente circostante restando scioccato dalla quantità di borse, scarpe ed abiti firmati sistemati in bella mostra come si usa nelle boutique di lusso, domandandomi cosa potesse volere da me questa ragazza.
"Credo che dopo una giornata di studio e lavoro tu voglia farti una doccia corroborante!" affermò porgendomi un telo da bagno.
"Certo ma preferisco farla a casa e magari indossare anche della biancheria e degli abiti puliti."
"Ottimo e, ovviamente, ho pensato anche a questo."

Prese una busta adagiata nei pressi del comodino e dispose il contenuto sul letto: espose alla mia vista una serie di capi firmati della mia misura, tutti perfettamente stirati e profumati, un vero e proprio campionario di marchi lussuosi.
"Che significa?" domandai allibito
"Te l'ho detto: sono una tua amica e potrei anche diventare una collega o socia in affari. Vai a fare la doccia e non ti preoccupare!"

Stupito e tramortito, assecondai la sua richiesta: andai in bagno dove feci una doccia tiepida, piacevole e rigenerante, mi avvolsi in un accappatoio blue morbidissimo e tornai nella stanza.
"Ti ringrazio per avermi concesso una doccia confortevole ma con capisco cosa tu voglia da me!"
"Mi sembra corretto andare dritti al punto, ora che abbiamo esaurito i convenevoli! Quindi, esci il cazzo e fammelo vedere!"
"Cosa? Che diavolo stai dicendo?"
Iniziò a ridere come una forsennata, come posseduta da un demone grottesco e sfacciato: mi guardò dritto negli occhi cercando di riacquistare un comportamento normale e disse: "Sei proprio un ingenuo come lo ero io fino a due anni fa. Anche io vengo da un piccolo paesino, anche io non avevo una famiglia capace di sostenermi economicamente a Napoli per gli studi. Però, mi sono rimboccata le maniche, anzi ho calato le braghe!"

Ascoltai in silenzio e attesi il proseguo del discorso: in breve, Lorena, per riuscire a sopravvivere in questa nuova città senza dover gravare sulle deboli economie familiari, aveva iniziato a prostituirsi con i figli delle famiglie più abbienti e prestigiose della città, riuscendo a dare una svolta alla sua situazione economica, tanto da potersi concedere una serie di lussi inizialmente impensabili.
"Ecco: ti ringrazio per lo sguardo sdegnato ma sappi che ti sto offrendo un' opportunità unica e senza dover inizialmente accettare di andare a letto con chiunque! Eppure, anche tu per soldi accetti di soddisfare i capricci di quella grassona del bar dove vieni sfruttato."
"Perché lo fai?"
"Perché siamo due facce della stessa medaglia di fame e ristrettezze, perché abbiamo negli occhi la stessa fame e la stessa voglia di emergere senza dover essere soffocati e mortificati dalla nostra umile origine. Perché, dietro a questa apparenza, c’è una ragazza che conosce a perfezione i tuoi stati d’animo e le tue difficoltà. Non credere che per me sia stato facile, anzi. Ho avuto la fortuna di incontrare la persona giusta ed adesso cerco di ricambiare e condividere quest’opportunità con te. Ora, però, fammi vedere se sei all'altezza della situazione!"

Con una naturalezza impressionante, iniziò a sbottonarsi la camicetta, a sfilarsi i jeans fino a rimanere solo con una lingerie di pizzo semitrasparente, che esaltava il suo fisico prorompente, degno delle copertine patinate delle riviste che si trovavano nelle edicole. Ovviamente, il suo obiettivo era quello di attivare la mia erezione e ci riuscì quasi immediatamente: si avvicinò a me con passo deciso, come una leonessa che si prepara ad assestare il colpo di grazia alla preda stordita, e, finalmente e con un gesto secco e rapido, riuscì a svelare l'oggetto delle sue richieste.

Alla vista del mio cazzo, strabuzzò gli occhi e mi invitò ad alzarmi in piedi e mostrarmi nudo.
"Complimenti ragazzo mio… e non solo per il pisello! Hai un fisico davvero notevole; muscoli tonici, definiti e proporzionati, un vero tripudio di virilità!"
La ringraziai imbarazzato ma cercando di non lasciare intravedere questa sensazione mentre iniziava a cercare freneticamente qualcosa nel comodino. Si avvicinò brandendo un metro da sarta a mo' di frusta e iniziò a misurarmi spalle, petto e vita.
"Benissimo! Hai superato tutte le mie aspettative, anche perché non sei l'orso peloso che mi ero immaginata! Quindi non necessiti neppure di un trattamento estetico. Molto bene!"

Arrossii vistosamente e sorrisi in modo nervoso, ripensando a tutte le offese ricevute nei campi da tutti gli altri braccianti che esponevano e si vantavano dei propri peli come segno della loro grande ma millantata virilità.
"E dimmi: sei alla massima erezione?"
"No... Non credo... Cioè... No!"
"Smettila di balbettare: lo sei o non lo sei?"
"No, non lo sono!"

Con un gesto secco, Lorena si accovacciò sulle ginocchia e si slacciò il reggiseno, iniziando a segarmi il bastone con dolcezza, lubrificandolo con la saliva e strofinandolo sul suo seno tonico e bellissimo.
Continuò per qualche minuto finché non fu ragionevolmente certa che il mio cazzo fosse all'apice del suo vigore: "Allora: la lunghezza è 18 cm ed è buona, ma la circonferenza di 16 cm è una dato eccellente!" affermò riprendendo a farmi una sega meravigliosa.

La ringraziai e, d'istinto, allungai una mano sulla sua tetta destra, stringendola con vigore e saggiandone la consistenza: mai prima di quella volta avevo toccato un seno così invitante alla vista e appagante al tatto, totalmente diverso da quelli delle campagnole del paese o da quello flaccido e cadente della signora Veronica.
"Vedo che ci stiamo sciogliendo! Benone!"
"Ormai, non posso tirarmi indietro!" affermai in preda ad una eccitazione crescente e desideroso di approfittare di quello strano incontro che la sorte mi aveva donato, mosso anche da un sentimento di rivalsa e di vendetta per quanto accaduto in passato.
"Esatto: vediamo se sei solo un bel pezzo di carne o se ci sai fare con questo bel cazzone!"
Mi guardò dritto negli occhi, sorrise diabolica e, con la rapidità di cobra, si avventò vorace sul mio arnese, fagocitandolo senza alcun problema in sol boccone.

[Continua]
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