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In Gabbia 2


di freddy15
09.12.2023    |    2.627    |    2 9.2
"Ero li in piedi di fianco alla scrivania e non ho potuto non notare che anche questa volta lei posava di sfuggita la sguardo sul mio pacco..."
Dopo la prima esperienza raccontata nella prima parte di questo racconto, come promesso, la sera del martedì successivo Mario, il mio Padrone, mi ha telefonato dicendomi che l’indomani mattina sarebbe passato da casa mia prima di andare al lavoro per ingabbiarmi, naturalmente ho risposto che lo avrei aspettato pronto per la nuova prova.
La sera e la notte in attesa della mattina sucessiva sono passate non del tutto tranquillamente. Ero continuamente eccitato e un po’ preoccupato dalla prospettiva di altri giorni al lavoro in quelle condizioni. Comunque devo dire che l’eccitazione ha preso il sopravvento e ho dovuto masturbarmi 3 volte per calmarmi.

Alle 7,45 suona il campanello e so già che è il Padrone, apro e lo attendo nudo in ginocchio nel soggiorno, come sempre devo fare quando viene da me.
Lui entra, si siede sul divano e senza tanti preamboli mi ordina di mettermi in piedi davanti a Lui e di porgergli la gabbia. Obbedisco, Mario mi spalma un po’ di lubrificante sul cazzo e mi infila prima l’anello di chiusura bloccandolo attorno alla base delle palle e del cazzo. Poi mi infila con forza la gabbia sul cazzo che non era moscio abbastanza per una entrata morbida, ma che con decisione, nonostante i miei lamenti è arrivata alla sua sede in modo da essere agganciata all’anello e per finire mi ha messo la fascetta di chiusura. Poi mi ha detto, in modo sarcastico, di divertirmi al lavoro e mi ha salutato promettendomi di farsi sentire e se ne è andato. Iniziavano così altri giorni di sottomissione, ingabbiato, e con il rischio e la preoccupazione di essere scoperto al lavoro ed in attesa della serata particolare che mi aveva promesso per il venerdì sera.

Mi sono vestito e sono andato al lavoro. Mi rendevo conto che per quanto tentassi di nasconderlo, il mio pacco era notevolmente aumentato portando la gabbietta, e con questa sensazione è cresciuta anche l’ansia.
Arrivato al lavoro mi sono subito seduto alla mia scrivania a lavorare, dopo una decina di minuti la mia collega Ornella, quella che la settimana prima sbirciava il mio pacco, si è avvicinata dicendomi: “Ehi tutto bene? Non sei nemmeno passato a salutarmi!”. Io ho farfugliato delle scuse ma mi sentivo come se fossi li nudo con il cazzo ingabbiato in bella vista e credo di essere diventato anche tutto rosso, ma alla fine sono riuscito a dirle: “scusami cara ma non ho dormito bene stanotte, poi andiamo a bere il caffè insieme, ok”.

Alle 10.00 mi sono fatto coraggio e sono andato alla scrivania di Ornella per invitarla al caffè, lei era al telefono e mi ha fatto segno che ne aveva per un minuto e di aspettare. Ero li in piedi di fianco alla scrivania e non ho potuto non notare che anche questa volta lei posava di sfuggita la sguardo sul mio pacco. Fino a poco tempo prima mi avrebbe fatto piacere, era da anni che quella ragazza mi eccitava da morire, ma ora mi sentivo sempre più a disagio. Per fortuna ha terminato la telefonata e si è alzata e prendendomi sotto braccio mi ha accompagnato al caffè scherzando, e alludendo, su cosa o chi mi aveva fatto passare la nottata in bianco.
Abbiamo preso il caffè con altri colleghi chiaccherando, ma la sensazione di sentirmi gli occhi di Ornella proprio li non mi lasciava proprio mai tranquillo. Non so se per la mia fantasia, ma iniziavo anche a pensare che altri colleghi stessero notando qualcosa e la sensazione di umiliazione cresceva enormemente e con essa l’accitazione trattenuta in modo non del tutto indolore dalla gabbia. Mentre ero li mi arriva il messaggio del Padrone che leggo al volo: “tra 5 minuti in bagno, ti chiamo”. A quel punto saluto i colleghi e insieme a Ornella mi dirigo verso il nostro ufficio, non senza subire qualche altra indagine sulla mia nottata che glisso con ironia. Poi giunto in ufficio vado diretto in bagno, mi chiudo e abbasso pantaloni e mutande prorpio pochi attimi prima che arrivi la videochiamata. Rispondo ed il Padrone mi ordina di mostrare se tutto era a posto, inquadro i miei genitali ingabbiati e la fascetta di chiusura. Allora mi dice “brava cagna, come sta andando in ufficio?”, io gli spiego della mia collega che sembra aver notato che ho un rigonfiamento insolito tra le gambe e Lui: “ah bene! Hai fatto colpo, sarebbe bello se lei capisse o sapesse non credi?” Io rispondo che sarebbe molto umiliante se si sapesse che sono uno schiavo agli ordini di un Padrone. Ed il Padrone: “Si sarebbe umiliante ma sei una cagna perciò sarebbe anche giusto. Comunque mi sa che la tua collega ha solo vogiia di cazzo” e si è fatto una risata. “Bene ora torna al lavoro, ma domani non devi mettere le mutande così si vede un po’ di più il pacco.” Non mi ha lasciato il tempo di dire altro e ha messo giù.

Sono tornato al lavoro immaginando già a come sarebbe stato il giorno successivo senza mutande.
Finita la giornata di lavoro, passata con il pensiero di non poter indossare le mutande il giorno successivo, prima di uscire passo in bagno e decido di togliermi subito le mutande. Sono uscito dal lavoro e sono passato al supermercato per due spese. Li invece di essere imbarazzato, ero molto più eccitato al pensiero che qualcuno capisse, e per questo non tentavo in nessun modo di nascondere il pacco, ho aperto anche la giacca. Alla cassa stavo volutamente davanti alla cassiera in modo da mostrare la zona genitale, ma ho subito pagato l’eccitazione con una fitta di dolore.

La mattina dopo mi preparo per andare al lavoro e come ordinato non metto le mutande, mi guardo allo specchio e vedo che il “bozzo” davanti è molto più evidente. Il peso della gabbia e la sua rigidità fanno si che appoggiandosi sul tessuto morbido del pantalone si noti molto il rigonfiamento. Mi faccio coraggio e vado.
Arrivato in ufficio passo dalla collega a salutarla per evitare che abbia altro da dire, lo faccio con il massimo di naturalezza possibile, anche se dentro di me ero agitato e conscio della situazione e del rischio. La saluto e facciamo due battute veloci e noto che questa volta è lei ad essere un po’ imbarazzata, aveva notato il rigonfiamento? Chissà cosa stava pensando per imbarazzarsi così! Poi mi dirigo verso la mia scrivania e inizio a pensare quanto fosse eccitante questa situazione e che se lei avesse capito, come aveva detto il padrone, la cosa mi avrebbe eccitato non poco! Lascio perdere questi pensieri per evitare una erezione che sentivo stava per arrivare.
La giornata passa, con il solito controllo in bagno da parte del Padrone che questa volta ha voluto vedere anche come stavo con i pantaloni indossati tanto per mettermi ancor di più in agitazione con i Suoi commenti!
Ogni volta che per un motivo mi dovevo alzare dalla scrivania e passare dove c’erano altri colleghi e colleghe la sensazione di umiliazione diventava sempre più forte. Mi rendevo perfettamente conto dei rischi che correvo e solo il pensiero di essere scoperto mi metteva ansia ed eccitazione.

Poi all’ora di uscire dall’ufficio Ornella si è avvicinata alla mia scrivania e mi ha chiesto se mi andava un aperitivo prima di andare a casa, cosa che ogni tanto facevamo ma, vista la situazione ho pensato subito a due motivi. Il primo, aveva ragione il Padrone e aveva solo voglia di cazzo e la vista del mio pacco la aveva eccitata. Il secondo aveva capito tutto e non so cosa avesse in mente. Comunque ero in gioco e ho deciso di giocare e ho accettato.
Siamo usciti insieme dall’ufficio e ci siamo diretti chiaccherando verso il bar all’angolo. Li ci siamo seduti e davanti ad un buon aperitivo, io il mio solito Negroni e lei con il suo spritz ci siamo messi a chiaccherare come vecchi amici. Ad un certo punto mi ha detto che si era separata da 3 mesi. Io naturalmente mi sono dimostrato addolorato e ho chiesto come mai. Lei mi ha spiegato che si era messa con il marito quando erano ancora dei ragazzi e poi si sono sposati ma poi con il tempo l’innamoramento si era spento e per parecchi anni hanno tirato avanti più per abitudine che per altro. Non avevano quasi più rapporti e lei sentiva che stava sprecando la vita e che aveva voglia di altre esperienze, di divertirsi un po’ e di provare cose nuove e perciò aveva deciso di lasciarlo. Poi si è confidata che però ora si trovava un po’ spiazzata, non sapeva dove andare e cosa fare.
Io le ho detto che all’inizio dopo una separazione è quasi sempre così, che si doveva fare delle nuove amicizie ecc. ecc.. Ed è stato a quel punto che mi ha detto: “posso parlarti sinceramente? Tu mi sei sempre piaciuto e so che non sei impegnato vero?” Le ho risposto un po’ imbarazzato che in effetti non avevo impegni fissi. Al che lei ha preso la palla al balzo e: “ho notato, o forse mi sono solo immaginata che ultimamente quando mi sei vicino mi sembri, ehmm come dire, eccitato? Sbaglio?”. Ora l’imbarazzo è diventato ancor più forte e le ho risposto: “sai Ornella, tu mi sei sempre piaciuta lo sai, non mi sono mai fatto avanti perché eri sposata, ma non credo di essermi eccitato solo a starti vicino”. Lei allora mi ha risposto: “scusa se sono stata così stupida da pensarlo” e poi: “in questo periodo sento il bisogno di divertirmi dopo anni di noia con mio marito, certo non cerco storie troppo serie, perciò avevo pensato che, visto che sei anche tu single, magari ti faceva piacere…ma scusami ancora sono una stupida”. La ho rassicurata dicendole che non era una stupida e che mi piaceva molto e che ero orgoglioso di quel pensiero e poi per mettere le mani avanti le ho detto: “sai però in questo momento ci sono delle cose che mi frenano” stando sul vago. Lei ha detto che capiva e si è scusata ancora e ha cambiato discorso dicendomi in maniera ironica che lo aveva capito che le mie “nottate in bianco” nascondevano qualche bel segreto. Avesse solo immaginato che segreto!

Abbiamo terminato il nostro aperitivo con un po’ di disagio sia suo che mio, poi siamo usciti dal bar e ci siamo salutati, ma invece del solito bacio sulla guancia mi ha stampato un bacio in bocca quasi strusciandosi su di me tanto che sono sicuro che abbia sentito qualcosa di duro visto lo sguardo che mi ha dato allontanandosi. Sono rimasto quasi scioccato da tanta spregiudicatezza ma ho anche pensato che sarebbe stato bello avere una storia con lei, ma nella mia situazione come potevo fare?

La sera a casa stavo ripensando a queste cose quando il Padrone mi ha chiamato per chiedermi com’era andata, non gli ho detto niente della storia con Ornella, mi sembrava prematuro parlarne. Poi mi ha spiegato che l’indomani sera aveva organizzato di andare in sauna. Ogni tanto frequentavamo questa sauna gay dove mi faceva fare un po’ la troia, soprattutto con lui mentre altri guardavano ma a volte avevo soddisfatto anche altri. Mi ha spiegato che aveva parlato con il gestore, un suo amico che sapeva di noi, e che aveva avuto l’autorizzazione di portarmi li ingabbiato e con il collare al collo. Solo sentire e pensare a questa nuova prova mi sono sentito una vera cagna in quanto se mi vedevo già così umiliato davanti a tutti la cosa mi eccitava non poco. Il mio solito stato d’animo che oscillava tra il pensare che fosse troppo e la voglia di farlo sia per soddisfare il Padrone che per l’eccitazione che mi creavano le situazioni più umilianti e scabrose.
Ci siamo accordati che sarebbe passato Lui alle 21,00 a prendermi e che se facevo il bravo, finita la serata mi avrebbe liberato, altrimenti mi lasciava ingabbiato fino al lunedì! Lo ho assicurato che avrei fatto tutto quello che ordinava e ci siamo salutati.
continua
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