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Gay & Bisex

Antipasto molto piccante...Tutto bocca


di Berto747
28.01.2022    |    7.366    |    4 7.9
"Desideravo sentirlo subito in bocca..."
Ad un tratto, nel buio che mi circondava, riconobbi l'inconfondibile breve ronzio di una chiusura lampo. L'ennesimo brivido caldo di emozione mi fece vibrare, e si materializzò in un concitato sospiro.
Ero bendato, le mani ammanettate dietro la schiena, in ginocchio sul pavimento freddo, davanti all'uomo che stava scorrendo la zip dei pantaloni, in piedi a poche decine di centimetri da me. Una situazione già più che sufficiente a farmi sbrodolare. Mi ero depilato quella mattina, indossavo un completo intimo sexy con micro mutandine a perizoma. Nere erano le calze autoreggenti, ma quelle, come al solito, non le avevo indossate da casa. Era lui a comperarle ogni volta, e a farmele indossare, appena tolti i jeans e le scarpe da ginnastica. Quasi un rito che simboleggiava la mia trasformazione da tranquilla persona di tutti i giorni, in... in... non sapevo bene nemmeno io cosa. C'erano alcune parole forti che lui usava spesso, mi eccitavano. Ma non erano sufficienti a rendere completamente l'idea.
Dovevo essere uno spettacolo decisamente interessante per l'uomo che mi guardava dall'alto, pensai. I lineamenti del mio viso, al di sotto della benda nera, esprimevano eccitazione e un pizzico d'ansia, soprattutto nella bocca morbidamente schiusa da cui lasciavo sfuggire piccoli respiri irregolari. Ero a sua completa disposizione, docile, sottomesso e felice di esserlo.
Mi chiesi che prospettiva avesse lui, dall'alto, del mio culetto tondo e ben fatto, che ora poggiava sui talloni. E, in particolare, se lui riuscisse a vedere le tracce lasciate dalla lunga serie di sculacciate che egli stesso mi aveva appena impartito. Se ci fosse stata una diretta corrispondenza tra la sensazione bruciante che avvertivo ed il colore assunto dall'epidermide, avrei giurato che le mie natiche in quel momento erano di un bel color porpora. Io speravo che fosse così. Lui ne sarebbe stato eccitato. Anche io. Mi piaceva pensare che fossero visibili i segni della mia totale obbedienza.
Erano passate solo poche decine di secondi da quando lui mi aveva sollevato dalla posizione in ginocchio sul letto, con la testa sul lenzuolo e il culetto offerto e indifeso, in cui avevo subito il supplizio. Mi aveva fatto alzare in piedi, un po' tremante per il dolore e l'eccitazione, e mi aveva dolcemente baciato. Una goccia di miele, dopo la durezza delle sue mani sul mio corpo. Poi, prima di farmi inginocchiare di fronte a lui, aveva tirato su le mutandine, che durante la sculacciata erano rimaste sospese a metà coscia. Una pungente sensazione olfattiva mi scosse. Odore forte di sesso maschile, vicinissimo al naso. Soffrivo per non poterlo vedere, ma allo stesso tempo ero felice di essere prossimo al contatto con quel cazzo. Desideravo sentirlo subito in bocca. La volta precedente lui mi aveva fatto aspettare. Aveva passato il cazzo duro su tutto il viso, sulle guance, sul mento, sulla fronte appena sopra la benda, tra il naso e le labbra, lasciando ovunque la scia del suo calore e tracce appiccicose della sua punta umida. Poi ancora sul collo, sui lobi delle orecchie. Sensazioni tattili sottili e sconvolgenti, amplificate dalla striscia di stoffa nera che, occludendo la vista, esaltava la ricettività di tutti gli altri sensi. Pur smaniando per un contatto più coinvolgente con quel cazzo, ero stato eccitato pazzamente da quel trattamento.
Avrebbe fatto lo stesso stavolta? Non poteva saperlo. I nostri incontri tendevano a seguire un certo schema, ma non erano mai l'uno uguale all'altro. C'era sempre qualche imprevisto, qualche sorpresa che lui le aveva preparato, o che veniva improvvisata lì per lì sull'onda della passione e della libidine del momento.
Disse: "Ora te lo metto in bocca."
Non era una sorpresa particolare, ma quella frase, forse proprio per la sua inutilità e la sua durezza, mi mise in agitazione. Istintivamente aprii un po' le labbra per accoglierlo e feci per chinare la testa in avanti come per cercarlo nel buio. Ma lui non si mosse.
"Voglio che tu sia preparato, mentalmente, per godertelo al meglio."
Cosa stava dicendo? Non capivo. Lui continuò.
"Concentrati. Devi concentrarti sulla tua bocca. Trascura il resto del tuo corpo e focalizza tutta la tua attenzione sulla bocca, sulla lingua, le labbra, i denti, il palato... devi diventare tutta bocca."
Lo feci. Fui sorpreso di scoprire quante diverse piccole sensazioni provenivano dalla sua cavità orale. La lingua, per esempio, si stava movendo piano da sola, d'istinto. Nelle sue brevi oscillazioni, sfiorava di volta in volta il duro dei denti, il morbido calore delle gengive, la curva ruvida del palato. Da qualche parte c'erano ancora le tracce dell'aroma di menta della gomma da masticare di cui mi ero liberato prima di entrare in casa sua. Ma soprattutto c'era molta saliva in giro. Più del normale. Ne inghiottii un po' e respirai. Sulle labbra aperte l'aria scivolava fresca e leggera. Erano un po' secche. Bagnai la lingua all'interno e la passai tutta intorno, sapendo benissimo che quel gesto avrebbe avuto un certo effetto anche su di lui.
Ecco. Ora ero completamente focalizzato sulla bocca, come lui le aveva chiesto. Senza gli stimoli visivi che distraggono non era nemmeno così difficile.
"Bene" disse lui, quasi leggendomi il pensiero. "Ora devi immaginare che in quella tua bocca presto ci sarà il mio cazzo. Pensaci.
" Ci pensai sospirando”.
"So che ti piace, e so che ne hai voglia. Ora sentirai questa voglia crescere, crescere... fino a diventare dolorosa." Incredibilmente, fu proprio quello che sentivo. Sembrava che la lingua, le labbra, il palato, tutte le cellule della mia bocca gridassero impazzite la loro voglia di avvolgere quel cazzo. Mi piaceva, non avevo mai sentito un desiderio così prepotente. Era suggestione? Mi stava ipnotizzando? Questo pensiero mi eccitò ancora di più.
"Stai desiderando il mio cazzo in bocca con tutto te stesso... Sei tutto bocca... Sei tutto bocca e vuoi il mio cazzo... Il desiderio aumenta... sempre di più... sempre di più..."
Quanto sarebbe durato ancora questo supplizio? Sussurrai un "... ti prego...", ma lui mi fece aspettare ancora.
"Sentirai delle sensazioni molto intense nella bocca. Il mio sapore... la forma del cazzo, la cappella liscia, la pelle sull'asta più ruvida, i rilievi, le venature... Mi sentirai scivolare sulla lingua, forzare contro il palato, affondare fino in fondo. Dalla tua bocca partiranno sensazioni, a ondate, che ti faranno vibrare il cervello... sentirai vampate di calore scendere giù per la gola, richiamare sangue verso la punta dei tuoi capezzoli, sentirai un vulcano di lava nel fondoschiena, gli umori che cominceranno a uscire dal tuo uccello... ti scoperò la bocca, ma ti sentirai scopato in tutto il corpo..."
Emisi un lamento; continuavo ad aspettare impaziente, a bocca aperta.
"Eccomi..." sussurrò lui.
Mi prese con la mano destra per la nuca. Con la sinistra si manteneva correttamente indirizzato. Il cazzo entrò trionfante in bocca. Finalmente, pensai ed emisi un sospiro di gioia.
Abbassai la testa per farlo entrare fino a sfiorarmi la gola, e mi fermai a contemplare la sensazione. Era bellissimo sentirselo dentro. Non mi era mai piaciuto così tanto. Mi sembrava la prima volta che lo prendevo in bocca. Di sicuro era la prima volta che lo sentivo così. Ero pieno, soddisfatto. Cercavo le sensazioni che lui mi aveva anticipato. Vibrazioni che si propagavano dalla gola al cervello, i capezzoli induriti, il mio culetto che pulsava voglioso a tal punto che trasmetteva le sensazioni al mio uccello dal quale fuoriusciva continuamente liquido viscoso e trasparente che si riversava sul pavimento. Lui mi prese la testa tra le mani e cominciò a muoverla avanti e indietro, con delicatezza e insieme con decisione. Mi sorpresi ad emettere un lungo mugolio di godimento. Ogni volta che quel cazzo si ritirava, i vuoti e i risucchi che creava provocavano delle sensazioni in bocca molto piacevoli, ma ancora più bello era sentirlo tornare ad occupare tutta la bocca fino all'ultimo millimetro. Ero, legato, bendato, in ginocchio, con le natiche che bruciavano ancora per le percosse. Ero in estasi.
"Ti sto scopando la bocca..." stava sussurrando lui, con la voce rotta dal piacere. "Ti sto scopando la faccia... ti sto scopando la testa... il cervello... Ti sto scopando tutto... Sei tutto bocca, tutto bocca..."
Sentivo il piacere crescere in tutto il corpo. Mi sentivo davvero scopato "tutto". L'istinto mi portò ad accelerare il ritmo, come facevo quando lo cavalcavo da sopra, all'avvicinarsi dell'orgasmo.
"All'avvicinarsi dell'orgasmo". Un pensiero curioso mi sfiorò.
Feci di nuovo un rapido inventario delle mie percezioni. Stavo godendo, ed era una sensazione sia mentale che fisica. Il su-e-giù di quel cazzo in bocca era stupendo. Strinsi forte il culo, e una sferzata di piacere salì dal fondoschiena. Tornai a concentrarmi su cazzo e sulle scosse che mi donava. La mente formulava frasi oscene e sconvenienti. "Sono una porco... sto godendo per un cazzo in bocca... mi piace troppo... è un cazzo meraviglioso... mi sta scopando tutto... passando per la bocca..."
Lui fece un profondo respiro, per tenere lontano il proprio orgasmo, e riprese in mano la situazione. "Rilassati, ... puoi farcela... puoi riuscire a venire di bocca, ma devi rilassarti... vedrai, sarà una sensazione stranissima, eccezionale... ma devi rilassarti... concentrati sulle sensazioni... lascia fare a me...".
Ad un tratto, nel buio che mi circondava, sentii all'improvviso una strana sensazione di calore e di luce, che localizzai vagamente all'altezza della nuca. Qualcosa che stava per esplodere. Strinsi di nuovo forte il mio buchetto, e mugolai forte. Poi tutto esplose. Partiva da dentro. "Aaaaahhhh", cercai di gridare, intorno al cazzo che continuava a martellarmi in bocca. Il ventre prese a contrarsi, il cervello a girare. Sentivo lo sperma che risaliva lungo il mio uccello, esplodendo in una eruzione bianca, densa e potente. Quella maledetta benda sugli occhi sembrava mantenere tutte le sensazioni all'interno del mio corpo, quelle maledette manette non mi permettevano di sfogarmi sul mio cazzo, tutto il piacere rimbalzava e risuonava dentro di me dalla pelle del cuoio capelluto alle unghie sulla punta degli alluci. Era l’orgasmo più intenso che avessi mai avuto fino a quel momento. Ero tutto un tremore, vibrava ogni piccola cellula del mio corpo.
Crollai esausto chinandomi in avanti. Sempre inginocchiato, ma col viso a terra, avvertendo l'odore di cuoio delle scarpe del mio uomo ancora vestito, tranne il cazzo fuori che probabilmente, pensai, era ora pulsante, paonazzo e voglioso.
Mi lasciò qualche minuto in quella posizione prima di farmi alzare con dolcezza. mi baciò piano sulle labbra, tenendomi per la vita, indugiando su quel contatto delicato. Mi girò di schiena, tolse le manette, sciolse la benda, e, girandomi su me stesso, mi abbraccio. L'antipastino piccante era finito. Avevamo di fronte ancora molte ore di sesso, tutte per noi.
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