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Con il prof di diritto


di ciollavispa
18.11.2020    |    18.605    |    16 9.6
"In meno di un minuto eravamo sistemati nelle stanze e la sorte si prese gioco di me, io e il prof saremmo stati nella stessa stanza..."
Ricordo come se fosse ieri nonostante siano passati quasi 20 anni.
L'emozione della gita di fine anno. Finalmente il primo viaggio fuori Italia. Il mio istituto aveva deciso di organizzare il viaggio in Grecia. La mia classe non era numerosa, era composta da 10 ragazzi e 8 ragazze tutti provenienti da piccoli paesini dell'entroterra calabrese. Ancora in alcuni di essi c'erano mentalità molto ristrette. Io ho sempre avuto ottimi voti per questo non ho avuto nessun tipo di divieto da parte dei miei genitori e quello del viaggio d'istruzione, era davvero un regalo meritato. Mi sarebbe piaciuto trascorrere quella esperienza con tutti i miei compagni ma purtroppo le mentalità così bigotte portarono a decimare le adesioni a solo 7 permessi. Saremmo partiti in 5 maschi e 2 femmine.
Ricordo ancora la responsabilità di decidere noi il prof che ci avrebbe accompagnato, scelta che sapevamo sarebbe ricaduta sicuramente sul prof di diritto, l'unico con il quale avevamo un rapporto di confidenza e di simpatia, l'unico che nonostante i suoi 50 anni era quello che aveva abbattuto quel muro che gli altri avevano innalzato. Era il nostro preferito, pretendeva che studiassimo ma al contempo ci premiava e con il quale si chiacchierava di argomenti non solo scolastici, anche per questo, ricordo la felicità che ebbe quando gli comunicammo la nostra decisione.
A pochi giorni dalla partenza, ci riferiscono dalla direzione che le stanze dell'albergo che ci avrebbe ospitato sarebbero state doppie, nonostante fossimo un po capre in matematica, facilmente lo si poteva intuire che uno di noi maschi avrebbe condiviso la stanza con il prof.
Anche se il nostro accompagnatore l'avessimo scelto noi, nessuno però voleva stare in stanza con lui, il malcapitato si sarebbe perso tutti i momenti di goliardia che si sa... succedono quando i grandi vanno a dormire. Il prof di nome Dario, lo sa bene, anche lui era stato ragazzo come noi ma per sbrogliare la matassa, ci suggerisce di far decidere la sorte i nostri compagni di stanza.
Scrive su 6 pezzi di carta i nomi di noi studenti e il suo e poi chiamando le due ragazze che sarebbero venute con noi, fa estrarre a ciascuna due bigliettini. In meno di un minuto eravamo sistemati nelle stanze e la sorte si prese gioco di me, io e il prof saremmo stati nella stessa stanza. Con una pacca sulla spalla mi dice:
"Tranquillo Franco, la notte non russo"
In fondo lo sapevo che sarebbe stata la settimana più bella della mia vita e che il prof non sarebbe stato troppo cacacazzo.
Arriva il giorno della partenza.
Sveglia alle 4, ritrovo alle 6 di fronte l'istituto e via, si parte.
In 5 ore arriviamo a Brindisi, partenza con la nave alle 18 e arrivo previsto la mattina successiva alle 7.
Quella notte non abbiamo dormito. Siamo stati tutti insieme a visitare la nave a giocare e scherzare. Pure Dario rimase con noi ma alle 2 si ritiro' nella sua cabina.
Finalmente che bella sensazione, per la prima volta lontano dai propri genitori e con uno scopo soltanto, DIVERTIRSI.
La nottata passa velocemente e vedere l'alba tra le isole greche, ci riempie gli occhi di una meraviglia mai vista prima.
Prima tappa dopo l'approdo, Olimpia. Saremmo rimasti li tutto il giorno. Dario ci lascia liberi di fare ciò che vogliamo anche se a distanza controlla tutti i nostri spostamenti.
La sera ci ritiriamo per la cena in hotel. Sarà stata la nottata precedente di insonnia e bagordi, ma tutti siamo profondamente stanchi e decidiamo di andare nelle nostre stanze. Non avremmo fatto nessun casino quella notte, avevamo deciso di riposare tutti anche perché era solo la prima di 6 notti in Grecia.
Alle 23 eravamo già tutti nelle camere. Io ero abbastanza imbarazzato, la stanza era piccola e il bagno era davvero in condizioni pietose, pulito certamente ma fatiscente. La porta con un gran vetro opaco avrebbe rivelato ogni movimento che sarebbe avvenuto al suo interno. La doccia era di fronte la porta, fortunatamente il WC laterale.
"Franco, capisco che avresti voluto dividere la stanza con un tuo compagno ma facciamo una cosa, di notte io non sarò il tuo professore e tu non sarai un mio alunno, io sono Dario e tu Franco, considerami come un tuo amico ed io faccio lo stesso, sarà più facile per entrambi."
"Va bene professore."
"Franco, io sono Dario ora, non il tuo professore capito?"
"Va bene Dario."
"Facciamo una cosa, faccio prima io la doccia che ho già sistemato la valigia tu nel frattempo disfa la tua."
"Ok"
Prendo il mio bagaglio e lo metto sul letto, lo apro e inizio a sistemare i miei vestiti nell'armadio accanto al letto di Dario. Con la coda dell'occhio lo osservo prepararsi per entrare in bagno.
Dario come dicevo è un uomo sui 50 anni, calvo e con la barba lunga ormai più bianca che rossa, ha la carnagione chiara e qualche chiletto in più, il tipico orsetto, poco più basso di me ma nonostante il sovrappeso ha un bel fisico. Continuo a sistemare i miei indumenti mentre lui si spoglia, rimane in mutande mentre prende tutto l'occorrente per entrare in doccia. Richiudo la valigia e mi stendo sul letto mentre lui con una mano si toglie anche lo slip.
Vedo il mio professore di diritto completamente nudo, non ci credo.
"Franco tanto siamo tra amici e poi con quella porta figurati, ci saremmo visti nudi lo stesso."
"Infatti Dario e poi siamo entrambi uomini."
Entra in bagno, non chiude la porta ma la lascia socchiusa. Lo vedo dirigersi verso il WC e dopo poco un bel rumore di piscio percorre tutta la stanza. Questa situazione mi eccita parecchio.
Dario non è sposato e si vocifera che se la fa con la prof di economia dell'altra sezione. Però quella situazione mi mostra lui in un'altra veste. Lo osservo fare la doccia non si distingue bene l'immagine visto il vetro opaco, però noto come quando si lava il cazzo è rivolto verso di me e lo stesso quando si lava il culo.
Esce dal bagno con addosso l'accappatoio e guardandomi mi dice:
"Ancora vestito? Forza spogliati e fatti la doccia così poi ci corichiamo perché domani ci tocca un bel giretto turistico."
Non voglio sembrare impacciato, voglio essere disinvolto come lo è stato lui, mi spoglio anche io nudo ed entro in bagno. Sento aprirsi la porta dopo qualche minuto, era Dario che completamente nudo posava l'accappatoio e poi usciva nuovamente.
Il pensiero e la vista di lui nudo mi ha fatto guardare quell'uomo con degli occhi come mai fatto prima. Ha un corpo davvero molto affascinante, un petto e delle spalle molto pelosi con due bei capezzoloni chiari. Il pelo è rosso quasi castano ma scendendo verso le natiche e il pube si schiarisce fino a diventare quasi color carota. Ha un cazzo di notevole importanza, non tanto in lunghezza ma in larghezza, due palle enormi contenute in uno scroto chiaro e abbondante, ha il prepuzio leggermente aperto dal quale occhieggia una bella cappella viola. E poi il suo culo, bellissimo, sodo e con riccioli di pelo che diventano sempre più folti avvicinandosi in quel solco che mi ha incuriosito tantissimo. Quanto avrei voluto vedere quel bel forellino peloso, magari annusarlo e leccarlo.
Mmmm... Il solo pensiero mi ha fatto venir su un erezione che mi fa ritornare alla realtà troppo tardi, probabilmente Dario dal suo letto l'ha vista, mi giro di scatto voltando il culo alla porta e finisco di lavarmi con l'acqua fredda per calmare lo spirito e il mio cazzo sempre più duro.
Finalmente calmati i bollenti spiriti esco dalla doccia e mi avvolgo nel mio accappatoio e completamente asciutto e nudo esco per andare a letto.
È metà maggio e gia i primi caldi serali si fanno sentire.
Uscendo dal bagno noto Dario sdraiato con in mano un libro, è ancora completamente nudo. Che meraviglia di uomo, con le gambe leggermente allargate posso osservare meglio quelle bellissime palle e quel tratto di pelle che unisce lo scroto all'ano, uno spettacolo che nemmeno il miglior video porno mi ha mai offerto prima.
"Franco visto che siamo nella stessa stanza e in questo momento siamo amici e non professore e studente, io se non è un problema per te, farei come faccio solitamte a casa, dormo nudo la notte ma se ti da fastidio mi copro"
"Dario tranquillo anche io di solito lo faccio, anzi questa sarebbe la prima volta che mi capita di dormire nella stessa stanza con un altra persona nuda."
"Ok allora adesso spegniamo la luce e dormiamo. Metto io la sveglia alle 6 e 30."
"Ok Dario buonanotte."
Nonostante la luce spenta qualche piccolo bagliore entra nella stanza quindi riesco ad osservare il suo corpo nudo. Si è addormentato a pancia in giù con le gambe aperte, quanto darei per poter stare lì, ai piedi del letto, osservare la sua nudità, accarezzarla e annusarla, con il pensiero del suo corpo e il cazzo duro mi addormento.
Mi sveglio forse dopo un oretta da un rumore ritmico, non riesco a capire cosa sia, ma so che arriva dal letto accanto al mio. Non spalanco gli occhi ma li apro lentamente. Non ci posso credere.
Dario si sta masturbando girato verso di me. Non guarda il mio viso ma il mio cazzo. Non distoglie nemmeno un secondo lo sguardo dal mio sesso che di tutta risposta si sta svegliando.
Sento il rumore della mano piena di saliva che sale e scende lungo la sua asta provocando quei suoni che solo noi maschi intenti a spugnettarci possiamo riconoscere.
Il mio cazzo si gonfia sempre di più e lentamente il prepuzio si apre facendo palesare la mia cappella gonfia e turgida. Lui non si muove, continua a segarsi cercando di fare più piano possibile. Fin quando un respiro più intenso mi fa capire che sta per venire. Si mette la mano sotto la capocchia ma posso vedere come dal suo cazzo sgorgano zampilli di sborra densa. Lo spreme bene bene fino ad estrarre l'ultima goccia del suo seme.
Mi chiedo cosa farà adesso. Se si alza e va in bagno mi svegliera' e rischiera' di farsi beccare da me con il cazzo duro. Non ho il tempo di finire questo pensiero per quanto lo vedo avvicinare la sua mano piena di sborra alla bocca e berla tutta.
Cazzo, si è bevuto la sua stessa spremuta di cazzo, mi fa pensare che forse non è così etero come sembra. Mi gira le spalle e si abbandona al sonno.
La mattina seguente ignaro che io abbia visto la sua bella porcata mi sveglia e mi dice di fare presto perché tra meno di mezz'ora sarebbero venuti i tour a prenderci.
"Franco, ricordati appena chiuderemo la porta della stanza alle nostre spalle io tornerò ad essere il tuo prof e non Dario."
"Va bene professore."
La giornata passa in preda all'euforia più totale, nuovi posti, nuove avventure con i miei compagni. Quando ci si diverte il tempo vola, infatti senza accorgerne già si fa ora di rientrare in albergo. Avremmo cenato e poi qualche ora libera. Il prof ci raccomanda di divertirci ma soprattutto di stare attenti e non fare tardi.
Rientriamo in albergo con i miei compagni all'una di notte vorremmo trascorrere qualche altro minuto insieme ma siamo tutti esausti e decidiamo di andare ciascuno nella propria stanza.
Appena entro nella mia cerco di non fare rumore per non svegliare il prof ma, mi accorgo della luce ancora accesa.
"Tranquillo Franco non sto dormendo, allora vi siete divertiti?"
"Si Dario è un bel posto qui però stanca tantissimo."
È completamente nudo sul letto con un libro in mano. Mi spoglio anche io completamente e vado in bagno. Non chiudo la porta tanto ormai la complicità tra di noi è tanta. Mi abbandono ad una lunghissima pisciata.
"Franco ma da quanto non pisci? Mamma mia quanta ne stai facendo."
"Dario abbiamo bevuto due birre e questi sono gli effetti"
"Ricordo anche io alla gita delle superiori quando i prof non c'erano alzavano un po il gomito e ne facevamo di tutti i colori."
Rientro nella stanza e gli chiedo di raccontarmi le sue esperienze in gita. Mi racconta gli scherzi che facevano lui e i suoi compagni alle ragazze e ai prof.
"Franco capisco che non è lo stesso dividere la stanza con il proprio professore rispetto ad un coetaneo. Quando ero in gita io ricordo che i momenti più belli erano quando chiusi nella propria stanza di hotel, ciascuno di noi faceva scambio di giornale porno con l'amico e via di seghe."
"Dario no figurati anzi ti dirò, mi sento invece più libero così, ieri ero un po imbarazzato ma oggi no, fondamentalmente siamo uguali, tu forse qualche chilo in più e qualche pelo bianco di troppo, ma tu sei stato come sono io ora ed io sarò come sei tu adesso."
"Giusto Franco, hai ragione non ci avevo pensato a questo. Effettivamente guardandoti mi fai ricordare come ero io alla tua età, a parte il colore della peluria, la tua nera la mia rossiccia. Mi ricordo alla tua età quante seghe mi facevo, anche 4 o 5 al giorno."
"Dario io non ci arrivo a 4 o 5 al giorno ma una o due si ti dico la verità ma ora sono già tre giorni che non ne faccio."
"Franco non ti fare problemi se vuoi farla puoi andare in bagno anche se vedrei tutto lo stesso con quella porta."
Nella stanza ora si respira un aria diversa. Entrambi mi sa che vogliamo la stessa cosa.
Non riusciamo però a palesarci. I discorsi si fanno sempre più piccanti e inevitabilmente i nostri cazzi si svegliano sempre di più. Ormai sono completamente duri.
"Mi sa che i nostri cazzi vorrebbero svuotarsi... guarda come sono."
"Dario mi sa di si."
"Franco siamo tra amici ora lasciamoci ogni barriera alle spalle e facciamocela dai."
Così dicendo inizia a fare su e giù con la mano. Lo seguo nei suoi movimenti. Siamo uno di fronte l'altro a gambe aperte. Io guardo lui e lui guarda me. È bello vedere le sue grosse palle che salgono e scendono mentre ad ogni colpo scopre sempre più la sua cappella.
Si sputa nella mano e via con movimenti sempre più veloci.
Mi sto facendo una sega con il mio professore.
Mi sto abbandonando al piacere quando sento la sua gamba sfiorare la mia. Non mi allontano anzi... voglio vedere come andrà a finire. Si avvicina sempre di più, adesso abbiamo le gambe attaccate, sento i suoi peli sfiorare la mia pelle mentre i movimenti della mano iniziano a rallentare. Stacca la mano dal suo cazzo e la mette sul mio ginocchio, mi accarezza mentre il suo cazzo completamente scappellato rimane dritto e pulsante. Lentamente sale dal ginocchio e senza rendermene conto anche la mia, molla la presa e imita i suoi movimenti. Piano piano sale e sfiora le mie palle, le accarezza e le sobbalza, faccio lo stesso anche io e osservo come dal suo buchino inizia a colare una goccia di liquido. La raccolgo e la spalmo lungo il frenulo. Lui ha già impugnato la mia verga e lentamente la sta masturbando. La preme con forza e dalla mia cappella fuoriesce anche una goccia di umore, la raccoglie con la punta del dito e la mette in bocca. Io continuo a segarlo ma lui si alza, si avvicina a me e piegandosi lo prende in bocca. È favoloso, ha una bocca estremamente accogliente e una lingua che sa il fatto suo. Mi abbandono sul letto e lui si sdraia accanto, lo fa in maniera che anche io possa avere il primo piano del suo cazzo, lo osservo e poi mi avvicino, lo lecco leggermente intorno il buchino per raccogliere il suo liquido, poi apro la bocca e lo infilo tutto dentro. Ci abbandoniamo in un dolce 69 fatto di passione e non di premura, gustiamo ogni cm di cazzo, ci lecchiamo le palle mentre con un dito entrambi esplorano l'uno il culetto dell'altro. Mi piace sentire un cazzo in bocca e un dito nel culo. Andiamo avanti così per mezz'ora. Abbiamo i nostri ani rilassati e larghi.
Ho capito cosa vuole, infatti lo vedo staccarsi dal mio cazzo e salire su di me. Con la mano guida la mia cappella verso il suo orizifio ma non è un problema. Entra facilmente senza causare dolore. Io rimango fermo, è lui a dettare i movimenti, prima lenti e poi sempre più veloci. Lo posso ammirare nella sua possenza. Posso vedere le sue mammelle che fanno su e giù e il suo cazzo barzotto che sbatte contro il mio pube. Lo accarezzo e lo stringo, vedo uscire sempre più abbondante quantità di liquido che non mi spiace raccoglierlo e metterlo in bocca. Ci sa fare il prof, altro che etero. Ha un culo che sicuramente avrà già dato il benvenuto a tanti altri cazzi prima del mio. Continua i suoi movimenti, quel forellino così caldo mi fa girare la testa. Mi piace sentire il calore della carne intorno alla mia cappella. Si alza e si mette a pecora. Allarga le gambe e la visione di quelle palle e di quel buco bagnato di umore e saliva mi fanno venir voglia di scoparlo ancora più forte. Avvicino il cazzo al suo buco e di nuovo dentro. Questa volta sono io a muovermi. Affondo sempre più forte sento le mie palle sbattere contro le sue e lui che geme di piacere. Allungo la mano a impugnare il suo cazzo che è tornato di marmo. Lo sego con forza e sento che qualcosa dentro di lui vibra. Ho la cappella che stimola la sua prostata e in un paio di secondi senza accorgersene sento la mia mano completamente fradicia della sua sborra. Sta letteralmente pisciando mentre dentro di lui e tutto intorno il mio cazzo un calore e una vibrazione intensa mi fanno raggiungere l'acipe del godimento. Inizio a schizzare dentro di lui, il mio cazzo esplode come mai fatto prima non sono 3 o 4 schizzi ma almeno una decina che riempiono il culo del mio professore. Rimango dentro di lui ancora qualche secondo fino a quando cerca di staccarsi e il mio cazzo ormai barzotto scivola fuori insieme ad una schizzata del mio nettare.



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