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Alina la manipolatrice - parte1


di Riservatobsx1980
25.04.2024    |    770    |    0 9.6
"Arrivò di lì a poco mentre io guardavo l'orologio perché avevo altri impegni..."
Storia vera.
La prima volta che incontrai Alina, ero da un vecchio collega, Alfredo.
Lui alla soglia della pensione stava smantellando il suo regno di clienti e qualche pezzetto era toccato anche a me.
Per il passaggio dei documenti eravamo nel suo studio quando mi disse che stava arrivando Alina, una sua amica cui stava dando una mano a mettersi in proprio e per questo ci teneva a presentarmela.
Albanese, da tempo in Italia, aveva iniziato in una ditta di pulizie, ma per le sue ambizioni e la voglia di fare l'imprenditrice più che l'operaia e con l'aiuto di Alfredo si era creata una sua multiservizi e ora cercava nuovi contratti per decollare.
Arrivò di lì a poco mentre io guardavo l'orologio perché avevo altri impegni...alzando gli occhi vidi la classica bella donna dell'est: sui 40, magra, vestita in maniera sportiva con un leggings e scarpe da ginnastica appariscenti, molto truccata e con unghie lunghissime un po' troieggianti.
Salutò Alfredo con un bacio sulla guancia e me con una stretta di mano.
Ciò che mi colpi di più fu il suo bel culo, quando nel togliersi il giubbotto, mi diede le spalle: un culetto bello tondo e sodo che mi fece fare subito pensieri hot su di lei.
Parlammo per un po' a tre, lei sorridente, quasi ammiccante nei miei confronti, con ogni tanto un'occhiatina verso Alfredo che invece rimaneva più distaccato.
Mi disse che Alfredo era una persona buona e generosa che le stava dando una grande mano in questa sua impresa, che voleva avere successo con questa attività e non vedeva l'ora di ampliarla al punto da poter curare solo la parte direzionale che era il suo vero obiettivo.
Ci scambiammo i numeri e le promisi che se avessi avuto occasione, l'avrei proposta per qualche gara di appalto.
Passarono pochi giorni e fu lei a contattarmi, mi disse che aveva piacere a incontrarmi per parlarmi meglio della sua attività e per lasciarmi qualche depliant.
Accettai anche perché era una giornata tranquilla e in fondo non mi dispiaceva rivedere quel bel culetto.
Venne puntuale al mio studio e iniziammo a parlare.
Stavolta aveva un paio di jeans attillati e una maglietta scollata dalla quale si vedevano in bella mostra due belle tettine sode e tonde.
Ricominciò con la storia di Alfredo, di quanto avesse fatto per lei e di come avevano ormai un bel rapporto di amicizia...non so perché ma le sue parole mi sembravano maliziose e nel sentire questi elogi al vecchio collega, con questa enfasi quasi esagerata, nella mia perversione, la immaginai in varie situazioni con lui nel suo studio: inginocchiata sotto la scrivania a fargli un pompino o piegata a 90 mentre lui da dietro la fotteva.
Come promesso, dopo venti minuti si alzò, dicendo che non voleva rubarmi altro tempo. Allungai la mano per salutarla, ma lei mi venne incontro per baciarmi: il primo bacio sulla guancia, il secondo mi sfiorò il bordo della bocca, con la sua mano che rimase qualche istante sulla mia nuca. Mi sorrise e andò via.
Fu l'inizio della mia dipendenza.
Non facevo altro che pensare a lei, eccitandomi all'idea di un altro incontro.
Con alcune scuse le scrivevo messaggi ai quali lei rispondeva sempre in modo ammiccante con emoticon di bacini e occhiolini.
Dopo pochi mesi dal primo incontro e con lo scambio assiduo di messaggi, arrivò l'occasione per qualcosa di più concreto:
un cliente mi chiese di trovare una ditta in sostituzione del loro attuale Multiservizi con la quale c'era stato un'insanabile discussione.
Ovviamente il mio pensiero andò subito ad Alina.
La convocai per farle prendere visione della documentazione necessaria per formulare la sua offerta. Era entusiasta, ma la frenai subito perché le dissi che io avrei presentato due offerte al cliente che poi avrebbe scelto, come richiesto. Ma sorridendomi mi disse che sicuramente il cliente mi avrebbe chiesto un consiglio e che quindi era sicura che avrei fatto il suo nome. Mi sorprese per la sua audacia e sicurezza in questa ipotesi di una mia raccomandazione a suo favore e quasi stizzito risposi che presentando due offerte non potevo dire che una era migliore dell'altra: avrebbe avuto poco senso.
Prese i documenti e nel salutarmi nuovamente le sue labbra sfiorarono i margini della mia bocca, questa volta da entrambi i lati esitando qualche istante e con un sorriso accattivante apri la porta e andò via.
Tornò qualche giorno dopo, puntuale come sempre per lasciarmi l'offerta da presentare al cliente e per raccomandarmi di nuovo di fare il massimo e come la volta precedente le dissi che bisognava incrociare le dita dato che le offerte erano sulla base di un costo stabilito quindi tutto era nelle mani del cliente.
La accompagnai a diressi verso la porta poggiando una mano sul fianco: ricordo benissimo quella sensazione di corpo sinuoso e tonico sotto la mia mano.
Arrivati alla porta nuovamente il bacio, il primo di nuovo sul margine delle mie labbra, al secondo non spostai la testa e mi arrivò dritto sulla bocca.
Fu la scintilla che incendia la benzina.
Ci attaccammo come due ossessi la mia lingua nella sua bocca fino in fondo , le mie mani che tastavano e palpavano quel corpo tanto desiderato.
Con una mano andai sul culo che tanto avevo ammirato, desiderato e sognato, prima sui leggins poi sotto dove toccai la pelle più morbida e liscia che avessi mai toccato prima.
Percepii il perizoma sottilissimo fatto di un solo filo con un anellino metallico sul fondo schiena, uno di quei modelli più audaci e smaliziati.
Avevo il cazzo duro come il marmo e i boxer già bagnati di pre-cun.
Alina me lo afferrò da sopra i pantaloni mimando una sega, poi con l'atra mano mi slacciò i pantaloni, lo tiro' fuori e inizio a masturbarmi.
Si inginocchiò e lo prese in bocca, vedevo le sue unghie da troia avvolgere l'asta e la sua testa andare avanti e dietro con foga.
Ero in estasi, avrei voluto scoparla li, ma mi prese e mi portò sulla poltrona della sala di attesa dei clienti, si sedette sopra di me a cavalcioni e mentre io le scoprivo le tette e le pizzicavo i capezzoli, lei continuava a masturbarmi...stavo per venire...cercai di fermarla, non volevo venire ma Alina mi tolse la mano e mi disse "goditi questo...il resto la prossima volta"
La sua voce, lo sguardo da troia, il sorriso quasi diabolico, mi fecero capitolare.
Schizzai tanta sborra sulla mia pancia con lei che sorrideva soddisfatta.
Prese i fazzoletti dalla borsa e mi puli.
Si alzò, mi diede un bacio profondo e andò via ridendo.
Mi lascio lì, con il cazzo ancora duro, i fazzoletti impregnati di sborra che raccolsi e buttai.
Andai via dopo aver pulito tutte le tracce e spento tutto lo studio.

Quando il cliente mi chiese chi era la ditta migliore, non esitai a dare il mio consiglio "spassionato".

Questo fu solo l'inizio...

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