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Gay & Bisex

Esperienze giovanili - la terrazza


di Riservatobsx1980
02.06.2023    |    3.676    |    4 9.9
"Diverso dal mio che invece era ed e' di quelli dritti, con la cappella lucida e violacea, la pelle che da moscio la copre totalmente..."
In un mio altro racconto, ho condiviso la mia prima volta bisex.
Ma si può dire che quella fu la prima volta da adulto, mentre cronologicamente le prime esperienze bisex le ebbi tra i 15 e i 17 anni con il mio migliore amico.
Leggendo il racconto di un altro utente, i ricordi di quelle esperienze giovanili mi sono tornate alla mente...una dopo l'altra e ho deciso di raccontarle.
Lorenzo era, ed e', il mio migliore amico. Stesso palazzo, stesse scuole fino al liceo, stessi interessi e amicizie. Dai 6 ai 19 anni siamo stati praticamente inseparabili.
Allo scoccare della pubertà, gli ormoni impazziti ci portarono a condividere momenti più piccanti.
Due bravi ragazzi, tra i migliori della classe, studiosi, educati, famiglie per bene, nei pomeriggi insieme ci trasformavano in due allupati e il sesso era sempre l'argomento più gettonato.
Oltre alle seghe in compagnia che puntualmente ci facevamo a casa mia o casa sua (a seconda di quale fosse libera) la nostra curiosità era infinita e, sopratutto la sua indole audace ed espansiva, ci portava a vivere autentiche avventure erotiche.
Una delle prime di queste fu quella volta in cui Lollo mi venne a suonare alla porta
"salì corri!"
"Dove?"
"Zitto, vieni"
come sempre io lo seguivo senza troppi problemi
"zitto, sali piano le scale ed entriamo nella mia soffitta".
Entrai, mi fece nuovamente cenno di stare zitto e mi indicò la finestra.
Mi avvicinai e dagli spazi della persiana in alluminio che chiudeva la finestra, notai una sagoma distesa. Era Elisabetta, la bella vicina dell'ultimo piano che prendeva il sole senza reggiseno sul terrazzo condominiale.
Il palazzo aveva questo terrazzo poco frequentato dove alcune soffitte/ripostigli dei vari appartamenti si affacciavano.
Elisabetta era il nostro sogno erotico: una ragazza di quasi 30anni bellissima, alta, sempre abbronzata e sorridente, lunghi capelli mori, vestita sempre con generose scollature e tacchi alti.
Una delle nostre muse ispiratrici nelle seghe a fantasia senza giornalini.
Ora era lì, sdraiata e con quelle tette in mostra, finalmente nude.
Ridacchiavamo sotto voce da dietro il vetro chiuso mentre le nostre menti facevano sogni irrealizzabili.
Lollo ad un certo punto mi disse: "io mi faccio una pippa perché mi sta facendo male il pisello" e mentre diceva questo, se lo tirò fuori...ricordo che rimasi a guardarlo perché effettivamente sembrava più gonfio e duro del solito.
Aveva un cazzo di tutto rispetto: lungo con la classica forma a banana, la cappella un po schiacciata e rosa, sempre un po scappellato.
Diverso dal mio che invece era ed e' di quelli dritti, con la cappella lucida e violacea, la pelle che da moscio la copre totalmente.
Inizio' a menarselo, continuando a fissare Elisabetta, immobile al sole.
Io lo seguii...un po titubante, non sapevo se volesse farlo davvero fino alla fine, dove ci saremmo puliti? E se ci avesse scoperto? E se fosse arrivata la mamma di lorenzo in soffitta?? Tutte queste domande non facilitarono la mia erezione.
"Dai, facciamocela a vicenda così possiamo pensare che ce la stia facendo lei" disse ad un certo punto lollo.
Lui era così, diceva qualsiasi cosa gli passasse per la mente senza troppi problemi, era lui che lanciava le iniziative e io lo seguivo, fedelmente.
Era la prima volta, pero', che osò una proposta del genere....
provammo a tenercelo a vicenda, ma la cosa era scomoda e in più il mio non era ancora su...troppa adrenalina, troppo nervosismo...lollo invece pulsava nella mia mano.
"Dai fammela prima tu, poi te la faccio io" disse sempre sottovoce lollo quasi spazientito dalla nostra goffaggine.
"Ok..." lo presi...ricordo che ebbi quasi una vertigine di piacere. Ricordo che tenendolo in mano capii realmente la grande differnza di dimensioni tra il mio e il suo, sopratutto in circonferenza.
Era strana la sensazione di quella forma così inarcata...non sapevo neppure se il movimento fosse piacevole...rallentai e guardai lorenzo, stavo per chiedergli se il movimento fosse giusto, ma lui subito:
"non ti fermare! Continua così!"
Fiero del mio "ben fare" ripresi il ritmo con più sicurezza.
Poche smanettate e lorenzo ansimo'...schizzò come non lo vidi mai schizzare.
ricordo i tanti fiotti di sborra densi infrangersi sul muro sotto la finestra e sul pavimento , con le ultime colate che mi rimasero sul dorso della mano.
Lo guardai e gli mostrai la mano sporca: "e ora?!?"
Lui senza scomporsi si girò cercando tra le buste qualcosa per farmi pulire e per pulire il disastro che aveva fatto
"cazzo che ho combinato!" Esclamo guardando il muro imbrattato.
Mentre rovistava tra gli scaffali, senza più preoccuparsi di non fare rumore, io me ne stavo lì, con il cazzo barzotto di fuori e la mano piena della sua sborra...la avvicinai al mio naso...annusai intensamente l'odore intimo del mio amico, saggiai con le dita la consistenza di quella essenza biancastra...
Trovò un vecchio maglione e me lo diede, mi pulii, mentre lui puliva il muro e a terra.
Nel mentre un'ombra da dietro la persiana oscuro' la luce: era Elisabetta che si era alzata e se ne stava andando.
"vuoi che te la faccio anche io?"
Mi disse continuando a pulire a terra.
"No non fa niente" gli dissi.
L'atmosfera erotica si era dissolta in quella stanza.
"Vado a lavarmi a casa"
"ok"
"ci vediamo dopo a nuoto!"
"Ok".
Lasciai lollo in ginocchio a guardare controluce eventuali altre tracce.
Scesi le scale, intravedendo Elisabetta che rientrava a casa sua al piano sotto, entrai a casa mia andai direttamente in bagno, mi sedetti a cavalcioni sul bidet e mi segai.
Ripensai ad Elisabetta nuda, alle sue tette meravigliose, alle sue gambe lunghe e perfetto, a Lollo, al suo cazzo grosso e incurvato nella mia mano, alla sua assurda sborrata, allo sperma sulla mia mano, all'odore ancora presente.
venni praticamente subito, con la cappella turgida, gonfia che sputava a ripetizione sborra sul fondo del bidet, con i brividi di piacere che mi irrigidivano i muscoli delle gambe.
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