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I liceali (2) - Il Dolore Più Grande


di asian_boy
21.06.2018    |    11.851    |    7 9.4
"Aveva la barba ed i capelli corti..."
Fil ed io comprammo il regalo e poi mi riaccompagnò a casa.
-J., ho notato che ultimamente hai la testa fra le nuvole. Se dovessi avere problemi, non aver paura a confidarti con noi! D’altronde siamo o non siamo i tuoi migliori amici?!-
Mi guardò dritto negli occhi avvicinandosi al mio viso. Aveva degli occhi così sinceri che mi misero un senso di tenerezza. Occhi verdi, bellissimi che forse non avevo mai notato prima. Fil indietreggiò ed arrossì.
-Ed ora che ti prende?! Perchè mi fissi in quel modo?!-
Sembrava un po’ imbarazzato, era buffo. Di solito non si scompone mai.
-No niente ahahah non avevo mai notato che i tuoi occhi fossero così hemm, verdi! Comunque ti ringrazio, ho solamente qualche problema in famiglia ma nulla di cui preoccuparsi troppo. Domenica comunque vi raggiungo più tardi alla festa. Ho un impegno che purtroppo non posso rimandare, uff. Ma ci sarò sicuramente!- Ci demmo il pugno e lo salutai.
Avevo deciso ormai: perchè dover scegliere se potevo scegliere entrambi?
Domenica arrivò, presi il regalo e andai dal professore. Abitava in una palazzina vecchia di color panna sporco. Mi disse che stava al quarto piano e sfortunatamente nel suo palazzo non c’era l’ascensore.
Quei quattro piani furono i piani non li sentii nemmeno. Mille pensieri mi assalirono, dubbi paure ed eccitazione. Potevo ancora andarmene se avessi voluto.
Ormai avevo già 17 anni, era arrivata l’ora di perdere la mia verginità. Marco e Fil l’avevano giù persa l’anno prima, non potevo certamente rimanere indietro!
E sicuramente sarebbe stato meglio perderla con uno esperto piuttosto che con qualcuno alle prime armi come me! Sarebbe stato forse meglio perderla con qualcuno che amavo, magari Marco, perchè d’altronde la prima volta non si dimentica mai. Ma chissà quanto avrei dovuto aspettare!
E poi non era nemmeno detto che Marco potesse essere gay, anzi!
Arrivato al quarto piano come se avessi appena visitato i gironi dell’Inferno trovai la porta con il cognome Bianchi sopra e suonai al campanello. Din don.
Mi aprì il prof con un sorriso da compiaciuto -Sapevo che saresti venuto eheh, entra-.
Il suo era un grande monolocale, in cui tutto, a parte il bagno, stava in una sola stanza. C’era un grande tavolo che probabilmente usava anche come scrivania in cui erano sparse almeno una ventina di tavole da disegno. Un divano letto simile a quello di casa mia, una piccola tv ed una grossa libreria che occupava almeno un quarto dell’appartamento. La casa effettivamente odorava di biblioteca e fumo di sigaretta. Mi diede il sacchetto dell’altra volta.
-Prendi e vai in bagno. Usa il tubo della doccia per pulirti dentro, devi appoggiarlo nel buco e poi devi espellere l’acqua nel water. Non uscire finchè non ti esce acqua limpida. Ovviamente devi indossare tutte le cose nel sacchetto.-
Feci come mi disse, ebbi qualche difficoltà all'inizio ma me la cavai. Nel sacchetto trovai delle calze a rete, un tanga, un vestitino corto in lattice, una parrucca nera, lunga e folta, un rossetto e dei tacchi a spillo. Diciamo che il prof si era preparato per bene. Riuscii a mettermi tutto, a casa mi ero allenato con i tacchi di mia sorella per non fare brutta figura. Mi guardai allo specchio. Caspita, i miei lineamenti da asiatico ed il fatto che non avessi troppi peli aiutarono sicuramente a rendermi molto siile ad una donna. Infatti allo specchio non vedevo più me stesso, ma una bella donna sexy e in calore.
Uscii dal bagno cercando di mettermi in una posa seducente. Il prof era seduto sul divano e appena mi vide aprì la bocca dallo stupore.
-Mamma mia sei buonaaa! E sei tutta mia! Vieni qui tesoro!- Aveva perso ormai tutta la compostezza e la serietà che di solito aveva a scuola. Ciò mi eccitò parecchio.
Camminai verso di lui cercando di non perdere l’equilibrio. Indossare il tanga era piuttosto fastidioso, anche perchè il filo tra i glutei non era il massimo della comodità. Appena gli fui di fronte mi diede subito una sculacciata potente sul sedere. -Ahhh!- Si stava mordendo le labbra dall’eccitazione. Poi si tolse la cintura e si mise seduto comodo sul divano allargando le gambe.
-Ora me lo ciucci tutto mentre mi guardi negli occhi ok?-.
Mi misi in ginocchio e gli sbottonai lentamente i pantaloni. Lui si mise le mani dietro la nuca, tutto arrapato e contento. Gli tolsi le mutande e subito ecco spuntare il cazzone che tanto adoravo. Leccai la cappella e poi l’asta. Passai alle palle. il suo cazzo tremava dalla gioia. Poi lo presi in bocca e cominciai a fare su e giù. Era caldo e duro, questa volta odorava di sapone. Lo guardavo e vedevo il maiale tutto in estasi dal piacere. Feci allora tutto più velocemente ed intensamente, cercando di stingere il più possibile le labbra. Lo misi tutto in bocca e lui era lì, che urlava dal piacere. Mi bloccò poi la testa e cominciò a scoparla. Questa volta andava più profondamente del solito, cosa che mi fece venire i conati di vomito. Ma a lui non importava, lui stava godendo e gli piaceva. -Ora vengo, guai a te se non ingoi tutto troia!- La cosa mi eccitò da morire e cercai di succhiare aiutandomi anche con le mani.
Il prof mi bloccò la testa e venne con cinque o sei schizzi potentissimi che mi colpirono le tonsille e la gola. Avevo la bocca piena e qualche goccia mi uscì dalla bocca. Cercai di ingoiare tutto, il sapore era amaro ma meno agre del solito. Gli ripulii il cazzo per bene.
-Brava troia, ora lecca le gocce sul pavimento che hai fatto cadere. Ti avevo detto di bere tutto!- Mi diede una sculacciata forte che mi fece sobbalzare.
Io lo feci, umiliato ed ancora in calore. Il prof si rimise i pantaloni ed andò verso il balcone portando con se il cellulare ed una sigaretta. Gurdai il mio e notai che erano ancora le 20. Per le 21 ce l’avrei fatta sicuramente. Vidi che avevo tutto il rossetto sbavato e cercai di sistemarlo il più in fretta possibile. Il prof rientrò in nell’appartamento dopo qualche minuto.
-Bene ora mettiti in ginocchio sul divano, con il viso rivolto al muro-. Lo feci.
Lui mi sollevò il vestitino in lattice e cominciò a palparmi il sedere. -Porca troia, guarda che glutei!-.
Cominciò ad accarezzarmi ovunque. Poi spostò il filo del tanga e incominciò a toccarmi il buchino. Mi vennero i brividi su tutto il corpo.
-Guarda guarda che abbiamo qui, un bel buchino rosa senza peli-. Sentì la sua lingua sul mio ano. -Ahhhh!- Una scossa pervase di nuovo il mio corpo.
-Vedo che ti piace!- Sputò sul mio buchino e poi tornò a leccarlo di nuovo. Era una sensazione nuova, bellissima! Elettrizzante e che allo stesso momento creava solletico. Io sul divano gemevo come una vera troia in calore. Inserì poi il suo dito. -Ahhh!-
-Zitta che è solo un dito, so che ti piace!-.Sentivo quel dito dentro di me, era fastidioso. Faceva un po’ male ma diciamo che era sopportabile.
Provò a metterne un altro ma mi faceva troppo male. Prese del lubrificante e ci riprovò. Sta volta le due dita entrarono che era un piacere. Cominciava forse a piacermi tutto ciò.
-Brava così, rilassati. Il mio cazzo è tornato duro di marmo, lo vuoi eh?
-Si ti prego!-. Din Don… Il campanello di casa suonò.
Mi spaventai della cosa e subito cercai il tanga che il prof aveva sfilato, volevo correre in bagno dall’imbarazzo.
-Stai tranquillo che abbiamo un ospite, prego entra!-
Un ospite?! Forse era per quello che il prof aveva fatto la telefonata. Mi sentivo spaventato e scioccato allo stesso momento, non avevamo parlato di questa cosa!
-Mamma mia, ma che troietta ti sei trovata! Una cinese poi?! Dove cazzo le trovi ste vacche, guarda che culo!-
Entrò un omone di trent’anni probabilmente. Aveva uno spiccato accento del sud. Aveva la barba ed i capelli corti. Era leggermente in carne ma non era molto alto.
-Dai torna qui e succhia il cazzo al mio amico-
-Si dai che non vengo da una settimana ormai! Adoro le cinesi!- Odio quando mi danno del cinese solo perchè sono orientale, ma diciamo che quello non era il momento per creare dibattiti. Il tipo nuovo si sedette e si sfilò subito i pantaloni e le mutande. Aveva il cazzo barzotto ed incominciò a segarsi.
Titubante andai verso di lui, mi inginocchiai di nuovo e glielo presi in bocca.
-Questa è assatanata! Che bocca porca troia!- Era più piccolo di quello del prof ma era decisamente più grosso.
Intanto il prof tornò ad infilarmi le dita. -Mmmm!!- Non riuscivo a dire niente perchè l’altro ragazzo era impegnato a scoparmi la bocca.
-Fino alle palle, succhia troia!-. Il prof aveva infilato la cappella. Mi sentii lacerare, non si era nemmeno infilato il preservativo! Provai un dolore pazzesco che non pensava di attenuarsi. Volevo che lo togliesse ma non riuscivo a dirlo. -Calmati, rilassati! vedi che ti piacerà-.
Strinsi gli occhi il più forte possibile. -L’ho quasi infilato tutto, dai che adesso godi-.
Ed in effetti dopo qualche minuto così fu. Il dolore si era leggermente attenuato e stava diventando piacere. Avevo la bocca occupata e così anche il culo. Mi sentivo davvero una troia. Due maschioni mi stavano scopando durante la mia prima volta. Sentivo le palle del prof sbattere sul mio culo ed intanto il ragazzo che gemeva dal piacere per i miei bocchini. Il prof cominciò poi a dare colpi sempre più forti, dolorosi. Volevo implorarlo di smetterla ma non ce la facevo.
-Ora ti riempio troia!- Sentii tre schizzi dentro di me con il cazzo del prof che tremava dal piacere.
Allora è questo il piacere che si prova, pensai tra me e me. Si staccò ed andò in bagno. Ero grondante dal sudore, forse era causa della parrucca e delle calze a rete.Mi staccai dal cazzo del ragazzo, anche per controllare come stesse il mio buchino. Sentivo che la sua sborra stava scendendo piano piano sulle mie gambe.
-Che cazzo fai, ti fermi? Ora tocca a me divertirmi un po’! Siediti sul mio cazzo, subito!- Mi alzai e provai a sedermici su. Era troppo grosso, non voleva entrare. Prese Il suo cazzo, mi spalancò il buco e lo infilò tutto in una volta. Provai un dolore pazzesco ma a lui non importava. Andarono avanti così per un paio di ore. Si alternavano e mi venirono in bocca, nel culo, sulla faccia. Per finire mi pisciarono sul viso e su tutto il corpo.
Ero sfinito. Umiliato ed usato mi lasciarono per terra sul pavimento. Il ragazzo uscì di casa tutto soddisfatto. -La prossima volta porto alcuni amici eh! Ahahah-.
Il prof invece andò a farsi una doccia. Rimasi lì a fissare il soffitto, puzzavo di sborra e di pipì. Il buco del culo mi bruciava. Le mascelle erano doloranti.
Mi segai e venni in un istante.
-Fatti una doccia e vattene che sono quasi le 23!-
Le 23?! Avevano talmente goduto di me che mi ero totalmente scordato della festa. Mi alzai tutto dolorante e mi feci una doccia veloce. Mi cambiai e corsi il più in fretta possibile verso il locale dove ci eravamo dati appuntamento alle 21. Arrivai che era quasi mezzanotte e la festa stava per terminare.
C’era musica alta e i pochi rimasti ballavano in mezzo al locale. Subito vidi Marco che ballava in mezzo a tutti. Aveva una camicia bianca, sbottonata che faceva intravedere i suoi addominali bagnati dal sudore, era bellissimo. Mi vide e corse verso di me.
-Sei arrivato finalmente! Ma che fine hai fatto?! Fil mi aveva detto che saresti arrivato un po’ tardi ma non così tanto! Vieni che ti presento la mia nuova ragazza- Ragazza?! Mi prese per mano tutto eccitato e mi portò da lei. Una ragazzina bionda coll’ombelico di fuori. Una troia insomma.
-Lui è J. il mio migliore amico!-
-Ma non era Fil il tuo migliore amico? Comunque sono Cristina, piacere- Mi diede un bacio sulla guancia. Odorava di sudore e troia da tutti i pori.
-J. avrei voluto presentarvela da un po’ ma ho pensato che oggi sarebbe stato il giorno migliore. Dopo mi ha anche promesso di darmela ahahah!-. Mi chiese il cinque e io glielo battei.
Si era proprio una troia, ed io avevo il cuore a pezzi. Sentivo come se il tempo si fosse fermato ed un treno mi avesse appena investito a massima potenza. Provavo rabbia, dolore, invidia ed ecco di nuovo le lacrime agli occhi che ultimamente non riuscivo mai a trattenere.
-Vado un attimo fuori a prendere aria che sono un po’ claustrofobico!- dissi a Marco. Ormai non mi stava più cagando, era troppo occupato a limonarsi la troietta e a palparla nel culo.
Uscii dal locale in fretta e furia, cercai un posto isolato, buio. Piangevo. Quello che era appena successo era mille volte più doloroso della mia prima volta.
Perchè cavolo non sono nato donna?! Perchè cazzo ci ho sperato!? Provavo ancora rabbia, ira, tristezza e tutte le emozioni più negative del mondo.
Fu davvero doloroso. Non so quanti di voi hanno provato questa sensazione, ma certamente non l’auguro a nessuno.
-Hey, tutto a posto?- era la voce di Fil.
Cercai subito di ricompormi, di impedire che le lacrime mi uscissero dagli occhi, ma non ci riuscii.
Mi abbracciò.
-Non so cosa sia successo e non so perchè tu sia arrivato solo ora. Ma non devi trattenere le lacrime, piangi pure se vuoi, non ti preoccupare.-
Era ubriaco. Si sentiva dal suo alito e da come parlava.
Scoppiai e l’abbracciai ancora più forte. Non so quanto durò, ma Fil rimase tutto il tempo con me, dandomi qualche pacca sulla spalla ogni tanto.
-Sai, ho notato come guardi Marco. Non lo guardi solo come amico, ed oggi ne ho avuto la conferma-.
Smisi di piangere. Volevo dire qualcosa, difendermi o inventare una balla, ma ero troppo stanco, non avevo più voce. Lo fissai, magari un po’ intimorito, spaventato.
-Vorrei che ogni tanto, guardassi anche me in quel modo… Sai J. per me sei più di un migliore amico. Te… mi piaci-.
E mi abbracciò tra le sue braccia possenti, mentre qualche lacrima continuava ancora a scivolarmi giù per il viso. Il venticello quasi estivo soffiava attorno a noi. Io ero confuso, forse avevo provato troppe emozioni in quella giornata per poter dire qualcosa. Sapevo solo che quell’abbraccio caloroso era tutto ciò che avevo bisogno in quel momento. Forse non avevo ancora capito bene cosa significassero quelle parole. Sentivo i battiti del suo cuore. Era rilassante. Mi sfiorò le mani, voleva tenerle tra le sue. Poi il viso. Sentivo l’odore di alcol dalla sua bocca. Mi guardava tanto intensamente che mi persi nei suoi occhi verdi.
-Hey voi due! Entrate che è il momento di tagliare la torta!-
Si staccò da me, tutto imbarazzato. Voleva dirmi qualcosa ma non ci riuscì. Voleva forse prendermi per mano, ma poi ci ripensò e mi diede una pacca sulla spalla, come per dirmi di tornare alla festa. Non riusciva più a guardarmi negli occhi.
-Arriviamo!-
Mi batteva forte il cuore, ma non capivo perché.

Grazie ancora a tutti per aver letto questo secondo capitolo! Ringrazio ancora tutti quelli che mi hanno contattato per farmi critiche o semplicemente per fare apprezzamenti! Senza di voi, probabilmente, questa storia non ci sarebbe :)
Non perdetevi il prossimo capitolo, che avrà grandi, anzi, grandissimi colpi di scena! Se vedo che questo capitolo sarà letto da tanta gente pubblicherò subito il terzo capitolo, altrimenti sarete costretti ad aspettare il week end o settimana prossima causa impegni vari. Ah! non smettete di dire la vostra anche via messaggio o su Kik jakeb.94 . Un grosso bacio a tutti!
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