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Quarantena con i miei coinquilini


di asian_boy
29.03.2020    |    26.438    |    21 9.3
"Non abitiamo proprio in centro ma la zona è carina e tranquilla..."
Sono sempre stato un ragazzo indipendente. Appena finito il liceo ho subito trovato un lavoro part time e mi sono trasferito di casa.
Vivere a Milano è parecchio costoso e così, quando dovetti scegliere dove trasferirmi, scelsi un appartamento da condividere con altri tre coinquilini.
Non abitiamo proprio in centro ma la zona è carina e tranquilla. La metropolitana non è nemmeno tanto distante e così nemmeno l’università che frequento ed il piccolo bar dove lavoro.
Ero molto eccitato durante i miei primi giorni. Era tutto nuovo per me: la scuola, il lavoro e il convivere con gente che nemmeno conoscevo!
Troppe emozioni in una sola volta, che però mi facevano sentire più adulto e più maturo.
I miei genitori mi hanno sempre coccolato fin da piccolo, e non vi dico la loro reazione quando gli dissi che mi sarei voluto trasferire.
-Ma come mai tesoro? Guarda che sei ancora troppo giovane! E poi non hai paura di convivere con degli sconosciuti? E se fossero drogati o pazzi? Poi non sai come sono gli italiani e come vivono nelle loro case…- mi disse mia mamma preoccupata con le lacrime agli occhi.
Già, sono un ragazzo di origine asiatica, pelle color cappuccino ed occhi neri a mandorla.
-Mamma, saranno dei ragazzi normalissimi! E poi sono grande abbastanza. Mi mancherete un sacco ma ho bisogno di trovare la mia indipendenza!-
-Amore! Tuo figlio è impazzito, sta diventando troppo “italianizzato”, digli qualcosa per favore! Fallo ragionare!-
-Ti ho sempre appoggiato e sempre lo farò, in bocca al lupo tesoro!- mi disse mio padre facendomi l’occhiolino. Nemmeno lui però, potè evitare di piangere quando lasciai casa.
Il nuovo appartamento è davvero carino: in parquet e decorato con tipici mobili dell’Ikea. L’intero palazzo è di per sé nuovo. I miei coinquilini sono particolarmente ordinati e solo a volte capitava di vedere la tipica montagna di piatti nel lavandino. La casa è grande quasi 100mq, e purtroppo ci sono solamente due camere da letto.
Io devo condividere la mia con Davide, un ragazzo poco più trentenne che nella vita fa l’architetto. Lui è il più grande nella casa e forse anche il più maturo.
È alto un metro e ottanta, un po’ di barba, capelli castani, porta gli occhiali ed ha qualche tatuaggio sulle braccia che gli danno un aspetto molto virile. Non è muscoloso e non ha un fisico snello, ma la sua pancetta sta proprio bene con la sua figura. Già il primo giorno ero perso di lui.
Esatto, sono attratto dagli uomini, altrimenti non scriverei storie in questa sezione. Non sono dichiarato però, ed ovviamente non ne ho mai fatto parola con i miei coinquilini.
Diventammo amici fin da subito io e Davide: lui mi tratta come se fossi il suo fratello minore ed ogni tanto gli piace pizzicarmi le guance. Cosa che mi fa particolarmente impazzire.
Capita spesso che giriamo in casa tutti indossando solo boxer, alla fine siamo tutti maschi. Mi piace particolarmente soffermarmi su Davide ed il suo pacco perfetto e le sue gambe pelose.
Abbiamo un letto a castello in camera ed io sto sul letto di sopra. Quando Davide si porta la ragazza nella nostra stanza io faccio sempre finta di dormire. Ma in verità immagino me stesso al posto della ragazza, e mi sego mentre lo fanno. Già, sembro un pervertito ma anche voi lo fareste al mio posto.
Gli altri ragazzi si chiamano Kim e Luca. Kim è un ragazzo metà coreano e metà italiano, è al primo anno di università, come me.
Pratica molto sport, anche perché si vuole laureare in scienze motorie. Anche lui è molto carino, alto e con delle spalle belle larghe. Potrebbe benissimo fare il modello ma non penso gli importi tanto. A casa lo vedo spesso in cucina a prepararsi le sue bevande proteiche, ed ogni tanto gli piace sperimentare con me le sue nuove creazioni. Mi invita spesso a correre con lui le mattine, forse abbiamo legato subito perché entrambi abbiamo origini asiatiche.
Ogni tanto fantastico anche su di lui: ha una pelle davvero liscia e i muscoli scolpiti. Una cosa a tre fra lui e Davide non sarebbe per niente male ahahah! Ok ora smetto.
Ed infine c’è Luca. Dei tre è quello con cui ho legato meno onestamente. Non penso di piacergli e non piace nemmeno a me.
Ha i capelli rasati ed ha un piercing nel sopracciglio sinistro. Sembra il tipico tamarro. Nonostante sia più giovane rispetto agli altri due, è quello più alto. Ha una corporatura snella e nella vita fa il barman.
Lavora di notte e quindi in casa non lo vedo quasi mai, per fortuna. È quello più disordinato, più chiassoso e spesso si addormenta sul divano.
Fuma un sacco , dice tante parolacce, si arrabbia facilmente (specialmente con me) e riempie la casa di bottiglie vuote di alcolici che si scola appena tornato a casa.
Non sono un tipo a cui piace litigare, ma ogni tanto mi capita di rimproverarlo.
-Si si si, ora metto a posto mammina perfetta, calmati- mi rispondeva spesso sbuffando e guardandomi male. Era insopportabile ma almeno metteva a posto.
Ogni tanto provavo a farci conversazione, ma lui appena lo facevo tirava subito fuori il cellulare. Ogni volta che lo vedevo aveva sempre il cellulare in mano.
La nostra convivenza, comunque, era fortunatamente pacifica: il week end lo passavamo tutti insieme guardando film su Netflix o guardando le partite di calcio. Ogni tanto ci capitava anche di mangiare fuori insieme o di organizzare feste in casa. Luca non partecipava spesso, e onestamente ne ero felice.
-Ma come fai a sopportarlo te? Dormite persino nella stessa stanza!- chiedevo spesso a Kim.
-Ahahah, è un bravo ragazzo, un po’ fra le sue forse ma devi solo imparare a conoscerlo meglio- mi rispondeva lui.
Una volta Luca mi sorprese a fissare il pacco di Davide.
-Sapevo che eri frocio ahah! Davide, guarda che J. ti stava fissando il pacco!- Ero in un imbarazzo totale. Non sapevo che fare e allo stesso tempo provavo odio nei confronti di Luca.
-Ahahah, e che c’è di male? Anch’io gli guardo spesso il pacco. J. è così carino- disse Davide strizzandomi le guanciotte con la sua aria da fratello maggiore.
-Pfff, froci!- disse Luca evidentemente infastidito. Mi spinse contro il muro borbottando qualcosa.
-Luca hai esagerato, chiedigli scusa- gli disse Kim.
-State sempre dalla sua parte, siete proprio una banda di FROCI!- si rinchiuse in camera sbattendo la porta.
-Dovete scusarlo, mi ha raccontato che si è appena mollato con la sua ragazza. È ancora scosso ma gli passerà- Ci informò Kim cercando di alleviare la tensione.
Per settimane non ci parlammo. Lui stava sempre rinchiuso nella sua stanza. Forse stava ancora male per aver rotto con la sua ragazza, e così, un giorno, portai dei piccoli dolcetti dal bar in cui lavoro e glieli lasciai di fronte alla stanza. Gli mandai un messaggio dicendogli che erano per lui, sperando che stesse meglio.
-Grazie- mi rispose. Penso fosse anche il suo modo di fare pace.
La nostra vita trascorreva felice e tranquilla fino a quando, sfortunatamente, arrivò la notizia del coronavirus in televisione.
Kim era subito partito per la Corea ed in casa eravamo rimasti solo io, Davide e Luca.
Entrambi preferirono rimanere nell’appartamento invece che tornare nelle loro case fuori Milano.
Mia madre mi disse che nel loro condominio c’era stato un caso di coronavirus e che quindi sarebbe stato meglio anche per me rimanere nell’appartamento in cui attualmente vivo.
E così feci. Le prime giornate erano fantastiche per me, avrei preso una bella pausa dal lavoro e dagli studi.
Avevo comunque i corsi on line ma non erano duri come il doversi svegliare presto per andare in facoltà. Il bar in cui di solito lavoro è momentaneamente chiuso.
Davide lavora da casa anche lui e forse l’unico veramente annoiato era Luca, che non aveva niente da fare se non passare la giornata alla playstation e a bere.
Prima che chiudessero appunto i negozi ed i locali, Luca si era portato dal posto in cui lavorar un sacco di super alcolici.
Il secondo venerdì della quarantena, Luca era particolarmente brillo e cominciò a preparare cocktail sia per me che per Davide. Passammo la serata a raccontarci storie e a bere. Parlammo di calcio e di ragazze, forse più loro che io, e ridevamo e ridevamo. Alla fine Luca non era poi tanto male, specialmente da ubriaco. Io però non reggo bene l’alcol, anzi.
-Il nostro frocetto è già KO, ahahah! Guarda com’è rosso!- urlava ridendo Luca.
-Hey piccolo, vuoi che ti accompagni in camera?- mi chiese preoccupato Davide.
-No tranquillo, ce la faccio-.
Girava tutto, volevo solo sdraiarmi. Appena entrato in camera mi addormentai. Davide e Luca rimasero in salotto a bere e a chiacchierare ancora per molto tempo.
Mi risvegliai poche ore dopo, quando sentii un grosso peso accanto a me. Era Davide, palesemente ubriaco.
Non mi ero nemmeno accorto di essermi addormentato sul suo letto. Lui russava già ed intanto mi teneva abbracciato a lui. Emanava un forte odore di alcol dalla bocca. Avevo un leggero mal di testa ma quella situazione mi aveva mandato il cuore a mille.
Davide mi teneva stretto a lui, sentivo il suo calore, il suo respiro. Mi sentivo davvero piccolo tra le sue braccia. Aveva un buon odore, misto ad alcol e sigaretta. Di solito non fuma ma quando beve a volte lo fa. Provai a divincolarmi ma era particolarmente pesante, mi teneva stretto a lui.
Forse pensava fossi la sua ragazza, era una bella sensazione. Mi sentivo protetto.
Dopo pochi minuti in cui cercavo di capire cosa stesse accadendo mi accorsi che aveva il pene in tiro. Vicino al mio sederino infatti sentivo qualcosa di bello grosso che si strusciava tra le mie natiche. Mi venne duro all’istante. Forse era l’occasione giusta, un cosa simile non sarebbe mai più accaduta.
Sapevo fosse sbagliato ma, forse l’alcol e forse l’astinenza dal sesso da parecchi giorni, provai a spostare il mio sedere ancora più verso il suo pisello e a strusciarmi lentamente.
-Mmm…- disse Davide.
Molto probabilmente stava sognando che fossi la sua ragazza. Sentivo quel palo caldo strusciare sul mio sederino, ero in estasi. Ma non mi bastava.
Provai lentamente ad allungare la mano verso i suoi pantaloncini, e senza fare troppo rumore cercai di prendergli il cazzo.
Non ci misi molto a trovarlo perché era veramente grande. Bello caldo ed esageratamente grosso. Liscio e duro.
Iniziai a fargli una lenta sega.
-Mmm…- Davide era ancora nel mondo dei sogni, ma aveva un ghigno particolare. Magari stava proprio sognando di farlo con la sua ragazza. Smise di abbracciarmi e si mise a pancia in su mentre continuava a russare.
Gli spostai i pantaloncini per vedere finalmente quel ben di Dio. Era favoloso, aveva una forma perfetta. Emanava un forte odore di uomo, misto forse ad un po’ di urina.
Stavo sbavando al solo pensiero di poter assaggiarlo. Tirai la lingua di fuori e iniziai a leccarli quella cappella perfetta. Era salata, liscia e calda.
Iniziai a fare su e giù con la testa, ero in estasi. Allo stesso momento iniziai a segarmi anch’io.
Finalmente potevo succhiare quel tanto bramato cazzo che riuscivo solamente a sognare. Era delizioso, riempiva la mia bocca ed era caldo e pieno di venature. Iniziai poi a leccargli le sue palle grosse e pelose e poi ritornai al suo pisello. Pensavo di essere in un sogno ma era tutto vero. Dopo un po’ che ero in trance capii che stava per venire.
-Riempimi della tua sbarra calda, su Davide!-
E fu così che mi riempì la bocca del suo stupendo nettare. Era dolce e leggermente amaro. Avevo la bocca talmente piena che un paio di gocce caddero sul letto. Provai ad ingoiare tutto cercando di non sporcare e di non fare troppo rumore. Davide stava tremando ed aveva la faccia estasiata.
Stavo per venire anch’io! Ma non potevo sporcargli il letto.
Corsi allora in bagno. Mi lavai un attimo la bocca e mi sciacquai il viso. Ero ancora rintontito dalla situazione e forse anche dall’alcol.
L’acqua gelida mi risvegliò un po’, ma avevo ancora il cazzo che pulsava. Cominciai a ripensare all’accaduto ed iniziai a segarmi di nuovo.
-J.! Apri la porta che devo andare in bagno. Su frocetto di merda, so che sei te!.-
Era Luca, dalla voce sembrava parecchio ubriaco. Il pisello mi ritornò moscio all’istante. Non sapevo se essere seccato o spaventato perché magari aveva sentito qualcosa.
Aprii la porta ed appena lo feci Luca mi mise le mani sul collo ed iniziò a strangolarmi.
-Che cazzo hai fatto a Davide? Rispondi pervertito di merda! Sentivo i rumori che facevate ed ho visto adesso che lui sta ancora dormendo. Sei proprio un frocio dimerda!-
Non riuscivo a respirare, lui era davvero arrabbiato e puzzava di alcol. Provavo vergogna ma dovevo trovare un modo per liberarmi. Ero spaventato e non riuscivo a respirare.
Gli sputai in un occhio. Allentò la presa per poi bloccarmi di nuovo al muro tenendomi le braccia in alto. Mi sputò a sua volta.
-Sei un pezzo di merda!- Mi urlò addosso. Chiusi gli occhi, non sapevo che cosa mi avrebbe ancora fatto, ero nel terrore. Non sapevo perché ma non riuscivo nemmeno a gridare per chiedere aiuto.
Non stava più succedendo niente, c’era un grande silenzio. Provai ad aprire un occhio lentamente e vidi che Luca stava lacrimando. Cosa stava succedendo?
Iniziò a piangere, ero ancora più confuso. Abbassò la testa e dopo qualche secondo smise di piangere e mi fissò intensamente.
Aveva degli occhi azzurri, quasi teneri in quel momento. Non era più il ragazzo infuriato di pochi secondi prima. Prese un grosso respiro e poi mi baciò.
Ero scioccato. Sentivo il forte odore di alcol e fumo dalle sue labbra leggermente screpolate. Era un bacio in cui aveva messo molta forza, forse fin troppa.
Si staccò dopo qualche secondo, aveva la faccia altrettanto scossa. Iniziò di nuovo a lacrimare e poi iniziò a fissarmi nuovamente.
-Mi piaci J., mi sei sempre piaciuto. Sai che gli altri due li mando a cagare quando mi dicono di mettere a posto? Ma con te io lo faccio. Sai che la mia ragazza mi ha lasciato per colpa tua? Ha trovato che il mio cellulare era pieno delle tue foto e non sono riuscito a darle una spiegazione. Sai quanto mi hai fatto felice quando mi hai portato quei dolcetti? Ero al settimo cielo ma non riuscivo a dirtelo. E sai quanto sono geloso quando vedo te con gli altri due? Per questo non mi unisco mai a voi, ma sta sera, quando ho sentito quello che stava succedendo nella vostra stanza…- non riuscì nemmeno a finire la frase che scoppiò in un forte pianto.
Ero totalmente confuso da tutto quello che stava accadendo che non sapevo cosa fare. Lo abbracciai d’istinto, sembrava la cosa più ovvia da fare.
Quel ragazzo tanto grosso che sembrava mi odiasse e che mi chiamava frocio in verità era segretamente innamorato di me. Di scatto alzò di nuovo il viso e mi mise contro il muro.
-Ora tocca a me a farti divertire-.
Mi tolse la maglietta e cominciò a leccare i miei capezzoli.
-Ahhh, si!- Mi sciolsi in un istante e il mio pisello tornò in tiro. Dopo qualche secondo mi guardò negli occhi e fece un ghigno. Mi abbassò i pantaloni e prese in bocca il mio pisello.
-Ahhh Luca-. Aveva una bocca calda e accogliente. Si vedeva che era alle prime armi ma ci stavo mettendo tanta foga. Era bravo, sentivo solletico e piacere.
Sapevo che stavo per venire ed allora iniziai a scopargli la bocca. Una leggera scossa partì dalle mie palle e pochi secondi dopo gli venni in bocca. Lui ingoiò tutto. Io caddi a terra per il forte orgasmo. Lui si ripulì la bocca ed andò in stanza. -Buona notte- Mi disse come se niente fosse successo.
Io ero stremato. Stremato e confuso da tutto quello che era appena accaduto. Tornai in camera e salii sul mio letto. Mi addormentai appena poggiai la testa sul cuscino.
La mattina seguente, mi alzai con un grande mal di testa. Avevo la testa pesante e l’odore del caffè preparato con la Moka mi aveva migliorato leggermente l’umore.
Andai verso la cucina senza pensare troppo a chi potessi trovarci. C’era Luca. D’un tratto tutto quello che era accaduto la notte precedente mi ritornò in mente e diventai rosso peperone. Non riuscivo nemmeno a guardarlo in faccia.
Anche lui sembrava leggermente in imbarazzo, ma non quanto me.
-Ti ho fatto il caffè, ora vado a fare la doccia-. Mi disse cercando di nascondere il disagio. Lui mi preparò il caffè. In un anno di convivenza non era mai successo.
Mi diede la tazza in mano e poi mi accarezzò il viso facendo un leggero sorriso.
-Sei proprio carino, specialmente quando sei in imbarazzo.- Mi sussurrò Luca prima di andare in bagno.
Non mi ero mai accorto di quanto fosse carino. Non ci avevo fatto caso. Ero rossissimo, aveva la faccia in fiamme e il cuore a mille!
-Hey buongiorno! C’è del caffè anche per me?- Chiese Davide tutto pimpante nonostante si fosse appena svegliato.
-Tieni, puoi prendere il mio, ora come ora non mi va molto-. Gli dissi.
-Ah grazie mille cucciolo! Non è che ti è venuta la febbre? Non avrai mica preso il virus! Ahahah- Rispose pizzicandomi le guance come faceva di solito.
-E comunque grazie per ieri sera, sei stato davvero bravo, forse più della mia ragazza. Ahahah-.
Ok, ero nella merda. Lui era conscio la scorsa notte ed inoltre piacevo a Luca.
-Notizie Flash! In Italia hanno deciso di estendere la quarantena di qualche settimana- si sentiva dal notiziario.
Fantastico. Aiuto!

Grazie mille per aver letto il mio racconto! Questo è più leggero rispetto alla saga de " I liceali" e spero vi sia comunque piaciuto :)
Commenti, critiche e consigli mi fanno sempre piacere, nel caso voleste contattarmi in privato questo è il mio account KIK: jakeb.94
Un grosso bacio a tutti!
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