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Max e Dany story: Cap. 36 - IN BALIA DI UN VECCHIO PORCO


di XMX
27.09.2022    |    949    |    1 9.6
"L’uomo le si buttò addosso e mentre la carezzava con forza la costrinse a prendergli il cazzo in bocca, era moscio, piccolo e maleodorante, ma Dany non..."
Arrivata l’estate Max decise di portare Dany a riposarsi dallo stress della loro vita movimentata in un villaggio turistico in Grecia, lei ne fu entusiasta e si affrettò a preparare le valige.
Arrivati sul posto si stabilirono in una stupenda villetta a loro riservata con due camere da letto, un saloncino e con tutti i confort.
Il primo giorno Dany lo passo in piscina in pieno relax (certo non poteva prendere il sole come al solito nuda, ma mise un ristrettissimo e sgambato costume monochini) molti occhi degli uomini si posavano su di lei per ammirare il suo corpo e il meraviglioso seno al vento, ma Dany non pensava altro che all’abbronzatura.
Pranzo e cena a base di pesce, la sera in discoteca, vestita con la sua solita minigonna, camicetta trasparente e tacchi a spillo, evitava di ballare per non mettersi troppo in mostra e per non scoprirsi troppo dato che non portava intimo, ma era comunque ammirata dagli uomini presenti per la sua avvenenza (certo non l’aiutava a mimetizzarsi quell’abbigliamento, quei lunghi capelli biondi e quel trucco appariscente).
Il giorno seguente lei e Max si recarono nuovamente in piscina, ma Max fu chiamato alla reception e quando tornò comunicò a Dany che c’era un imprevisto, la villetta a loro riservata per errore era stata prenotata anche da un’altra persona e che dopo molte discussioni con il direttore, dato che non c’erano altre villette a disposizione e che loro avevano due stanze e una non la usavano, decisero in comune accordo di dividere i locali con l’altro ospite. Dany in un primo momento ne fu contrariata, anche perché il bagno era uno solo, ma poi a malincuore si rassegnò.
Nella hall si incontrarono, era un vecchio grasso ricco signore turco, non si capivano perché l’uomo parlava solo la sua lingua, ma con cenni si presentarono capendo solo il nome Melic, Dany lo guardava con un senso di disgusto, ma dovette accettare la situazione.
Entrati nella villetta fecero accomodare l’uomo nella stanza vuota e tornarono in piscina. Alla sera Dany si recò in bagno, si fece una doccia e si vestì per prepararsi per la discoteca, Max notò che l’uomo la spiava dal buco della serratura, ma non disse niente, era abituato agli sguardi degli altri uomini sulla sua donna nuda.
Uscirono insieme e con Melic si recarono al locale, seduti su di un divanetto l’uomo si accomodò accanto a Dany e ordinò dello champagne che gentilmente gli offrì. Bevuta tutta la bottiglia ne voleva ordinarne un’altra ma lei rifiutò, poi Malic a cenni chiese a Dany come mai non ballava e lei fece no con la testa.
La mano dell’uomo, nel frattempo, si avvicinava sempre più alla sua gamba toccandola con indifferenza, lei si scostava e cercava di evitarlo, Max che aveva visto tutto cercò di non darle molto spazio, gli piaceva quella situazione, impedendole di sfuggire a quei palpeggiamenti, fino a che lei si sentì carezzare le gambe, di istinto le serrò per evitare che salisse più su.
All’improvviso Dany si alzò, stufa di quella situazione, e disse a Max che voleva rientrare per andare a dormire, si recarono in camera e lei si buttò sul letto tutta nuda e senza coprirsi con il lenzuolo. Max, dopo averla accompagnata, si mise in veranda per fumare una sigaretta, nel frattempo Melic rientrò e con cautela aprì la porta della camera di Dany ammirando le sue nudità e scattandole delle foto.
Il giorno dopo Max ricevette una telefonata, doveva rientrare urgentemente in ufficio per un problema importante e disse a Dany di rimanere e godersi la vacanza, lei non voleva rimanere sola, ma Max le disse che l’avrebbe affidata a Melic che gentilmente le avrebbe fatto da cavaliere, lei lo guardò contrariata ricordandosi cosa era successo la sera prima al locale, ma alla fine si adeguò ai voleri di Max che con un sorrisetto immaginava come andava a finire.
Passata la giornata in piscina Dany la sera non volle uscire e dopo aver chiuso la porta della camera a chiave andò a letto.
Durante la notte Melic riuscì a forzare la porta e si avvicinò a lei che di scatto spalancò gli occhi e lo vide tutto nudo con il cazzo in mano, voleva strillare, ma non lo fece per non dare scandalo e con le mani cercò di allontanarlo chiamandolo vecchio porco, ma era troppo grosso e non riusciva neanche a spostarlo.
L’uomo le si buttò addosso e mentre la carezzava con forza la costrinse a prendergli il cazzo in bocca, era moscio, piccolo e maleodorante, ma Dany non riuscì ad evitarlo e iniziò a sbocchinarlo fino a che sentì un getto caldo di sborra in bocca che fu costretta ad ingoiare.
Al mattino dopo lei voleva uscire per avvisare Max dell’accaduto, ma Melic glielo impedì chiudendo a chiave la porta del villino, poi prese del whisky indicandole che doveva bere, lei non voleva, ma l’uomo era insistente e per non alterarlo bevve, uno, due, tre bicchieri, alla fine era molto allegrotta e rideva in continuazione, Melic mise della musica e le fece un cenno di ballare, Dany si mise su un tavolino e iniziò una danza sensuale, mentre ballava si levò i vestiti rimanendo completamente nuda, l’alcol aveva fatto il suo effetto, barcollando cadde sulle gambe dell’uomo che la prese tra le braccia e prima le carezzò dolcemente tutto il corpo, poi infilò due dita nella figa masturbandola e nel frattempo la baciava in bocca con la lingua facendole cadere copiosa bava dentro, lei iniziò ad eccitarsi, i suoi umori cominciarono a scorrere tra le gambe, le dita divennero tre, quattro e infine le infilò tutta la mano che entrò facilmente dato che oramai era tutta bagnata, la figa si dilatava sempre di più, Melic spingeva con forza, era entrato anche il polso, a quel punto Dany ebbe un orgasmo che la fece contorcere di piacere.
Non contento estrasse la mano dalla figa tutta zuppa di umori e facendola girare le iniziò a massaggiarle il culo, poi introdusse un dito nell’ano, poi due e cercò di allargare l’orifizio che cedette presto perché Dany era abituata a prenderlo dietro, vista la facilità con cui le dita entravano, Melic unì tutte le dita e iniziò a spingere allargando sempre più le pareti del culo fino ad introdurre tutta la mano, Dany fece un urlo perché le mani del porco erano ciccione, ma l’eccitazione riprese il sopravvento e si lasciò andare aiutando l’introduzione con movimenti ruotatori.
Dopo una ventina di minuti di quel trattamento lei venne di nuovo con urla di piacere. La giornata passò tutta in quella maniera, la sera Dany era distrutta, si mise a letto e l’uomo si coricò vicino a lei e masturbandosi le sborrò in faccia, poi si addormentò con una mano sulla figa.
Al mattino Dany non riusciva ad alzarsi, Melic le indicò di rimanere nel letto e ordinò la colazione. Quando arrivò il cameriere con l’ordine l’uomo gli disse di servirlo in camera da letto, questi entrò e vide Dany tutta nuda e con imbarazzo si girò dall’altra parte, ma Melic si avvicinò a Dany, che non aveva le forze per reagire, e le spalancò le gambe offrendo la sua figa al cameriere che non se lo fece ripetere due volte, tirò fuori il cazzo e se la scopò mentre lui le metteva il cazzo in bocca. Dany era talmente distrutta che immobile accettava tutto quello che le facevano. La sborra sgorgò nella sua figa e nella sua bocca.
Da quel momento i camerieri facevano a turno per portare le vivande in quel villino e tutti approfittavano di Dany, Melic dirigeva disponendo di penetrarla una volta in figa e un’altra in culo, mentre lui continuava a sborrarle in bocca facendole ingoiare tutto.
Quando tornò Max vide Dany stravolta e chiese cosa era accaduto, lei raccontò tutto immaginando che si sarebbe arrabbiato con quel porco di turco, invece le disse di non lamentarsi perché comunque si era divertita, lei lo guardò e gli fece un timido sorriso.
La sere successive, fino alla fine della vacanza, la porta della camera da letto rimase sempre aperta e Melic entrava e continuava a metterle il cazzo in bocca sborrandole dentro facendole ingoiare tutto, mentre Max la carezzava, la masturbava e la scopava.
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