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Max e Dany story: Cap. 52 - IL SOFA’ DI VELLUTO ROSSO


di XMX
27.11.2022    |    545    |    1 8.0
"Vedendo quella scena il negoziante corse a chiudere il negozio, aveva timore che entrasse qualcuno, poi tornò a guardarla e istintivamente portò la sua mani..."
Max e Dany durante le loro passeggiate per fare shopping amavano soffermarsi a visitare i negozi di antiquariato, la loro casa era in stile moderno, ma gli piacevano ammirare i mobili antichi che erano dei capolavori.
In un piccolo negozio posto su una via secondaria Dany notò un articolo che calamitò la sua attenzione, era un vecchio sofà di velluto rosso.
Come entrò fu subito ricevuta con cortesia dal negoziante, d'altronde una bellissima donna come lei vestita in maniera trasgressiva non poteva che fare colpo su un uomo.
Dany si avvicinò al sofà e chiese a che periodo risaliva, l’uomo le rispose che quello era un pezzo unico ed aveva una storia, era il sofà della più famosa casa di tolleranza della città al tempo del fascismo e che era stato usato dalla più ricercata prostituta dell’epoca, una bellissima donna bionda, come lei.
Dany subito se ne innamorò, chiese se poteva sdraiarsi sul sofà e fu accontentata, seduta allungò le sue stupende gambe, ma facendolo le si alzò la minigonna mettendo a nudo il culo e la figa rasata.
La posizione che prese era come quella di Paolina Borghese nella statua del Canova, l’uomo non credeva ai suoi occhi, esclamò che era stupenda e che gli ricordava molto la donna che lo aveva usato.
Dany lo voleva comprare, le piaceva tanto, ma Max la convinse che nella loro casa non c’era posto per metterlo, gli stili erano troppo differenti, non si poteva adattare da nessuna parte.
Lei si rassegnò chiedendo all’antiquario se qualche volta poteva andare in negozio e sdraiarsi sopra, la faceva sentire un’altra, l’uomo acconsentì volentieri.
Non passò molto tempo che Dany volle tornare in quel negozio, si era innamorata di quel sofà di velluto rosso, entrò e dopo aver salutato il negoziante vi ci sedette sopra, con le mani lo carezzava, sentiva in lei una strana sensazione, poi a malincuore andò via.
Quelle visite si ripeterono varie volte, sempre più frequenti fino a diventare giornaliere.
Un giorno si presentò con un vestito bianco di tulle lungo con spacchi sia davanti che dietro e laterali, una scollatura sul davanti travolgente che arrivava fino all’ombelico e una dietro che copriva a mala pena il culo. Il trucco era pesantissimo e spiccava nella cornice dei suoi biondi lunghi capelli.
L’antiquario sbarrò gli occhi, era stupenda, rimase fisso ad ammirarla mentre allargando i veli del vestito, si sdraiava sul sofà e la sua figura spiccava come un affresco sul velluto rosso.
Dany era assente, non si accorse di quei sguardi insistenti, la gonna era completamente aperta, la sua figa rasata a vista, una spallina scese mettendo in mostra un seno con il capezzolo turgido che faceva capolino, i suoi pensieri erano rivolti a quella donna bionda che lo aveva usato prima di lei, era in trans, allungò una mano e iniziò a masturbarsi.
Vedendo quella scena il negoziante corse a chiudere il negozio, aveva timore che entrasse qualcuno, poi tornò a guardarla e istintivamente portò la sua mani sulla patta dei pantaloni, aveva il cazzo in tiro, non sapeva cosa fare, poi decise di tirarlo fuori e di menarselo.
Dany continuava a massaggiarsi la figa, era eccitata, la sua fantasia la portava ad imitare quella donna e quando stava al massimo del piacere iniziò ad urlare che era una puttana e che voleva tanti cazzi.
Anche l’uomo era eccitatissimo e a quelle parole non esitò a mettersi sopra di lei infilandole il cazzo in figa e scopandola con ardore.
Lei lo accolse con piacere allargando le gambe al massimo, lo voleva tutto dentro e lo istigava a spingere più a fondo.
Quando l’antiquario le sborrò dentro la figa lei si alzò come se non fosse successo niente e andò via.
Tutti i giorni lei tornava al negozio vestita in quella maniera e tutti i giorni si ripeteva la scena facendosi scopare dal negoziante.
Ora l’antiquario era perplesso, non poteva continuare in quella maniera, certo gli piaceva scoparsi quella donna stupenda, ma andava a discapito del suo lavoro dovendo ogni volta chiudere il negozio e allora pensò di mettere il sofà di velluto rosso in vetrina.
Quel giorno Dany arrivò e senza problemi si mise in vetrina e si sdraiò su sofà scoprendosi il corpo come al solito, sembrava un quadro in esposizione.
Lungo la strada gli uomini la videro e si avvicinarono alla vetrata ammirandola, si era formata una capannina di persone, si spingevano per essere più vicini e quando lei si mise a toccarsi la figa tutti sbarrarono gli occhi increduli di vedere una sensuale donna nuda masturbarsi, qualcuno gridò che avevano riaperto i casini.
Nel momento che Dany eccitatissima esclamò che voleva il cazzo quattro uomini si portarono all’ingresso del negozio, volevano entrare, il negoziante cercava di fermarli, ma non ci riuscì, arrivati vicino a lei si slacciarono i pantaloni e lei allungò le mani per prenderli portandoseli alla bocca, il gruppo che era rimasto fuori coprivano da occhi indiscreti quello che succedeva.
Lei sbocchinava a turno quei uomini e quando li vedeva pronti allargando le gambe gli diceva di scoparla, gli incitava a sfondarla, gli diceva che era la famosa prostituta del sofà di velluto rosso, che voleva tanti cazzi, uno per volta se li fece tutti e andò via lasciando delusi gli altri uomini che erano fuori.
Il giorno dopo si ripresentò al negozio, l’antiquario le voleva impedire di sedersi sul sofà per non causare i problemi del giorno prima, ma lei non ne voleva sapere dicendogli che lei era una puttana e doveva mettersi in vetrina.
Max, che era a conoscenza di quello che era successo nel negozio tramite un amico che aveva assistito, arrivò e parlò con l’antiquario dicendogli che tutto sommato quello che era accaduto aveva fatto pubblicità al negozio e se era così gentile di farla sedere sul sofà per l’ultima volta perché Dany quando era li si trasformava, nel suo inconscio era la prostituta del sofà di velluto rosso e che quel giorno avrebbe controllato lui che non succedesse niente.
Il negoziante acconsentì, lei si portò sul sofà e si sdraiò, iniziò a masturbarsi, gli uomini che si erano messi fuori la vetrina le urlavano che la volevano scopare, Max uscì fuori e gli disse che era semplicemente una pubblicità di un film porno e che non era possibile fare quello che volevano.
Quando lei venne con un urlo di piacere si alzò dal sofà, si avvicinò al negoziante baciandolo in bocca con la lingua chiedendogli il perché questa volta non glielo aveva dato, Max la prese per un braccio e le sussurrò in un orecchio di non preoccuparsi perché la puttana gliela avrebbe fatta fare lui.
Da quel giorno Dany non andò più al negozio di antiquariato per sdraiarsi sul sofà di velluto rosso.
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