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Lui & Lei

La vita può essere meravigliosa


di coppiamantioccasion
08.11.2022    |    374    |    2 7.0
"Quel giorno, ricordo ancora, mi coccolava, mi baciava, e poi mi spoglio..."
Mi sono svegliata.... Forse, chissà, forse sto ancora sognando, sognando di scrivere il mio incubo.
Già, il mio incubo è la mia vita, una vita vissuta già dall'infanzia senza un padre.
Il mio padre biologico, lascio la mia mamma, quando seppe, che era rimasta incinta, e per vigliaccheria, scappo.
Mia madre, morì giovanissima, io avevo appena 13, anni.
I miei parenti più stretti, decisero di affidarmi in un istituto di suore, con la speranza di darmi un futuro migliore.
Il mio futuro me lo sono creato io, donandomi tutto e per tutto ad un uomo.
Ero la ragazza più felice del mondo, un uomo che si dedicava a me, a me che da quando mia madre non c'era più, nessuno si preoccupava.
La favola che vivevo era stupenda, quest'uomo mi insegnò, cosa fosse il sesso, mi prese ancora vergine.
Quel giorno, ricordo ancora, mi coccolava, mi baciava, e poi mi spoglio.
Quel giorno vidi per la prima volta in membro maschile, era bello, ma era meglio quello che lui mi provocava, mi succhiava i capezzoli, e con le dita frugava in mezzo alle mie cosce, era meraviglioso, anche quando mi mise in mano il suo cazzo, e pian piano, mi porto davanti alla mia bocca. Vedevo da vicino quella cappella rossa, che gridava il mio nome, e spontaneamente le mie labbra la baciarono.
Fu un attimo, mi disse... Apri la bocca, e subito mi ritrovai il cazzo in gola, cercavo di respirare come potevo, e poi mi dette il ritmo, avanti e indietro. Sentivo che cresceva sempre di più nella mia bocca e mi piaceva, mi piaceva il sapore, mi chiedeva di leccare e succhiare, e io obbedivo.
Poi mi adagio sul letto, mi allargo le gambe, si mise con la testa in mezzo, e dopo non capii più nulla.
Avevo le convulsioni di piacere, non sapevo cosa mi stesse accadendo, ma mi piaceva tantissimo, e mentre mi leccava, mi infilò un dito in culo, non lo fece piano, ma con forza. Anche se ero bagnata dalla sua saliva e i miei umori, ho sentito un dolore, ma stavo godendo con la sua lingua, poi le dita divennero due, e li che comincio' a piacermi.
Si alzò, e mostrandomi fiero il suo cazzo duro, lo punto tra le labbra della mia fica, e affondo con un colpo secco, mi tolse il fiato, e lui guardandomi, mi disse: ... Questo è il primo di una lunga serie, e cominciò a muoversi.
Il dolore cominciava a svanire, e provavo una sensazione di pienezza, e di forte piacere. Lui continuo un tempo, che non quantifico, ricordo il mio primo amplesso, il mio corpo tremava tutto, non controllavo più i miei pensieri, ed era bellissimo.
La felicità e la goduria che stavo provando, stava per finire, mi chiese di girarmi, si posiziono' dietro di me, e senza nemmeno avvisarmi, mi allargò il culo, e ci infilò dentro il suo cazzo con tutta la forza che aveva, tenendomi le braccia dietro la schiena, senza darmi la possibilità di muovermi, mi violento il culo, sentivo solo dolore e bruciore, e nemmeno il tempo per abituarmi, mi venne dentro l'intestino.
Ero un frutto acerbo, che lui ha saputo far maturare in fretta, perché aveva un suo scopo...
Passarono un paio di anni che convivevo con lui. In questo periodo, lui mi parlava di relazioni aperte tra coppie, che dovevo aprire i miei orizzonti, che dovevo essere meno casta nel vestirmi, ma io avendo avuto una rigida educazione dalle suore, rifiutavo.
Vedevo in lui un cambiamento, mi trattava con un po' di maleducazione, e questo non mi piaceva tanto.
Le sere usciva più spesso, senza dirmi nulla, rientrava tardi, e quando gli chiedevo spiegazioni, lui rispondeva, che andava nel locale di un amico, e qualche volta verrai anche te.
Incominciava a portare altri uomini in casa, inizialmente per vedere le partite di calcio, poi per giocare a poker.
Poi successe che una sera, porto in casa, tre uomini diversi di quelli di sempre, si misero in salotto e cominciarono inizialmente con birre, poi con alcol, lui mi chiamò per far loro mangiare, e poi mi disse di stare con loro seduta accanto a lui.
Io non avevo mai bevuto in vita mia, forse qualche birre, ma mai alcol. Lui mi offrì da bere dal suo bicchiere un goccio, che dopo diversi no, mi sentii quasi obbligata a farlo. Sentivo che lui mi toccava la schiena, e scendeva nella gonna, per entrare nella fessura del culo, io cercavo di far finta di niente, e cercavo di divincolarmi da quella presa, ma non fu possibile, gli altri potevano accorgersi, e io mi vergognavo.
Un suo amico mi disse di fare loro compagnia, e di prendere un bicchiere per me, e bere con loro. Lui mi spinse a farlo, e io dovetti accettare, perché sicuramente lui si sarebbe arrabbiato. L'alcol andò giù, forzato, ma li bevvi quei due dita di quel liquido, controvoglia.
L'effetto dell'alcol si fece sentire presto, lui mi vide che non ero sobria, e comincio dinuovo a toccarmi, ma non più dietro la schiena, ma mi mise la mano tra le cosce, e sollevandomi la gonna quasi alle mutande. Io non volevo, ma stranamente ero eccitata dalla situazione, vedevo i tre che guardavano quello che mi stava facendo. Io Non stavo capendo più nulla, e mi ritrovai senza camicetta, e in mutande. Vidi che i tre si stavano spogliando, avevano tirato fuori tre arnesi di carne mai visti prima, visto che finora ho visto solo quello del mio uomo.
Realizzai che stavano per farmi la festa, e che lui aveva organizzato tutto.
Quando i tre si presentarono davanti a me, con quei cazzi, che erano il doppio del mio uomo.
Mi rassegnai alla situazione, lui che mi invitava a prendere in mano quei cazzi, e di far vadere loro che ero la sua troia. Da lì a poco, mi portarono nella mia stanza da letto, e una volta sul letto, cominciarono a farmi la festa, io avevo paura, non sapevo cosa fare, cosa mi avessero fatto. Ero impaurita, ma anche eccitata, e non sapevo il perché lo fossi.
Mi sentivo un preda, che ormai aspettava il primo azzanno da parte di quei animali che avevo intorno.
Antonio, (il mio uomo), inizio le danze, e debutto con:... Ragazzi, facciamo di questa suora, una vera... TROIA.
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