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Lui & Lei

Liberamente a Cuba


di Membro VIP di Annunci69.it Occhidimare12
09.10.2023    |    468    |    7 9.3
"Ed eccomi qui a farlo!" disse, sospingendola verso le sponde del letto alle quali, chinandosi in avanti con la schiena, Veronica si teneva..."
C'è chi sceglie più soldi e chi sceglie più libertà. Libero apparteneva alla seconda categoria. Se è vero, come dicevano i latini, che in nomen omen, cioè che ciascuno ha il proprio destino e la propria personalità inscritta nel nome, quello di Libero era il più appropriato alla sua indole selvaggia ma docile. Libero aveva superato la cinquantina ma aveva il cuore di un ragazzo. Indomito. Di statura media, bruno di sguardo, di pelle e bruno ancora anche di capelli. Amava sognare e ripeteva a se stesso: "Non addentrarti nel sogno per fare sì che rimanga sogno". Viveva in superficie, a pelo d'acqua. Aveva avuto una moglie e due figli che ora vivevano lontano. O meglio, lui se ne era andato e ora viveva per conto proprio lontano dalla famiglia che aveva costruito e nella quale si era sempre sentito un estraneo. Non gli andava di competere con sua moglie che voleva primeggiare in tutto relegandolo al ruolo di bancomat. Il suo impiego in banca era davvero uno sbiadito ricordo dello status sociale che si era ritagliato dopo l'università solo per accontentare i genitori, oramai entrambi morti.
Si era lasciato tutto alle spalle Libero ma non il coraggio della libertà di vivere ogni giorno in modo diverso. Senza paure e tensioni. Mentre era al bancone di un bar a Cuba la riconobbe. Bellissima e diversa da tutte. Il suo sogno del liceo. Quella che mai aveva avuto la forza di corteggiare. Parlava con un'amica. Erano lì in vacanza?
"Ho imparato a fingere solo l'orgasmo ma non per prendere in giro l'altro ma per gratificarlo". Le sue labbra erano un piccolo argano che produceva armonie. Rosa, con piccole pieghette che le rendevano delicate come un fiore ed eccitanti come un filetto al sangue. Parlava del suo ex marito e di quanto oggi fossero impressionabili gli uomini. "Se ti dicono: tu spaventi gli uomini, rispondigli che gli uomini non si spaventano, tutti gli altri sì”. Le sussurrò avvicinandosi al suo orecchio destro, perfetto come un piccolo nautilus. "Libero!" urlò lei abbracciandolo. "Liberissimo!" rispose lui. "Ma che ci fai qui?" gli chiese Veronica guardandolo con occhi sorridenti e deliziose pieghe ai bordi della bocca. Quella bocca unica, riconoscibile, naturale e straordinariamente sexy e che almeno una volta ogni maschio della scuola aveva immaginato sul proprio giocattolo. Bella, non di una bellezza classica ma bruciante. Di media statura, seni grandi, pelle olivastra, ora abbronzata e delle gambe da ventenne.
"Con il buon carattere stai con tutti. Con il carattere di merda solo con i migliori!" Era il suo motto da giovane quando con il suo carattere libero e aperto si accompagnava ai più grandi del liceo classico di Milano dove era nata e cresciuta.
"Gli uomini temono le donne che non li temono. Vorrebbero comandarle ma non ce la fanno. Così le sviliscono, le invidiano, si ingelosiscono. Le uccidono. Vorrebbero essere forti e libere come loro ma non ce la fanno. Tendono a fare scelte rassicuranti, borghesi e a celarsi dietro la facciata berbenista. Quindi distruggono ciò che non possono dominare. Il maschio alfa è in agguato, sempre" così aveva detto tenendo un discorso nell'aula magna dell'istituto quando ancora si dibattevano temi sociali e si ascoltava il rock degli anni '70. Il tempo era passato. Libero, da uomo imborghesito, si era liberato di tutto e Veronica da femminista ribelle aveva continuato a combattere per i diritti delle donne ma senza disdegnare gli uomini. Ma solo i più belli che la corteggiavano da sempre. Si era concessa una vacanza a Cuba dove però ora tutto mancava, persino la carta igienica. Il mare era lo stesso di sempre. Azzurro, bellissimo ma la situazione in cui versava l'isola non era il massimo per viverci. Si raccontarono tutto. In un fiato, guardandosi negli occhi e osservando a vicenda l'uno la bocca rosa dell'altra muoversi come un sipario che si apriva in un nuovo orizzonte di esperienze da fare. "Come sei finito a vivere in una capanna con un buco nel tetto?" chiese Veronica una volta entrata a casa di Libero. "Non è un buco nel tetto. È il mio osservatorio personale per guardare le stelle dal mio letto e addormentarmi cullato dal loro chiarore!" chiarì spostando i capelli dalle spalle di Veronica e baciandole la nuca. "Ho scelto di essere libero. Di vivere alla giornata e di prendere quello che viene! E oggi sei venuta tu!" proseguì con la voce che tradiva già una chiara eccitazione in atto. "O meglio, non sei ancora venuta come intendo io ma farò del mio meglio perché tu venga" promise appoggiando il suo membro indurito alle natiche di lei. "Ho aspettato tanto per questo momento e pensavo non sarebbe mai arrivato. Al liceo fui uno dei pochi a non provarci con te" disse ancora Libero strusciandosi dietro Veronica. "E come mai? Avevi paura che ti dicessi di no?" gli domandò lei. "Provarci è da sfigati, riuscirci è da uomini. Ed eccomi qui a farlo!" disse, sospingendola verso le sponde del letto alle quali, chinandosi in avanti con la schiena, Veronica si teneva. "Ti ho sempre immaginato così: 'a pecora'. E devo dire che il tuo culo è esattamente come lo avevo pensato" le disse alzandole la gonnellina di morbida seta disegnata e cucita in sbieco a sottolineare l'ampiezza dei fianchi femminili e sensuali. "Voglio essere libero di fare quello che voglio con te oggi. Me lo devi!" le gridò smozzicando le parole e penetrandola da dietro. "Non ti devo niente! Niente. E se ti concedo il culo è solo perché va a me. Perché piace a me!" rispose lei muovendo il didietro come una sirena nell'acqua. Lui la sculacciò tanto da farle arrossare la chiappa destra come l'interno di un'anguria. "Vuoi punirmi? Fallo. Fammi sentire il tuo cazzo fino in fondo". Lui premeva più che potesse, tanto che da fuori gli avventori vedevano il capanno muoversi come durante un forte terremoto. Fecero sesso per giorni di fila. Alternandolo a cibo e risate. Libero cucinava l'aragosta piccante e Veronica lo guardava sorridendo e vogliosa di sentirselo ancora dentro. Consci entrambi che la felicità fosse semplice ma solo lontana dai ruoli e dalle convenzioni. Liberamente si appartennero ma senza pretendersi.
La felicità, in fondo è una piccola grande cosa.
Occhi vogliosi, mare chiaro,
labbra di rosa e una capanna sulla spiaggia che trema d'amore e di bruciante passione.
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