La luna giusta per uno scambio

Quella era la luna giusta per loro. Un concerto luminoso sugli abissi neri e fluttuanti. Il cielo sopra e il mare sotto. Lei, con i capelli castano cenere che si gettavano giù, sul suo petto depilato e abbronzato, sopra; i seni all'insù spinti dalle mani di lui, sotto. Sulla sabbia, di notte... e lontano gli echi di una festa appena finita. Si erano annodati e rotolati come crotali del deserto, fino ad allora. "Ho bevuto troppo gin!" esclamò all'improvviso Perla guardandolo negli occhi, sfuocati di notte e di cocco d'estate. "Come sono finita qui, con te? Non ricordo. Eravamo al festival, la musica era alta e poi...". "E poi mi hai abbracciato e abbiamo ballato. Ho sentito queste tettine pungenti contro il mio corpo e non ci ho capito piu nulla. Guardale, sono perfette, una coppa di champagne... no, anzi, una coppetta di granita gelida e rinfrescante. Aspra di arancia rossa e dolce di sole" disse José. "Cavolo, ti sapevo danzatore di salsa non poeta!". "Io sono tutto, quando voglio. E volevo te!". Alle prime luci dell'alba, Perla rientrò al villaggio e così fece José. In completo silenzio e in complice clandestinità. Entrambi erano fidanzati. Entrambi arruolati come animatori su quell'isola in cui ogni estate sbarcavano centinaia di giovani da tutto il mondo per poter fare la stagione. Ciascuno nel proprio settore di competenza. Gustavo, il ragazzo di Perla, era uno chef apprezzato e conosciuto da tutti. Da tutti coloro che ogni giorno degustavano i suoi piatti ricercati ma realizzati con ingredienti semplici e locali. "La Sicilia offre tutto in cucina. Ogni ingrediente ha il mare e il sole dentro" diceva ai turisti. Carla era invece un'importante sommelier che dal Nord scendeva ogni anno giù per far apprezzare i vini autoctoni che amava particolarmente decantare ai tedeschi privi di ogni gusto sopraffino. "Le note profumate di questo bianco mi intridono l'anima oltre che i sensi" diceva, poi, parlando con Gustavo con il quale da sempre aveva una grande intesa. Gustavo e Carla in cucina. Perla e Josè sulla pista da ballo. Perla era una dj acclamata che girava il mondo suonando la sua musica elettronica. José un ballerino di salsa cubana trasferitosi in Italia. Tra le due coppie vi era amicizia, complicità e allegria. Ogni tanto, a turno, qualcuno di loro faceva notare la complicità delle coppie scambiate. "Gustavo e Carla parlano solo di cibo!" aveva detto scherzando Perla più di una volta. "Il mio ragazzo pensa solo a danzare e alla musica di Perla. Passa piu tempo con lei che con me!" aveva sottolineato Carla diverse altre volte. Ora Perla e José si erano davvero avvicinati e si scambiavano sguardi infuocati ad ogni occasione. Dopo la notte di sesso sulla spiaggia custodivano il segreto del tradimento nutrendo entrambi, forse, anche un celato senso di colpa nei confronti dei rispettivi partner. Gustavo e Carla leggevano nei loro occhi quella passione pronta di nuovo a divampare senza preavviso? Coglievano nei loro gesti quel tipico ricercarsi degli amanti? La situazione era stranamente sotto controllo. Calma. Ebbra di fascino oscuro. L'occasione di un confronto a quattro arrivò una domenica dopocena, quando le due coppie si ritrovarono sulla spiaggia a bere insieme. Birra gelata, poi gin tonic e gin lemon come se piovesse. E per tutti, d'un tratto, il velo dell'inibizione e del silenzio cadde. "Eccoti l'anello con il turchese che avevi perso" disse Gustavo alla sua compagna porgendole il gioiello ritrovato. "Non guardarmi così sorpresa. L'ho trovato tra la sabbia. Deve esserti caduto mentre ti rotolavi con José, la sera della festa!". "Sappiamo tutto di voi!" aggiunse Carla. José rimase in silenzio. "Non preoccuparti, caro. Non sei l'unico che ha il sangre caliente, qui. Anche Gustavo ed io ci siamo concessi la stessa notte di passione. Sotto la stessa luna" affermò Carla sfiorando le mani dell'amico. "Che ci sia passione tra tutti noi è innegabile. Evidentemente doveva sfogare in qualche modo. Ci siamo solo scambiati di coppia. Che male c'è!?" chiese Gustavo. Perla e José non dissero niente. Anche quando i loro rispettivi compagni iniziarono a baciarsi e a toccarsi. Proprio lì dove né sole né luna arrivano mai. "Non c'è niente che un po' di gin non possa sistemare" continuò Gustavo, accarezzando da dietro i capezzoli induriti di Carla, già visibilmente eccitata e pronta a darsi con voluttà allo chef che con la 'carne' aveva una certa dimistichezza. Lo spettacolo dei due disinibiti amanti, dapprima li pietrificò ma poi fece sciogliere anche José e Perla che in un batter d'occhio si ritrovarono nudi e vogliosi, l'uno dentro l'altra. Le donne gemevano di piacere e gli uomini, penetrandole in tutti i modi, affermavano la loro diversa ma forte indole dominante emettendo suoni rochi da pre-orgasmo maschile. Una coppia di fronte l'altra, nell'oscurità della notte. Rischiarata dalla luna, la luna giusta per quell'intenso e sensuale scambio tra amici. All'alba si ritrovarono abbracciati. "La cosa strana è che mi sono addormentato con Carla e ora mi ritrovo abbracciato a José. Forse c'è stato uno scambio nello scambio!?" chiese ridendo Gustavo. "Chissà!? Può essere. Magari con l'oscurità ci siamo confusi e..." rispose con ironia José. "Uhm, no. Zitto, non lo dire. Così sarebbe troppo! Per ora va bene scambiarci le donne. Più avanti si vedrà!" ribatté Gustavo. "Ma sì, siate fluidi. Come noi" risposero Perla e Carla baciandosi appassionatamente e sfiorandosi dappertutto la pelle. Quella pelle vellutata, profumata di voglie e che per tutta la notte la luna, complice di tutti quelli che si amano, aveva furtivamente accarezzato, assecondando, a sua volta, il flusso del desiderio degli amici-amanti.