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Puttana a sorpresa


di pamyzi1
21.08.2021    |    18.234    |    18 9.8
"Non sentendeno io alcuna mano sul mio corpo (cio’ che a quel punto mi apsettavo, e forse cominciavo a desiderare), mi girai incuriosita..."
Quando ho aperto il piccolo pacco arrivato per posta, ho capito che ero nei guai. Ovviamente senza mittente, con il mio nome e indirizzo scritto a mano. Dentro, un tanga nero e un top attillato, con uno spacco ovale sulla schiena. Una sorpresa, ma non gradita.

Tutto era cominciato la settimana precedente, quando all’improvviso lo schermo del mio computer era diventato rosso con una sola scritta bianca; “catturata!”. Le avevo provate tutte per riprendere possesso del computer, ma senza successo. Il mio lavoro, le mie foto, alcuni documenti di famiglia…. tutto bloccato dentro il computer, tutto inaccessibile. La rabbia era diventata paura quando ho capito di essere vittima di un ricatto. Il messaggio successivo era apparso direttamente dalla mia stampante, attivata senza il mio intervento… “Comportati bene, segui le nostre istruzioni e in pochi giorni riavrai accesso al tuo PC. Riceverai un pacchetto nella posta, seguiranno istruzioni..

Ma come, ho pensato, non vogliono soldi? Ero veramente preoccupata.

Ed eccoci dunque al tanga nel pacchetto. Che significava? Ho pensato che nel mio computer c’erano foto un po’ pepate del mio fondoschiena…. Sodo e sexy come è, a volte non resisto a scattare qualche foto del mio bel culo allo specchio! Quei maiali devono averle viste e chissà che idea si sono fatti…

Nel pacchetto c’erano anche delle istruzioni: “indossali, mettiti tacchi alti e recati all’indirizzo qui sotto, Domenica prossima alle 22:00”

Quella sera me lo provai davanti allo specchio grande e in camera mia… mi stava a pennello, e il mio bel culo scolpito e abbronzato faceva come al solito la sua porca figura. Era chiaro che chi aveva acquistato il tanga per me aveva preso bene le mie misure… Forse mi avevano spiato da giorni attraverso la webcam del mio computer a mia insaputa? Devono avermi visto fare gli esercizi mezza nuda alla mattina, quei maiali! Magari si sono pure segati di nascosto…

Ora quei porci avevano in mano il mio computer, i miei dati, le mie foto. Che fare? La verita’ e’ che non avevo scelta, e lentamente un senso di sottomissione si impadroni’ di me.

Domenica mattina mi svegliai agitata. Era il giorno. Quella sera mi sarei presentata all’indirizzo indicato, indossando i pezzi che mi avevano mandato. Non sapevo che aspettarmi, ma la cosa cominciava a incuriosirmi, forse anche a eccitarmi. La mia voglia di essere guardata, spiata, desiderata era sempre forte in me. Sapere che qualcuno, da qualche parte, si sta segando pensando al mio bel culo mi eccita da morire. Forse quella sera non sarebbe stata poi molto diversa da tante feste dove mi sono trovata addosso gli occhi dei tanti maschi arrapati?

La giornata passo’ cosi’, in agitazione, Mi feci un bel bagno caldo nel pomeriggio, una depilatura completa, una bella oliata con il olio da massaggi preferito. Mi guardai ancora allo specchio: una bella gnocca, nienta da dire. Finalmente mi infilai il tanga, il top e le scarpe a tacchi alti. Tutto sembrava studiato per metter in risalto il mio fondoschiena. Ero pronta per il macello, pensai.

Un paio di ore dopo stavo scendendo dal taxi, di fronte all’indirizzo. Un portone di legno, alto, scuro, anonimo. Mi avvicinai con trepidazione, e finalmente trovai il coraggio di bussare. Subito il portone si apri’. Di fronte a me un uomo di mezza eta’, alto, con un bel completo nero e guanti banchi. Un maggiordomo, pensai.

“Buonasera”, mi disse subito, porgendomi la mano per farmi entrare.

Io entrai piano, in quella che sembrava l’anticamera di un palazzo di lusso. Il maggiordomo chiuse piano la porta dietro di me, e mi porse ancora la mano.

“Vuole lasciare il suo soprabito con me?”, mi chiese gentilmente.

Ero confusa, non sapevo proprio come comportarmi. Senza pensarci mi sfilai l’impermeabile che avevo indossato in tutta fretta a casa e glielo porsi. Rimasi li’ di fronte a lui, vestita solo del top aperto sulla schiena e di quel magnifico tanga che avvolgeva le mie chiappe sode. Lui non guardo’ neppure, e prese l’impermeabile. Fece solo un breve cenno con la testa, mentre scomprave dietro una piccola porta. Stavo ancora li’ in piedi, incerta su che fare. In qualche modo imbarazzata da quanto ero esposta, ma naturalmente anche eccitata dalla situazione.

Pochi minuti dopo il maggiordomo ricomparve, senza il mio impermeabile. In mano reggeva qualcos’altro, pero’. Mi sentii il sangue gelare.

Si avvicino’ piano verso di me, e mi porse il collare mentre con la mano teneva in mano il guinzaglio attaccato.

“Mettiti questo al collo Puttana!Dunque a questo eravamo arrivati? Puttana. Questo ero diventata? Eppure ero li’ contro la mia volonta’… Subito sentii uno schiaffo forte sulla natica, e mio malgrado mi avviai verso la grande porta di legno di fronte a me. Prima che la porta fosse spalancata, notai che il tipo che mi aveva ordinato di indossare il collare ora passava il guinzaglio ad un bel maschio atorso nudo. Mi girai per guardarlo meglio: indossava un paio di pantaloni in pelle nera, aperti sul davanti… Nel senso che vedevo il suo grosso uccello penzolare fuori dai pnatloni, con le palle depilate. Era di notevoli dimensioni, ma non eccitato. Il suo viso appariva serio, forse triste, melancolinio. Rassegnato, ecco. Reggeva il mio guinzaglio senza tanto entusiasmo, come se si appressasse ad una routine nota, contro la propria volonta’. Colsi comunque il suo sguardo posarsi sul mio bel culo, e in qualche modo mi rallegro’.

La porta finalmente si pari’, e di fronte a noi si manifesto’ un gigantesco salone da pranzo, con molti tavolini tutti pieni di commensali rumorosi. Sembrava la sala di un ristorante, ma ovviamente si trattava di festa privata. Attorno ai tavoli si aggiravano lentamnete varie coppie come la nostra: un uomo giovane, con bel fisico, uccello di fuori, che regge un guinzaglio attaccato al collare di una giovane fanciulla decisamente in abiti sexy. Tutte le ragazze erano a seno coperto o con il culo ben in mostra, tutte molto belle e in varie misure imbarazzate. I commensali erano vestiti elegantemente, signori e signore di una certa eta’, chi grassoccio, chi pelato, tinto, ingioiellato, e no. Chiaccheravano tra se’, mangiavano lentamente, bevevano da calici sempre pieni. E alle volte degnavano lo sguardo su un piao di tette, su un bel culo sodo, su un cazzone.

Fu il nostro turno di muoverci. Il maschio dietro di me, mi diede una piccola pacca sul culo, come a indirizzare la vacca che ero diventata. Ci muovemme verso i tavoli, attirando i primi sguardi. Con la coda dell’occhio, vidi un signore ad un tavolo vicino allungare con tranquillita’ la mano e porla sul culo di una ragazza giovanissima che stava passando accanto al suo tavolo: il maschio dietro di lei le tiro’ istantaneamente il guinzaglio, costringendola a fermarsi, e il signore al tavolo continuo’ ad accarezzarle lentamente ma con morbosa insistenza il suo bel culo. Vidi che lei si abbasso’ piano, inarcandosi in avanti per porgere meglio il proprio sesso al signore, che subito la infilzo’ con un paio di dita.

Noi continuammo la nostra camminata. Mi sentivo carne da macello, un culo in vendita. E la cosa cominciava ad eccitarmi. Mi girai un poco, evidi che l’uccellone del mio mascio era sembre bello moscio. Evidentemente era abituato a tutto questo, e non gli faceva piu’ effetto. Passammo accanto ad un tavolo con tre signori grassocci, sulla sessantina. Uno si gior’ appena e vidi il suo sguardo posarsi brevemente sulle mie tette. Poi lo vidi guardare dietro di me. Volevo continuare a camminare, ma dopo pochi passi sentii che il maschio che mi teneva al guinzaglio si era fermato all’improvviso. Non sentendeno io alcuna mano sul mio corpo (cio’ che a quel punto mi apsettavo, e forse cominciavo a desiderare), mi girai incuriosita. E vidi la mano di uno dei vecchi al tavolo che stava accarezzando piano l’uccello del mio maschio… Lo vidi muovere la sua mano su e giu’ mentre quello diventava un poco piu’ eretto. Lo accarezzava, non lo segava propriamente, ma la scena eccitava anche me.

Dopo poco che li guardavo, sentii una nuova sculacciata sul culo. Era uno degli altri signori al tavolo e lo guardai con aria lasciva, perche’ ero ormai eccitata. Lui mi sculaccio’ ancora e vidi la sua bocca muoversi piano: “prendimelo in bocca”Il vecchio si era fatto capire bene. “Prendimelo in bocca” aveva detto piano, accennando una smorfia di chi no sa trattenere la propria eccitazione. Eravamo fermi, con il mio maschio che mi teneva ferma col guinzaglio, mentre l’altro vecchio al tavolo continuava ad accarezzargli il grosso uccello.
Non avevo scelta, era ovvio. Mi guardai attorno per vedere se altre stavano facendo qualche cosa di simile, ma non vidi nessuna intenta in pompini. Vidi invece una signora di una certa età piegata a leccare con passione la grossa verga di uno dei ragazzoni in piedi. Eccitante. La ragazza al guinzaglio si toccava mentre diceva qualche cosa alla signora, ma non riuscivo a sentire cosa.

Sentii una mano forte posarsi sul mio culo sodo e massaggiarlo con insistenza. Era la mano del signore al tavolo, quello che mi aveva ordinato di prendergli il cazzo con la bocca. Brutto porco, ti eccita il mio culo da modella, vero? Lo pensai solo, perché ancora intimorita dalla situazione. Mi sentii spinta verso il basso mentre il mio maschio abbassava con forza il guinzaglio per spingermi a terra.
Decisi di non opporre resistenza, sarebbe comunque stato inutile… A terra mi ritrovai accovacciata con la faccia di fianco alle palle del vecchio. La sua mano sempre sulle mie chiappe, sentivo piccole e frequenti sculacciate… Lo stavo eccitando, lo vedevo fissando il suo cazzo. Si alzava piano. Sentii la sua seconda mano afferrare il mio seno…. e sapevo che avrei dovuto mettermi in azione subito.

”Sei una bella vacca da montare, lo sai vero?” Mi disse. Io annuii, e la cosa mi sorprese. Non me lo aspettavo, è stata una reazione automatica. Dunque ero ora una vacca, e chiaramente mi sarei fatta montare.

”Leccami ora, troia!”. Mi sentii strattonare ancora più vicino al suo uccello, la mia faccia ormai su di lui, tanto che doveva sentire il mio respiro sulle sue palle. Deglutii, pronta a mostrargli la vacca che desiderava. Fu in quel momento che con la coda dell’occhio mi accorsi che una signora al tavolo aveva tirato fuori il suo telefono e mi stava filmando. Ebbi uno spasmo improvviso di panico, questo non me lo aspettavo! Sarei risultata riconoscibile nel video, il mio viso era scoperto, ero mezza nuda, in ginocchio, al guinzaglio di fianco ad un cazzo sempre più in tiro…. mi avrebbero ricattata a vita, almeno fino a quando sarei diventata la vacca di tutti….

Tirai fuori la lingua e cominciai a leccarlo piano, come fossi nata per fare solo questo, mentre le sue pacche sul culo si facevano più forti e frequenti. Chiusi gli occhi e continuai a leccare l’asta e le palle. Volevo essere una brava vacca, perché sapevo mi avrebbero montata.Leccavo.
In ginocchio, mentre lui mi teneva una mano sul culo. Con la coda dell’occhio continuavo a vedere la signora intenta a filmarmi con il suo telefonino. Anche lei eccitata dalla scena, o forse dal bel maschio seminudo che mi teneva al guinzaglio. Piu’ sentivo odore di cazzo, piu’ mi eccitavo anche io, e decisi che avrei fatto venire quel maiale sulle mie tette, per poi farle vedere per bene alla signora ormai in piedi di fianco a noi.
Cominciai a passare la lingua sulle palle del vecchio, lentamente, con convinzione. Gliele stavo pulendo con la lingua. Lo sentivo pulsare mentre spingevo la leccata alla base delle sue palle gonfie, per poi velocemente ritornare con la mia bocca calda sul suo cazzo duro, fino a ingoiargli la cappella e l’asta. Un pompino da troia, da esperta vacca, come non ne avevo mai fatti prima. Ancora una leccata profonda, fino alle palle, a sentirne l’odore.
La signora si avvicinava lentamente, continuando a inquadrarmi nel suo telefono mentre succhiavo l’uccello del vecchio. La sua mano si avvinghia sul cazzo duro del maschio dietro di me. Lo prende come se non avesse mai afferrato un cazzone così bello, così grande, così duro. Lo stringe, lo scappella, lo sega velocemente. Lo guarda con adorazione, lei lo vorrebbe in bocca, ma forse si vergogna. Chissà da quanto tempo non prende un uccello in bocca.
Smetto per un istante il mio lavoro da puttana, alzo la testa per guardare la signora negli occhi. E’ anziana, avrà più di 60 anni, ma e’ porca. Lo tiene stretto, lo sega, lo guarda con la voglia di una ventenne.

Mi sento strattonare con guinzaglio, e capisco che e’ ora di continuare a succhiare, a leccare, a servire l’uccello di fronte alla mia faccia.
Lo prendo tutto in bocca, fino a sentire la punta toccare il fondo della mia gola. Faccio per deglutire, e sento che gli piace. Ora ti faccio venire maiale, pensai. Dentro e fuori dalla mia bocca calda, una bocca da puttana, da pompare come un buco di culo. Il vecchio ora mi tiene la testa con due mani, spinge, grugnisce come un animale che monta la sua troia. Mi tiene forte, mi tira a se’ fino a che le mie labbra toccano le sue palle, con tutto l’uccello in bocca. Questo è il momento, pensai. Come un’esperta pompinara d’autogrill, tiro fuori la lingua e gli lecco ancora la base delle palle, mentre il suo cazzo e’ in fondo alla mia gola. Deglutisco. Lui viene subito. Lo tiro fuori e lo vedo spruzzare il suo caldo sperma sulle mie tette nude.
Che puttana! Mi guardo attorno e vedo che molti vicino a noi sono in piedi con i loro cellulari puntati su di noi. Chissà cosa sara’ di me dopo che questa scena apparirà ovunque si internet…

All’improvviso, un forte gong suona limpido nella stanza. Tutti si siedono, e io sento il mio maschio strattonarmi per farmi alzare in piedi davanti a se’. Anche la signora si sente costretta a mollare la presa del suo grosso uccello, ancora dritto e duro come un tronco.
E’ chiaro che sta per succedere qualche cosa, perché’ percepisco eccitazione generale. Ora tutti alzano un segnale, una paletta di legno con un numero sopra. Molti numeri, ma uno e’ ricorrente: 52.
Un voce forte proviene da un piccolo palco in fondo alla stanza: “52 vince!”
Tutti in piedi a battere le mani, mentre molti approfittano per dare un’ultima sculacciata forte al culo della puttana di fianco al proprio tavolo, o un’ultima smanacciata al cazzo del maschio dietro di lei.
Cosa significa “52 vince”?
Il mio maschio mi strattona ancora, e mi fa muovere. Mentre camminiamo lentamente, si piega al mio orecchio e sussurra “complimenti, puttana”.
L’applauso non si placa, tutti ci guardano mentre camminiamo tra i tavoli, verso il palchetto. Mi accorgo solo ora che siamo gli unici a muoverci. Ho ancora lo sperma del vecchio sulle tette nude, il mio culo sodo e abbronzato e’ ben in mostra mentre si muove come quello di una troia da marciapiede. Mentre passiamo tra i tavoli, molti allungano la mano e mi palpano il culo, le tette, tutto. Mi sento come carne da macello, e mi piace.

Saliamo sul palco, e solo ora mi accorgo di avere un ciondolo attaccato al mio guinzaglio. Un ciondolo tondo, con sopra inciso un numero. Il numero e’ 52. Ero diventata la Puttana della festa....ed era solo all'inizio ...........continua.............commenti [email protected]
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