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il Sig.Lorenzo mi punisce con sorpresa 3


di pamyzi1
16.03.2020    |    13.888    |    6 9.4
"- Adesso riempiamo le budella di questo infuso alla camomilla, sarà un bel clistere rinfrescante, e le ripulirà di ogni scoria non ancora espulsa al loro..."
Stavo subendo dei gran colpi e il mio povero sedere era in fiamme, rosso per le cinghiate e dolente per il grosso plug che lo dilatava, le labbra della fica erano gonfie, avevo gli occhi colmi di lacrime.
Per fortuna il signor Lorenzo aveva smesso di colpirmi e potevo tirare il fiato.
Restavo col batticuore e l'affanno, stesa a pancia sotto sul grosso bracciolo della poltrona, la testa fra le braccia e il viso affondato nel cuoio lucido e odoroso del cuscino di seduta.
Non osavo muovermi o alzare la testa nel timore che riprendesse a fustigarmi, il suo respiro pesante e quello rapido del cane, erano gli unici rumori nella stanza.
L'aria si era fatta greve alle narici, l'odore pungente del sesso, il sudore dell'uomo e l'afrore surriscaldato dell'animale la saturavano.
Lorenzo si mosse, come aveva già fatto prima, lo sentì allontanarsi e cercare qualcosa in uno dei cassetti della madia, poi fare ritorno.
Sobbalzai quando avvertì qualcosa di freddo sforarmi una natica.
- Non spaventarti puttanella, questa è solo crema. Ora te la spalmo su questo bel culetto. E' un prodotto tedesco di straordinaria efficacia. Un potente disinfiammante, che ti renderà, in pochi minuti, come nuova l'epidermide del fondo schiena. -
Così iniziò a spalmarmi la crema sui glutei, con un massaggio lento e accurato: era assai rinfrescante, in effetti non aveva mentito, l'effetto balsamico del prodotto si percepiva immediatamente.
Me la spalmò su tutta la zona arrossata, anche sulla topina tanto maltrattata: era veramente un tornare alla vita, provavo quasi gratitudine per quell'attenzione gentile e inaspettata.
- Grazie signor Lorenzo, questa crema è davvero miracolosa, sento già che il mio culetto e la mia topina non bruciano più. -
- Lo so bene puttanella, è un composto di erbe di grande potere rigenerativo, pensa che viene impiegata per lenire ustioni di secondo grado dei tessuti. -
- Le sono davvero grata, oserei chiederle un'ulteriore grazia: se potesse sfilarmi questo grosso plug dal retto, perché mi sento smuovere l'intestino e il bisogno di fare pipì 'sta per farmi esplodere. -
Era il mio momento fortunato, perché non oppose un diniego, senza aggiungere altro iniziò a sfilarmi l'oggetto dall'ano. Lo fece delicatamente: nell'uscire, il giocattolo erotico, provocò un leggero rumore, come uno schiocco umido di ventosa.
In quella si udì bussare alla porta: - Avanti! - disse ad alta voce Lorenzo.
Sull'uscio comparve il signor Herman, con l'aria allegra di chi si rechi a un festino, come aveva promesso, sbrigate le sue faccende, ci aveva raggiunto: entrando salutò cordiale Lorenzo, che ricambiò il saluto.
- Bene, amico mio, vedo che ha già iniziato il lavoro di correzione sulla giovane sgualdrina. - disse Herman.
- Si mio caro, ci siamo portati avanti in attesa del suo arrivo. - Lorenzo aveva ancora in mano il plug estratto dal mio budello.
- Come può vedere, mio esimio collega, stavo giusto constatando la vergognosa condizione in cui versa l'intestino di questa depravata. - Nel dire queste parole mostrò all'altro le tracce di deiezioni che erano rimaste, con grande evidenza,sull'oggetto.
- Oh! Vedo. Ma è disgustoso! - rispose Herman con una smorfia. - E' evidente che la viziosetta oggi non ha ancora liberato l'intestino. Quindi ogni pratica volta a rieducarla che comporti introduzioni rettali, diverrà difficoltosa e fin ripugnante. -
- Sante parole amico mio, sarebbe anche cosa profondamente antigienica: quindi, prima di procedere oltre, sarà necessario purificare la zona. Lei concorda con me, vero? -
- Concordo senz'altro caro Lorenzo: mi rimetto alla sua illuminata esperienza per risolvere. rapidamente, questo spiacevole intoppo. -
Questo discorso tra loro, mi mise in agitazione. Quale diabolico nuovo tormento da infliggermi, avevano in mente i miei aguzzini? Una vampata di calore: adrenalina da paura, mi avvolse le membra.
Lorenzo si attivò, dirigendosi ancora verso la solita zona della cucina, dove lo sentì trafficare tra sportelli dei pensili e stoviglie.
- Tu non muoverti da lì piccola sudiciona, che arrivo in un attimo. - Mi intimò vociando dal fondo della stanza.
Sentivo che riempiva d'acqua un recipiente, forse una pentola, poi lo scatto di un accendigas elettrico: pensai che avesse messo dell'acqua a scaldare sul fuoco di un fornello.
Herman nell'attesa si dedicò a me: - Allora, giovane sciagurata, sempre convinta di avermi visto compiere le nefandezze che hai detto, all'interno della stalla? -
Era infido e irritante come uno scorpione: - Certo signor Herman, lo sa bene anche lei ciò che ho veduto, i miei occhi funzionano benissimo. - Le sue iridi si indurirono come pietre: avesse potuto incenerirmi con lo sguardo, mi sarei sbriciolata in polvere all'istante.
- Vedo che la tua natura perversa, ti porta a proiettare nella realtà le sudicie fantasie che crea la tua mente. Persisti imperterrita nelle tue calunniose allucinazioni. Bisogna assolutamente correggere questa vergognosa inclinazione del tuo animo. La tua fortuna è che io e Lorenzo siamo qui per rimediare: impediremo che tu possa far danno, diffondendo falsità infamanti, ci occuperemo di rieducare la tua indole dissoluta. -
Nel dire queste parole, mise le mani su ciascuna delle mollette che avevo fissate ai capezzoli e iniziò a tirarle verso sé: il dolore al seno che per l'abitudine si era mitigato, si risvegliò di colpo, il bruciore mi fece guaire.
- Amico Lorenzo, ahimè, questa spregevole puttanella è irriducibile. A che punto siamo con la preparazione di quanto occorre per procedere nella nostra opera rieducativa? -
- Ci siamo, mio buon Herman, l'acqua è giunta ai ventotto gradi richiesti: vi ho messo in infusione due bustine di camomilla, ora la travaso nella sacca da un litro dell'enteroclisma e possiamo procedere alla purificazione della polla anale. -
Si apprestò alle mie spalle con tutta l'attrezzatura: una piantana metallica con gancio su cui appese la sacca con la preparazione liquida calda. Da essa partiva il gommino di circa un metro e mezzo che terminava con una cannula in plastica rigida, lunga una spanna.
Mi fu chiaro che aveva intenzione di praticarmi un clistere.
Mi diede due sberle sonore sulle natiche: - Tieniti le chiappe aperte troietta, che devo infilati la cannula in questo bel culetto. -
Mi agguantai i glutei con le mani, scostandoli e lasciando esposto il mio buchetto bruno.
Lorenzo intrise la cannula fra le labbra della mia fighetta, erano ancora intrise del mio succo, la bagnò perché fosse lubrificata in abbondanza, poi iniziò a introdurmela nell'ano. Era lunga e dura col beccuccio arrotondato e due forellini in punta, con un movimento lentamente oscillante la affondo interamente. Poi apri il rubinetto posto sul gommino e il tepore del liquido che iniziava a fluire, si espanse nel mio ventre.
- Adesso riempiamo le budella di questo infuso alla camomilla, sarà un bel clistere rinfrescante, e le ripulirà di ogni scoria non ancora espulsa al loro interno. Il liquido defluiva lentamente, sentivo l'intestino riempirsi, il fastidio alla vescica gonfia si acuiva maggiormente. -
- Sigh! Mi scappa tanto la pipì, non la tengo più. - invocai con una nota di disperazione.
- Zitta e trattieni, quando il clistere sarà esaurito, potrai raggiungere il bagno e liberarti interamente. -
Era veramente una sofferenza, anche l'intestino iniziava a rimescolarsi, il disagio si faceva urgenza.
Mentre stavo col culetto all'aria, la cannula che lo infilzava e le mani che tenevano aperte le natiche, Herman prese posto sulla poltrona su cui ero prona: sbottonò la patta dei calzoni e mi presentò agli occhi il sesso in erezione.
Il porco si era certamente eccitato nel vedermi subire quel mortificante clistere. Mi trovai la sua asta di carne turgida davanti al viso, la sua mano mi afferrò i capelli alla nuca e guidò il cazzo alle mie labbra.
- Succhia, porcellina: ingoialo tutto che ho voglia di sborrarti in quella bella bocca da pompini che hai, gran puttanella che sei. -
Per costringermi mi serrò le natici con due dita: fui costretta a spalancare la bocca e il suo sesso me la riempì.
Prese a farmi muovere la testa accompagnandola con la mano, non potevo fare a meno di ricevere quella verga fino in fondo alla gola, per la sollecitazione all'epiglottide iniziai a produrre una gran quantità di saliva, in un attimo le bave inzupparono il pene e i testicoli.
Aveva un sapore asprigno di selvatico: quel sesso era stato nell'ano di Gertrud meno di un'ora prima, l'aveva riempito di sperma mentre lei succhiava il mostruoso cazzo del cavallo, di certo non aveva poi provveduto a farsi un bidet.
Era ripugnante, ma non potevo fare altro che surgerlo, irrorandolo di saliva densa.
- Guarda come succhia e sbava bene la puttanella, anche con la cannula del clistere che gli piscia nel culo, quando gli si da il cazzo da ciuccira non lo rifiuta. -
Lorenzo commentava, con volgare sarcasmo, quel pompino che stavo attuando contro la mia volontà. Per non restare con le mani in mano, iniziò a smuovere la cannula nel mio retto e con l'altra mano a stimolarmi il sesso, introducendovi un paio di dita.
Le mie mucose vaginali e anali, estremamente sollecitate dalle precedenti vicissitudini, erano divenute ipersensibili: dopo poco, per l'effetto dilatante del tubetto mosso nello sfintere e la carezza profonda delle dita nella fighetta, iniziai a bagnarmi.
- E' veramente una viziosa piena di lussuria, stimato Herman. Un vera cagna in calore: dovrebbe sentire come sta colando succo caldo qui tra le mie dita. -
Herman reggeva il mio capo con due mani, per non farmi perdere il ritmo di quel sesso orale, sentivo il suo pene pulsare di eccitazione sulla mia lingua.
- E' vero quello che dice il signor Lorenzo puttanella? Ti piace molto il cazzo in bocca? -
Risposi con un verso gutturale, non potevo certo spiccicare parola con quello grosso arnese che stavo ingoiando.
Avrei voluto dire che non era così, ma quello che mi faceva Lorenzo mi stava letteralmente destabilizzando: la sensazione nello sfintere era di uno stimolo devastante, quella nella figa mi faceva squagliare, il tutto veniva amplificato dal bisogni di orinare e da quello crescente di liberare l'intestino, era un turbine di pulsioni carnali esasperate.
Era paradossale ma l'insieme di queste sollecitazioni contrastanti mi stava portando all'orgasmo, lo stesso odore greve, del sesso di Herman, contribuiva a eccitarmi i sensi.
Mi sentivo sporca e colma di sfrenata lascivia, ora lo stalliere non aveva più bisogno di guidare la mia testa nella fellatio, la muovevo di mia volontà, affondando tutto il sesso in gola, portando le labbra a sfiorare i peli del pube nella foga di ingoiarlo.
Le endorfine del piacere, avevano superato la soglia del fastidio e del dolore, anzi, come sovente accade, la soglia del male esacerbata può mutare e trasformarsi in un'onda orgasmica smisurata.
Iniziai a emettere dei versi osceni, spandendo fili di bava, mentre l'orgasmo mi scuoteva con violenza le membra.
Lorenzo intuendo che stavo godendo gridò: - Avanti piccola cagna: godì!!! E' questo che aspettavi sudicia puttanella: Te la allargo tutta questa figa fradicia di succo.
Affondò con colpi rapidi e ripetuti, le dita nella vulva che squirtava, sentì anche un piccolo getto di liquido sfuggirmi dall'ano e colarmi lungo le cosce.
Il signor Herman, con una serie di sussulti, venne e mi riempì la bocca di sperma bollente...............continua ..........per commenti [email protected].........
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