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Scambio di Coppia

La coppia della domenica


di Membro VIP di Annunci69.it nonnasexy67
24.01.2024    |    9.684    |    13 9.6
"Partimmo e vidi subito che le gambe di Mariella erano rivolte verso di me e feci anche io la stessa cosa, le misi la mano sul ginocchio toccandole le calze..."
Avevamo scambiato diversi messaggi con una coppia, ma dopo che ci aveva messi al corrente che loro erano amanti, lei separata e lui sposato con altra donna, ma che due anni si frequentavano assiduamente.
Scettica di poterli conoscere di persona, in quanto solitamente per le coppie di amanti gli orari e i giorni per gli incontri li possono avere durante i giorni feriali, così non davo molto peso ai vari messaggi, rispondendo ma con un certo distacco, quasi a rendermi antipatica.
Spesso era lei a scrivere, mi disse anche che a volte si vedevano nei fine settimana che lui riusciva a mettere delle scuse in famiglia e la raggiungeva a casa dove si divertivano, lei non aveva avute esperienze con altre donne ma provava molta curiosità.
Provammo ad organizzarci una prima volta, ma poi un’inconveniente ci fece saltare l’incontro una settimana prima, poi per un periodo non ci scrivemmo, facendo cadere nel dimenticatoio la possibilità di conoscerci.
Con sorpresa un giorno leggo un nuovo messaggio di lei che tornava a riproporci di conoscere, ci scambiammo i numeri di cellulare e prima un messaggino e poi la telefonata, una chiacchierata amichevole, parlando di diverse cosine in generale e poi visto che conoscevamo uno stesso posto dove si mangiava bene decidemmo di andare tutti e quattro e conoscerci proprio in quel ristorantino.
Prenotai un tavolo per quattro per la domenica, così gli confermai che avevamo il nostro tavolo e ci saremmo trovati li direttamente alle ore 12,45.
La mattina della domenica, io e mio marito ci preparammo senza mettere nulla di provocante da parte mia, nemmeno nulla di elegante, ci dovevamo conoscere, una bella giornata di sole invernale, quindi pensai di mettermi un intimo semplice, collant nero e gonna, mio marito un paio di pantaloni non eleganti e una maglia, diciamo semplici.
Verso le 12 partimmo e mandai un messaggio che eravamo in auto, anche loro ci avrebbero impiegato lo stesso tempo a metà strada per entrambi, quando arrivammo al parcheggio del ristorante c’erano già diverse auto senza nessuno a bordo, mentre stavo inviando un messaggio per chiedere se erano arrivati, vediamo fare ingresso un’auto con una coppia a bordo.
Scendemmo prima di avere una risposta, dirigendoci verso l’auto appena arrivata sicura che fossero loro, come vedo la donna scendere subito la saluto, ma lei con uno sguardo stupito mi guarda tirando indietro la testa e togliendosi gli occhiali da sole.
Per un attimo mi guarda con attenzione, tra me penso non sono loro, infatti lei scusandosi mi chiede se ci conosciamo, oddio no non sono loro penso e subito, mi scuso dicendole che l’avevo scambiata per un’amica, scusandomi ci salutiamo lo stesso e mi avvio verso mio marito che era a pochi passi dalla nostra auto.
Appena la coppia entrò nel locale con mio marito ci facemmo una risata, in fondo non c’era nulla di male e giustificandomi prontamente dissi che poteva capitare, sento il trillo del messaggio che ci avvertono che sono quasi arrivati, ed ecco spuntare un’auto entrare nel parcheggio.
Li guardiamo mentre fanno manovra, prima di essere precipitosa questa volta stiamo fermi, li vediamo scendere e ci guardano, faccio partire la chiamata per sentire se squilla il loro cellulare e vedo subito che lei mette la mano in borsa, si sente una suoneria, sono loro per fortuna.
Ci salutiamo e presentiamo, una certa tensione da parte di lei e subito racconto dell’accaduto, così ci facciamo una risata generale e ci rilassiamo tutti subito, poi io e lei ci diamo un bacetto sulle guance di nuovo e ci squadriamo vicendevolmente.
Anche i nostri uomini ci guardano da capo a piedi, lei anche indossa una gonna in pelle con delle calze nere uno stivale con un tacco non troppo alto, l’uomo è vestito sportivo, entriamo e mio marito chiede il nostro tavolo, ci sediamo noi donne in un lato e di fronte ognuna con il proprio uomo.
Ci cominciammo a guardare il menù secondo quelli che erano i gusti e visto che già ci avevamo mangiato sia loro che noi ordinammo le varie pietanze, lei molto curiosa di conoscerci e di sentirci parlare di vari incontri avuti cercando di avvicinarci per non far ascoltare nei tavoli vicini cominciammo a raccontare dei vari incontri, delle belle amicizie che si erano create, sempre facendo attenzione a non farci ascoltare.
Alternavamo discorsi di incontri e discorsi di vita quotidiana, scambiando battute e farci delle risate spontanee, avevamo molte cose in comune e da subito scattò un certo feeling, ma non azzardammo a fare qualche cosa che potesse imbarazzarci visto che il locale era affollato.
Non ci limitammo con le pietanze e senza renderci conto quando arrivammo a fine pasto con i caffè e ci portarono qualche liquore per digerire ci accorgemmo che si erano fatte le 16, il locale si era cominciato a svuotare, proseguendo a chiacchierare e scherzare.
Pagammo il conto alla “romana” e poi uscimmo con il sole che ormai ci stava salutando, ci avvicinammo alla loro auto, ci eravamo dette che sarebbe stato un incontro conoscitivo, ma tra me pensavo che avevamo trascorse delle ore piacevoli e sarebbe stato molto più bello se all’uscita saremmo andati insieme da qualche parte.
Lei mi lesse nel pensiero, guardando l’orologio, disse subito che per andare da lei ci avremmo impiegato circa 45 minuti, per andare da noi lo stesso tempo ed era un vero peccato, perché poi Gabriele doveva fare ritorno per le 19 in famiglia, ed non ci sarebbe rimasto molto tempo per giocare.
Mio marito propose di salire tutti in un’auto e farci un giro giusto per starcene tranquilli e continuare a chiacchierare in totale libertà, annuimmo tutti con la testa come fosse una buona idea e ci dirigemmo al nostro SUV, Io e Marisa ci sedemmo dietro e mio marito al volante con Gabriele avanti.
Partimmo e vidi subito che le gambe di Mariella erano rivolte verso di me e feci anche io la stessa cosa, le misi la mano sul ginocchio toccandole le calze chiedendogli se indossava autoreggenti o collant, lei subito disse che erano collant chiedendomi se invece io avevo le autoreggenti.
Mi sollevai un attimo per tirarmi su la gonna fino alla vita mostrandomi in collant anche io, lei mi guardava con attenzione mentre mi mostravo, poi gli poggiai nuovamente la mano sul ginocchio, Gabriele si era voltato a guardarmi, così feci scivolare la mano sotto la gonna di Mariella, che subito come avevo fatto io sollevando il bacino si tirò su la gonna fino alla vita.
Mio marito ci osservava dallo specchietto mentre Gabriele si era voltato per osservarci meglio, con la mano salii fino all’inguine e presi ad accarezzarla, anche lei sotto portava uno slip, mi guardava negli occhi mentre l’accarezzavo, ogni tanto rivolgeva lo sguardo verso Gabriele, ma vedevo che la cosa le piaceva.
Mentre Gabriele era preso dal guardarci mio marito arrivò nei pressi di un parcheggio fermandosi nella parte più libera e spegnendo il motore anche lui si voltò a guardare, io avevo la mano all’elastico del collant di Marisa, cercai di infilare la mano ma ero scomoda, lei si scostò per avvicinarsi, riuscii ad infilare la mano sotto il collant e raggiungendo la parte sotto dello slip, muovendo le dita lentamente accarezzandola e sentendo chiaramente nascosta sotto la patina calda.
Con il dito medio sentivo le forme sotto lo slip dello spacco delle labbra il piccolo bozzo che era a quel solco, giocherellavo con quella piccola protuberanza, finalmente anche la sua mano si poggiò sulla mia coscia accarezzandomela sul collant.
Gabriele intanto si era affacciato con il busto dietro e palpava i miei seni coperti dalla maglia e anche quelli di Marisa, io continuavo a passare il dito medio con una certa pressione da un lato all’altro della sporgenza del clitoride che sentivo chiaramente, provocandole ad ogni passaggio uno scatto involontario di Marisa che apprezzava.
Avevo l’elastico che mi stava segnando il polso gli chiesi se si fosse abbassate le calze e lo fece subito, scostandosi nuovamente e rimettendo la mano sua che potesse anche lei toccarmi infilando la mano sotto l’elastico del mio collant.
Provò anche lei ad accarezzarmi all’inguine ma anche lei era infastidita dal collant, mi chiese di abbassarli a mia volta e me li feci scivolare fino ai polpacci, io le spostai lo slip, la patatina gonfia e rossa, le labbra non le vedevo ma appena le dita raggiunsero quel solco sentii quanto fosse piacevolmente bagnata, e come il dito medio ci scivolò si aprì e comparvero le labbra gonfie con il pomellino in alto sporgente.
Scivolarono due dita subito dentro quel solco sentendo bene il calore che veniva da dentro misto a quella patina vischiosa e bagnata in tutta la cavità, mentre con l’altra mano la presi a massaggiarle i seni ancora nascosti dalla maglia.
I maschietti ci guardavano e controllavano che non si avvicinasse nessuno alla nostra auto, le dita sparivano e si muoveva come risucchiate nel solco depilato e ormai lubrificato, qualche flebile lamento usciva dalla bocca di Marisa che ad occhi chiusi mi massaggiava il seno da sopra la maglia e la farfallina sopra lo slip.
Solo dopo qualche minuto che emetteva quei lamenti quasi soffocati sentii che anche le sue dita cercavano di scostare di lato lo slip fino a sentire una timida mano accarezzare il mio triangolino, avevo le dita che erano dentro e ricurve verso l’alto le sue grandi labbra gonfie, la tenevo tutta nel palmo della mano quasi ad impedirmi di muoverle strette nella morsa delle sue cosce.
Ma quando le sue mani presero a tremare mentre mi massaggiava il triangolino, le sue cosce si spalancarono di colpo irrigidendo ogni muscolo e poi di colpo la mia mano ancor più scivolosa emettendo un suono sordo ad ogni mio movimento, la testa curva all’indietro e gli occhi chiusi senza emettere nessuna parola ma un profondo sospiro di liberazione.
Poi mi guardò dicendo che era la prima volta che provava un orgasmo provocato da una donna continuando a tenere la mano sotto il mio slip e massaggiandomi, le mostrai le mie dita che erano impiastricciate del suo piacere, portandole verso la mia bocca, una passata con la lingua nella parte interna e poi avvinandole a lei e mostrandogli la parte esterna gli chiesi di fare la stessa cosa, facendolo.
Si scosto per voltarsi verso di me senza togliere la mano da sotto lo slip, cercando di farmi sentire le sue dita che si spingevano a cercare le mie labbra, l’aiutai e mi feci scivolare lo slip a raggiungere il collant e prese a massaggiare di nuovo e farmi sentire le dita che entravano e uscivano dal mio solco mentre le scoprivo i seni e glieli tiravo fuori dal reggiseno.
Una bella terza misura dove capeggiavano due capezzoli duri e dritti, con l’altra mano lei cercava di fare la stessa cosa con i miei, l’aiutai e mi sollevai la maglia, scoprendo prima un seno e poi l’altro che indirizzati verso il centro per la pressione del reggiseno lo facevano sembrare ancor più grosso della mia quinta che Gabriele non si trattenne da allungare la mano per accarezzarmelo, lei mi accarezzava e avrei fatte carte false per sentirmi la sua lingua nel mio ventre.
Mi lasciai andare anche io tra meni di Marisa e quelle di Gabriele che mi palpavano mostrai il ventre ancor di più e come le dita di Marisa sentirono il mio clitoride gonfiarsi lo prese di mira passandoci il dito medio di continuo e roteandole intorno.
Mi fece raggiungere in quel modo l’orgasmo ma non soffocai come aveva fatto Marisa il culmine del piacere ma dicendole che la prossima volta me la deve leccare come aveva fatto con le dita.
Rimanemmo per qualche minuto mezze nude mentre gli uomini ci guardavano seppur ormai si era fatto buio e le luci di un lampione a qualche decina di metri non aiutava molto la visuale dentro l’auto.
Ci rivestimmo e poi ci dirigemmo di nuovo al parcheggio del ristorante dove avevano lasciato la loro auto, scendemmo tutti e con dei abbracci e baci ci salutammo con la promessa di rivederci con più calma o a casa nostra o a casa di Marisa.
La sera a casa non cenammo, ci mettemmo sul divano per commentare la giornata e le impressioni che erano tutte positive, l’unica pecca era il fatto che Gabriele avesse una famiglia e quindi più limitato per un prossimo incontro, ma questo non ci tolse la voglia di andarcene poi in camera e fare l’amore io e mio marito che aveva accumulato una certa eccitazione nel guardare.
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