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Sogno ricorrente (parte terza)


di Membro VIP di Annunci69.it nonnasexy67
24.08.2023    |    4.428    |    4 9.5
"Un giorno un messaggio di Andrea che mi chiede con insistenza di vedermi che deve parlarmi con urgenza, gli dico che quando finisco di lavorare e passo vicino..."
Andrea era molto giovane e aveva un futuro davanti a se di tutta una vita, non potevo incontrarlo ogni volta che me lo chiedeva, perché non volevo davvero che s’infatuasse di me, ma doveva cercare di farsi qualche ragazza tutta per lui.
Quando percorrevo la solita strada per andare o tornare da lavoro sia da sola o con le colleghe il pensiero andava sempre a quelle piazzole dove non sempre c’erano prostitute, ogni tanto credo facessero delle retate e per una decina di giorni quelle piazzole rimanevano vuote.
Un giorno un messaggio di Andrea che mi chiede con insistenza di vedermi che deve parlarmi con urgenza, gli dico che quando finisco di lavorare e passo vicino l’officina dove lavora lo avverto così vediamo cosa mi vuole dire di urgente.
Mi dice dove trovarci e lo aspetto, quando arriva mi abbraccia, io ero curiosa di sapere cosa fosse successo e lui prima mi racconta che si frequenta con una ragazza, poi di colpo mi prende la mano e se la porta sulla patta facendomi sentire come li sotto si nasconda un muscolo duro e voglioso.
La mia è stata una risata liberatoria, pensavo fosse accaduto qualche cosa di spiacevole, lui ridendo slaccia la tuta da lavoro e tira fuori il suo arnese, io glielo impugno guardandomi intorno, le auto e camion ci passano a pochi metri, sono quasi intimorita a piegarmi verso l’arnese per succhiarglielo come mi chiede lui, ci possono vedere esclamo io.
Lui mi dice che ormai nessuno ci fa caso perché spesso ci sono le donne di strada e nessuno ci presta attenzione, lo accontento con un pizzico di vergogna mista a paura, dopo pochi istanti mi sento premere la testa che lui si sta liberando del sperma che non riesco a trattenere ingoiandone una parte e facendolo sgocciolare sulla peluria intorno al suo arnese.
Mi mancava mi dice soddisfatto quando sollevandomi mi do una pulita con le salviettine, e mi racconta che la sua ragazza è strana, gli piace segarlo ma quando lo fa prende dei quanti di lana dal porta oggetti e per fargliela se li infila, scoppiai a ridere e lo strinsi tra i seni, poi mi raccontò anche che l’unica volta che gli aveva concesso di mettersi su di lei non si era tolti neppure i collant e che lui lo aveva dovuto mettere tra le cosce procurandogli non poca irritazione.
Dai se vuoi una di queste sere organizziamo con mio marito giochiamo come si deve gli dissi prima di salutarci.
Passarono pochi giorni e mi cominciò a mandare messaggini per organizzare, pregandomi perché non ce la faceva più con la sua ragazza.
Noi per il fine settimana avevamo invitato una coppia che conoscevamo da diverso tempo Pino e Morena, con cui avevamo giocato diverse volte, approfittavano del ponte di Pasqua per scappare dalla Capitale e stare insieme qualche giorno, fu proprio Morena a chiedermi se avevamo un singolo di fiducia da invitare.
Pensai subito ad Andrea e lo invitammo a cena per il sabato sera, gli dissi subito se era d’accordo che saremmo state due coppie e lui ne fu entusiasta, non smetteva più di mandare messaggi per sapere come era Morena, ma io fui sempre molto sfuggente e mai andavo nei particolari come lui mi chiedeva.
Io e Morena preparammo la cena e la tavola e ci preparammo per accogliere Andrea mentre i nostri mariti si guardavano la televisione e parlavano tra loro per non essere d’intralcio a noi.
Quando si presentò Andrea, aveva per mano una bottiglia di bollicine e dopo le presentazioni ci accomodammo a cenare, i discorsi erano a tema scontato, si parlava di coppie amiche in comune, di false coppie da evitare, qualche avventura con singoli, molto divertente anche se Andrea era un po un pesce fuor d’acqua, non avendo esperienze così e poi la giovane età.
La cena scivolò piacevolmente e Andrea timidamente pian piano si era ambientato prese a scherzare anche lui, anche perché ogni tanto anche Morena che lo aveva di fianco gli dava qualche palpatina.
Quando decidemmo che era giunto il momento di alzarci da tavola Morena disse ai nostri mariti di pensare loro a sparecchiare che noi donne con Andrea saremmo andate in camera iniziando a giocare un po' e loro ci avrebbero raggiunti dopo.
In camera io e Morena ci togliemmo subito le gonne, le scarpe, le maglie, facendo sedere Andrea nella poltroncina e ci avrebbe guardato mentre ci saremmo scaldate un po', sul letto ci togliemmo i reggiseni vicendevolmente e ci cominciammo a baciare i seni, mentre vedevamo Andra quasi saltare su quella poltrona, scalpitava da voler partecipare, ci togliemmo i perizomi e ci sedemmo sullo stesso lato del letto verso di lui invitandolo a spogliarsi.
Fu un fulmine a rimanere nudo e con il suo arnese già bello duro, lo invitammo ad avvicinarsi e facendolo rimanere in piedi presi il suo arnese per mano e lo offrii a Morena che prese subito a leccarlo e succhiarlo, anche io mi alternavo e ci dividevamo quell’asta da buone amiche Andrea ci poggiò le mani sulle nostre teste e guardava come gli leccavamo e succhiavamo quell’arnese.
Era al settimo cielo, non finiva di dire quanto gli piaceva essere tra due donne e come non gli sembrasse vero tutto quello che accadeva, non resistette alle nostre lingue dopo poco fummo investite dai sui gemiti e dai sui spruzzi nei nostri visi.
Quando comparirono i mariti in camera Andrea quasi si copriva con le mani il suo arnese mezzo impiastricciato e poi si andò a dare una lavata al bagno, quando ricomparve mio marito era intento a leccare la passera di Morena mentre Pino con il suo arnese bello grosso e nodoso me lo stava strusciando tra i seni e i capezzoli e lo tenevo per mano.
Morena lo invitò subito a stendersi sul letto che voleva subito di nuovo duro leccandoglielo, lo chiamava ragazzino, lui era inebriato da quella situazione cercava di toccarmi mentre si faceva leccare da Morena.
Seppure ancora dava segni di disagio ben presto come vedeva la possibilità di trovare una bocca o un buco libero si dava da fare e si gettava a capofitto, io ero presa da Pino che lo avevo su di me e mi stava dando delle grandi affondate dentro la mia passera e mi ero avvinghiata con le gambe intorno alle sue per offrirgliela più allargata che potevo, mentre con la coda dell’occhio vedevo Morena carponi che presa ai fianchi da mio marito si faceva sbattere da lui e si gustava l’arnese di Andrea per bocca.
Pino lo conoscevo bene, oltre ad avere un arnese di una certa dimensione era anche molto resistente mi dava delle affondate che sentivo dentro di me la sua punta sbattermi nelle pareti dell’utero procurandomi un piacere e delle contrazioni indescrivibili, che mi portavano a raggiungere due orgasmi ravvicinati e un terzo intenso mentre anche lui riempiva il profilattico che involontariamente le mie unghie si erano aggrappate alla sua schiena.
Quando rimasi stesa sul letto vidi Mio marito ancora intento a tenere i fianchi di Morena e muoversi dietro di lei e Andra tornare dal bagno, con il suo arnese in posizione di riposo, gli chiesi subito se Morena lo aveva fatto godere ancora con la bocca e lui quasi vergognandosi annui.
Avvicinandosi a me io spalancai le gambe, lui s’inginocchiò e mi prese a leccare la patata con tanta voracità che mi sorprese, Morena si mise di fianco a me palpandomi i seni commentava l’andamento di Andrea, che prometteva bene e si ricaricava subito.
Appena si riavvicinò Pino, Morena prese Andrea e tirandoselo a se lo invitò a montarla, non se lo fece ripetere, Morena con un linguaggio colorito lo spronava facendosi penetrare sia avanti che dietro secondo il suo volere e lui prontamente obbediva ai suoi desideri.
A tarda sera quando ci concedemmo una pausa tutti e cinque nudi ci sedemmo in cucina, ma dopo poco Andrea si rivestì che si era fatto tardi per lui, prima di lasciarci Morena lo invitò a fargli visita se fosse capitato a Roma.
Nei giorni seguenti i messaggi che mi mandò Andrea mi procuravano eccitazione, lui era rimasto entusiasta di aver vissuto certe esperienze e continuava a masturbarsi a ripensare a quei momenti.
Mi scrisse che aveva raccontato dell’esperienza che aveva vissuta prima con me e poi anche con Morena ad un amico che non gli credeva, pensai subito che era una scusa per coinvolgere anche il suo amico, ma non volevo illuderlo e volevo lasciarlo cuocere a fuoco lento facendo cadere la cosa…
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