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Lui & Lei

Marito per forza


di iltiralatte
17.07.2023    |    1.320    |    1 6.7
"Come va il lavoro, ne è soddisfatto? Mattia mostrò le fotocopie da fare: -Questo è il mio lavoro signore..."
Come tutte la mie storie pure questa è frutto esclusivo della mia fantasia per cui ogni riferimento a persone o cose realmente esistenti è puramente casuale

Erano le 7.55 e come tutte le mattine Mattia fece il suo ingresso nella sede della “******”, una grossa multinazionale in cui aveva trovato impiego.
Non che avesse compiti di responsabilità. A 22 anni aveva un misero diploma ITIS in ragioneria ma, di questi tempi esso non valeva proprio nulla. Già poteva ritenersi fortunato che l’avessero assunto anche se poi. Infischiandosene delle sue sudate competenze, l’avevano praticamente adibito alla fotocopiatrice. Mattia era il re delle fotocopie! E quando non c’erano fotocopie da fare? In questo caso si trasformava nello schiavetto dell’ufficio, impegnato a correre al bar per acquistare caffè, briosce o bibite ai colleghi o a portare enormi incartamenti da un ufficio all’altro.
Nell’ufficio Marisa, una bella bionda, era sempre alla sua scrivania intenta a lavorare ed i colleghi, decisi a marcare il territorio escludendolo da qualsiasi possibile rivalità nei loro confronti, facevano a gara per umiliarlo, vessandolo e facendogli scherzi anche di pessimo gusto: l’importante era che Marisa ridesse di lui.
In queste condizioni la sua autostima non poteva che essere precipitata a livelli infinitesimali e la sua stessa vita privata ne risentiva. Non era un brutto ragazzo, sapeva anche essere sveglio ed arguto, se messo nelle giuste condizioni, ma questo non avveniva quasi mai. Il basso stipendio reclamava poi la sua parte: mai una discoteca, un teatro o addirittura un cinema. Semplicemente non poteva permetterseli e ricordava come un avvenimento storico l’ultima volta che aveva avuto un appuntamento con una ragazza.
Immaginate quindi con quale animo, quella mattina, dopo aver raccolto il mazzo di fotocopie che lo attendeva sul suo banchetto alzato la sguardo si vide davanti il capo del personale.
-Lei è il sig Mattia ****?
-Si signore (rispose lui timidamente riabbassando gli occhi al suolo)
-Proprio lei, cercavo. Come va il lavoro, ne è soddisfatto?
Mattia mostrò le fotocopie da fare: -Questo è il mio lavoro signore. Non mi è consentito fare di più
In sottofondo si udì qualche risatina dei colleghi presenti, cosa che invogliò l’alto dirigente a volgere in giro uno sguardo indagatore. Le risa cessarono immediatamente ed il silenzio fu subito ristabilito.
-Allora sig Mattia, non ne conosco il motivo ma il nostro massimo dirigente mi ha chiesto di convocarla nella sua abitazione. (gli porse un biglietto ed un cartoncino) Sul biglietto c’è l’indirizzo cui si deve recare, il cartoncino è il pass da presentare alla guardiola dell’abitazione. Sono stato chiaro?
-Si signore, faccio queste fotocopie poi mi reco immediatamente dove mi ha ordinato di andare
-Fotocopie? Non mi faccia ridere il sig Ted non ama aspettare. Passi le copie a qualcun altro e vada immediatamente.
Intanto il capoufficio era entrato nella stanza e, vedendo il capo del personale alle prese col reietto, si era avvicinato per vedere cosa succedeva e per pavoneggiarsi un po’.
Improvvisamente il capo prese di persona il blocco di copie dalle mani di Mattia e lo passò al capoufficio.
-Lei è il sig?
-**** (replicò l’interessato)
-Bene mi fa piacere tanta solerzia. Faccia lei le fotocopie per cui si è offerto volontario. La terrò d’occhio certo che potrò avere buone nuove per lei, magari una promozione a vice-capo ufficio, Contento?
Ciò detto girò sui tacchi e se ne tornò nel paradiso del suo ufficio.
Mattia, dal canto suo, si affrettò a seguirlo e fu fuori dall’edificio prima ancora che il suo capo ufficio avesse recuperato l’uso della parola.
Nell’aria ancora fresca del mattino la città, vista con l’occhio mondato dalla paura del ritardo, aveva tutto un altro aspetto. Sembrava un posto in cui era possibile vivere e non quel baluardo che gli era apparso finora. Con un sorriso abbassò l’occhio sul foglio: Via ***** n 1
Conosceva quella zona per via delle molteplici grandi ville che li erano tutte radunate nel quartiere più snob della città, ma non ci era mai stato. Con una breve indagine scoprì che poteva raggiungere la sua meta con due autobus e si diresse alla fermata per salire sul primo.
Quando giunse a destinazione rimase ammirato: strade larghe, ordine, pulizia, abbondanza di vigili urbani; gli sembrava di aver cambiato città giungendo ad una a lui totalmente estranea.
Facile in queste condizioni trovare la tenuta cui era stato indirizzato e, trovatola suonò al citofono.
Si aspettava una risposta all’apparecchiatura ed invece, da una porticina che non aveva notato, uscì un pezzo di Marcantonio che lo squadrò da capo a piedi.
-Desidera?
-Devo vedere il sig Ted.
L’uomo non capiva cosa, un mezzo barbone, potesse avere in comune col capo assoluto di una delle più potenti multinazionali.
-Ma va via pirlotto, il sig Ted non ha tempo da perdere con uno come te!
L’ingresso gli era precluso, come poteva eseguire l’ordine? Fece un paio di passi in retromarcia poi Mattia si ricordò del cartoncino: una breve autopalpazione e lo rinvenne in una tasca. Lo prese e lo presentò all’omone.
Quest’ultimo, appena lo ebbe tra le mani, impallidì. Scusandosi gli chiese di attendere ancora un istante e si precipitò al telefono. Fu questione di pochi momenti poi il cancello si aprì per consentirgli l’ingresso.
L’uomo si riaffacciò e. preso un monopattino elettrico li posteggiato lo consegnò a Mattia dandogli le indicazioni sulla strada da seguire all’interno della proprietà sino a raggiungere l’ingresso della villa ora nascosta da un folto gruppo di pini secolari.
Mattia non era abituato a tanto ben di Dio ma l’interno della villa, al cui ingresso trovò un servitore ad attenderlo, superò addirittura ogni sua più ottimistica previsione, Solo una parola poteva descrivere il tutto: sfarzo e lui, già reso introverso dalla vita, si intimidì ulteriormente.
-Il signore mi ha comandato di condurla subito da lui, La prego di seguirmi.
E il servitore lo guidò lungo enormi corridoi e spaziosi saloni dove un uomo, in costume da bagno stava attendendolo.
-Dunque lei è il dipendente raccomandatomi dall’ufficio personale?
Timidamente Mattia fece col capo un cenno affermativo.
-Piacere Ted … e non sia timido. Sono certo che noi diverremo ottimi amici.
Mattia accettò la mano che gli veniva porta: -Piacere Mattia
-Avrà notato che indosso un costume da bagno. Più tardi andremo in piscina. Ne ho una riscaldata quindi non si deve temere il freddo. Oltre quella porta troverà dei costumi. Ne scelga uno, lo indossi e poi torni da me.
Dopo circa 10 minuti Mattia si ripresentava al cospetto del capo-
-Finalmente siamo uguali: ora mi sento più a mio agio. Mi segua (e lo guidò sino ad una enorme vetrata oltre cui si vedeva una curatissima piscina in cui un paio di ragazze stavano nuotando).
-Le piace quello che vede? (domandò Ted)
-Piscina stupenda signore (ribatté)
-Non essere pirla, chi se ne frega della piscina? Non vedi altro?
-Beh, vedo due stupende ragazze che stanno uscendo dall’acqua. Non mi prenda per uno sprovveduto ma non ho mai visto due strafighe come quelle!
-Finalmente mi dimostri di avere gli occhi e di saperli usare (ridendo). Di quelle due una è la mia amante, l’altra lo sarà.
-Non posso che invidiarla signore, non per i soldi ma per la possibilità di avere donne come quelle.
-Qui veniamo al motivo della mia convocazione. Ti ho detto che una sarà la mia amante vero? Ma perché sarà e non è?
-Ma non saprei signore. Non credo che loro oppongano un rifiuto ad uno come Lei, non serio almeno.
-Vedi? Io credo che per essere veramente perfette le amanti debbano essere sposate a qualcun altro. Le nubili, prima o poi, si intestardiscono in uno sciocco romanticismo, subordinano tutto ad un possibile matrimonio, divengono appiccicose e stressanti. Se fossero coniugate, invece, sfogherebbero su marito la loro frustrazione ed io potrei godermi in santa pace il loro miele.
-Si vede che conosce le donne sig Ted: vorrei avere io la sua esperienza. Certamente mi butterei a pesce per conquistarmi una ragazza come una di quelle due.
-Ti piace Giada vero? Vorresti scopartela?
-Rispondo senz’altro di si, mi piacciono tutte e due. Non ci vedrei differenza.
-Lorna è già sposata ed ho recentemente saputo che ora suo marito è innamoratissimo di lei. Certo, se ci metteremo d’accordo, la scoperò ben bene ancora una volta o due poi gliela renderò.
-Ci metteremo d’accordo?
-Sicuro, non hai ancora capito? Io voglio che tu la sposi e poi me la porti per farne la mia amante.
-Sposarla e poi darla a lei? Potrei farlo. Al momento non ho relazioni femminili. Lei per me è un’estranea quindi non vedo difficoltà.. Ma cosa ci guadagnerei?
-Ecco il punto: tu accetta e per te è pronta una nomina a dirigente con relativo stipendio.
-Ma lei mi ha pure detto che avrei potuto ciularla. Crede che la ragazza sia d’accordo?
Ted si mise a ridere: - Piano leone! A ciularla penserò io ed io solo! In media le mie relazioni durano un anno e se la sposerai tu dovrai comportarti da marito a tutti gli effetti: vivrai con lei, mangerai con lei e con lei andrai a divertirti. Semplicemente la sera me la porterai perché io la chiavi. Tu dovrai accettare di portare una bella gabbietta mentre io non avrò limiti. Se lei dovesse poi restare incinta tu riconoscerai il bambino come tuo anche se non avrai mai avuto accesso a quella figa.
-Si ma … ciularla?
-In tutto questo tempo tu non avrai nulla da fare. Non mi oppongo a che tu la corteggi o che la palpeggi un po’. Quando poi io mi sarò stancato di lei rimpiazzandola, ti toglierò la gabbietta e se sarai stato abbastanza bravo da conquistarla, potrai chiavarla. Hai detto che avresti voluto buttarti a pesce per conquistare una donna simile: bene io te ne do l’opportunità.
-Ho già capito di non poter competere con lei ma, anche accettassi, ci sarebbe ancora un ostacolo: io non ho soldi per il matrimonio ed il buchetto dove vivo è inadatto a due persone.
-Tutto qui? Credi che i lasci le mie donne sulla strada? Ti farò assegnare una bella abitazione dalla compagnia, casa che diverrà completamente tua al momento della firma matrimoniale e, naturalmente, mi assumerò io stesso l’onere di tutte le spese: tu, neo dirigente, non hai ancora guadagnato nulla.
-Non posso che accettare allora signore. Abbiamo un accordo.
Ted si diresse ad una porta talmente ben inserita nella struttura da risultare praticamente invisibile.
-Vieni Giada, voglio presentarti Mattia:: il tuo futuro marito.

FINE? )segue con "Dirigente per forza")

Come sempre mi succede mendico critiche motivate (anche negative) e pareri, indispensabili per migliorarsi.

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