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La sciarpa azzurra


di iltiralatte
17.10.2023    |    2.490    |    12 8.0
"Al giorno d’oggi è indispensabile essere in due a guadagnare o, con quello che costa la vita, non riusciremmo mai a sviluppare e mantenere quella bella..."
Come tutte la mie storie pure questa è frutto esclusivo della mia fantasia per cui ogni riferimento a persone o cose realmente esistenti è puramente casuale.

Robin
Donne, lasciate che mi presenti!
Io sono Robin, belloccio, parzialmente palestrato, simpatico ed attraente, specialmente nei confronti del gentil sesso.
Mi sono sposato un paio d’anni fa e nei primi tempi non ho mai messo le corna a mia moglie. La sera lei era esigente ed il dovere farmi in quattro per accontentarla stava cominciando a distogliere la mia attenzione dalle altre donne.
In tutto il periodo di fidanzamento solo un paio di femmine avevo aggiunti al mio Harem, due spose con cui mi ero divertito un mondo immaginando poi la figura dei loro mariti sovrastata da quel bellissimo palco di corna che proprio io avevo loro applicato.
Le due erano state tanto soddisfatte dalla mia prestazione che mi avevano domandato un bis, poi un ter …
Ma non divaghiamo: ora ero un uomo felicemente sposato, innamorato della sua mogliettina che proprio non pensava più alle altre donne.
Non pensava più? Non esageriamo. Ci pensavo eccome! Semplicemente quell’adorabile sanguisuga della mia sposa mi sottraeva ogni istante di tempo libero.
Poi, finalmente, una sera:
Sve “Stasera no, caro. Sono stanca e mi sono venute le mie cose.”
Rob “Tranquilla amore. Sono cose che capitano. Lo sapevamo sin da adolescenti che le donne hanno questo genere di problemi e noi siamo fortunati che i tuoi non siano dolorosi. Coricati tranquilla e non pensare a me, io cercherò di navigare un po’ e magari troverò qualcuno con cui chiacchierare, Addormentati serena e non attendermi sveglia.”
Lei mi fece un enorme sorriso e mi baciò ardentemente;
Sve : “Grazie amore! Sei sempre gentile e comprensivo. Ti amo.”
Provocante nonostante il malessere si diresse al nostro letto.
Finalmente una sera libera!
Non potevo fisicamente uscire ma il pc sarebbe stato un valido modo di evasione.
Come prima cosa scelsi un nick-name e cercai una chat.
Rob “Ciao sono Lover”
Mat “Ciao, sono Matilda. Chi sei?”
Lo pseudonimo era invitante per cui iniziai volentieri a parlare con lei senza un tema predefinito e svolazzando su ogni argomento. Venni in quel modo a sapere anzitutto che realmente era donna, che aveva 25 anni, che era sposata e che abitava a poca distanza (non più di 10 minuti d’auto) da me. Il marito era geloso ma lei avrebbe voluto tradirlo essendo stanca della monotonia di un rapporto monogamo.”
Tutta bella carne fresca per il mio soldatino, pensai.
Rob “Anch’io sono sposato, ma mia moglie mi trascura, Praticamente non abbiamo più rapporti veri dal ritorno dal nostro viaggio di nozze, Sono disperato capisci? A 27 anni non posso promettermi una vita monacale, Mi sento prigioniero, la sera non mi lascia neppure pensare di uscire, Praticamente vivo come un recluso.”
Mat “Veramente vivi così? Pensavo di essere messa male io ma tu stai molto peggio.!
Ciarlammo con leggerezza sino all’ora di coricarci, l’affiatamento tra noi aumentava ogni istante di più.
Questo è il momento di andare a letto
Rob “Buona notte Matilda, stasera mi sono trovato bene assieme a te.”
Mat “Aspetta Lover, solo un istante. Che ne diresti se ci incontrassimo e riunissimo le nostre solitudini? Se la cosa funzionasse potremmo rendere i nostri incontri periodici e questo potrebbe risolvere i nostri problemi consentendoci di poter serenamente sopportare i nostri noiosi coniugi.”
Non me la aspettavo così veloce: la trappola era scattata.
Un giochetto accordarci per un discreto alberghetto in un paese vicino e fissarci un appuntamento per il giorno dopo.
Non erano necessari particolari sisteme di riconoscimento: conoscevo l’albergatore che certo mi avrebbe indicato una nuova cliente al bar dell’albergo ef io avrei quindi potuto valutare prima di accostarmi a lei de ne valeva la pena di presentarmi,
Era una donna normale: quindi ne valeva la pena, Mi presentai e la condussi in camera.
Da quel momento divenimmo amanti nei fatti, oltre che sul web. Ci incontravamo 2 volte la settimana al termine dell’orario di lavoro e ce lo facevamo bastare.
Scopavamo tranquilli e senza problemi fino a quel dannato giorno in cui …

Sveva
Sono Sveva, ho 24 anni e da tre anni sono sposata col mio Robin.
Il mio Robin! Un uomo bellissimo, intelligentissimo, gran lavoratore e soprattutto fedele. Sono certa che diventerà un padre perfetto.
Io sono una bionda niente male, ho il mio culo a mandolino ed un davanzale su cui potresti appoggiare una fioriera, non un solo vaso, ma, pur essendo di dimensioni tendenti al grande le mie sono tette sode, che saranno certo adattissime per produrre latte, ma che ora svolgono principalmente la funzione di portare in Paradiso l’uomo che amo quando me le accarezza.
Gli uomini si sono sempre voltati al mio passaggio, ma io ho imparato ad ignorare fischi o inviti indecenti ed in questo modo i disturbatori dopo un po’ smettono. Io divengo parte del paesaggio e mantengo la mia pace.
Naturalmente lavoro, faccio la segretaria in una ditta di spedizioni.
Al giorno d’oggi è indispensabile essere in due a guadagnare o, con quello che costa la vita, non riusciremmo mai a sviluppare e mantenere quella bella famiglia che io ed il mio Robin abbiamo sempre sognato per noi.
Io termino il mio lavoro un’oretta dopo mio marito e so che lui ne approfitta per andare al bar a chiacchierare cogli amici, magari a fare la sua partitina a carte che gli consenta di svagarsi dai problemi che certo l’ufficio gli ha causato. Ignoro dove sia questo bar e chi siano gli amici ma credo che vada bene così.
A me no! Questo comportamento non mi è concesso.
Io ho la casa da mandare avanti.
Terminato il lavoro corro al nostro nido, lo arieggio, rifaccio il letto e sprimaccio bene i cuscini.
Come tutte le donne debbo avere la seconda attività, quella non retribuita ed ignorata da tutta la popolazione maschile.
Questo lavoro termina nell’immediato dopo cena. Metto i piatti nella lavastoviglie e, subito dopo, inizio il mio terzo lavoro: quello di amante di mio marito.
Se in TV c’è la partita faccio finta di nulla, conosco bene queste necessità degll uomini, ma se lo sport non è trasmesso …
Comincio a strusciarmi su di lui, a stuzzicarlo, a tentarlo in ogni modo immaginabile, ed io sono una donna di assoluta fantasia, fidatevi.
Ad un certo punto il suo moschetto si carica: lo vedo affiorare piano piano mentre lui si toglie i pantaloni.
So che mi punirà per quella mia impudenza.
Dopo avermi spogliata mi scoperà fino al limite delle sue capacità, ed è un limite notevole. Semplicemente sentire che la sua durissima spada ha trovato il posto che le compete nel mio fodero mi manda in solluchero. Non vorrei mai che lui lo togliesse. Accortosi del mio piacere che rende nulla la mia punizione allora decide di colpirmi il perineo col suo e comincia a darmi tanti, tanti e tanti colpi, sfregando nel contempo l’interno della mia vagina con quella splendida mazza che si ritrova sino a punto in cui, per rendere completa la punizione, decide di affogarmi e comincia a farlo allagando quel buco in cui una parte di lui si trova.
Sve “Ti amo” gli dico al culmine dell’esaltazione
Rob “Idem” Mi risponde.
Questi sono i nostri discorsi che se invertono quando scarica in me il suo piacere.
Una vita serena e felice, vero?
Eppure qualche cosa non va: sono una donna e lo avverto.
Da qualche tempo Robin sembra stia perdendo interesse per me,
Facciamo sempre l’amore ma, un paio di volte a settimana, non mi riempie più col suo seme come ha sempre fatto.
È sempre stato un toro con una produzione notevole ma lo vedo spesso svagato, distratto direi.
Come si può essere distratti se si sta scopando con me?
Sa che esigo tutta la sua attenzione eppure pensa ad altro?
A questo punto faccio mente locale.
L’altro ieri, rientrando dal circolo non aveva addosso l’odore del tabacco. Dove era stato?
Una camicia, messa da lavare recava su un posino tracce di rossetto.
Un indizio non significa nulla, due indizi fanno un sospetto, tre indizi una prova.
1+1+1=3
Robin mi stava tradendo
Sconsolata da quella constatazione provai a parlarne con Marisa trovandomi alla macchina del caffè sola con lei.
Mar “Sei una brava ragazza e ti compiango amica mia. Senz’altro hai ragione” Quello stronzo di tuo marito sta facendoti le corna, ma tu non hai altri dubbi,? Altri sospetti?”
Sve “No Marisa, giungo a casa e lui rientra ad orari normali. Si mostra affettuoso ma mi sembra svagato! Dovrei accedere al suo computer per indagare, ma lui è sempre seduto davanti al monitore e non oso domandargli cosa stia facendo. Sono certa che mi racconterebbe un mucchio di frottole,”
Mar “Ma perché non gli rendi la pariglia? Il mondo è pieno di uomini. Sono certa che uno che ti consoli lo troverai facilmente.”
Sve “Non oso Marisa, dovrei uscire, andare al bar, a radunarmi colle amiche. La casa ne risentirebbe e Robin se ne accorgerebbe. Per non parlare poi di cosa direbbe la gente se mi vedesse improvvisamente uscire trascurando la famiglia.”
Mar “Io della gente me ne fregherei, ma ti hai ragione: Robin non è stupido e certamente ti sorprenderebbe … ma tu non hai un telefonino?”
Sve “Certo, uno smartfone di ultima generazione.”
Mer “Allora ho io la soluzione per te, dammi un nick che ti piaccia.”
Sve “Un finto nome? Io direi Stellina, mi sono sempre piaciute le stelle.” Porgendole il telefono sbloccato.
Marisa prese il telefono e lo smanettò un poco prima di restituirglielo.
Mar “Ecco ti ho iscritta ad una chat, è evidente che se non vuoi non sei obbligata a fare, ma io ti consiglio di provare. Parlare non ha mai fatto male a nessuno e, se non altro, ti distrarrà dai tuoi problemi.”
Sve “Hai avuto un’ottime idea. Conoscere gente nuova e parlarci mi distrarrà un poco.”
Mar “Devo però avvertirti Sveva: come nessuna se che dietro al nome Stellina sei nascosta tu, allo stesso modo non saprai chi si cela dietro agli pseudonimi con cui ti si presentano. Dall’altra parte del monitor può nascondersi un vecchio cadente che si vanta di imprese che mai più potrà compiere, una lesbica che si finge un uomo o un ragazzino che ti tende una rete in cui, se tu cadessi, saresti poi accusata di pedofilia. Se deciderai che qualcuno ti piace, trova il modo di accertarti che sia la persona giusta per te. Che sia un uomo, ma un uomo Vero.”

Fine ?

Come sempre mi succede mendico critiche motivate (anche negative) e pareri, indispensabili per migliorarsi. In caso di racconti a puntate, la successiva sarà pubblicata unicamente se qualcuno lo chiederà-
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