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30 - Ubriaca


di Membro VIP di Annunci69.it stinf
14.01.2022    |    22.184    |    35 10.0
"L’amico dietro continuava a scoparmi e io dopo un po’ ho raggiunto nuovamente l’orgasmo e sono partita mentre lui imperterrito continuava a scoparmi, poi..."
CAPITOLO 30

Anche quel venerdì sera sono andata in collina a cena dai soliti amici anziani, in due abbiamo bevuto una bottiglia di nebbiolo e dopo cena abbiamo giocato a carte fino a mezzanotte facendoci diversi cicchetti di grappa. Al rientro in città, fatti qualche centinaio di metri c’è uno spiazzo ho parcheggiato la macchina, non ero brilla ma poco ci mancava, avevo voglia di scopare ma non riuscivo a decidere cosa fare. Poi mi sono cambiata tolti jeans, mutande e la maglietta, mi sono messa una minigonna a pieghe e una camicetta e sotto niente.

Così vestita sono passata dal Valentino, arrivata vicino al parcheggio dei vigili dove solitamente mi fermo, quella sera non c’era nessuno, allora passo il Po e vado a parcheggiare di fianco al Palazzo Esposizioni, anche lì oltre a un chiosco che vende panini non c’è movimento. Resto un po’ in macchina e penso a cosa fare, poi scendo e mi avvicino al chiosco chiedo se vendono superalcolici e il ragazzo tira fuori una bottiglia di whisky e me ne versa una abbondante razione, quella sera mi sentivo un po’ depressa e mi sono tracannata il liquore in un amen e me ne sono fatta versare un altro bicchiere.

Mentre bevevo e chiacchieravo con il ragazzo del chiosco si è avvicinato un travestito che mi ha subito guardata di brutto.
_ “Questa e la mia zona, non puoi venire qui a battere”.
Io gli ho spiegato che non battevo ma questi era incazzato, forse perché quella sera non c’era gente in giro, io ho finito il liquore e sono risalita in macchina, la testa cominciava ad essere pesante e se chiudevo gli occhi vedevo tutto girare. Ho acceso il motore, volevo andare a casa ma non me la sentivo di guidare e mi sono spostata davanti alla fontana delle Quattro Stagioni, mi sono fermata sotto un enorme platano ed ho cercato di riprendermi, mi sono guardata intorno ed ho visto che il cancelletto per entrare al giardino roccioso era aperto, lì sotto un altro enorme platano con i rami che arrivavano fino a terra c’era un tavolo in cemento con due panchine ai lati.

Sono scesa dalla macchina e sono andata a sedermi su una panchina, lì almeno c’era un po’ d’aria e speravo di riprendermi. Ogni tanto passava qualche macchina ma non potevano vedermi, c’era un lampione ma la luce era fioca e oscurata dalle foglie del platano, saranno passati 15 minuti e vedo passare una 500 con due a bordo che in prossimità della mia macchina ha rallentato e poi si è allontanata, passano ancora alcuni minuti e la macchina ripassa sempre rallentando. Io ho sempre più la testa che mi gira, sono abbastanza sbronza, vorrei andare a casa ma al solo pensiero di salire in macchina mi viene la nausea.

Poi è ripassata nuovamente la 500 ma questa volta si è fermata dietro alla mia auto, di notte al Valentino non ci sono macchine parcheggiate e ho pensato subito che volessero rubarmela, i due che sono scesi hanno fatto un giro attorno alla macchina guardando dentro poi si sono messi a guardare in giro e mi hanno vista e si sono incamminati verso di me, il mio cuore ha iniziato a battere forte ed ho avuto paura, e quando sono stati vicini mi sono accorta che uno dei due era un amico del mio vecchio fidanzato e mi sono calmata un po’, non avevo paura che mi scopassero ero andata lì per quello, ma che mi rubassero la macchina e la borsetta con tutto quello che c’era dentro, documenti, chiavi…
_ “Come mai qui sola” mi ha chiesto quello che conoscevo.
_ “Sto prendendo un po’ di fresco, sono andata a cena dai genitori del tuo amico e ho bevuto un po’ troppo e non ho voglia di tornare a casa”.

Si sono seduti e quello che conoscevo si è messo di fianco a me e l’altro dall’altra parte del tavolo, avevo la camicetta quasi sbottonata e si vedeva una bella razione di tette, i due hanno allungato il collo e mi hanno fatto i complimenti. Abbiamo chiacchierato un po’, mi hanno chiesto se mi andava la loro compagnia, e visto che erano due bei ragazzi più o meno della mia età ho risposto che mi faceva piacere stare con loro.

Mentre parlavo si capiva che ero mezza sbronza, poi quello di fianco a me mi ha messo una mano sotto la gonna e poi in mezzo alle gambe e mi ha toccato il pelo con una mano e con l’altra mi ha toccato una tetta, anche l’amico è venuto a sedersi vicino a me e mi ha sbottonato del tutto la camicetta e me l’ha tolta, poi si è chinato e mi ha preso un capezzolo in bocca e me l’ha succhiato, e io ho incominciato ad eccitarmi.
Loro mi hanno infilato le mani dappertutto, quando si sono accorti che ero bella eccitata si sono alzati e mi hanno chiesto di coricarmi sul tavolo che mi avrebbero leccata tutta, io traballando un po’ mi sono coricata sul tavolo ed ho aperto la gonna rimanendo li sdraiata completamente nuda e con le gambe larghe, i due ragazzi si sono tolti i pantaloni e uno li ha piegati e me li ha messi sotto la testa, mentre l’altro è venuto tra le mie gambe, mi ha allargato le labbra della figa e si è messo a leccarmela, partiva dallo sfintere e finiva sul clitoride raccogliendo i miei succhi che cominciavano ad uscirmi copiosi.

L’altro è salito sul tavolo e si è inginocchiato sulla mia testa e mi ha infilato il cazzo in bocca, non era del tutto duro ma era un bel cazzo di notevoli dimensioni e lungo, io stentavo a respirare e lui cercava di infilarmelo in gola, ho cercato di spingerlo via e lui ha capito e non ha più spinto, io con le mani gli ho massaggiato i testicoli e con la lingua ho leccato il cazzo e la cappella che diventavano sempre più turgidi e grossi, mentre l’amico mi leccava il buco della vagina, con una mano ho cercato di spostarlo sul clitoride e ci sono riuscita, lo ha preso tra le labbra e l’ha risucchiato dentro la bocca e con la lingua mi ha accarezzato delicatamente la punta e io ho iniziato a godere veramente, ho raggiunto l’orgasmo e sono partita.

Eccitata com’ero succhiavo la cappella che avevo in bocca, con una mano strizzavo i testicoli e con l’altra sono andata a toccargli lo sfintere, e poi ho spinto e gli ho infilato quasi tutto il dito dentro, l’altro ha continuato a leccarmi la figa e poi mi ha infilato due dita dentro e mi ha scopata, io dopo un po’ non ce lo più fatta e ho nuovamente raggiunto l’orgasmo, l’ho poi spinto via perché il clitoride era diventato troppo sensibile, poi quello che era sopra di me mi ha sborrato in bocca, non sono riuscita ad ingoiarla tutta, e lui per fortuna non mi ha spinto il cazzo in gola, si è alzato ed io ho leccato e ingoiato quel poco di sperma che gli usciva ancora dal cazzo.

Quello che mi aveva leccato la figa mi ha fatta coricare con la pancia sul tavolo con le gambe ben divaricate, mi è venuto dietro mi ha allargato le cosce e mi ha infilato il cazzo in figa, un cazzo notevole con una bella cappella, l’ho sentito percorrere tutta la mia vagina e andare a sbattere contro l’utero e rimanere lì piantato dentro di me. Mi ha afferrata per i fianchi e si è messo a sbattermi, è stata una lunga cavalcata e io dopo un paio di minuti ho nuovamente raggiunto l’orgasmo, mentre lui imperterrito continuava a sbattermi senza tregua, il cazzo era lungo e in quella posizione la sua cappella sbatteva contro il mio utero che dopo un po’ ha incominciato ad essere indolenzito, ho passato una mano dietro cercando di fermarlo un po’ ma per fortuna è partito inondandomi la figa di sperma, purtroppo essendo un po’ fuori di testa non ho preteso che si mettesse il preservativo, si è tolto e lo sperma mi è uscito dalla figa colandomi lungo le gambe, io sono ancora rimasta lì appoggiata al tavolo per riprendermi, la testa mi girava ed ero un po’ stordita.

Credevo che avessero finito, ma mi sono sentita prendere per i fianchi e il cazzo di quello che mi aveva sborrato in bocca si è fatto largo tra le labbra della mia figa che colava ancora di sperma dell’amico ed è entrato, si sentiva che la cappella era molto grossa ed io ho avuto un brivido di piacere, ma poi ho subito pensato al mio povero utero e al male che avrei sentito, ma quel cazzo è entrato delicatamente andando sì a sbattere contro l’utero ma piano, ha incominciato a scoparmi facendo scorrere quel lungo cazzo nella vagina e io ho iniziato nuovamente a sentire piacere e a godere.

Nel frattempo quello che mi aveva sborrato in figa è venuto a sedersi sul tavolo si è avvicinato alla mia bocca ed ha infilato dentro il cazzo molle e appiccicaticcio di sperma, io nuovamente eccitata e con l’adrenalina a mille l’ho accolto e con la lingua l’ho ripulito tutto e mentre lo leccavo e succhiavo ha ripreso consistenza, lui mi ha preso per le braccia in modo che rimanessi appiccicata al suo inguine e continuassi a succhiargli il cazzo.

L’amico dietro continuava a scoparmi e io dopo un po’ ho raggiunto nuovamente l’orgasmo e sono partita mentre lui imperterrito continuava a scoparmi, poi all’improvviso ha estratto il cazzo dalla figa e mi ha puntato la cappella contro lo sfintere, io ho cercato di divincolarmi ma ero con le braccia bloccate dall’amico che mi spingeva il cazzo in bocca. Lo prendo sovente nel culo, ma quel cazzo era grosso e lungo e la cappella era di notevoli proporzioni.

Ho sentito spingere contro il mio sfintere e farsi largo nel mio culo, ho cercato di rilassarmi per non sentire male, e la cappella è entrata, appena dentro si è fermato in modo che il mio culo si adattasse, dopo un po’ il mio ano ha avuto alcune contrazioni di piacere, a quel punto ho sentito quel cazzo farsi strada nel mio intestino e non fermarsi più, era molto lungo e quando ho sentito i testicoli contro la mia figa mi sembrava che la cappella fosse nella mia pancia. E’ rimasto per alcuni istanti fermo dentro di me poi ha fatto il cammino inverso ed è uscito completamente dal mio culo, quando è stato fuori io ho stretto lo sfintere, lui ha nuovamente appoggiato la cappella e lentamente ma senza fermarsi è nuovamente penetrato nel mio ano fino in fondo, poi ha incominciato un su è giù lento ed esasperante ma piacevolissimo.

Io volevo stuzzicarmi il clitoride per godere ma l’altro mi teneva per le braccia, ho cercato di togliermi il cazzo che avevo in bocca e quando ci sono riuscita gli ho detto:
_ “Lasciami le mani che mi faccio un ditalino”.

Lui ha mollato la presa e io ho fatto passare una mano in mezzo alle gambe ed ho iniziato ad accarezzarmi il clitoride, poi ho ripreso il cazzo in bocca. Mentre dietro di me quel grosso cazzo continuava ad andare su e giù nel mio intestino, mi dava un enorme piacere e dopo un paio di minuti ho raggiunto l’orgasmo urlando:
_ “Dai spingi, fammi godere, sfondami, più forte, dai che godo, si dai spingi”.

E quello dietro di me ha aumentato il ritmo, adesso mi sbatteva tenendomi per i fianchi e sbattendomi contro il tavolo di cemento, io ho continuato a godere come una pazza continuando a torturarmi il clitoride e infilandomi due dita in figa. Mi sentivo la pancia in subbuglio e il culo che iniziava a bruciare, ma pregavo che continuasse a incularmi e che non la smettesse più. Poi all’improvviso si è fermato tutto dentro di me e ha scaricato il suo sperma nel mio intestino, si è coricato sopra la mia schiena tutto ansimante. Anche a me mancava il respiro e a sentire quel cazzo ancora abbastanza consistente nel culo lì fermo dentro di me mi dava ancora piacere.

_ “Hai goduto veramente mentre ti sfondavo il culo?”.
_ “Sì a me piace tantissimo e quando vengo inculata per bene godo tantissimo e raggiungo l’orgasmo”.
_ “Non mi era mai capitata una che godesse con il culo”.
_ “Il tuo amico il culo me lo faceva sovente”.

Mentre parlavamo lui era ancora con il cazzo nel mio culo, e anche se sentivo bruciare il mio sfintere si contraeva, poi si è tolto e ho sentito che un po’ di sperma mi usciva colandomi lungo le cosce. Mi sono raddrizzata e restando nuda e mi sono seduta sulla panchina, loro si sono rimessi i pantaloni mi hanno baciata e ringraziata della bella serata e si sono offerti di portarmi a casa, ma io ho rifiutato e loro se ne sono andati.

Lì vicino c’era una fontanella, mi sono rimessa la camicetta e la gonna e sono andata a lavarmi, poi ho messo la testa sotto l’acqua per diverse volte, infine sono tornata alla macchia, ero distrutta e la sbronza mi era quasi passata, ho chiuso le portiere e mi sono rilassata un po’, avevo i capelli bagnati e l’acqua mi colava lungo la schiena e tra le tette, ho guardato l’ora erano le 4 del mattino, ho acceso il motore a pianino sono tornata a casa.
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