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Lui & Lei

Ripetizioni


di Eulalia
01.02.2023    |    16.478    |    23 9.8
"Francamente mi sto anche rompendo, perché di questo passo non la finiamo più..."
Le nostre mamme si sono conosciute in ospedale durante il parto. Io sono più vecchio di circa un’ora rispetto ad Aldo, ma questo non ci ha impedito di festeggiare i diciotto assieme: abbiamo fatto la festa più figa della scuola.
Non ci siamo praticamente mai separati. Abbiamo frequentato assieme asilo, elementari, medie e liceo. I nostri genitori sono stati obbligati a fare le ferie assieme oppure a portarsi dietro l’amico del figlio altrimenti scoppiavano delle tragedie senza fine. Abbiamo fatto gli stessi sport, insieme abbiamo provato a suonare la chitarra senza successo. Non ci assomigliamo per niente: io sono biondo dai tratti aquilini, riservato e alle volte ingenuo, lui è un moro che trasuda mediterraneo e furbizia da tutti i pori. Questo ci ha reso la vita più facile quando abbiamo iniziato a uscire con le ragazze. Quelle a cui piacevo io, non avevano alcun interesse per lui, così abbiamo evitato tutti quei conflitti fra amici. Inseparabili anche in questo, ci siamo confidati le prime esperienze, scambiandoci consigli e fantasie: è bello avere un amico a cui dire tutto.
Per il resto abbiamo vite fotocopia, talmente simili che adesso, che siamo alle soglie della maturità, tutti e due abbiamo biologia insufficiente. La nostra insegnante per fortuna ci ha proposto un pomeriggio di recupero, se fosse andato bene ci avrebbe dato la sufficienza necessaria per essere ammessi all’esame.
Aldo ed io pieni di buone intenzioni ci troviamo davanti alla casa della prof. Potevamo trovarci anche a scuola, ma in fondo va bene anche così. Magari ci scappa anche una merenda come si deve.
Della prof bisogna dire che oltre ad essere molto gentile è anche una figa stratosferica. Abbiamo imparato a rispettarla, perché è senza pietà con chi le fisse le tette durante le interrogazioni. Con Aldo ce lo siamo chiesti spesso se fosse meglio quel suo culo a mandolino oppure quelle due bocce che pare volessero essere solo stropicciate. Quante seghe ci siamo fatti fantasticando su di lei.
“Carlo, tu te la scoperesti la prof?”
“Certo” gli confermo
“Perché a me dà l’idea di essere una gran porca, altrimenti per quale motivo ci fa andare a casa sua. Secondo me le piacciono i giovani cazzi e possibilmente due alla volta.” dice Aldo ridendo.
“Ti sei visto troppi porno! Oppure è successo qualcosa quando sei venuto qui l’ultima volta?” ribatto io.
“Ma figurati!” se la ride lui, però non ci credo tanto e ci rimango male all’idea che lui abbia un segreto con me.
Ci apre appena suoniamo “Buongiorno ragazzi, accomodatevi.”
“Buongiorno prof.” Dice Aldo, io sorrido e basta.
Maggio gioca a nostro vantaggio, l’abitino leggero che indossa aderisce alle sue chiappe sottolineando le forme più invitanti che abbia visto recentemente. Il tragitto fino in salotto è troppo breve per godersi appieno questo spettacolo. I libri sul tavolo mi strappano dai miei sogni erotici.
Aldo ed io ci sediamo di buzzo buono, ma appena lei si allontana per andare a prendere un po’ d’acqua, ci scambiamo degli sguardi eloquenti.
“Carlo, ma hai visto che scollatura? Non so mica se riesco a concentrarmi oggi pomeriggio. Una morsicatina a quei capezzoli duri gliela darei.”
“Piantala, che magari ti sente e poi sì, che siamo fottuti!”
Rientra con una brocca e tre bicchieri.
“Da dove vogliamo iniziare. Anatomia?”
“Va bene” acconsento, dato che muscoli, ossa e non so che altro mi sono del tutto sconosciuti.
“Aprite il libro a pagine 53. Come potete vedere trovate gli schemi del sistema nervoso, la descrizione dettagliata dello scheletro e l’elenco delle più importanti fasce muscolari. A pagina 56 c’è il sistema digerente che necessita di una spiegazione più approfondita.”
Andiamo avanti così per almeno un’ora. Aldo ha lo sguardo appannato e io non capisco più niente. Addirittura, ci ha spiegato come funzionano l’occhio e l’orecchio. Non fosse che ogni tanto dalla scollatura occhieggiava il pizzo nero del reggiseno, mi sarei addormentato.
“Finalmente siamo all’ultimo argomento, ossia l’apparato riproduttivo. Qui vedete le immagini dell’apparato sessuale femminile e di quello maschile. Immagino che vi ricordiate tutto di questo tema: generalmente gli studenti non hanno difficoltà” dice ridendo.
“Prof, mi sa che eravamo assenti” esordisce Aldo. Ma cosa dice che è l’unica cosa che mi ricordo perfettamente, anche perché l’ho studiata e ripetuta fra le gambe della Sonia.
“Carlo, eri assente anche tu? Perché in quel caso approfondisco.”
Lo sguardo insistente di Aldo mi porta a rispondere “Approfondisca, approfondisca.”
Quello fantastica davvero di scoparsi la prof, come se un pretesto come quello fosse sufficiente. Che pirla!
Lei parte a spiegare e Aldo continua a ripetere che non capisce come funziona.
Francamente mi sto anche rompendo, perché di questo passo non la finiamo più.
Anche la prof si spazientisce e sbotta “Aldo, sembra che alla tua età tu non ne abbia mia vista una!”
“In effetti, prof, qualche foto l’ho vista, ma non riesco nemmeno ad immaginarmi l’apparato riproduttivo femminile dal vivo.”
Ecco, Aldo è stato colto da una delle sue geniali pazzie, quelle che alle volte risolvono una situazione.
La prof ci pensa un attimo, si alza e si piega sul tavolo per spostare i libri e le carte. Così facendo però ci mette praticamente il culo in faccia, facendomi venire in mente tutte le più bieche fantasie su di lei.
Aldo allunga una mano e la palpa sfacciatamente. “Serve aiuto, prof?”
Lei si siede sul tavolo, divarica le gambe, scosta le mutandine ed esordisce:” Aldo, illustra a Carlo il famoso apparato!
Aldo ubbidiente allunga una mano e indica man mano “Queste sono le grandi labbra, proseguendo per il perineo si arriva all’ano, sopra troviamo il pube e subito sotto, qui dove c’è questa piega è alloggiato il clitoride. E questa è la fessura della troia vogliosa!” affondandoci due dita.
Sono troppo scioccato per proferire parola. Lo stronzo ci aveva già fatto qualcosa con la prof.
In più non mi immaginavo che la prof avesse una fica tutta rosa e depilata, all’apparenza stretta come non fosse mai usata. Mi aspettavo che una donna di trentacinque anni fosse in qualche modo più “consumata”. L’unico a non essere colto di sorpresa era il mio cazzo che subito si è alzato come un’antenna pronto a captare qualsiasi segnale.
Adesso la stava masturbando a tutta manetta e la prof se la stava godendo. Voleva che stessi lì a guardare?
Avevo l’uccello che mi stava esplodendo nei pantaloni, duro come non mai. Questi due mi avevano preso in giro fin dal principio.
Sfodero il cazzo e tiro la prof in ginocchio davanti a me.
Lei come se niente fosse inizia a spiegare: “Questo è il glande, l’asta e la radice del pene, subito sotto i testicoli.”
Lo dice passando le labbra e la lingua su ogni parte finendo per succhiarmi le palle mentre mi sega il cazzo insalivato.
“Prof, qual è il glande?” le chiedo un po’ sfiatato. Lei mi strizza l’occhio, appoggia le labbra sulla punta dell’uccello e lenta ma inesorabile si lascia scivolare tutto il cazzo in gola. Un pompino così ancora non me lo aveva fatto nessuno.
“Succhia!” le ordino perentorio a costo di giocarmi l’anno scolastico.
“Hai visto che avevo ragione: la prof è proprio una gran porca!” dice Aldo ridendo.
“Certo, che sei proprio un cretino. Me lo potevi dire!” gli rispondo mentre studio come la saliva cola dalla bocca piena della prof.
“Volevo dirtelo, ma allo stesso tempo è stato impagabile vedere la tua faccia prima. Non è mica colpa mia se la prof ha voglia di due cazzi per volta. E poi volevo farti una sorpresa, in fondo l’ho scopata solo una volta.”
Non riesco più a seguire quello che mi dice. Ho solo occhi per la mia asta che scompare del tutto nella bocca di questa insospettabile zoccola.
Predo coraggio, la tiro su e la metto a novanta sul tavolo: mi deve la scopata con Aldo.
Non fa in tempo a piegarsi che già le ho infilato il palo.
Le fugge un grido “Calma, ragazzo!”
“Calma un cazzo. Vuoi fare la troia e lo prendi come una troia.”
“Prof te l’ho detto che il Carlo è un raffinato logico.”
Non le lascia il tempo di ribattere che le scopa la bocca in sincronia con me.
Ad ogni colpo mi sento più a mio agio. Non sono più arrabbiato con Aldo così mi accorgo che la prof continua a venire. Ha un lago che le cola lungo le cosce. Sul culo candido vedo le impronte delle mie dita, lì dove mi sono aggrappato. Adesso non è più la mia prof, ma una femmina che mi sto scopando alla grande.
Le allargo bene le natiche e vedo il suo ano pulsante. Non ho ancora mai fatto il culo a nessuna, forse questa è l‘occasione giusta.
Aldo come al solito mi legge nel pensiero. “Sputaci prima, così scivola meglio.”
Lascio colare un filo di bava che distribuisco bene con il pollice. Spingo e vedo che entra senza difficoltà. Spingo un po’ di più e la prof geme con la bocca piena.
Per educazione chiedo “Prof, mi farei il culo?”
“Sfondami!” è la sua pronta risposta che sottolineo con una sculacciata.
Appoggio la cappella, spingo cauto e osservo la dilatazione. L’ano si apre, accoglie il glande e si richiude vorace attorno all’asta. Per sicurezza le mollo altre due sculacciate su quelle chiappe morbide senza muovermi troppo. Ho paura di venire subito, mi sento infoiato e vorrei trapanarla come un assatanato.
“Vuoi per favore fottermi il culo?” rantola la prof.
Come faccio a resistere, a mantenere il controllo? Non lo faccio e la scopo come se ne andasse della mia vita. Tutto è troppo per me, troppa la prof troia, troppo Aldo che la obbliga a bersi la sua sborra, troppo quel culo a mia disposizione, talmente troppo che inizio a sborrare come se non ci fosse un domani. Un fiotto di sperma che sembra non finire più. Un orgasmo talmente potente che non riesco a smettere di spingere, come se in quel culo potesse entrarci l’universo.
Mi lascio cadere sulla sedia, quasi mi pare di svenire.

Leccandosi l’ultima goccia di sborra dalle labbra, la prof aggiunge: “Dirò ai vostri genitori che siete ignoranti come le capre e che dovete venire due volte alla settimana per recuperare.” E io già mi immagino come deve essere fotterla contemporaneamente.
Me la tiro sulle ginocchia, le palpo finalmente quelle meravigliose tette
“E se ti dessi ancora un po’ di cazzo?”
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