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MIO FIGLIO E' UN PORCO BASTARDO parte 1


di Clelia_Rocco_coppia
12.06.2023    |    11.739    |    3 9.6
"Quel cazzo in tiro, magnifico, lucido e pulsante era il simbolo della sua potenza..."
Ricordo a chi legge che questo racconto consta di una parte reale e di una elaborata E ampliata dalla nostra fervida fantasia di autori. Io e Rocco lo abbiamo scritto insieme, interpretando, vivendo e trascrivendo le ns emozioni, sensazioni e orgasmi, così come li abbiamo vissuti. Quindi leggerete due versioni della stessa esperienza da due ottiche differenti. Speriamo che questo racconto vi piaccia e vi possa divertire eccitandovi. Grazie, Clelia.

Rocco.
Quello che stavamo vivendo in quel momento aveva del surreale! Bloccati e nascosti nella cabina armadio della mia donna per un imprevisto che non avremmo potuto prevedere. Entrambi nudi avevamo dovuto nasconderci in tutta fretta e rifugiarci in quel luogo angusto e attenti a non farci sentire da Gabriele, il figlio maggiore della mia donna, e Sandra la sua amante, avendo lui una fidanzata.
Loro erano già in preda all’eccitazione e tutto faceva presuppore che avremmo assistito, impotenti, alle loro evoluzioni sul “nostro” letto.
Percepivo in Clelia, comunque, una strana ansia mista a euforia; eravamo entrambi in ginocchio, le stavo dietro in modo da aderire completamente al suo corpo, cercandone un contatto quasi morboso: era visibilmente eccitata! Il giovane non perse tempo e, prendendola per il collo le infilo la lingua in bocca e una mano tra le cosce, passandola aperta su tuttala fica. Continuando a leccarla sulla bocca e sul viso, baciandola, le infilo tre dita e iniziò a scoparla così velocemente; quindi, la spinse verso la porta della camera e, appena lei alzò le mani gliele blocco sopra la testa e riprese a scoparla forte e rapido con le dita. Il cortissimo vestitino che indossava risalì quasi completamente oltre i fianchi, lasciandole la fica esposta e quella arrapante visione delle dita che la scopavano senza ritegno, ignorando la presenza di un minuscolo perizoma che avrebbe dovuto coprirla. Sandra rantolò senza poter urlare per la piccola violenza con cui lui la masturbava e nel frattempo non poteva fare a meno di succhiargli la lingua che lui le infilava in bocca. Tutto si svolgeva con la giusta foga, con sfrenatezza, quasi con una leggera violenza. Personalmente avevo la convinzione che i ruoli si erano già delineati. Lui era un dominante e lei la sua cagna sottomessa!
Quelle scene dissiparono totalmente la ns. preoccupazione di poter essere scoperti, facendo crescere una morbosa eccitazione per ciò a cui, di lì a poco, avremmo assistito. Sentivo Clelia già eccitata, avendo preso in mano il mio cazzo, iniziando a segarlo lentamente. Cercò la mia mano e in una frazione di secondo se la portò su ventre e sulla fica, ormai un lago, guidando le mie dita dentro la sua carne pulsante e fradicia di umori. Tutta quella situazione appariva immaginaria, eppure così reale; percepivo la mia femmina molto turbata e, nello stesso tempo, concentrata, e carica di aspettative.
Avevamo affrontato spesso ultimamente come poteva essere vissuta una sessualità che coinvolgeva persone enormemente vicine, intime per molti aspetti; adesso ne stavamo saggiando gli effetti. Non era più in ansia e nessuna paura, ora era decisa a godersi quello che si prefigurava come un vero e proprio spettacolo erotico e non aveva nessuna importanza se i tra i due protagonisti ci fossero dei consanguinei; anzi quello poteva diventare un banco di prova per capire dove avremmo relegato i nostri ultimi barlumi di pudore e inibizioni se mai ancora ve ne fossero.
Insieme ci concentrammo su ciò che stava accadendo oltre le sottili feritoie di quella cabina, ammirando ancora il “Suo” giovane porco che scopava furiosamente Sandra, facendola urlare ormai prossima all’orgasmo.
Ero eccitatissimo e il mio cazzo, sapientemente guidato dalla mano della mia donna, si faceva strada tra le sue natiche. Lei si piegò appena, giusto per permettermi di sfregarlo tra i suoi polposi glutei, in cerca della sua fessura e di quella calda e succosa nicchia che era la sua bella fica.

Clelia.
Dopo la paura iniziale e l’ansia per non essere scoperti, sopraggiunse un momento di confusione nel non sapere cosa fare. Gli eventi avevano preso subito una piega inaspettata; mi immaginavo scene di due partner “irregolari” che si sarebbero fatti delle coccole e moine e invece mi ritrovavo con due esemplari dagli istinti animaleschi in preda a una furia erotica e a una lussuria senza pari. Chi mi sorprese oltre ogni aspettativa fu il mio giovane uomo; lo avevo già intuito che doveva essere un piccolo bastardo “traditore” e con uno spiccato attaccamento verso la mia figura di madre; ne avevo anche compreso le ragioni, ma soprattutto io non avevo titolo per giudicarlo. Adesso lo scoprivo in una veste completamente diversa dal solito; un vero maiale e, da ciò che cominciavo a intuire, un predatore e un dominatore.
Pur avendo avuto sempre un rapporto di aperto confronto, dovuto al suo carattere (molto simile al mio) avevo sempre avuto per lui una particolare considerazione e al di là del nostro modo di relazionarci, in fondo, eravamo sempre stati franchi nel non nasconderci la verità (quale che fosse) anche quella più scomoda, e questo ci aveva uniti e resi sempre più complici, senza dovercelo mai dichiarare.
Adesso lo vedevo sotto un’altra luce: uomo, maschio, lussurioso, porco e dominatore. Istintivamente seppi che da quel momento dovevo distaccarmene e non considerarlo più come prima. Sandra si stava comportando da perfetta schiava. Nel giro di pochi secondi erano entrambi nudi e lui dal suo zaino aveva tirato fuori un armamentario di oggetti e strumenti erotici di prim’ordine. Dopo essere stata bloccata alla porta e averla scopata senza ritegno col le dita quel porco del mio giovane maschio, le aveva impedito di raggiungere un meritato orgasmo; si era fermato e, afferrandola per i capelli, obbligandola ad inginocchiarsi, le aveva intimato:
-"Piccola cagna in calore, succhiami il cazzo; so che lo desideri, puttana"!
Lei aveva sorriso, sfidandolo provocatoria e portando le mani dietro la schiena aveva iniziato a leccargli il cazzo già abbondantemente in tiro e di buone dimensioni. Lo guardavo stordita, rapita e affascinata.
Rocco, facendomi sentire il cazzo tra le natiche, mi stava comunicando quanto lo eccitava ciò a cui stavamo assistendo e avvertivo la sua cappella spingere, cercando di violare il mio fiore pulsante.
Vedevo Sandra leccare e ingoiare quel meraviglioso cazzo, fino a vedere la punta della lingua fuoriuscire dalla bocca e leccare le sue palle. Quel gran porco aveva già in mano un grosso plug, gli fece scivolare una copiosa scia di saliva tra le natiche e glielo infilò senza indugio in quel bellissimo culo, facendola gemere per il sottile dolore, ma soprattutto per il piacere. Sull’altra mano vidi comparire una frusta a frange e subito dopo infliggerne un primo colpo sulle spalle della sua femmina. La sentii fremere e gemere per il bruciante dolore, ma non smise il suo eccitante lavoro di bocca e di lingua su quel cazzo maestoso. Il secondo colpo sulle natiche le procurò delle lacrime per il forte bruciore, così come il terzo e quello successivo e l’altro ancora. Da come il suo corpo prese a fremere e tremare, si evinceva la voglia e il desiderio perché quella deliziosa tortura non finisse.
Il cazzo del mio uomo era già nella mia fica e trattenni a stento un lungo gemito. Ormai ero letteralmente partita e l’eccitazione morbosa e insana per quell’amplesso, a cui non stavamo assistendo, aveva superato ogni limite e ogni pudore.
La scena che ammiravamo mi faceva apprezzare le evoluzioni erotiche di due amanti depravati e perversi e la loro identità non solo non mi inibiva, anzi accresceva ancora di più il mio desiderio, rendendolo innaturale, osceno, lussurioso e carico di perversione.
Stavo constatando a mie spese l’immensa capacità del sesso di procurare piacere e godimento a ogni essere umano senza inibizioni o pudore anche rispetto ai ruoli che ognuno ricopre nella quotidianità.
E adesso mi stavo godendo quella meraviglia di cazzo che entrava e usciva dalla bocca di quella cagnetta in calore.
Potevo quasi percepirne l’odore di quel cazzo che trapanava quella bocca e, non appena Rocco mi infilò due dita in bocca, immaginai di averlo sulla mia lingua; iniziai a leccarlo come se fosse quella cappella, feci scorrere la lingua sulle dita come se la stessi facendo scivolare su quell’asta dura, fino a leccare il palmo delle mani, come se fossero quelle palle grosse e lucide che ammiravo davanti a me e, in un momento di furore erotico, perché Rocco mi stava scavando meravigliosamente la fica col suo cazzo, desiderai con tutta me stessa quel cazzo in tutti i miei buchi.
Mi sentivo depravata e perversa ma era una sensazione unica, eccitante, arrapante di una carica erotica straordinaria. Rocco sapeva come farmi esaltare e, conoscendomi intimamente sapeva cosa passava nella mia mente in quel momento. Avvicino le sue labbra all’orecchio e mi sussurrò:
-"Lo desideri tanto vero"?
Con la testa feci, lentamente segno di sì. Mi bacio e mi disse:
-"Sei proprio una puttana e una cagna senza ritegno, amore mio"!
Era la verità e ne ero compiaciuta, ciò che avevo sempre letto su questo tema e che avevo sempre considerato una esagerazione perché di fronte a certe storie ti ecciti solo se non riguardano te stessa; adesso mi rendevo conto che Rocco, l’altro mio “porco bastardo”, era riuscito nel suo intento…e mi piaceva, mi eccitava, lo desideravo!
La scena nel frattempo era cambiata. Il mio giovane porco aveva fatto distendere a faccia in giù Sandra e le aveva legato mani e i piedi ai bordi del letto; le aveva sistemato tre cuscini sotto il ventre costringendola a stare con il culo molto più in alto. Le cosce spalancate le lasciavano oscenamente offerte fica e culo. Applicò alle grandi labbra della fica due pinze; poi altre due ai capezzoli. Infine, un morso con una pallina in bocca le permetteva di emettere solo suoni; una paletta completò l’armamentario che il mio giovane porco avrebbe usato. Il primo colpo si abbatté sulle natiche della bellissima fanciulla che soffocò in un rantolo l’urlo disumano che avrebbe voluto far uscire dalla sua bocca. Il secondo ancora più bruciante e poi, il terzo, il quarto sempre con violenza e con la medesima cadenza. Ne contai 15 e le striature rosse al limite del sanguinamento apparvero sul culo della giovane. Ero affascinata da tanta maestria e dal ruolo di dominatore che interpretava in modo splendido; ne ero fiera e mi eccitava ancora di più per la sottile violenza che vedevo produrre dal suo corpo e dalle sue mani. Quel cazzo in tiro, magnifico, lucido e pulsante era il simbolo della sua potenza. Prese dell’olio e lo spalmò sulle natiche della sua femmina e le carezzò i glutei a lungo, sfiorandole volutamente la fica. Sapeva come usare quelle mani e Rocco, che non perdeva una sola scena di ciò che accadeva, mimava su di me quelle stesse carezze. Ero coinvolta e protagonista nello stesso tempo. Sandra adesso gemeva per il piacere; quelle dita esperte le accarezzavano la fica e lei muoveva i fianchi per anticiparne il contatto. Facevo la stessa cosa, simulando quei movimenti e mi gustavo il cazzo del mio uomo che mi scopava la fica. Mi piaceva quella attesa e volevo che durasse fino a quando non avessi visto godere quei due magnifici esemplari sempre più simili a due animali.

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