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Gay & Bisex

La sorpresa


di Clelia_Rocco_coppia
05.03.2024    |    6.572    |    15 9.9
"Lo implora con voce roca e ansimante..."
Sono rientrata prima del previsto dal mio viaggio di lavoro in Ungheria e intendo fare una sorpresa a Piero. Per renderla piccante ho anche comprato un souvenir osceno, una “grigia”, un bovino tipico di quella terra ma dotata di un sesso fuori dall’ordinario. invece, sono stata io a ricevere da lui, porco, bastardo, l’improvvisata!!!
Appena varcata la porta di ingresso sento la sua voce:
-“Oh cazzo, Marco; continua a leccarlo, bravo, così, mi fai impazzire.”
Mi libero, rapida, delle fastidiose scarpe col tacco per essere silenziosa e rimango nascosta nel corridoio, proprio dietro la porta della nostra camera da letto, spiando attraverso lo specchio, ciò che succede all’interno.
Quello a cui assisto è incredibile e del tutto inaspettato. Per qualche secondo resto senza fiato e sono combattuta se irrompere nella stanza e fare un macello, picchiando furiosamente il mio uomo e la troia con cui si sta intrattenendo mentre fa sesso; se fuggire via oppure se rimanere e continuare a guardare ciò che sta avvenendo. Opto per quest’ultima soluzione perché oltre alla rabbia, è anche la curiosità che mi divora. Non avevo mai immaginato che questo maiale potesse spingersi così oltre, anche se nelle nostre fantasie non ci siamo fatti mai mancare nulla. La persona con cui fa sesso è un Uomo! Mi sforzo di riconoscere chi lo sta spompinando in quel momento; anche se il nome di Marco non mi è del tutto sconosciuto. Ora è di spalle, inginocchiato davanti a Piero; ne osservo il corpo ben definito, spalle larghe, fianchi sottili, un gran bel culo e, attraverso le cosce larghe, intravedo un gran bel cazzo ancora semi rigido, ma di ottima fattura. Dal movimento del capo che fa avanti e indietro, le mani aggrappate alle natiche del mio uomo, lo spompina per bene. Il bastardo lo accompagna nei movimenti, tentando di bloccandogli la testa con entrambe le mani e guidandone i movimenti. I rantoli di quella troia improvvisata testimoniano che ogni volta ingoia quel cazzo che conosco bene, fin quasi a soffocare.
Non posso fare a meno di constatare che quella immagine di quel maschio che succhia il cazzo del mio uomo è più arrapante di tutte le volte in cui lo abbiamo, perlomeno io, immaginato.
-“Adori averlo in bocca il mio cazzo, cagna? Dove vorresti sentirlo ancora? Nel culo, puttana“?
Mentre Marco risponde con un lungo gemito di approvazione, il mio uomo rantola per il piacere di quella bocca che lo accoglie meglio di come potrebbe fare una bella fica stretta.
Sono eccitata e non posso negarlo!
Adesso Piero lo tiene bloccato con tutta la sua minchia in bocca, con le labbra che gli sfiorano il ventre quando lo ingoia per tutta la sua lunghezza e con la lingua che gli lecca le palle.
Lo afferra per i capelli, allontanandolo dal cazzo, mentre il porco bastardo si gode l’immagine della lunga scia di saliva che dalla bocca di quella troia scivola sulla sua cappella fradicia.
- “Si, voglio essere la tua puttana; voglio che mi inculi”.
Lo implora con voce roca e ansimante. Tutta la mia rabbia provata all’inizio si trasforma in una straordinaria eccitazione, oserei dire arrapamento. La voglia e la tentazione di entrare senza preavviso e unirmi a loro, partecipando alle loro evoluzioni di sesso sfrenato è fortissima; ma adesso il piacere e la perversione che mi pervade nel “guardare” questi due “animali” fare sesso è straordinariamente eccitante, al limite della depravazione.
Voglio godermi, come ho sempre sognato quelle immagini oscene e inizio a toccarmi tra le cosce, a giocare con i miei capezzoli già turgidi e dritti; a torturarmi il clitoride e penetrarmi con le dita la fica che diventa ogni minuto sempre più affamata. Vedere Marco gemere mentre sbocchina come una puttana e si sega quel suo bel manganello è impagabile.
Piero ordina di alzarsi e sistemarsi a novanta con le mani appoggiate al muro. Lo colpisce con la sua cintura sulle natiche, insultandolo.
-“Ora ti scoperò il culo, vacca e per oggi sarai solo la mia puttana”!
-“Si, mio signore, voglio essere la tua cagna e, finalmente, sarò inculato dalla tua meravigliosa minchia. Fammela sentire tutta dentro, ti scongiuro.”
Quasi lo implora.
Vedere il mio uomo sputargli sul buco del culo, infilargli due dita e tentare di allargarglielo fino a posizionare la sua cappella sullo sfintere e spingergli il cazzo centimetro dopo centimetro, lentamente, tutto nel buco del culo, ascoltando i rantoli di piacere di entrambi, fa aumentare la mia eccitazione e, come un automa, la mia mano inizia a scendere infilandosi dentro le mutandine, già completamente inzuppate dei miei umori. Mi accovaccio sui talloni senza mai perdere di vista quei due depravati, inizio a torturarmi il clitoride, a stringerlo forte tra le mie dita, per poi massaggiarlo e, infine, infilarmi due dita in fica e iniziare a trapanarmi così, con foga. Piero, intanto, incula come un forsennato il suo occasionale compagno. I colpi di cintura sulle spalle e sulle natiche fanno urlare Marco e non sono urla di dolore. Lo vedo impugnare il cazzo e segarsi con impeto e rapidità. La scena è troppo arrapante e oscena, a pochissimi metri posso quasi sentire l’odore di sesso e sudore dei due stalloni che mi arriva fino alle narici, aumentando la voglia di sfrenatezza. Gli affondi di del cazzo del mio uomo dentro il culo di Marco producono il classico rumore che il ventre e le palle di Piero emettono, sbattendo sulle natiche di quella troia che, nel frattempo non smette di urlare, incitando il mio maschio a fotterlo sempre più forte mentre la sua sega raggiunge movimenti convulsi.
Marco è il primo a cedere e urlando inizia a godere sborrando e schizzando come una fontana.
Il mio uomo non riesce più a resistere e per non godere anche lui subito urla:
-“Così mi fai impazzire, cagna. Ma non voglio ancora godere. Vieni, sdraiati sul divano“.
Sfila il cazzo dal buco di quel culo bellissimo che sembra fatto di marmo e lo bacia in bocca; giocano con le loro lingue, proprio come farebbero due gran puttane viziose. Marco adesso è sul divano con le natiche sul bordo; Piero gli solleva le gambe e se le porta sulle spalle, inculandolo nuovamente. La sua minchia scivola dentro fino alle palle. Il mio maschio inizia a insultarlo pesantemente.
Non riesco più a controllarmi. Vorrei godere in modo devastante, ma l’attesa amplifica quel piacere proibito. Le dita non bastano più e il souvenir portato dal mio viaggio si presta allo scopo. Impugno quel surrogato di cazzo di quasi venti centimetri e lo infilo tutto in fica. Mi sento piena e quella minchia finta pur non essendo calda, pulsante, è certamente, lunga, grossa e dura e mi farà godere come una cagna.
Inizio, quindi a trapanarmi la fica così, in modo sempre più veloce e profondo; senza curarmi più se possano sentire i miei gemiti sovrapposti ai loro.
Quella cagna di Marco, mentre Piero lo fotte in modo sfrenato, ha ripreso a segarsi, seguendo il ritmo di come il mio maschio lo sta inculando.
“-Siiiii, bastardo sto per godere, uhhhhhhh.”
Urla Piero, mentre lui nello stesso istante e nel giro di pochi minuti schizza sborra che lo raggiunge dritto sul suo viso; mentre per il secondo, apre la bocca, tira fuori la lingua, catturando poche gocce del suo stesso sperma.
-“Brava cagna, così; adesso vieni a bere anche il mio. Puttana.”
Sfila, quindi, il cazzo dal suo culo e glielo infila in bocca.
-“Ingoia, troia, dissetati pure puttana, siiiiiii”!
Quelle scene mi travolgono e l’orgasmo mi raggiunge in modo devastante, straordinario, appagante, riversando a terra un torrente di umori.
“-Lecca troia, lascia il mio cazzo pulito.”
Piero lo bacia in bocca in modo passionale. Una fitta di gelosia mi attraversa lo stomaco, ma sono ancora eccitatissima e sempre più convinta di dover entrare ma solo per ricominciare a giocare insieme a loro.
Dovrei Farlo...?
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