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Un nuovo padrone.


di Clelia_Rocco_coppia
04.12.2023    |    6.335    |    4 9.7
"Non resisto per molto, infatti, inizio a godere, liberando il mio primo intenso orgasmo come un torrente in piena..."
Arriviamo nella tarda serata allo chalet. Fuori buio totale, solo una piccola luce illumina l’ingresso. Fa freddo nonostante il periodo estivo. Mi stringo a Pietro in cerca di protezione. Lo chalet è accogliente e dopo una doccia ci addormentiamo subito per la stanchezza. È già giorno e Pietro in bagno si regola la barba. Lo bacio sul collo, lo abbraccio e lo stringo, schiacciando i miei seni sulla schiena e il mio ventre sulle sue natiche. Seduta sul vaso mi libero della mia pioggia dorata e lo contemplo da dietro; fisso il suo sedere nudo e noto che mi sta osservando dallo specchio mentre sorride. Passo sul bidè con le gambe divaricate e il getto caldo mi arriva dritto in fica procurandomi un sottile brivido di piacere. Si avvicina, si abbassa, con il sapone intimo inizia a lavarmi la fica massaggiandola lentamente. Mi godo Il suo tocco, chiudo gli occhi e sento scorrere la mano aperta sulla fessura con le dita che la allargano, scivolando fino alle natiche; un dito esplora il mio buchino prima in superficie poi, lentamente sempre più in profondità. Un gemito di piacere sfugge dalle mie labbra; apro gli occhi e guardo Il suo viso pieno di desiderio, mi allungo con la schiena fino a toccare il suo ventre e percepire il suo cazzo già duro. Si sposta lateralmente senza perdere il contatto e adesso me lo ritrovo sulla guancia. Pulsa, duro e lo tiro fuori; lo bacio sulla cappella lucida, la lecco e con la punta catturo la prima goccia che ne viene fuori limpida. Ho fame, ho sete e voglio saziarmi di lui. Mentre ha una mano ancora impegnata sul mio buco, l’altra sta disegnando cerchi intorno al clitoride, passando poi tra le labbra e io sto già colando umori. Le mie gambe iniziano a tremare per il desiderio e l’eccitazione. Smette di giocare e mi porta di peso in camera da letto. Lo spingo giù, prendo in bocca il suo cazzo e lo succhio con avidità, lo avvolgo con la lingua, facendolo scivolare, tra le mani impregnate della mia saliva. Dopo qualche minuto, decido che lo voglio tutto dentro. Mi sollevo e mi impalo sul suo cazzone, sono io a guidare il gioco; lo tiro fuori dalla mia fica e sfrego quella mazza sul mio clitoride già gonfio, poi sulla fessura piena di umori e, infine, di nuovo tutto dentro. Non resisto per molto, infatti, inizio a godere, liberando il mio primo intenso orgasmo come un torrente in piena. Mi posiziona a pecora e in un sol colpo mi monta da dietro fino in fondo. Mi massaggia con un dito il culo, mentre vado incontro alla sua bella minchia, scopandola. Mi afferra i seni e mi strizza i capezzoli, sempre più forte; urlo con dolore misto a piacere. i colpi diventano furibondi, fino a quando non raggiungo un altro intenso e devastante orgasmo e un getto caldo di sborra mi invade il ventre. Urliamo il nostro piacere come una liberazione. Pochi secondi di pausa e mi sussurra all’orecchio: - “Siamo invitati a pranzo da amici speciali. Preparati! Raggiungiamo lo chalet di Luana e Mario che ci accolgono con molto calore. Lei, giovane, bionda, trent’anni un gran bel fisico; occhi scuri, viso da bambola. Lui un uomo maturo, carismatico, tra i 50 e i 60 occhi verdi, sguardo intenso volto dai lineamenti marcarti ma molto intriganti; una coppia ben assortita con grande intesa e profonda complicità. L’uomo sembra penetrarmi col suo sguardo fin nell’intimo e la mia reazione mi sorprende e mi intriga, sento la mia intimità che si bagna. Facciamo tardi e rimaniamo a dormire da loro. Il mattino successivo Pietro è già uscito e su un biglietto mi annuncia che sarebbe rientrato in serata. Luana e Mario mi aspettano per la colazione. L’atmosfera è rilassata, ma intensa e Mario mi trasmette tutta la sua carica erotica solo guardandomi. Complice una mia mossa goffa, rovescio il mio caffè sulla canotta. Con voce calma, ma decisa l’uomo mi ordina di andare a cambiarmi. Sono un po’ frastornata per questo suo cambiamento di umore e sto per realizzare in che situazione mi trovo. Luana una volta in casa, mi intima di spogliarmi nuda. Sono confusa, ma eseguo senza fiatare e all’improvviso noto un collare tra le sue mani. Sono molto turbata, ma nello stesso tempo eccitata e quando lei mi mette il collare, non riesco a fare obiezioni. Nuda e con il collare vengo condotta al cospetto di Mario, coprendo con le mani le mie nudità.
–“Sei stata affidata a me per educarti al tuo nuovo ruolo di schiava per tutto il tempo che soggiornerai qui. Inginocchiati e culo più in alto; ora sei una cagna!”
Mi comunica. Eseguo gli ordini con una punta d’ansia, ma anche con grande eccitazione; i miei capezzoli si inturgidiscono e la mia fica inizia a pulsare per l’eccitazione. Mario con voce stentorea mi ordina di raggiungerlo e gattonando lo raggiungo, fermandomi a fianco delle sue gambe.
-“Brava, resta immobile fino a quando non ti ordinerò io di farlo!
Aggancia una catenella, al mio collare. Ora so di essere una schiava sottomessa e ciò rappresenta quello che più ho desiderato negli ultimi tempi. Mario esercita una straordinaria influenza su di me e rispondere con voce tremante un “si, signore“, al suo ordine di girare per la stanza è quasi naturale. Fa scivolare la fredda catena del guinzaglio sulla mia schiena, regalandomi brividi di piacere; In mano ha già un dilatatore anale con una morbida e splendida coda. Il freddo acciaio del plug mi sfiora le labbra, istintivamente lo lecco proprio come farebbe una cagna, piccoli e rapidi colpi con la lingua su tutta la superfice. Sono eccitatissima e dalla fica colano copiosi umori lungo le cosce. Mi abbasso col busto più che posso con le natiche ben in alto. Avverto il plug gelido sullo sfintere e, finalmente, lo infila dentro come risucchiato dal mio stretto buco. Osservo allo specchio davanti a me il mio corpo con quella meravigliosa coda che esalta i miei glutei e mi fa sentire una gran cagna, la sua. Il mio padrone afferra il guinzaglio e tirandolo mi ordina di seguirlo. Giro accanto a lui a quattro zampe per tutta la stanza, la testa bassa, Luana in piedi mi osserva compiaciuta e il senso di umiliazione che ne ricavo è massimo, come la mia eccitazione.
–“non rallentare”!
Sibila il mio signore e mi costringe ad aumentare il ritmo, la coda mi accarezza le natiche e le cosce e il plug si muove sempre più piacevolmente nel mio culo dilatato. Mario si accomoda su una poltrona, ordinandomi di accucciarmi ai suoi piedi, accarezzandomi la testa come lo si farebbe con una cagna. Tutto questo mi mortifica ma mi fa anche sentire protetta; istintivamente con la testa seguo la sua mano che mi accarezza. Alzo la testa e lo fisso negli occhi implorante; il morbido manico in pelle del guinzaglio si abbatte sulla mia schiena bruciandomi la carne. Le sue coccole mi hanno tradito. Mi afferra per il collare e mi obbliga alla posizione eretta.
-“ Mani sul tavolo e divaricate le gambe, subito! Adesso conta cagna!”
Mi ordina, assestandomi il primo colpo su una natica.
- “Uno… ahaaaa“.
Il secondo, ancora sul culo, arriva più forte.
-“Due… Mmmmm”.
Il terzo ancora più forte.
- “Tre… ahaa “. Sempre forte.
Le natiche bruciano.
- “Quattro… ohoooo”.
Questo arriva sulla schiena.
- “Cinque…!”
Il dolore mi toglie la parola!
- “Sei…!“
Riesco a contarne 10 e, finalmente, si ferma. Qualcosa di umido lenisce le ferite infertemi. La sua mano sfiora leggera e delicata la schiena, più volte; scivola sulle natiche e scende tra il solco fino nella fessura.
-“Non hai solo sofferto; sei tutta bagnata, cagna! ”
Mi apostrofa, umiliandomi.
Infila le sue due grosse dita nella mia fica e inizia a penetrarla così. I colpi subiti ha avuto l’effetto voluto; Ora mi godo la sua mano. La muove sempre più rapidamente; fa entrare un terzo dito e poi un quarto. Ho la sensazione che stia per aprirmela in due ma il dolore, ormai, è superato dal piacere che mi provoca. Non resisto molto e anche lui se ne rende conto che sto per esplodere in un intenso orgasmo. Mi incita:
-“Dai, cagna; godi sulle mie dita, sborra sulla mia mano, so quanto lo desideri, piccola troia in calore.
I suoi incitamenti come i suoi insulti mi finiscono direttamente in fica, aumentando il mio bisogno di essere umiliata e di godere. Finalmente, uno tsunami di piacere esplode dentro il mio sesso pulsante, facendomi ululare come una cagna: -“ahaaaaaaaaaa…. Siiiiiii… siiiiiiii. Siiiiii…!!!
Il godimento è devastante, fremo, sussulto e tremo in ogni fibra del mio corpo, allagando il pavimento con i miei umori. Alzo appena lo sguardo e incrocio quello di Luana, sorridente e soddisfatta. Capisco che il mio lussurioso supplizio è appena iniziato! Mario dà uno strappo al guinzaglio.
-“Bene, cagna; andiamo!“
Lo seguo con passo incerto. Mi conduce in un locale piccolo e semibuio con una finestra in alto; in un angolo è accumulata della sabbia e in quello opposto della paglia con accanto una ciotola di acqua. Prima di andarsene mi dice:
-“Questa sarà la tua dimora. C’è una coperta lì in fondo, la sabbia sai a che ti serve e per bere hai la tua ciotola con l’acqua. Riposati, avrai bisogno di energie!”
Non protesto neanche e accetto più compiaciuta che rassegnata il mio destino mentre mi liberano del guinzaglio. Dovrei odiare Pietro per ciò che mi obbliga a fare; tuttavia dentro di me so di non voler mollare, anche se sarò costretta a toccare il fondo. Quando Luana ritorna, mi ordina di seguirla per una doccia e per prepararmi per la serata.
-“Fai in fretta, indossa ciò che trovi su quella mensola; ti aspetto fuori!”.
Ordina. Quindi mi asciugo e indosso calze autoreggenti, tacco12, il mio collare, rimanendo con la fica bagnata fradicia. Mario ci attende in un'altra stanza. Incrocio il suo sguardo e abbasso subito gli occhi.
-“Vieni qui vicino a me!”
Mi ordina con tono perentorio. Da vera cagna mi avvicino mentre lui mi porge il dorso della mano. Quel gesto mi provoca già una fitta di piacere alla fica; ormai percepisco tutto con grande umiliazione ma mi eccita troppo. Bacio la sua mano, poi istintivamente, inizio a leccarla sul dorso e il mio gesto somiglia sempre più a quello animalesco di una cagna in calore, che annusa e assapora il suo maschio prima dell’accoppiamento.
-“Alzati!”
Mi ordina. Le sue dita scivolano sui capezzoli, li strizza, torcendoli sempre più forte. Il dolore e intenso ma il conseguente piacere che provo lo è altrettanto. Mi infila le dita in bocca e pieni di saliva bagna i capezzoli. Dalla fica colano umori lungo le cosce. Mi ordina di mettermi a pecora sul letto e di spalancare le cosce; Lui da dietro inizia a torturami le grandi labbra, passandovi le dita più volte, stringendole e tirandole; poi ordina a Luana di leccarmela. Inizio a gemere di piacere, ma dura poco. Mi fa distendere supina e vengo legata mani e caviglie ai quattro angoli. Luana provvede a sistemare dei cuscini sotto le mie natiche; immediatamente Mario mi infila due dita in fica, iniziando a scoparmi così, mentre con il pollice tortura il mio clitoride. Sono eccitatissima e alla totale loro mercè. Questa consapevolezza mi eccita da impazzire sapere che abuseranno ancora di più del mio corpo e della mia mente mi manda fuori di testa e so che perderò il controllo. Il mio padrone inginocchio sul letto ha la maestosa mazza proprio davanti al mio viso. Luana completa la mia preparazione con palline vibranti che finiscono subito nella mia fica, iniziando a vibrare, e un plug anale di discrete dimensioni e con meravigliosa coda di pelliccia che mi riempie il culo, dilatandolo oscenamente. Sono eccitata oltre ogni immaginazione, per loro sono diventata una cagna, la loro schiava da umiliare e usare per il loro piacere. Il cazzo di Mario mi sfiora il viso e il suo odore mi arriva prima al cervello e poi in fica; ora lo vorrei tutto in bocca, da leccare e lappare proprio come una cagna, succhiarlo, ingoiarlo e spompinarlo fino a farlo morire di piacere; la sua cappella sfiora le mie labbra; una goccia di liquido esce dalla punta e il desiderio di leccarla e succhiarla è irresistibile. Sto per passarci la punta della lingua, ma una frustata sui seni mi toglie il respiro, facendomi urlare di dolore. Mi ordina di succhiargli il cazzo. È il segnale che aspettavo e lo faccio con grande foga e da troia vorace. La seconda frustata mi arriva sul ventre; brucia ma la fitta di piacere alla fica è mostruosa. Il terzo su un capezzolo, mi toglie il fiato, poi ancora sull’altro capezzolo e per quattro volte sul ventre. Striature rosse decorano addome, ventre e seni. Continuo a spompinare quel potente bastone di carne; lo sento in gola e riesco quasi a deglutirne la cappella. Il mio padrone rantola e mi insulta in tutti i modi. Mi eccita sentire i suoi “porca, troia, puttana, cagna in calore, pompinara, zoccola, succhia cazzi, bocchinara.” Ho la sensazione che il quel momento sia io a dominarlo con la mia bocca, le mie labbra, la mia lingua perversa. Sento delle mani che passano un unguento sulle parti arrossate, mi slegano ma le palline continuano a vibrare, procurandomi un paio di orgasmi mentre il plug ha preso totale possesso del mio culo. Ora Luana mi cura con l’olio tutto il corpo mentre Mario si posiziona tra le mie cosce in ginocchio. La sua donna ha impugnato il suo cazzo e inizia a sfregarlo sulla mia fessura e sul clitoride, masturbandomi con la punta. Non connetto più, il mio corpo è un rifugio di sensazioni meravigliose ed eccitantissime; Luana estrae finalmente le palline dalla mia fica e punta il cazzo all’ingresso della mia vagina. Il nostro padrone, in un solo colpo, mi infilza con il suo spiedo di carne rovente infuocata. Urlo e godo nello stesso tempo. Mi possiede cosi, un affondo dietro l’altro con Luana che mi tortura il clitoride con la mano e inizia a muovere il plug nel mio culo scopandomelo. Manca poco al mio prossimo orgasmo, il gran cazzo di Mario mi pompa in fica, dandomi sensazioni meravigliose. Non resisterò a lungo e lo dimostra il movimento dei miei fianchi convulso, mentre agito la testa come una folle invasata, tanta è l’eccitazione che mi travolge e mi sconvolge i sensi. La donna afferra un vibratore e inizia a farlo scorrere sul clitoride esercitando una discreta pressione; Il risultato è devastante, le vibrazioni sul clitoride, mi fanno urlare come un’ossessa e l’orgasmo mi travolge come una tempesta trascinando ogni residua capacità di controllo; schizzo sborra dappertutto, e tremo come in preda alle convulsioni. Godo per non so quanto tempo e tremo come una foglia come se ogni molecola del mio corpo continua a godere. Luana, eccitatissima anche lei, si posizionandosi con la fica a cavallo della mia faccia proprio di fronte al marito che mi devasta, trapanandomi ancora la fica col suo manganello. Quella troia mi afferra per i capelli e agitando i fianchi, mi scopa la bocca, facendovi scivolare la sua fica. Ormai lecco come un’ossessa; succhio tutto ciò che posso e intanto, percepisco che Mario sta per raggiungere l’acme del suo piacere, urlando come un folle, impugnando finalmente il cazzo e sborrandomi, sui seni e sul ventre. Vedo godere anche Luana, inondandomi il viso con i suoi umori mentre si piega in avanti e raccoglie le ultime gocce di sborra direttamente dal cazzo del suo maschio, ripulendogli la cappella e tutta l’asta. Poi, fa la stessa cosa sul mio corpo, leccando e succhiando tutto dal mio ventre e dai miei seni. Luana mi fa alzare e mi conduce a una sorta di cavallina in legno massello con la trave centrale imbottita ma abbastanza corta; L’uomo mi ordina di salirci a cavallo, distendendomi sopra. Vengo legata braccia e gambe ai quattro appoggi. La testa e il bacino, però, restano fuori dall’asse centrale. Ora sono totalmente esposta e offerta. Culo e fica aperti, alla totale mercè di chiunque volesse abusarne. Mi viene legata una benda agli occhi e da quel momento ansia ed eccitazione mi pervadono ancora più intensamente, cercando di immaginare cosa potrà accadere. Una mano scivola sul mio corpo, spalmando un unguento su spalle, natiche, cosce e braccia. Dal tocco intuisco che si tratta di Luana. Avverto le sue dita leggere scorrere sui glutei, nell’incavo tra le natiche, scendere lungo le cosce per poi risalire. Il taglio della mano a ogni passaggio mi massaggia la vulva già abbondantemente bagnata. Sento le sue dita giocare con la mia fessura e, subito dopo, indugiare sul mio stretto buco. Lo massaggia con due dita, non ha bisogno di forzarlo, il plug ha già tracciato la strada e le sue dita ora scivolano dentro facilmente. Le mie terminazioni nervose anali sono in allerta e in pochi secondi mi ritrovo di nuovo eccitata in un modo straordinario. Qualcosa di caldo e morbido, ma duro mi sfiora la guancia; intuisco che sia Mario e mi ritrovo ancora a gustare il suo poderoso cazzo. Istintivamente tiro fuori la lingua e lecco. Ne sfioro la cappella, la succhio ingorda. Un colpo di una frusta a frange, credo, mi colpisce sulla schiena. Urlo e gemo allo stesso tempo. Sta per iniziare una meravigliosa tortura! Una mano mi afferra bruscamente per i capelli e qualcuno mi ordina: -“Apri la bocca, cagna”! in breve un altro cazzo me la riempie, ma questa volta non è il mio padrone. quello che mi ritrovo tra le mascelle un sapore familiare e anche il suo odore non mi è del tutto nuovo. Mentre rifletto, un altro colpo di frusta si abbatte sulle natiche, e poi un altro e un altro ancora con rapida sequenza e feroce violenza. Non posso urlare, la mia bocca è piena del cazzo di questo sconosciuto; Due dita, poi tre e infine quattro mi penetrano in fica, scopandomi in maniera forsennata. L’anonimo, intanto, mi sta letteralmente violentando la bocca la fa entrare e scivolare con grande perizia. In quel preciso istante un altro cazzo mi penetra in fica e questo è ancora quello di Mario. Il mio padrone mi pompa il suo manganello in fica; lo sento entrare lento ma con affondi decisi; ogni colpo mi riempie e mi allarga in modo meraviglioso. Adesso ho trovato anche il ritmo per quel poderoso cazzo che scivola fin nella gola, facendomi sentire proprio l’ultima delle pompinare. Mentre Mario mi fotte incessantemente, con il pollice mi scopa anche il culo e io non riesco più a connettere, ho perso letteralmente il controllo, sono solo “carne” calda e sensibile e da un momento all’altro esploderò in una sequenza di orgasmi. I due maschi mi abbandonano e vengo slegata e rimessa in piedi. Sento un corpo maschile che aderisce facendomi sentire il suo cazzo sul ventre; mi alza una gamba e dopo e subito mi ritrovo il suo cazzo in fica. Lo abbraccio e inizia a scoparmi così, sentendolo scivolare dentro e riempiendomi totalmente. Si tratta dello sconosciuto. Mi solleva tenendomi per le natiche, rimanendo sempre col suo cazzo dentro la fica. Con le gambe lo cingo ai fianchi e mi aggrappo al suo collo. Mi infila la lingua in bocca e mi bacia con passione; mi piace il suo sapore, mi piace la sua lingua e le sue labbra morbide. Due dita scivolano nel solco tra le natiche, raccogliendo i miei umori e lubrificandomi il buco del culo. È Mario che forza il mio sfintere; nel giro di pochissimi secondi è tutto dentro fino alle palle. Urlo per il dolore, ma soprattutto per il piacere. Ho fica e culo pieni e sto realizzando uno dei miei sogni proibiti. Lo sconosciuto mi afferra per i capelli e mi infila la lingua in bocca obbligandomi a succhiargliela mentre Mario mi sfonda con regolarità il culo. Sembrano in perfetta sincronia; quando uno affonda, l’altro si ritira e io sono già andata fuori di testa per la grande eccitazione. Mi sento cagna e schiava, desiderosa solo di compiacere i loro desideri e perché da questo ne ricavo piacere fisico e mentale. Sarò grata a Piero perché da qui uscirò come quella schiava e quella cagna che lui ha sempre desiderato. E mentre mi attardo in queste considerazioni, stretta e sorretta da loro due, sono sempre più eccitata e dalla foga con cui mi penetrano e dai loro affondi, capisco che anche loro sono al limite. Iniziamo tutti a gemere sempre più forte e all’improvviso qualcuno mi libera della benda e il volto di Piero mi appare con una smorfia di piacere che conosco bene. Il suo cazzo non mi permette di emozionarmi oltre perché proprio in quel momento, finalmente, urlo per prima il mio piacere e un orgasmo devastante mi esplode in fica e nel culo. Sento i loro fiotti caldi che invadono la mia vagina e il mio retto, godendo quasi in contemporanea e continuando a sfondarmi fica e culo. Li bacio entrambi in bocca, e succhio le loro lingue ancora invasa dai residui del piacere. Poi mi abbandono e mi accascio tra le loro braccia. Mario e Luana ci lasciano soli mentre ci baciamo e coccoliamo.

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