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Sottomessa dal mio amante e dalla mia migliore amica


di Clelia_Rocco_coppia
06.07.2023    |    9.529    |    4 9.7
"Il suo sguardo adesso è veramente ferino e il colpo che mi arriva tra le natiche ora, si, è violento! Rantolo e sono già pronta al successivo che arriva..."
Aspettiamo Piero da un momento all’altro e non ci rendiamo conto del tempo che passa, ne abbiamo perso la cognizione. Raccontarci le nostre ultime esperienze avute con i nostri maschi ci ha eccitate in modo quasi incontrollato. Sento tra le cosce formarsi un lago e immagino che anche per lei deve essere così.
Lo noto da come si tocca i capelli, da come si morde il labbro e dal tono della voce rotto per l'eccitazione. Nel passaggio in cui racconto di come Piero mi ha punita l’ultima volta, facendomi godere come una cagna, avendomi concesso ad un altro maschio proprio in sua presenza, credo che la mia amica abbia raggiunto il massimo del suo stupore, ma anche della sua eccitazione.
Immagino che in quel momento abbia letteralmente visualizzato ogni singola scena e definitivamente realizzato quanto sono diventata una femmina vogliosa e oscenamente lussuriosa. Per me Riviverle, raccontandole e per lei sentirle e immaginarle, ha aumentato a dismisura la voglia di sesso; se ne sente l’odore che si sprigiona dai nostri
corpi. Ci guardiamo intensamente, entrambe sappiamo cosa passa per le nostre menti; ho messo in conto che lei potrebbe non essere pronta per una esperienza che, invece, io ritengo essenziale per una mia evoluzione. Tuttavia, non demordo perchè percepisco in lei la stessa profonda eccitazione che provo anch'io. In quel momento vorrei baciarla, sentire il suo sapore, il suo odore e, infine, piegarmi tra le sue cosce e abbeverarmi a quella fonte di piacere a cui da un po’ di tempo aspiro.
Leccarla, sentirla gemere è ciò che più desidero in quel momento. Piero, al corrente di questo mio profondo desiderio, mi ha aiutato a coltivarlo, invogliandomi ad affrontarlo direttamente con lei, senza alcuna gelosia, ma, anzi, con tantissima complicità. C'é tutto in questa mia piccola ossessione: sesso, stima, affetto, desiderio, voglia di sfrenato erotismo, ma soprattutto voglio lei, possederla, dominarla farla mia! (continua…)
Adesso è lì davanti a me, una gamba piegata sul divano mentre l’altra è distesa e poggia sul pavimento.
Sta con le cosce semi aperte, il vestito di leggero cotone é risalito lungo le sue gambe tale da poter osservare chiaramente il suo intimo già fradicio dei suoi umori.
Lascio, quindi, scivolare la mano lungo la coscia, partendo proprio dal ginocchio; ha la pelle d’oca a quel contatto, provocandole intensi brividi. Non
fa in tempo a fermarmi perchè sono andata troppo oltre e le mie dita sfiorano già il suo intimo, bagnato fradicio.
Chiude gli occhi e la sento gemere, e allargare le cosce per agevolare le mie carezze. -“Sei proprio una gran porca; sei fradicia”. Accompagno questo mio insulto con una carezza più decisa su tutta la fessura, quasi con la mano aperta. Non so cosa la eccita di più; se la mia mano o i miei insulti. La vedo rilassarsi e adagiarsi con le spalle sul divano, piegando la testa all'indietro e godendosi quella carezza lasciva e oscena, mentre mi risponde:
-“E tu sei una gran troia, perche da quasi un’ora mi stai facendo arrapare, raccontandomi le tue porcate con quel perverso del tuo maschio”.
A quelle parole ho ancora una fitta alla fica, mentre gioco ancora con la sua fessura calda e fradicia. Inizia a respirare affannosamente. Le mie dita la penetrano e il mio pollice inizia a torturarle il clitoride; ho voglia di baciarla sulle labbra. La prendo per le gambe e la faccio scivolare, portando il bacino sul bordo del divano; lei mi agevola nei movimenti e a quel punto le ho già spalancato le cosce, liberandola dell'intimo. La sua bella fica mi appare davanti agli occhi in tutto il suo carnoso splendore. É di un rosa intenso con le bellissime grandi labbra di un incarnato più scuro. Mi fiondo con la bocca su quel fiore di carne pulsante; la bacio, la lecco, la penetro ancora con le dita. (continua…)
La sento gemere più forte, con le mani si strizza i seni furiosamente, ma subito dopo, appena si sente penetrare dalla mia lingua e dalle dita, mi prende la testa tra le mani e la spinge tra le sue cosce, rantolando un lunghissimo –“Sììììììììì”!
Lecco e succhio come una forsennata; si muove e parla in maniera confusa: - “Si, si, si, non smettere, non smettere”!
La penetro con quattro dita e, ora, la mia mano è come un grosso cazzo piantato nella sua fica. Mi sollevo e con la bocca cerco i suoi seni meravigliosi. Li bacio, li lecco e le succhio i capezzoli, mordendoli, mentre la sento urlare. Inizio a muovere la mano dentro il suo sesso, quasi scavandole la fica e strappandole urla di piacere sempre più forti. So che é questo che desidera adesso: sesso sfrenato. Tiene la bocca aperta, ma nessun suono esce per l'intensa eccitazione; ne approfitto e, finalmente, la bacio in bocca. Le infilo la lingua e lei la succhia ingordamente. Poi si abbandona e lascia che sia io a succhiare la sua come se la stessi spompinando quella lingua. Il movimento della mia mano non le dà tregua ed è diventato spasmodico. La sento urlare sempre più forte, fino a quando un orgasmo devastante non la fa tremare tutta per l'intenso godimento. Gli occhi roteano nelle orbite per il piacere, sussulta ancora, reagendo agli ultimi movimenti della mia mano. In pochi secondi si placa mentre non smetto di accarezzarle la fica con leggerezza. All’improvviso, dietro di me avverto un rumore, ci rendiamo conto che abbiamo lasciato la porta della veranda aperta. Mi volto e osservo Piero; il suo sguardo non promette niente di buono; ma, forse, è quello che desidero dal mio maschio, quando mi fissa così. Con voce bassa, ma decisa mi ordina di spogliarmi nuda; poi guarda lei e, gelidamente, le ordina: -"resta così come sei, non serve che tu ti rivesta". Realizzo che la nostra serata è appena iniziata!
-“Venite!” ordina il mio uomo. La mia sensuale amica mi guarda tra l’ansioso e il sorpreso. Senza rispondere la prendo per mano e seguiamo Piero nella “stanza del piacere”. Un luogo seminascosto, in questa strana villa in cui ci ospitano “certi amici” di Piero.
Il mio maschio mi ordina di distendermi su una sorta di “cavallina” bassa da cui fuoriescono la testa e l’intero mio bacino, costretta con le gambe penzoloni. In pratica Il mio culo e la mia fica sono oscenamente esposti.
Da un armadietto tira fuori un dildo in vetro con una dignitosa circonferenza, una frusta fatta di sottili strisce di cuoio nero, una verga di bambù e, per finire, un morso (che sistema subito nella mia bocca) e delle pinze in acciaio con catenella che vengono agganciate subito sulle mie grandi labbra. L’effetto doloroso, ma eccitante delle pinze e la vista di quegli arnesi di tortura e piacere mi procurano brividi e fitte alla fica già abbondantemente fradicia e con gli umori che colano tra le cosce.
Patty inizia a capire cosa sta accadendo; ciò che vede le fanno ricordare le fantasie che le ho raccontato appena un paio d’ore prima.
Piero le dice: -“Ti faccio vedere solo una volta come devi fare e poi sarai tu ad eseguire i miei ordini; ok?”.
La mia amica lo guarda più perplessa che impaurita, ma fa cenno di sì con la testa. Il primo colpo di frusta, violento, mi colpisce sulla schiena e, non potendo urlare, rantolo per il dolore e per il piacevole calore che inizia ad irradiarsi nel mio corpo.
Piero le consegna la frusta e le ordina di colpire ogni parte di esso. Se non lo farà con impegno ne pagherà le conseguenze. Mentre lo dice ordina a Patty di allargare le gambe e senza indugiare, le fa scivolare un ovetto vibrante tra le cosce, raccomandandole di non distrarsi dal suo compito per gli effetti dell’ovetto.
Aziona, quindi, l’oggetto e le intima di iniziare a colpire senza fermarsi. Il primo colpo mi arriva sulle natiche ma non è violento. Piero con la verga la colpisce sulle natiche, facendola urlare e minacciandola: -“ Più forte!”
Lei è sconvolta ma leggo nei suoi occhi una nuova luce, quasi “animalesca”, galvanizzata dal ritmo delle vibrazioni dell’ovetto nella sua fica che il mio maschio ha aumentato.
Il secondo colpo sulle cosce è più violento, ma non ancora abbastanza per quel porco bastardo del mio uomo che la colpisce ancora una volta sul suo bel culo. Lei urla ancora e questa volta il suono della voce è diverso, più roco e lussurioso. Verga e ovetto la stanno devastato di dolore e piacere e so che la fanno impazzire di piacere. Il suo sguardo adesso è veramente ferino e il colpo che mi arriva tra le natiche ora, si, è violento! Rantolo e sono già pronta al successivo che arriva sullo stesso punto ma più forte. I colpi si susseguono sulle spalle, sulle gambe, sui fianchi lateralmente vicino ai seni e poi tra le natiche, proprio sulla fica. Urlo e godo nello stesso momento; dolore e piacere si mischiano e dopo meno di un minuto avverto già quel calore tipico su tutto il basso ventre, preludio a un godimento intenso. Piero, nel frattempo, ha messo al massimo il ritmo del vibratore nella fica della mia amica e so che tra un po’ esploderà in un violento e intenso orgasmo; Tuttavia, lui le ordina di non farlo e nel frattempo spalma sulla mia pelle arrossata un unguento. Percepisco le sue dita sulla fessura, mi libera delle pinze e prosegue il massaggio eccitandomi oltre misura. In una frazione di secondo, sento penetrare in maniera decisa il dildo vibrante in fica e io sto per perdere il controllo. Piero raggiunge Patty e inizia a farle spompinare il manico di cuoio della frusta (cosa che la mia amica fa con grande ardore).
La spinge verso il muro, piegandola e glielo infila nel culo. Urla, ma dopo pochissimo quel cazzo improvvisato nel suo culo la fa già gemere per il piacere. Sono immagini oscene e siamo alla mercè di questo padrone porco, bastardo e perverso. Piero decide che Patty deve essere sfondata e vuole godersi quel bel culo. Le poggia la punta del cazzo nel buco e facendolo scivolare senza riguardo, inizia a montarla come una vacca. L’afferra per i capelli, la insulta, la fa urlare per il godimento che sopraggiunge, mentre lui affonda in lei senza sosta. Le quasi si strappa l’ovetto dalla fica, masturbandosi violentemente, indietreggiando per sentire meglio il cazzo del mio uomo nel suo culo. Gode, trema e geme, mentre gli ultimi spasmi di piacere l’abbandonano. Lui ha ancora tutta la sua sborra da riversare sul mio copro. Mi fa alzare e mi piega a 90 su un tavolo, dandomi appoggio solo per le mani; mi allarga le natiche e mi riserva lo stesso trattamento di Patty, inculandomi col suo cazzo in maniera decisa. Fottendomi e, contemporaneamente, percuotendomi con la verga. Piero ha ancora una oscenità da realizzare e ordina alla mia amica di sedersi a terra tra le mie cosce e di leccare e succhiare tutto ciò che esce dalla mia fica mentre mi scopa. A quella scena e con quella lingua tra le cosce, l’orgasmo arriva come uno tsunami. Anche Piero è al limite; rantola e ci insulta entrambe per il sopraggiunto piacere, mentre la sua sborra mi invade il culo, facendomi godere come una cagna in calore. Tremo in tutto il corpo; quel cazzo, quel dildo e la lingua di quella troia della mia amica mi fanno letteralmente impazzire di piacere e lo urlo, insultandoli senza ritegno. Patty raccoglie tutti gli umori che la mia fica produce, leccando e succhiando come una ossessa. Ancora presa dagli spasmi del godimento, si avvicinano entrambi e ci baciamo, leccando e succhiando, avidi le nostre lingue. (fine).

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