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Lui & Lei

Sesso al ristorante.


di Clelia_Rocco_coppia
01.02.2024    |    5.462    |    9 9.8
"Le allargo le grandi labbra e mi impossesso del suo clitoride, è già molto pronunciato e contemporaneamente, aumento il livello di vibrazione e catturo tra..."
Questo racconto è scritto a 4 mani dai protagonisti di questa storia.

Lena.
Uno squillo, è Piero che mi dice di scendere. Tubino nero a metà coscia direttamente “a pelle” con doppia scollatura fino all’ombelico e sull’incavo delle natiche. Tacco e autoreggenti completano la mia mise, rigorosamente senza intimo; guardo un’ultima volta allo specchio il mio outfit da gran troia e mi avvio. Piero mi guarda sorride, so di provocarlo e ogni volta è così perché con lui questi eventi non sai mai cosa ti riservano. Da come “cade” il vestito sul mio copro si rende subito conto che sono già senza mutande e non mi apre lo sportello per farmi accomodare sul sedile accanto a lui, mi accarezza le cosce, obbligandomi ad aprirle. Una prima fitta di piacere divampa tra le gambe, accendendo un piccolo fuoco. Quello che succede durante il tragitto fino al ristorante lo dirà meglio Piero.

Piero.
C’è ancora luce a sufficienza per osservare Lena che mi raggiunge con un incedere spavaldo. Posso, quindi, osservare chiaramente ciò che indossa e che ne valorizza il bel corpo. Mi sorride sfrontata, quasi insolente e mi rendo conto che dalla vita in giù l’abito diventa una seconda pelle, dandomi modo di appurare che non indossa intimo. È proprio una gran porca la mia donna! Scendo dall’auto e l’aiuto a salire, aprendole lo sportello. Anche se si siede con grazia e compostezza, non posso fare a meno di intravedere tra le sue cosce il suo fiore già pieno di rugiada. Le accarezzo le cosce che lei apre senza indugi, socchiudendo gli occhi forse per mascherare un brivido di piacere. Dopo un paio di chilometri ci fermiamo ad una stazione di servizio. Un giovane inizia a fare il pieno e io ne approfitto per baciare Lena in bocca, infilandole la lingua in modo quasi prepotente. Con una mano risalgo lungo la coscia e con le dita raggiungo la sua fessura già fradicia. Geme e istintivamente, porta una mano sul mio pacco, simulando una lenta sega da sopra il tessuto. Con le mie dita già dentro la fica la accarezzo in maniera lenta, senza foga perché la desidero vogliosa al massimo. Lena accoglie questa mia azione, accompagnandola con un gemito di piacere. Il giovane alla pompa sbircia curioso fino a capire cosa succede dentro la vettura. La mia femmina scivola un po’ sul sedile, allargando le cosce per agevolare i miei movimenti e nel volgere di pochi secondi la sento tremare e sussultare in quei frangenti che preludono a un imminente orgasmo. Ma non è ancora il momento per godere e il piacere deve guadagnarselo! Intanto, il giovane ha completato di fare il pieno e certamente ha apprezzato la performance di Lena che, nel frattempo recupera il suo aplomb sistemandosi l’abito e ritoccando. Riprendiamo il ns viaggio mentre lei da un’occhiata al giovane a cui dedica un sorriso sornione, facendogli l’occhiolino con fare complice.

Lena.
Arrivati al ristorante veniamo accompagnati al nostro tavolo, in una zona molto riservata e lontano, quasi nascosti agli altri clienti presenti, da un giovane cameriere di colore. Per qualche secondo osservo il mio uomo confabulare col giovane e, mentre si congeda noto entrambi che accennano un sorriso come d’intesa. Piero con nonchalance mette sul tavolo un cofanetto da cui tira fuori quello che a me sembra un ovetto vibrante; con espressione pacata ma decisa mi ordina di inserirlo già in fica seduta stante. Dopo un brevissimo imbarazzo per la fatica a rimanere composta, approfittando della nostra posizione appartata, eseguo l’ordine del mio signore e padrone, infilando l’oggetto che scivola tra le cosce abbondantemente bagnate. Mi eccita molto questo atteggiamento da dominatore e, non faccio in tempo a sistemarmi sulla sedia, dal suo Smartphone imposta una vibrazione già intensa. Sussulto e mi sfugge un gemito che il ns cameriere, venuto a prender l’ordine, non può evitare di sentire. Ho la sensazione che abbia già capito cosa succede al nostro tavolo e la mia espressione gliene fornisce la prova.

Piero.
Il giovane cameriere, mi riconosce e ci saluta in maniera quasi deferente. Preavvertito da me, sa già che compiti avrà durante la serata, e Lena, quindi, ignora la sorpresa che le ho riservato. Prendiamo posto in uno dei tavoli più appartati del locale e mentre il cameriere prende il nostro ordine da un cofanetto estraggo un ovetto vibrante e ordino a Lena di indossarlo seduta stante. Dalla espressione del suo viso, la vista di quell’oggetto deve averle provocato una fitta in mezzo alle cosce anche perché il tutto avviene di fronte al giovane di colore e lei adora questa forma sfacciata di esibizionismo. Infatti, la mia donna non si smentisce e con grande personalità trova il modo per inserirlo in fica, avendo anche il tempo di saggiarne gli effetti devastanti; ciò anche perché non perdo tempo nell’attivare dal mio smartphone un buon livello di vibrazione. Non riesce a dissimulare un gemito, dando la possibilità al ns cameriere di intuire ciò che sta per accadere…!

Lena.
Dopo un paio di minuti sono già un lago e sento colare tra le cosce il mio miele, fino a raggiungere la mia rosellina. Ho la fica in fiamme e Piero in maniera candida mi ordina anche di tirargli fuori il cazzo e di segarlo. Anche se con un minimo di disagio, sono tremendamente eccitata e so che lui adora vedermi in questo stato di eccitazione sempre pronta ad eseguire ogni suo desiderio. Da gran puttana, qual mi sento in quel momento, ho già liberato il cazzo del mio uomo e inizio a segarlo. Il porco deve essere eccitato da un bel po' perché la sua cappella è bagnatissima e la mia mano scivola meravigliosamente su tutta l'asta. Sono rossa in viso e il nostro cameriere si è già reso conto dal movimento della mia mano sotto il tovagliato che sto segando la minchia del mio maschio. Mi eccita troppo quello che sto per fare a Piero e la situazione sta per prendere una piega veramente oscena. Neanche lui rimane inoperoso e avverto la sua mano insinuarsi tra le mie cosce, mentre scivolo in avanti sulla sedia per agevolargli la manovra. Sono un lago e la vibrazione dell'ovetto è quasi al suo massimo. Tremo e sussulto per il piacere che provo, ma riesco ancora a controllarmi. Sento gli occhi addosso da parte del giovane cameriere che ci assiste al tavolo che si gode la scena di noi due depravati che si danno reciprocamente piacere. Lo fisso provocatoriamente e continuo a segare il mio maschio con estrema lentezza in modo da non lasciare dubbi al nostro spettatore su ciò che faccio al mio uomo. Proprio in quel frangente divento un torrente in piena e il mio primo orgasmo mi coglie quasi impreparata con la sborra che inizia a colarmi dappertutto. Il giovane bastardo, intanto, incurante di ciò che stiamo facendo, si avvicina per servirci del vino e io, da grandissima troia, non smetto di segare il mio maschio, accentuando, anzi, il movimento della mia mano. Piero con le sue dita mi sfonda la fica ed io comincio a tremare come scossa da impulsi elettrici e, in un sussurro, mi ordina di andare alla toilette. Eseguo, mi alzo e con la coda dell'occhio noto il giovane che osserva i miei movimenti, ammirando il mio fondoschiena tornito e immoralmente invitante. Piero mi segue a ruota e appena entrati in bagno, mi piega a novanta sul lavabo, tira sopra il culo il tubino ed estrae in un attimo l'ovetto, infilandomi in un batter d'occhio il suo cazzo in fica, iniziando a scoparmi con foga. La scena è estremamente erotica; la sua mano che mi obbliga a leccare l'ovetto ancora impregnato dei miei umori mentre con l'altra mi guida i fianchi che arretrano ogni volta che il suo palo pulsante sparisce dentro la mia fessura. Dallo specchio noto la presenza del cameriere che osserva la scena, toccandosi il cazzo che si intravede da sotto il tessuto già gonfio; lo guardo provocatoria quasi con aria di sfida. Non resiste a lungo, in una frazione di secondo tira fuori un gran cazzo duro, lungo e nero come la notte con una bella cappella rossastra. Inizia a segarsi e quel palo di carne diventa troppo ghiotto per essere trascurato. So che lo vorrei in bocca, sentirne l'odore, il sapore. Piero, come sempre, intuisce tutto; volge lo sguardo nella direzione del ragazzo e con un cenno lo invita ad entrare in questo gioco perverso. Lui no se lo fa ripetere e si avvicina a noi continuando a segarsi. Adesso la sua asta è proprio di fronte al mio viso, posso sentire l'odore di quella carne dura, selvatica. Lo guardo estatica, mi lecco le labbra e prendendogli il cazzo inizio a farlo scivolare lentamente in mano insalivandolo a lungo per tutta l'asta. Poi lo ingoio e raccolgo tutto in bocca per farlo scivolare ancora su quella punta maestosa. Nel frattempo, Piero mi monta come una vacca; la mia eccitazione ora è incontrollabile, inizio a succhiare la grossa cappella del giovane per poi ingoiare tutto il cazzo finché posso, mulinando la lingua sulla cappella, succhiando e leccando. È grossa e mi costringe ad allargare la bocca per poter ingoiare quel palo di meravigliosa carne color cioccolato. Ormai è tutto nella mia bocca, mi manca quasi l'aria per quanto è diventato duro. Ma sono troppo troia per rinunciare a quel sapore e alla sensazione di potere che mi dà averlo tutto nella mia bocca. Gli accarezzo le palle, girandomi verso Piero, lo guardo, quasi implorandolo.

Piero.
Osservare Lena che inizia a contorcersi, cercando di non darlo a vedere, sulla sedia per la intensa eccitazione che quell'oggetto tra le cosce le provoca è di una lussuria sfrenata. So quanto la eccita ricevere i miei ordini che non ammettono repliche. So che si aspetta altro da me e per non deluderla le chiedo di tirarmi fuori il cazzo e di iniziare a segarlo. Socchiude gli occhi perché la mia richiesta le ha procurato un'altra fitta in fica. Si guarda un po' intorno e nota che il giovane cameriere non le toglie neanche per un momento gli occhi di dosso. Questo per lei diventa una sfida e con fare deciso allunga una mano, tira giù la zip e superando l'elastico dei boxer si impossessa del mio cazzo. Per agevolarla sistemo i boxer in modo da lasciarle liberi il cazzo e le palle. -"Che porco bastardo che sei; hai la cappella bagnatissima". Mi insulta.
Inizia una lenta sega, facendo scivolare la mano su tutta l'asta, modellando col palmo la cappella per poi riprendere il cazzo in mano e aumentare il ritmo della sega. Non posso fare a meno di lasciarmi sfuggire un gemito che le provoca un sorriso di soddisfazione e a quel punto dirle quanto sia troia e istintivo. La sua riposta è: -"Sì, quando mi provocano divento una grandissima troia". Mi accarezza le palle, soppesandole una a uno, poi impugna ancora la cappella, accarezzandola e si porta le dita in bocca, leccandole in modo osceno. Ora è il mio turno; con una mano raggiungo le sue cosce e in una frazione di secondo sto già accarezzandole la fessura, notando che è un vero torrente in piena. Le allargo le grandi labbra e mi impossesso del suo clitoride, è già molto pronunciato e contemporaneamente, aumento il livello di vibrazione e catturo tra le dita il suo bottoncino magico. Un rantolo di piacere le sfugge e socchiude ali occhi e abbassa la testa per controllare la voglia che ha di urlare il suo piacere, di allargare le cosce e farsi sbattere come una cagna. Conosco già questo suo stato di eccitazione ed è il momento in cui ama perdere il controllo. A quel punto esordisce sempre dicendomi: -"Sei un grandissimo porco e ora sai che puoi farmi fare quello che vuoi".
Continuo a giocare con la sua fica, facendole desiderare l'orgasmo il più a lungo possibile e a quel punto abbandona la sua tracotanza e mi implora: -"Ti prego, fammi godere; puoi chiedermi di fare qualsiasi cosa, anzi ordinami e io farò ciò che vuoi, ma ora fammi godere". Ecco in quel momento è questa la sua espressione e lo dimostrano anche i movimenti convulsi della sua mano sul mio cazzo. Quindi, con un ghigno le ordino di alzarsi e di andare alla toilette. Non perde tempo e in pochi secondi è già davanti alla porta del WC. Si volta per avere la certezza che sono dietro di lei e nello stesso tempo nota che il giovane di colore ha seguito le nostre mosse e, dopo di me, anche lui si dirige verso i bagni. Appena entrati la mia femmina si è già in posizione: le mani sul lavabo e leggermente piegata con le gambe belle larghe. Le alzo il vestito sopra il suo bel culo e, facendola piegare, impiego solo un secondo per ficcarle il cazzo in fica. Le scivola dentro in un baleno tanto è bagnata e inizia a gemere, venendomi incontro con i fianchi. Una manata le brucia la natica e una fitta alla fica la coglie di sorpresa. Inizio a scoparla e dalla sua bocca parte una sequela di insulti osceni nei miei e nei suoi confronti. il cameriere, come da precedente intesa, oltre a fare il palo, si gode la scena e di questo se ne rende conto anche Lena che lo osserva tremendamente eccitata dalla sua presenza. La sua anima da esibizionista viene fuori e impiega molta più foga nei movimenti, sollecitandomi a fotterla, montarla come una vacca a sfondarla. Con un cenno indico al ragazzo di avvicinarsi e quando Lena se lo ritrova davanti con il suo manganello duro e dritto non resiste e, scambiandoci un cenno di intesa, rivolge la sua attenzione a quel palo di carne pulsante. Averlo in bocca è la cosa che più eccita e desidera la mia donna quasi come averlo tra le cosce. Lo contempla, lo sfiora con le guance, con una mano lo impugna e lo annusa come una cagna, chiude gli occhi e lo sfiora con le labbra. All'improvviso vuole sentirne il sapore perché l'odore intenso e pungente di minchia l'ha già inebriata e, finalmente, lo lecca per tutta la sua lunghezza, fino alla cappella. Percorre più volte quel tragitto e quando ritiene di averlo insalivato a dovere lo ingoia finché può. Spompinarlo e ingoiarlo, facendogli sentire la lingua sulla punta, mentre continua a segarlo per tutta la sua lunghezza, manda fuori di testa il giovane di colore. Le afferra la testa con le mani e simula la penetrazione, ogni volta più in profondità. Lena è del tutto fuori controllo, conosco bene questo suo stato d'animo; in questo momento si sente più troia che mai ed essere trattata da cagna da due maschi che la scoperanno con i loro cazzi, facendola impazzire di piacere è il suo desiderio più grande. Senza smettere di farsi fottere in maniera brutale da me, per una frazione di secondo abbandona il cazzo del nostro cameriere e con voce roca e rotta dal piacere mi implora.

Lena.
Gli accarezzo le palle, girandomi verso Piero, lo guardo, quasi implorando: “Amore ho voglia di sentirlo dentro!” Piero mi conosce troppo bene e sa quanto divento insaziabile in questi momenti. Infatti, mi libera del suo cazzo, mi fa alzare e invita quel bel mandingo ad appoggiarsi con le natiche sul lavabo. Mi sento sollevare per le cosce mentre lui mi prende per le natiche e in una frazione di secondo sto cavalcando, con un urlo liberatorio di puro piacere, quel cazzone magnifico. Il giovane inizia a leccarmi le labbra, le morde, mentre Piero da dietro mi sussurra gli insulti più osceni. Mi fa aprire la bocca e ordina al cameriere di sputarmi sulla lingua, dandomi della cagna. Nello stesso momento il mio uomo mi insaliva il buchino, lo massaggia, infilandomi prima un dito, poi due e, infine, il suo meraviglioso cazzo. Adesso sono piena di due meravigliosi manganelli. Il mio mandingo nero mi succhia i capezzoli, me li morde mentre con il suo palo mi pompa alla grande. Il mio piacere monta sempre di più e i miei gemiti si fanno sempre più alti di tono, tanto che alla fine urlo come una maiala sgozzata tutto il mio piacere, godendo e guaendo come una cagna in calore e ignorando che ci troviamo nella toilette del ristorante. Passano pochi secondi e mi ritrovo in ginocchio davanti a loro con la bocca aperta e la lingua fuori e, finalmente, mi sento inondare dalla loro sborra calda la bocca, la lingua, il viso, gli occhi, i seni. Con le mani mi spalmo lo sperma, mi alzo, li prendo entrambi per la nuca ordinando loro di leccarmi tutta. Eseguono senza indugio e alla fine, cerco le loro lingue da succhiare per suggere anche l’ultima stilla del loro miele. In pochi minuti ci sistemiamo e con Piero torniamo al nostro tavolo per finire la nostra deliziosa cena.

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