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MIO FIGLIO E' UN PORCO BASTARDO parte 2


di Clelia_Rocco_coppia
12.06.2023    |    7.240    |    4 9.3
"La sentimmo urlare: “Ahhhh; bastardo mi spacchi”! Lui non le diede il tempo di finire che replicò: “Zitta cagna, o ti punirò ancora più..."
Ricordo a chi legge che questo racconto consta di una parte reale e di una elaborata E ampliata dalla nostra fervida fantasia di autori. Io e Rocco lo abbiamo scritto insieme, interpretando, vivendo e trascrivendo le ns emozioni, sensazioni e orgasmi, così come li abbiamo vissuti. Quindi leggerete due versioni della stessa esperienza da due ottiche differenti. Speriamo che questo racconto vi piaccia e vi possa divertire eccitandovi.
Grazie, Clelia.


Clelia.
Due dita scomparvero nella fica di Sandra, poi un terzo e infine un quarto. La sentimmo urlare:
“Ahhhh; bastardo mi spacchi”!
Lui non le diede il tempo di finire che replicò:
“Zitta cagna, o ti punirò ancora più spietatamente”!
Così dicendo vidi forzare l’ingresso col pollice mentre la sua mano si trasformava in un cuneo per insinuarsi meglio nella sua fica; finalmente, dopo un urlo, la mano entrò tutta dentro la fica. Iniziò a muoverla e a ruotarla lentamente; nel giro di un minuto la fica si abituò a quel corpo estraneo e adesso scivolava e ruotava dentro agevolmente. In brevissimo i gemiti di Sandra diventarono sempre più alti e quel pugno in fica era un vero e proprio matterello che la sfondava di piacere. Nel breve volgere di qualche minuto vidi la ragazza urlare e sussultare mentre umori uscivano dalla sua fica, segno che era in preda a un orgasmo intensissimo. In meno di un minuto Gabriel liberò la fica della sua donna e la bacio sulle spalle, dicendole:
“Cagnetta abbiamo appena iniziato”!
Poi la slegò e la fece girare distesa sulla schiena con il bacino sempre sui cuscini. Potevamo osservare con Pietro quella bellissima fica, aperta, quasi slabbrata, ma bastò un colpo di frusta sul ventre per farla urlare e contrarre i muscoli addominali, e del ventre; al secondo colpo la fica si chiudeva come un’ostrica e al quinto era ritornata della sua dimensione naturale. La ferocia con cui i colpi si abbattevano mi facevano ribollire il sangue; volevo essere lì a subire e nello stesso tempo a somministrarli io stesa su quel corpo bellissimo, caldo, eccitante. L’espressione di quel porco era magnifica, sembrava una divinità, altissimo, lucido e madido di sudore, ne potevo apprezzare le forme e non potevo che eccitarmi a guardarlo così bello e per quella carica erotica straordinaria che emanava nei movimenti. Rocco ha intuito, forse i miei pensieri perché ancora una volta mi ha sussurrato:
“Sei proprio una troia perversa. Ti ecciti a solo guardarlo; sei una cagna in calore.”
La spinta dei suoi fianchi anche se lenta mi faceva sentire il suo cazzo quasi in gola. Stavo vivendo una esperienza che mai avrei sognato e mi piaceva veramente tanto!
Intanto, quel magnifico porco, oltre la cabina, continuava ad infierire su quel bellissimo corpo, sui seni, sui fianchi sulle cosce e in ultimo sulla fica. A quel punto la sentimmo urlare come se la stessero sgozzando; ma al secondo colpo inferto sul clitoride, vedemmo schizzare dalla su fica una quantità indescrivibile di umori; stava godendo come una troia, tremava e sussultava e continuava a produrre sborra come una fontana. Lui infoiato da quella vista iniziò a batterle la fica col palmo della mano, proprio sul clitoride, facendola continuare a godere e sborrare. Non resistevo più e mentre Rocco mi fotteva anche lui in preda a una feroce eccitazione, mi massacrai il clitoride raggiungendo un orgasmo pauroso, allagando il cazzo del mio uomo e il pavimento della cabina armadio. Naturalmente tutto nel più religioso silenzio.
Non riuscivo a descrivere quanto quella situazione ci coinvolgeva, ma soprattutto, quanto mi trascinava in un vortice erotico pazzesco. Nonostante sperassi che tutto potesse finire presto e uscire da quel luogo angusto, dentro di me ero curiosissima di vedere quanto di trasgressivo quella coppia aveva ancora da mostrarci.
Gabriel si sedette sul letto, appoggiando la schiena alla testata del letto; mani sopra la testa e con fare deciso le intimò:
“Fammi vedere come lecca bene la mia schiava; quanto sei cagna dentro”.
Lei lo guardò adorante e gli rispose:
“Per il mio signore tutto; chiedimi quello che vuoi e lo farò”!
“allora sorprendimi e fammi godere o da domani ti metterò a battere, concedendoti a chiunque vorrò”.
Sentirlo pronunciare quelle frasi mi provocò l’ennesima fitta di piacere alla fica; era un dominatore bastardo, porco, perverso e spietato. Ma non potei fare a meno di considerare che mi eccitava da impazzire anche sentirlo usare quel linguaggio e quel tono.
Sandra si inginocchiò tra le sue cosce e inizio a leccargli le palle e a succhiargliele prendendole tutte in bocca, insalivandole e leccandole senza pause. Con la mano aveva impugnato il cazzo e lo segava, facendo scivolare il palmo sulla cappella e poi sull’asta. Lo sentii rantolare ed insultare la sua femmina; finalmente la scena che aspettavo: la lingua di Sandra gli lambiva il buco del culo mentre lui la incitava a fargliela sentire dentro. La puttanella aveva una lingua lunghissima e vidi sparire la punta nel buco del culo di quel porco. Portai una mano tra le cosce e iniziai a masturbarmi. Dopo qualche minuto di quel lavoro tra le natiche la cagna prese coraggio e iniziò a massaggiargli il buco con le dita mentre continuava a insalivarlo.
“Siiiiiiii! Grandissima puttana sai come farmi arrapare”?
Dal suo zaino lei recuperò un piccolo vibratore e inizio a stuzzicargli il culo mentre con la bocca inizio a spompinarlo, ingoiandolo oltre ogni immaginazione. Riusciva ad ingoiarlo tutto e lui le teneva la testa bloccata per fargliene ingoiare sempre di più. Andarono avanti per un po’ mentre il piccolo vibratore spariva nel buco del culo e lui rantolava come un maiale sgozzato. Era una scena incredibile ed ero arrapatissima. L’idea di uscire e catapultarmi in quel letto e partecipare alle loro porcate era fortissima. Avrei voluto impalarmi su quel gran cazzo mentre lei mi leccava il clitoride, succhiandolo come una ventosa fino sfinirmi di piacere.
Non so se Rocco avesse intuito quei miei pensieri da depravata perché mi infilò ancora una volta il cazzo in fica.
Mi gustavo quella scena e mi godevo la pulsante minchia di Rocco in fica. All’improvviso quel bastardo si sollevò, si mise in ginocchio; afferrò la sua cagna per i fianchi posizionandola a pecora in modo da poterla montare. Senza attendere oltre le estrasse il dilatatore ancora infilato dentro, le sputò nel buco del culo e vi appoggio la cappella, dicendole:
- ora ti sfondo il culo puttana!
Rocco sembrava avesse previsto tutto perché nello stesso momento mi fece sentire nel culo il suo cazzo, dopo averlo insalivato con le dita. Chiusi gli occhi e immaginai! Sì, pensai che quello non fosse il cazzo di Rocco e che mi stavo per far sfondare il culo dal mio porco bastardo. Guardavo loro e godevo; Rocco mi sditalinava da matti ed ero così arrapata che entro pochissimo tempo avrei sborrato come una vacca. Neanche loro ne avrebbero avuto per molto; lui pompava quel cazzo nel culo e lei urlava:
“Ancora, ancora, più forte, più forteeee”!
Non resistetti più e iniziai a godere tremando, sussultando e sborrando come una fontana, non riuscendo a trattenere i gemiti. Per fortuna le loro urla coprirono i miei lamenti di piacere perché vidi Sandra raggiungere un orgasmo pauroso, urlando e ancora una volta torturando il suo clitoride col palmo della mano. Per circa trenta secondi la sentii lamentarsi e godere fino a quando lui, ormai al limite, tirò fuori quel cazzo dal culo, la prese per i capelli e, urlando “apri la bocca troia”, le sborrò sul viso, sulla lingua, sugli occhi e tra i capelli.
Si avrei voluto essere lì con la bocca aperta a raccoglie e gustarmi ogni singola goccia di sborra calda. Non mi accontentai di quella di Rocco che dopo avermi sentita godere, mi fece piegare e raccogliere la sua sborra tutta in bocca. Bevvi avidamente e succhiai e leccai come una cagna infoiata.
Ero esausta ma enormemente appagata da ciò che avevo visto e che avrebbe segnato i miei giorni a venire.
Sandra si ricompose e dopo qualche minuto disse al porco bastardo se per caso non si preoccupasse che arrivassi io. Quel bastardo rispose che ero andata da una mia amica e non sarei rientrata prima delle 13:00, aggiungendo che era quello che avevo detto, con una punta di sarcasmo. La giovane, sorridendo, gli chiese ancora, perché avesse detto così.
Lui con grande sicurezza le rispose che secondo lui c’era sicuramente un maschio che mi sbatteva e ne era quasi certo perché rovistando nei miei cassetti aveva trovato della biancheria intima da troia, e, spesso all’improvviso, sparivo in bagno in orari strani e ne venivo fuori dopo averci trascorso troppo tempo.
A tal proposito la invitò a rivestirsi perché da quel momento non era più sicuro rimanere ancora lì.


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