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(22) Guido 5: fase due, battuage della Vendetta


di Membro VIP di Annunci69.it remigiuslp
25.07.2023    |    3.391    |    3 8.9
"Il Degenerato invece è più temerario: prende una spugnetta da un lavello..."
Anche per Diego sono passati i giorni da quando è tornato sul posto di lavoro, quel 27 giugno 1978. E da allora non ha più battuto chiodo, come si dice. Ma ognuno ha il proprio angelo, da qualche parte, il cui sesso - come si sa – è ignoto. Lo scopriremo presto.
Intanto altri passi dal diario di Guido.

Sabato 8 luglio – dopo pranzo
Stamattina mi sono alzato presto per spiare e seguire i movimenti del Porco. Intendo con questo il nostro vicino di piazzola, il depravato padre del piccolo Dino. Voglio preparare a puntino il tranello affinché smetta di insidiare e abusare - fortunatamente al momento solo con toccamenti e pippe - quel tenero ragazzino innocente che mi ha confessato tutto l’altro giorno.
Con lui non ho fatto nulla e non intendo farlo: lo vedo come un pulcino indifeso, piuttosto da proteggere. Diciamo che lo ho adottato come un fratellino minore.
È ancora totalmente innocente, anzi quasi spaventato dai primi effetti della pubertà. Ha trovato evidentemente in me un amico con il quale può affrontare determinati argomenti senza vergognarsene. Infatti gli ho solo spiegato a parole cosa è la masturbazione e che non è naturale né corretto essere toccati dal proprio papà nei modi in cui lo fa.
Spero possa scoprire con naturalezza e nei tempi giusti i propri gusti e preferenze, nonostante gli atti ai quali viene ora costretto.
Perché anche la sorella, una rospa boriosa, con tettine fiacche, un culo grosso e sfatto già a diciotto anni, lo obbliga a infilarle in figa melanzane, cetrioli e altri oggetti che possano vagamente ricordare un membro maschile, visto che quelli veri li ha visti solo in foto… forse.
Sono talmente arrabbiato con quei due da non ricordare nemmeno i loro nomi: li definirò a rotazione con vari epiteti poco rispettosi, scrivendoli di volta in volta con la maiuscola.

Dunque, seduto nella veranda della nostra roulotte, assisto da lontano alla colazione della famigliola. Noto che l’Animale la consuma di fretta e si alza per andarsene a passo veloce, seguito da una frase che mi giunge smozzicata: “…anche oggi ci lasci soli!”
È la moglie, una donna assai più giovane del Bastardo, molto bella, dolce, gentile, sempre premurosa e, pare, assai innamorata del consorte, il quale non la ricambia evidentemente con egual moneta. Sarebbe il massimo ordire un piano per smascherarlo completamente davanti a lei ma penso sarebbe esagerato. Credo che la lezioncina in preparazione sia sufficiente.
Dino mi saluta con la manina e corre verso di me: “Guido, andiamo in spiaggia a giocare?” Gli carezzo la testolina mora: “forse dopo, ora devo sistemare una faccenda importante!” Non posso ovviamente rivelargli che sto cercando di liberarlo dal suo incubo: le mani di papà sulle sue cosine e quelle che lui deve spesso fargli per fare uscire un brodo colloso dal pisello.

Mi lancio all’inseguimento ma so dove sta andando, il Luridone: al bar del campeggio lo attende uno dei camerieri, quello moro riccio al quale ho menato il bigolo incrostato di giallo smegma olezzante l’altra sera. Controllo: era Mercoledì.
Nel frattempo, indagando un po’ fra colleghe e colleghi ho scoperto trattarsi di uno sporcaccione, sia nel vestire - probabilmente un paio di mutande può bastare per una settimana - che nel frasario, in quanto bestemmiatore seriale con due soli chiodi in testa: calcio e figa. Quest’ultima usata come paravento sociale perché risulterebbero evidenti le sue inclinazioni, avendoci egli provato con vari rappresentanti del solo sesso maschile.

Sbircio nel locale e, come immaginavo, l’Immondo è lì, in piedi ma non davanti al bancone bensì di lato, in fondo. Vicino a lui il dipendente zozzone. I due sono molto vicini e hanno entrambi le teste basse, come se guardassero reciprocamente proprio lì. Infatti capisco che stanno maneggiando qualcosa ad altezza …cazzi.
Mi avvicino con passo felpato e mi nascondo dietro il ventaglio dei lecca lecca, all’estremo opposto. Non si accorgono di me. In compenso li sento io.
“Beh, l’altra sera, giù in cantina, ha voluto a tutti i costi che gli palpassi il culo e tirarmi un segone! Gli ho fatto un spruzzo da verniciare un palazzo!”
“Anche con me sta facendo la puttana: è diventato amico di mio figlio pur di potermi girare attorno più spesso perché ho capito che vuole che lo inchiappetti!”
Il Mentecatto e quell’altro sudicione stanno parlando di me? È l’esatto contrario della verità per cui, trattandosi di millantatori, è possibilissimo.
“E del mio tarello cosa dici?”
Il Debosciato risponde:
“Non è lungo né durissimo però mi piace così! Poi, l’odore di questa cremina che hai attorno alla cappella, anche se così forte e acre, in qualche in modo mi eccita. Perché non la togli?”
Il Maiale sta certamente commentando i grumi puteolenti dell’altro mentre lo sta masturbando: infatti vedo un movimento sospetto di un braccio. Deve essere talmente affamato di uccelli da umiliarsi a dichiarare di apprezzare il nauseabondo risultato di una scarsa igiene su un vermicello da quattro soldi.
“A me piace il profumo che emana, è mio particolare.”
Questa affermazione mi fa riflettere: è vero che ognuno di noi può talvolta tollerare i propri ‘aromi’ ma arrivare ad apprezzarli è ben altra cosa!
“Dai, sborra! Fammi vedere uno dei tuoi mitici schizzoni sulla gamba!”
“Sì, eccomi, eccomi! Oh! Vengo!”
Passano alcuni secondi durante i quali immagino che il cetriolino emetta - come l’altra sera con me - tre, forse quattro gocce di un liquido biancastro che con lo sperma ha poco a che vedere.
Smorfia della Merdaccia.
“Scusami ma stanotte ho castigato quattro biondazze in partenza stamattina e mi sono svuotato tutto.”
Come volevasi dimostrare: altro che ‘schizzone’!
“Ti va di assaggiarlo? È un po’ acre ma piace.”
Il Laido fa per piegarsi ma poi desiste: a tutto c’è un limite, evidentemente. Forse la nuvola di puzzo attorno alla patta è veramente inavvicinabile.
“Grazie ma ho appena lavato i denti!”

Di colpo faccio spuntare la mia testa, esibendomi in uno dei miei sorrisi più solari:
“Buongiorno signori! Servite latte a quest’ora?”
Segue il precipitoso ricomporsi della coppia di schifosi mentre mi avvicino lentamente.
Con voce melliflua, il Depravato vuole offrirmi qualcosa. Nel mentre allunga una zampa verso le salviette di carta: ha ancora fra le dita quel po’ di brodaglia dell’ammenicolo appena smanettato. Lo capisco anche da un certo odorino che passa sotto il mio naso.

Ordino un latte macchiato:
“L’ho detto prima: sono qui per questo!”
Si comincia a parlare delle super-gnocche viste in giro, delle super-scopate dei due e di altre super-fanfaronate.
Siamo soli in sala. Ora inizia la manovra di accerchiamento del Suino.

Sorseggio un po’, quindi faccio per riappoggiare il bicchiere ma il fondo ‘inciampa’ malamente sul bordo del piano per cui mi verso addosso mezzo contenuto su maglietta e pantaloncino.
“Ah, che maldestro sono!”
La reazione dei due sembra piuttosto lenta e soprattutto abbastanza indifferente. La stimolo: abbasso la braghetta e rimango con lo slip blu. La gobba è già voluminosa in quanto il mio ‘amico’ ha deciso di collaborare aumentando un po’ la pressione ma sottolineo il tutto facendolo pulsare visibilmente.
Adesso ho tutta l’attenzione: super-froci, altroché!
Il riccio si lancia nel retrobottega per recuperare un secchio e uno straccio, si inginocchia ai miei piedi e pulisce il pavimento. Sembra un po’ scoordinato: ovvio, i suoi occhi sono rapiti dalle curve del mio pacco e del sederino - come sappiamo già precedentemente oggetto di ammirazione e palpeggiamento da parte sua - che da quella prospettiva devono risultare particolarmente interessanti.
Il Degenerato invece è più temerario: prende una spugnetta da un lavello.
“Vuoi che ti pulisca io?”
Annuisco e lo lascio fare. L’altro, sotto di me, osserva con odio e invidia il picchiettare e lo strofinare su quella escrescenza che probabilmente lui saprebbe trattare meglio di ogni altro. Probabilmente…

L’altro giorno avevo detto - cortesemente - al Verme di girarmi al largo ma non conoscendo evidentemente onore e orgoglio, oggi ci riprova. Spero sarà la sua condanna.
“Ci verresti con me in un posto qui vicino?”
Accetto.
Mi dice di aspettarlo in un certo punto subito fuori dal campeggio: non vuole destare sospetti, il Vigliacco.
Passo dalla spiaggia e arrivo alla strada, salgo sull’auto e partiamo.
Comincia a parlarmi con tono zuccheroso, spiegandomi che con sua moglie va molto d’accordo ma da qualche tempo ha cominciato a sviluppare un nuovo sentimento di tipo paterno ed educativo verso altri maschietti giovani come me, per aiutarli e guidarli ad entrare nel mondo del sesso, mostrando loro le bellezze ma anche i pericoli. ‘Certo - penso fra me e me - e questo lo fai anche con tuo figlio, rovinandogli il piacere di scoprirlo da solo, in modo naturale e spontaneo, Miserabile!’
“Ora arriveremo in una zona dove potremmo incontrare altri uomini, perlopiù adulti come me ma anche più anziani. Faremo un gioco: camminerai con passo lento e fare indifferente. Quando incontrerai qualcuno potrai guardarlo, sorridergli, anche passarti ad esempio la lingua su un labbro o muovere un po’ il bacino. Se costui dovesse farti capire in vari modi di volersi appartare con te dovrai decidere se accettare e seguirlo oppure no. Io sarò sempre non lontano da te e osserverò quello che farai. Se ti dovessi sentire in pericolo inizia a sbracciarti ché ti raggiungo in un attimo. Ti va l’idea? Vorrei che imparassi varie cose piacevoli ed eccitanti. Dopo potrai chiedermi tutto ciò che vorrai e potremo approfondirne alcune assieme. Sei ancora un giovanetto e sicuramente non hai molte esperienze, vero?”
Decido di rispondergli così.
“No, infatti! Ho scoperto che mi attirano molto alcuni miei compagni e amici ma è difficile trovare altri con lo stesso interesse.”
“Hai mai fatto qualcosa?”
“Poco o niente. Avrei anche un sogno: fare sesso con tre uomini su una barca, due abbastanza giovani e uno più vecchio ma aitante.”
Sorrido, ripensando alla ‘orgia sul mare’ di ieri, con Ernesto e i due ‘Bronzi’: mi brucicchia ancora un po’ il culetto, per la verità.
Il Fetente trasecola.
“Non male come inizio!”

Ci fermiamo su una strada sterrata, lo Spregevole mi viene vicino.
“Ti dispiace se ora ti sistemo un po’ lo slippino? Sai, aiuta ad attirare le nostre ‘prede’!”
Annuisco.
Con le sue mani da rapace arrotola i bordi sul retro a formare delle curve, scoprendo parzialmente i glutei, accerchiandoli in alto e diventando una strisciolina fra le gambe.
Ho già visto tempo fa una cosa del genere su un catalogo di vendite per corrispondenza: lo chiamano ‘perizoma’. Comunque anche questo espediente è molto piacevole e credo valorizzi molto le mie chiappette, delle quali vado fiero. Dovrò interessarmene di più in futuro.

Entriamo in una pineta e l’Ignobile mi dice di cominciare a passeggiare con fare, eccetera eccetera.
Dopo alcuni avanti e indietro nel piacevole frusciare del vento leggero fra i rami che rende gradevole la temperatura e vari bizzarri personaggi che transitano senza mostrare particolare curiosità verso di me, vedo arrivare in lontananza un tipetto magrissimo e dinoccolato. Sulla sessantina - quest’anno i tardoni sono evidentemente il mio destino -, brizzolato, con baffetti, mi passa accanto ma si ferma a pochi metri, voltandosi. Ci guardiamo: evidentemente lo interesso. Infatti comincia a camminare lentamente verso un gruppo di alberi di cui uno con un grosso tronco. Lo seguo ad una certa distanza finché mi trovo davanti a lui, entro in una specie di corte formata da cespugli che impediscono la visuale.
È in piedi, ha già slip e pantaloncini a terra e l’uccello ritto. Come dimensioni non è un granché però ha l’aria di essere bello tosto. Mi avvicino, lui allunga un braccio e abbranca una mia chiappa. A quel punto impugno il tarello che si rivela effettivamente assai consistente e comincio a segarlo delicatamente.
“Tu hai molto bello kulo! Posso toccare tuo pisello?”
Esordisce con chiara inflessione straniera. Abbasso l’indumento e il mio pitone salta fuori già bello allegro.
“Belissimo, belissimo!”
Esclama e lo avvolge con le dita ma non accenna a volerle muovere. Boh!
“Tu fare pam, pumpino?”
Capito perché! Mi accuccio davanti a lui e imbocco per intero quel cilindretto sodo che riesco ad avvolgere assai bene fra lingua e palato. Succhio e muovo con tanta saliva.
“Aaaahhhh! Brafissimo! Oooohhhhh!”
Con la coda degli occhi vedo l’Infingardo non troppo distante con il cazzo in mano che si masturba senza ritegno.
“Più feloce, preco!”
Accelero e sento che l’orgasmo non è lontano per cui assesto alcuni colpi decisi provocando presto l’eiaculazione. Sperma pastoso e di sapore dolciastro: direi molto appetitoso.
Mi ringrazia con calore e se ne va.

Il Vergognoso mi fa un cenno di complimento ed io torno ad esporre la mia mercanzia. Altri adocchiamenti infruttuosi, vedo un certo andirivieni sopra una collinetta: tre uomini in piedi stanno ciulando ‘a trenino’. Niente a che vedere con il mio mega-convoglio di ieri con il marinaio cazzuto e i due gemelli!

Mi volto e vedo un biondo, in fondo al sentiero fra gli arbusti, che sfrontatamente punta il mio posteriore e si tocca la patta sopra un costume verde da bagno. Voglio giocare un po’: mi allontano ma guardandolo e sculettando leggermente. Mi fermo per carezzarmi voluttuosamente una natica. Lui si avvicina ma io riprendo a camminare. Arresto di nuovo il passo, stavolta per scorrere un po’ lungo il solchetto centrale, divaricando appena le melotte. Lo vedo preso, il fallo - anzi direi il fallone - spinge sotto la Lycra con un’ampia macchia umida in corrispondenza della punta. Se lo sta massaggiando senza pudore ed io lo voglio.
Faccio dietro-front. Stavolta sono io ad andare verso di lui ed è lui a distanziarsi, ma solo per condurmi in un posto adatto. Lontano da occhi indiscreti, anche quelli del Sordido: una specie di camera ricavata fra alcune canne alte.
È vagamente scuro ma non importa. Mi fa cenno di entrare per primo. Ubbidisco e mi porto al centro di quel cerchio. Da vicino si rivela un bell’uomo, tarchiatello ma per via dei muscoli.
Estrae l’attrezzo marmoreo, decisamente ‘iper’ in tutti i sensi, completamente bagnato di sugo preliminare. Ne fa uscire ancora con delle mosse sul prepuzio quindi mi viene dietro, abbassa con decisione la mia mutandina, appoggia la turgida cappellona al mio orifizio, mi prende per la vita e senza tante cerimonio, con un colpo secco mi infilza.
“Aaaahhh!”
Il mio è un solo gemito. Nonostante la violenza lo accolgo senza difficoltà: probabilmente è memore dei due ‘bronzi’ ricevuti ieri.

Lo stantuffamento invece mi mette un po’ in difficoltà per l’impeto eccessivo.
“Ah! Ah! Oh! Oh! Ah! Ah! Più piano prego, piano!”
“Piccolo frocetto, prima scodinzoli come un cagnetto voglioso e ora non ti lasci chiavare come si deve? - Assesta alcuni colpi ancora più forti – Teh, teh, teh! Tranquillo che adesso sborro! Aaaaaahhhh!”
Sento il fluido entrarmi nello sfintere e dopo varie altre stoccate alcuni schizzetti uscire dal burello.

Finalmente sfila e se ne va. Esco ma non vedo il Ributtante. Lo cerco, anche con una certa apprensione: non vorrei mai mi lasciasse qui, da tanto Stronzo potrebbe essere!
Invece lo vedo spuntare da una specie di roveto. Dietro di lui un ragazzo - non più della mia età -, sta sputando e si tiene una mano sul didietro.
“Volevi imparare? Ecco ora sai cosa è una fellatio e una sodomizzazione!”
“Sì, però lei mi aveva promesso di appoggiarmi soltanto il pisello al buchino e dopo, non mi aveva detto che era sporco di cacca e che mi voleva spruzzare in bocca!”
“Sei stato tu a chiedermi per primo! Dai, fila! Vedrai che la sborra inizierà a piacerti come pure prenderne dietro! Così hai imparato tutto in una volta sola, compreso che devi lavarti bene il canalino prima di usarlo! Vai, vai!”

Quel Vomitevole, Abominevole, Repellente esemplare, indegno di appartenere al genere umano!
Il mio progetto di vendetta è veramente niente per un personaggio di quella risma!

Risaliamo in macchina. L’Immorale parla.
“Scusami, non ti ho più seguito ma mi ha attaccato bottone un fastidioso ragazzetto che voleva a tutti i costi sapere cosa facevano quegli uomini in quel posto dietro le piante. Allora ho dovuto spiegarglielo con parole semplici e ti ho perso un po’ di vista. Spero non ti sia capitato nulla.”
“Una sega e un altro mi ha inculato.”
Leggera imprecisione nella guida dell’Esecrabile.
“Ah! E ti è piaciuto?”
Lo Stomachevole, senza volerlo, mi presenta su un piatto d’argento la frase a conclusione della seconda fase del piano, ‘conosci il nemico per batterlo meglio’:
“Non saprei, vorrei riprovare a farmi scopare.”
Stavolta l’auto sbandicchia un po’ di più.
Il Ripugnante allunga una mano per tastarmi il pacco. Lo lascio fare, anzi lo facilito avvicinandomi un po’ sul sedile: devo conquistare la sua fiducia.
Ormai il Tristo è nella rete. Ora tocca alla Troia.


Luglio 2023
a


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