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Intermezzo 2: sculacciato! - Diego /9


di Membro VIP di Annunci69.it remigiuslp
30.05.2023    |    5.064    |    8 9.9
"Appena oltrepassato il cancello, l’uomo fermò la vettura e andò ad accostare i battenti del varco per poi ripartire ed arrestarsi all’interno di un capannone..."
‘E bravo Diego! In meno di 12 ore ti sei preso per la prima volta un tarello dietro, poi - tanto per abituarti bene da subito - hai ‘alesato’ il ‘cilindro’ con altri due ‘pistoni’. Ovviamente hai lubrificato ogni volta con altrettante sborrate in canna. Quindi ti sei lasciato fare il primo pompino della tua vita da un maschio, tre ne hai fatti tu, di uno ti sei pure tracannato lo sburro, un altro ancora ti ci ha verniciato le chiappe e in mezzo a queste ti ha infine incastrato una banconota! Sì, perché con due di questi quattro porconi lo hai pure fatto praticamente a pagamento, come un vero puttano! E perdippiù in un cesso pubblico! Niente male per un diciottenne studioso, educato e compìto che fino a ieri – ripeto e preciso, fino a ieri pomeriggio! - pensava solo alla figa, si sparava solo tristi segoni davanti a riviste porno e soprattutto detestava i culattoni!’

Questo pensava – con linguaggio ‘renatesco’ - il giovane, incamminatosi verso la casa di quel camionista e del compare Rudi.
Certo, per la sua famiglia, la società e il pensiero comune erano atti immorali, degenerati e quanto di peggio si possa pensare. E ora, nella sua mente, una voce lo incitava a farlo ancora! Era veramente un omosessuale senza averne mai avuto coscienza? Forse Renato lo aveva capito meglio di lui stesso: era predisposto ad essere frocio e solo così avrebbe potuto scaricare le sue forti pulsioni fisiche.

Aveva appena percorso un centinaio di metri che un’auto accostò al marciapiede. La porta del passeggero si aprì dall’interno – gli alzacristalli elettrici nel 1978 erano ancora retaggio di pochi - e una voce maschile chiamò:
“Scusa, ragazzo! Una informazione, prego!”
Diego si avvicinò e vide un uomo brizzolato protendersi verso di lui.
“Hai un culo da sballo, dentro quel pantaloncino! Stai per caso battendo?”
Il giovane lo guardò sorpreso e, a bocca semiaperta, scosse il capo:
“Veramente no, devo andare in un posto…”
L’altro estrasse due banconote di taglio decisamente importante, le posò sul sedile e disse:
“Ti ci porto io in macchina. Con il tempo che risparmi, ti do una ripassatina come dico io! Va bene?”
Diego era alquanto stranito dall’offerta: l’idea di provare quel nuovo sesso rude ma anche concreto e intenso con un terzo uomo non gli dispiaceva, in fondo! - E i nostri lettori faranno il tifo: dai che ti piacerà, dai che ti piacerà! - Ma non stava forse esagerando?
L’uomo risolse la questione:
“Non possiamo stare qui ore, diamo nell’occhio! Sali e ci mettiamo d’accordo, altrimenti niente! Ti porto comunque dove devi andare se non è dall’altra parte della città.”

I nostri lettori avevano pensato giusto: la prospettiva di un’altra sordida e peccaminosa avventura ebbe il sopravvento.
Appena seduto, l’uomo allungò una mano per posarla all’interno di una coscia del giovanetto. Era un tipo intorno alla cinquantina, non alto, perfettamente rasato e profumato, con una maglietta chiara aderente mostrava una robustezza atletica, due belle braccia muscolose e un ventre apparentemente piatto. Un pantaloncino corto a mezza coscia, pur larghetto, tradiva un generoso pacco anteriore…
“Tanto per non sbagliare, ma non credo, visto che non hai fatto tanti problemi: sei quello che si è fatto ingroppare e ha spompinato il vecchio bavoso Fortini, poi si è fatto fare la doccia di sborra sul posteriore dall’altro?”
Il giovane rispose:
“Ehm, sì! Ma come fa a saperlo?”
“Eh, caro il mio nuovo troietto dei bagni della stazione! Le voci girano vorticose! Certe notizie sono istantanee! – ghignò – No, in verità ero lì da un po’ e avevo notato un certo ‘movimento’ in una delle cabine, nella quale vidi entrare un mio amico - guarda caso proprio il tuo ‘docciatore’! Ho dato un’occhiata dentro e ho visto lui menarsi la nerchia mentre tu ti lasciavi ciucciare dal vecchio maiale.
Dopo parecchio ti ho visto uscire, vestito come un frocetto a pagamento, con questa brachetta tirata, mezze chiappe all’aria e passetto adeguato. Ho pensato subito fossi un cagnetto in calore e ho deciso di accalappiarti all’istante!
Hai fatto bene a scegliere quel posto: c’è parecchio movimento, fra quelli che vanno e vengono con le corriere e gli abituali locali. I marchettari sono pochi e la maggioranza sfigati, ormai col buco sfondato e i culi molli, oltre a non avere mai saputo fare bene i pompini. Così mi dicono, perché quelli mi interessano poco: l’unica veramente capace è mia moglie! Lo frequento solo per fottere deretani una o due volte la settimana. E quelli validi scarseggiano sempre più.
Ho avuto fortuna a beccarti perché stavo pensando di cercare carne nuova altrove. Ma se ora ci sei tu e se mi dici quando, ti garantisco almeno due monte a settimana! Con il fisichetto che ti ritrovi e se saprai lavorare e venderti bene credo farai clamore!
Dunque: per la somma che hai visto facciamo inculata missionaria con sborrata interna? In cappuccetto ovviamente! – si fermò un momento a guardargli la bocca ed estrasse un’altra banconota – Cazzo! Che labbra hai! Aggiungiamo slimonata contemporanea?”

Il ragazzo volle spiegare:
“Veramente ero lì solo per caso ed è da pochissimo tempo che pratico con uomini! Quel vecchietto mi ha preso alla sprovvista, mi sono concesso non so nemmeno io esattamente perché, anche se ammetto essere stato molto piacevole. Poi è arrivato quell’altro che mi ha spruzzato addosso e mi ha infilato dei soldi fra le natiche: men che meno mi aspettavo quello!”
Il nuovo ‘cliente’ lo guardò indispettito.
“No, mi scusi, non volevo, ecco, no, lo faccio volentieri con lei! Tutto quello che ha detto!”

L’auto svoltò in una stradella laterale ed entrò nel recinto di uno stabilimento abbandonato. Appena oltrepassato il cancello, l’uomo fermò la vettura e andò ad accostare i battenti del varco per poi ripartire ed arrestarsi all’interno di un capannone deserto, accanto ad un letto matrimoniale, sperduto in un angolo di quell’ampio spazio.

L’uomo tolse dal cruscotto una borsettina, uscì dalla vettura, tolse i pantaloni che piegò e adagiò sulla panca posteriore dell’auto quindi, rimanendo con un largo mutandone bianco, sotto il quale premeva già – evidentissimo – come un bastone (!), andò a sedersi su un angolo del lettone.
Diego, un po’ frastornato, si mosse lentamente ad aprire lo sportello.
“Qui stiamo comodi e sicuri! La fabbrica era di un mio cliente che mi concede di usarla con discrezione, eh, eh! Ora fammi una piccola sfilata, come fossi sul marciapiede a caricare clienti!”

Il moretto, fra l’impacciato e in fondo il divertito per la strana situazione, cominciò a camminare avanti e indietro davanti al tipo.
“Ecco, bravo! Però devi essere più morbido, ancheggia un po’, fai capire che sei lì per offrire le tue grazie! – Diego cercò di eseguire – Siiii, cosiiii! Sculetta come un puttanello da strada! Vedi che ti viene naturale! Hai veramente un sederino da checchina sboldra! Hai detto che eri lì per caso! Cosa sei, scappato di casa e cerchi di tirare su qualche soldo?”
Il giovane scosse il capo:
“Devo sbrigare un incarico per il titolare della locanda dove lavoro ma mi è capitato questo ‘incidente’.”
“E tu, invece di ribellarti, ti sei lasciato inchiappettare senza difficoltà! Voglio crederti. Però quelle cose, un ragazzo come te, in un cesso pubblico, non dovrebbe farle! Ti devo punire! Vieni qui!”

Prese Diego per i fianchi, lo fece mettere disteso sulle proprie ginocchia con il sedere in aria.
Agganciò e strinse fra pollice e indice i bordi del pantaloncino, li tirò con forza verso la schiena facendo così sgusciare a metà i glutei.
“Mmmhhh, questo discolo scolaretto va in giro a fare il porcellino con gli ometti più grandi di lui, mettendo in faccia a tutti le sue chiappette d’oro?”
Pose una mano aperta sul posteriore, vi roteò sopra delicatamente più volte. Un brivido – peraltro assai piacevole – percorse il corpo del moretto.
Lasciò il fondoschiena del ragazzo ma solo per pochi istanti.
Un poderoso schiaffo riecheggiò nel vuoto del capannone: il palmo si era abbattuto, violento, secco, preciso, su una natica di Diego. “Aaaahhhh!!!”
Non ebbe il tempo di riprendersi che un secondo colpo centrò l’altra mela. “Aaahhh! Mi fa male!”
“Zitto! Devi soffrire! Così il pervertito Fortini ti ha preso di sorpresa eh? – altra sberla potente – E tu, invece di mandare via quel vecchio lascivo, pur di prendere qualcosa nella retrovia ti sei lasciato guzzare da quel tozzo e inutile pistacchietto! Ti avrà dato tre bottarelle e depositato nello sfintere due gocce di un sughetto inconsistente! E quanto ti ha pagato? Rispondi, su! Rispondi!”
Altri due ceffoni in rapida sequenza schioccarono nell’aria: un sottile, perverso godimento aveva fatto capolino e si stava espandendo veloce dentro di lui. Il dolore diventava piacere!
“Ahi, sì! È stato bravo invece! Mi ha preso con gentilezza! Dopo è stato abilissimo con la bocca ed io gli ho volentieri donato il mio seme! Infine mi ha regalato questi pantaloncini.”
“Teh, teh, teh! Ti insegno io a fare il troietto in giro nei bagni pubblici! Prendi, prendi, e… prendi!”
Partì una gragnuola di sberle a tempestare ancora le tonde superfici che vibravano sode e compatte. Sempre perfettamente centrate, venivano alternate da carezze delicate, traditrici preludi di battute ancora più forti.
"Aaahhh! aaahhh! uuuhhh! uuuhhh! - pausa - Ahi! aaahhh! aaahhh!"

La sculacciata terminò lasciando le cupolette di Diego di color rosso fuoco. Il friggere della carne era intensissimo ma anche assolutamente, indiscutibilmente, eccitante!
Prova ne erano due gonfiori, nelle zone pubiche di entrambi i maschi, reciprocamente aderenti.

Il brizzolato lo fece rialzare:
“Spogliati sotto, mettiti di schiena sul letto e allarga le gambe in aria!”
Il giovane eseguì mentre l’altro sfoderava un tarello lungo e possente, in tiro totale come da precedente evidenza.
Indossò un preservativo e cosparse il tutto con un fluido prelevato da una boccetta.
Si portò sul ragazzo, agganciando con le braccia le sue gambe dietro le ginocchia piegate.
Poi sentì la cappella appoggiarsi all’ano.
“Occhi negli occhi, ragazzo! Se sei nuovo veramente ti trasmetterò la mia virilità! Se non lo sei voglio comunque vedere come reagisci al mio ariete! – buttò gli occhi sul membro eretto del giovane – Mmmhhh! Qualcosa mi dice che non sei indifferente a tutto ciò! Ora unirò la mia bocca alla tua per darti la mia essenza profumata e preparare il tuo buchino ad aprirsi e rilassarsi!”
Le labbra si schiusero e calarono su quelle del giovanetto che fece altrettanto, ormai succube consenziente di quella sodomitica cerimonia, innaturale ma contemporaneamente irresistibile.
Seguì presto la lingua dell’uomo che incontrò quella del ragazzo, iniziando una elettrizzante danza preparatoria alla unione carnale dei due maschi. Quell’uomo aveva veramente un buon sapore!

Diego era immerso in un bagno estatico, presto interrotto da una prima, leggera ma non troppo, spinta sul buchino.
“Sei veramente speciale, piccoletto! Baci da sogno e ora voglio conoscere il tuo antro di delizie! Mmmmhhh! Fatti guardare mentre entro in te!”
Con le pupille ferme in quelle di Diego, la punta sgusciò senza fatica oltre l’anello e il rigido pene, enorme, si fece strada nel retto a riempirlo tutto, con somma soddisfazione di entrambi.
Giunto in fondo, il giovane genette:
“Oooohhhh, signore! È bellissimo! Posso farglielo capire a modo mio? Stia fermo così, prego!”
L’uomo sorrise.
“Hai il culetto mobile, vero?”
Il ragazzo annuì e cominciò ad azionare i muscoletti interni per stringere e rilasciare l’organo, riuscendo nuovamente a simulare un movimento alternato, quasi di masturbazione.
Ripresero a slimonare con foga, quel massaggio intimo e profondo proseguì a lungo, donando ad entrambi sensazioni sublimi.

Ma ben presto l’istinto di maschio dominante si riappropriò dell’uomo che iniziò a far scorrere il fallo nel canalino del giovane.
“Adesso tocca a te però, sgualdrinello! Lasciati fottere come dico io! Voglio sbatterti come carne da frollare!”

Le labbra si riunirono con maggior pressione e iniziò uno stantuffamento completo, in progressiva, lenta ma inesorabile accelerazione.
Per parecchi minuti si sentirono soltanto gli ansimi, i mugolii, gli urletti leggeri che Diego emetteva mentre il poderoso, rigido, pulsante cilindrone di carne squassava il suo sfintere.
"Uh, uh! Oh, oh! Ah, ah! Mmmhhh! Oh, oh! Agh, agh!"

Gli affondi e rilasci divennero poi più decisi.
“Ggggnnnhhh, gggnnnhhh! Oh, sono in paradiso, signore! Gggnnnhhh, gggnnnhhh! Siii! Mi possieda! Mmmhhh!"
L’uomo si adagiò completamente su di lui e scivolò con i palmi ad afferrare le natiche divaricate. Assestò quindi una serie di violenti colpi:
“Teh! teh! teh! Non devi godere tu, zoccoletto! Ti pago per chiavarti e averne soddisfazione io! Teh, teh, teh! E infatti! Aaaarrrggghhh! Eccomiiiiiii! Eccomiiiii! Sto riempiendo il goldone di sborra! Uuuuuhhhh!”
Diego incassò le ultime spinte mentre anche la sua verga iniziava ad eiaculare sul suo stomaco.

Il cliente sfilò il pisello barzotto.
Il preservativo aveva in cima una grossa bolla candida, piena del liquido seminale. L’uomo strinse in alto il sacchettino, arrotolò il bordo superiore e lo staccò dalla cappella.
“Apri la bocca, maialino! Questa te la regalo io! Ma non buttarla giù!”
Diego eseguì, l’altro gli sversò il fluido contenuto nel cavo orale e si riabbassò per baciarlo.
Anche questo risultò acidulo ma non come quello dell’eiaculato di Rudi - che era stato costretto ad ingoiare nella 5^ parte del ‘viaggio allucinante’ appena terminato. Anzi, il sapore complessivo lo conturbò addirittura per cui Diego lasciò che le lingue iniziassero a mulinellare l’una contro l’altra, a spalmarsi il denso sperma, fino a berlo centellinando ogni singola goccia.

Al termine i due si rivestirono e risistemarono.
Sull’itinerario che portava alla casa del camionista Renato, il cliente tacque per tutto il tempo.
Solo giunti e fermati di fronte all’indirizzo previsto lo salutò.
“Veramente un peccato che tu non sia di qui! Sei bravo e partecipativo. Quasi troppo per fare il prostituto. Pensaci e buona fortuna!”
Diego scese dall’auto e sculettando a proposito, lanciando un paio di occhiate maliziose all’uomo in macchina, si diresse verso l’entrata del palazzo, oltre la quale avrebbe potuto ‘concludere’ l’accordo, prima di tornare alla locanda. Senza ulteriori, imprevisti ‘intermezzi’, ovviamente!
Si accorse di essere sotto lo sguardo attento di un uomo in divisa, in piedi accanto al portone: era il portinaio dell’edificio, come frequente abitudine negli anni ’70.

Maggio 2023





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