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Un allucinante viaggio di piacere – III episodio: notte bagnata


di Membro VIP di Annunci69.it remigiuslp
11.05.2023    |    7.634    |    11 9.6
"L’oscurità permise di non tradire il poderoso gonfiore ma amplificò invece il turbinio dei suoi confusi ragionamenti..."
Nella vita di Diego, quel giorno non avrebbe lasciato in lui solo un ricordo indelebile ma cambiato radicalmente la sua visione del sesso. Anzi, forse meglio dire l’avrebbe…‘invertita’!
Appena diplomato, era stato assunto come garzone-tuttofare in un ‘ristorante con camere’, posto sulla strada che conduceva alla Capitale. Lavorò con piacere i primi giorni ma poi, una sera, tutto cambiò...

Il ragazzo passava fra i tavoli a servire, inseguito però dagli sguardi di due clienti in particolare: un sordido e pervertito camionista – bruno con baffi di nome Renato - e un certo Rudi, un tipo con lunghi capelli chiari, dinoccolato e vagamente effemminato. Anzi, sicuramente effemminato, visto che poco prima si era lasciato sodomizzare dal compare in una camera del piano superiore. Diego, involontariamente bloccato nel bagno, assisté alla loro unione carnale contro natura che colpì la solida e radicata impostazione morale tradizionalista del giovane.

Dopo essere stato chiamato al loro tavolo per ascoltare alcune pesanti considerazioni del camionista sul suo fondoschiena - stretto in attillati jeans rossi allora tanto di moda -, dovette subire prima un pur simulato palpeggiamento dello stesso, poi la dettagliata descrizione della sua deflorazione anale, con eiaculazione finale in bocca.
Malgrado tutto ciò, Diego aveva deciso di fare finta di nulla e di mettere da parte quella esperienza allucinante. Ma per certi aspetti anche di trarne un insegnamento, avendo aperto uno spiraglio su un mondo degenerato a lui sconosciuto e sul quale – ormai ne era certo - non avrebbe mai voluto mettere piede. Non immaginava, invece, che di lì a poco vi ci sarebbe stato trascinato dentro nel modo più bieco. Ma per scoprirne non solo le ombre.

Riavutosi dall’agitazione era tornato al suo lavoro fra cucina e ristorante.
Le scuse per il vergognoso comportamento non sembravano però avere sortito grande effetto né cambiato di molto il lubrìco interesse dei due personaggi, i quali seguivano palesemente quello che il primo porco aveva definito senza parafrasare ‘sculettare in giro per il ristorante quei due irresistibili meloncini’. In più le loro mani accompagnavano con gesti evidenti descrizioni di toccamenti di vario genere.
Diego si rammaricò nuovamente - nonostante la sua evidente innocenza - di avere indossato quei jeans rossi, i quali avevano dato la stura ad una allucinante e viziosa serie di immonde descrizioni.

Notò poi il padrone accomodarsi con loro per iniziare una discussione alla quale però Diego non diede peso, pur trovando curioso il fatto che il titolare, uomo burbero e solitamente molto schivo, avesse concesso udienza a quei due energumeni sporcaccioni.
E non poteva certo sapere di essere proprio lui l’oggetto di una sordida e immorale trattativa. Lui, l’attraente – almeno agli occhi di quel depravato camionista – ‘puttino’, come lo aveva definito.

Dopo un vivace brindisi, il padrone chiamò Diego e - davanti ai due apparentemente sogghignanti avventori - disse di avere per lui una commissione urgentissima. Doveva immediatamente recarsi nella Capitale per ‘verificare, eventualmente accettare e concludere un importante accordo, il quale fra l’altro riguardava anche alcuni aspetti relativi alla sua assunzione’. Altrimenti avrebbe dovuto forse anche licenziarlo il giorno seguente.
Aveva combinato un passaggio per partire subito, viaggiare tutta la notte e giungere in mattinata a fare ciò che gli veniva chiesto. Se tutto fosse andato liscio, avrebbe potuto fermarsi anche il tardo pomeriggio per definire gli ultimi dettagli e tornare poi con l’ultimo autobus.

Diego, contento per l’inaspettato viaggio, anche se tanto improvviso quanto indefinito, fece per alzarsi con l’intenzione di andare nella sua camera a preparare il necessario.
Invece il titolare lo bloccò, affermando che sarebbe dovuto partire immediatamente e che tutto il ‘necessario’ lo avrebbe trovato a bordo, il resto al suo arrivo in città. Alla strana sensazione per la frettolosità del compito si aggiunse una decisamente sgradevole sorpresa: il suo ‘passaggio notturno’ era proprio il camion dei due loschi avventori!
Renato sorrideva sotto i baffi e con voce melliflua intervenne:
“Giovane Diego, Rudi ed io sapremo coccolarti tutta la notte, faremo anche tutte le pause e fermate necessarie per farti sentire a tuo agio, sotto le nostre esperte, calde mani …e non solo!”
Il ragazzo, frastornato, anzi decisamente terrorizzato, non seppe però reagire: un’ombra nera ma allo stesso tempo irresistibilmente attraente stava facendo capolino nel suo pensiero, accompagnata da un brivido - meglio un guizzo - nella zona pelvica.

Seguì i due sul piazzale esterno. Renato salì sul mezzo dal lato del posto di guida ma si porto subito dalla parte del passeggero per aprire la porta dall’interno: i telecomandi erano ancora di là da venire!
Diego avrebbe voluto sedersi all’estremo della panchetta, il più possibile lontano da quel sinistro camionista ma Rudi si pose dietro di lui, spingendolo per le spalle ad arrampicarsi per primo e salire in cabina.
Non appena appoggiato un piede sul predellino, Renato si affacciò ed esclamò:
“Dai, vieni che ti aiuto! Non vorrei ti facessi male!”
Fulmineo, calò le braccia per aprire una mano sul retro del rosso e aderente jeans di Diego e avvinghiarsi con l’altra proprio sulla patta anteriore, per issarlo con decisione e accompagnarlo ad adagiarsi sul sedile.
“Mmmhhh Dobbiamo proteggere questo delicato e soprattutto intatto culetto!”
Il palmo schiacciato sotto le natiche del ragazzo indugiò, scorse più volte sul tessuto di quel pantalone che tanto aveva eccitato quel volgare omosessuale e ne aveva risvegliato i più sordidi istinti. Contemporaneamente, lo sfrontato baffuto avvolse delicatamente il pacco formato dal sesso adagiato e incurvato sopra i testicoli per cominciare a stringerlo e rilasciarlo come fosse una pallina di gomma.
“Mmmmh! Se ti scappasse la pipì, stanotte, ci fermiamo subito eh?!”

Diego era pietrificato, combattuto fra il ribrezzo della perversione e l’oggettivo piacere per quegli pur abili maneggi.
Le dita spinsero alternativamente sui glutei, uno premette con maggior forza al centro, arrivando a grattare in corrispondenza dell’ano mentre davanti, quel particolare stringere e lasciare si concentrò sulla cappella, riuscendo con notevole perizia a far aprire e chiudere - dall’esterno - la pelle del glande sul prepuzio.
“Pure se il cazzetto qui dentro dovesse aver bisogno di prendere solo aria o sfogarsi, vero? A voi ragazzi è facile che si svegli in pena notte! Poi bisogna provvedere a farlo eruttare perché si calmi! Eheheheheh, vi conosco, porcellini! – premette da sotto contro lo scroto - avete sempre le palline cariche di sborrina bollente e il cannoncino pronto a saltare su!”
Diede ancora un paio di ‘pinzate’ decise davanti e intense palpate al didietro, infine sfilò per girarsi e afferrare il grande volante.

“E ora si parte! Via piccolo! Stavo scherzando! Stai pure tranquillo ché non ti succederà nulla di spiacevole! Certo, tu mi attizzi alla grande, ti farei cose che nemmeno immagini e che probabilmente alla fine piacerebbero molto anche a te ma rispetto il tuo comprensibile rifiuto: evidentemente la gnocca ti arrapa di più. Rudi ed io vogliamo solo che tu stia bene con noi! Devi arrivare in perfetta forma a portare a termine il tuo importante incarico!”

Si trovò dunque seduto in mezzo ai due: il motore si avviò rumorosamente e il pesante veicolo imboccò il largo e a quell’ora poco trafficato stradone.

Le ultime parole dell’uomo lo avevano calmato e rassicurato parecchio ma si accorse ben presto che quella incursione alle sue parti basse non aveva lasciato indifferente il suo organo, il quale si stava rapidamente ravvivando!
‘Ma come – pensò – quel maiale pervertito mi ha toccato contro il mio volere e adesso mi viene duro!’
Il membro si irrigidì ancora, scivolando lateralmente sopra l’inguine, raggiungendo in pochissimo tempo un turgore quasi inconsueto per il giovane, il quale lo sentì infine spingere con forza sotto slip e calzoni. L’oscurità permise di non tradire il poderoso gonfiore ma amplificò invece il turbinio dei suoi confusi ragionamenti.
Come poteva, il pure esperto massaggio dei polpastrelli sul suo sesso aver sortito un tale effetto? Quella erezione, tanto violenta e irrefrenabile era veramente stata provocata da quel maschio?
Era un incredibile, sottile, pure innaturale ma anche ignoto e lussurioso piacere che si stava palesando in lui? Il pensiero lo inorridì ma il membro non accennava a ritirarsi, continuando anzi a pulsare e a pulsare, quasi con dolore, stretto sotto il pantalone. Cosa stava mantenendo così alta quella foia sconosciuta, forse inconsciamente desiderata e appagante?

Alcuni brividi, ancora altre spinte decise del fallo infine, liberatoria, una violenta onda dalla testa ai piedi e un potente getto di sperma, seguito immediatamente da un secondo spruzzo altrettanto elettrizzante e abbondante fu il principio di una eiaculazione incredibile, fatta di intense scosse di piacere e corposi fiotti di liquido seminale che allagarono in pochi istanti l’interno dello slip, iniziando presto a colare fra le cosce fin sopra ai testicoli.
Diego non era mai venuto senza toccarsi e aveva goduto come raramente gli era accaduto: cosa stava elaborando il suo cervello?

Avrebbe dovuto pulirsi ma non poteva ovviamente farlo in presenza dei due uomini seduti accanto a lui, i quali non si erano apparentemente accorti di quanto accaduto. Decise perciò di lasciar perdere, godendosi in fondo la sensazione data dal brodino vischioso in contrasto con il calore della sua pelle.
Il ricordo della calda carezza sulle chiappe e della stretta sul sesso lo fecero rilassare e, favorito dal borbottare tranquillo del motore, si addormentò.

Lo risvegliò poco dopo la voce di Renato alla guida del mezzo: “Rudi, fammi un favore, dai una tastatina al pistolino di questo recchioncello in erba e senti se – puta caso – non l’abbia duro, ché magari sta sognando di farti un bocchino mentre io gli fotto il culo a pecora!”
Il ragazzo non aveva ancora aperto del tutto gli occhi per cui li riserrò immediatamente, timoroso che la patta si fosse inumidita e che di conseguenza i due potessero accorgersi che era venuto nei pantaloni.
Pochi istanti dopo sentì alcune dita posarsi sulla cerniera e il compare del camionista esclamare: “Ehi, il bambino si è pisciato addosso! È tutto bagnato!”
A una rapida perlustrazione manuale del pacchetto pubico seguirono rumori di risucchio e il compare del camionista esclamò: “Slurp! Mmmhhh! Non è piscio! Mmmmhhhh! È sugo di cazzo! Ottima broda! Mmmhhhh! Questo finto schifiltoso, sentendo i nostri discorsi sul buttarglielo al culo e svuotargli le palle in gola, si è infoiato e si è sborrato nelle mutande!”

Diego, frastornato, non reagì. Aprì gli occhi, vide il camion rallentare e infilarsi in una stradella laterale mentre Il biondo gli aveva aperto i pantaloni per tirare di lato lo slip ed iniziare a leccare e aspirare l’abbondante fluido di cui era cosparso il suo sesso: “Slap! Slurp! Slap! Sei uno stronzetto, ragazzino! Invece di stare lì a soffrire per cercare inutilmente di trattenere la scarica, me lo dicevi nell’orecchio e ti facevo un golino che ti faceva fare una mitragliata di sugo da condirci una spaghettata per un plotone! Tu rimanevi asciutto, io mi trincavo il tuo succo di coglioni e Renato manco se ne accorgeva!”

Arrestato il camion, il guidatore accese la luce interna: aveva il proprio generoso membro eretto fuori dalla bottega aperta. Sorrise al ragazzo, gli mise delicatamente una mano dietro la nuca per carezzargliela e disse con voce pacata:
“Ma guarda che porcellino! Fa tanto il santerello e poi, appena può, si spippetta da solo approfittando del buio e sporca le mutandine sprecando il prezioso nettare! Mmmmmhhh! Ma vedo che il nostro Rudi sta già provvedendo ad aspirare e ripulire tutto come si deve! Senti, mi è venuta dura la fava e per non addormentarmi avrei bisogno di un lavoretto! Stavo per chiederlo a Rudi ma ho pensato che forse, dopo tutte le nostre stimolanti storielle e a maggior ragione ora che ti abbiamo beccato in fallo – hahahaha! – puoi farmelo tu e così verificare direttamente se ti piace o no!”
Diego giocò la carta dello stupore:
“Ehm, non capisco!”
L’altro sorrise sornione:
“Ma sì, dai! Lo prendi in mano e vai su e giù! Insomma, mi spari un bel segone come hai fatto prima con il tuo pisellino!”
Il ragazzo scosse il capo in segno di rifiuto, l’uomo si alzò sulle gambe, sempre tenendolo da dietro:
“Ooooohhh! Anzi, potresti farmi un servizietto con quelle belle labbra carnose! Perfette per un succoso pompino! Me lo faresti indurire ancora di più! Potresti provare, scoprire quanto è buono il cazzo e pure che sei bravo a ciucciarlo! Mmmhhhh! Premio finale, una bella sborrata in gola!”
Il camionista prese a tirargli il capo verso il pene rigido e turgido, svettante dalla bottega aperta ma Diego, giunto ad uno stato di parossismo totale, si aggrappò al bordo della giacca per contrastarlo e cominciò ad urlare:
“Mi lasci! Non ho mai avuto rapporti con altri uomini né li ho mai desiderati! Mi lasci, mi lasci!, mi lasci! Non sono un finocchio! Nooooooooooo! Nooooooooooo!”

In quell’istante aprì gli occhi e si rese subito conto di avere solo sognato quella scena perversa: Renato guidava tranquillo e l’altro, con lo sguardo sulla strada, sembrava non avere udito nulla. Quel lamento era rimasto fortunatamente nella sua testa.
Quel sogno, quella scena, totalmente contraria ai suoi saldi princìpi, si era generata come sfogo alla tensione accumulata o conteneva un profondo, recondito, a lui sconosciuto e innominabile desiderio sessuale?
Si toccò l’inguine e lo trovò fradicio: l’orgasmo e l’eiaculazione erano invece stati reali!

Maggio 2023

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