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Gay & Bisex

(42) Botte da seme


di Membro VIP di Annunci69.it remigiuslp
03.11.2023    |    6.617    |    7 8.9
"Sembra un gioco a chi schizza più forte: siluri che si incrociano nell’aria e vanno a verniciare le mie natiche da un lato ma anche a smaltarsi su pantaloni e..."
Il buco del culo mi brucia ancora ma è bello sentire le due sborrate sciacquettare dentro me: voglio trattenerle il più a lungo possibile. Quel bastone d’acciaio mi ha deflorato e scopato alla grande, seguito a ruota dall’altro pistone, tanto per abituare subito la canna. Mi hanno rotto qualcosa dentro, oltre al culo, ovviamente: una monumentale diga che tratteneva un altrettanto immensa voglia di prendere cazzi. Cazzi a mazzi. E subito! Così quei due camionisti scatenati, dopo avermi sverginato e imbottito alla grande di secreto di coglioni mi hanno fatto scendere in questa area di sosta, lasciandomi con la promessa che sarei stato presto saziato.

Mi fermo un momento a raccogliere le idee. Ma non solo quelle: pure la panna dentro il mio retto! Ho lo sfintere ancora mezzo aperto, cerco di trattenere, stringo e rilascio ma faccio peggio: sento che sta trafilando. Scivola densa fra le chiappe, le bagna e a breve trasuderà sicuramente attraverso il tessuto dei jeans attillati.

È ancora buio, sul piazzale vari camion fermi. Mi dirigo verso l’unico edificio, illuminato, adibito ai servizi igienici, basso e lungo a margine dello spiazzo. Entro nel bagno ‘uomini’ e - come da istruzioni - percorro tutta la corsia fra lavandini e cabine. Un tipo alto e robusto che si sta lavando la faccia segue il mio passare riflesso negli specchi. I suoi occhi puntano evidentemente il mio fondoschiena: sarà per la macchia che certamente è apparsa fra le mie chiappe o per l’avvenenza delle stesse? O per entrambe?
Intanto - sempre seguendo le indicazioni dei miei orchi sverginatori - entro nell’ultimo box e, lasciando aperto lo sportello, appendo la borsa ad un gancio; a seguire pantaloni e slip. Mi metto a gambe aperte e tese sopra la turca. Mi fermo così e attendo. Sento sull’ano il fresco di quel po’ di sciroppo uscito ma devo cercare di non perderne altro, come raccomandatomi se voglio diventare ‘botte da seme’: non ho capito esattamente cosa intendessero anche se qualcosa mi dice.

Il rumore proveniente dalla strada è solo un ronzio; odo dei passi. Qualcuno dietro me:
“Mmmmhhh! Eccoti! Meglio di quanto descritto! Non ti sei svuotato, vero? Ne ho altra io per te!”
Cosa è che si appoggia al mio forellino? È la cappella di un cazzo: sarebbe il terzo in poche ore! Non sarebbe: È!
Il terzo cazzo!
Spinge senza tanti riguardi e il mio anello anale cede alla violazione.
Grossino il glande e ora il membro comincia ad avventurarsi nel mio retto. Però entra facile, ben ingrassato come è da tutto quel vischioso liquido seminale che ho già dentro. È bellissimo!

“Siii, chiunque tu sia, scopami!”

Tendo le braccia, mi appoggio al muro e mi lascio fottere da questo grosso fallone. Guzza a coniglio: colpi rapidissimi e poco estesi.
L’avanti e indietro sempre più deciso e veloce, sento spruzzetti di sburro uscirmi dal buchino e colare dietro le cosce.
“Toh, toh, toh! Mmmmhhh! Sei bello stretto: finocchietto da poco eh? Toh, toh, toh! Ti allargo io! Toh, toh, toh! Ooooggghhh!”

Lo sconosciuto mi cinge in vita, mi schiaccia il ventre molliccio contro le natiche e aumenta il ritmo.
“Offfhhhh! Siiiii! Siiiii! Sborro! Sborro! Ti scodello dentro due settimane di sborra! Aaaaggghhh!”
L’organo pulsa e mi inonda. Mi piace: è caldo, denso e mi riempie ancora di più!
“Siiii! Uuuuhhhh! Quanta ne hai! Inondami tutto! Inondami tutto! Uuuggghhh!”

Si toglie, io stringo subito il bucio per non lasciare scappare nulla: quanto mi eccita questo gioco!

Mi giro per vedere chi mi ha svangato così bene: toh, un omino basso e cicciottello. Dalla bottega aperta pende il pisello - non lungo e grassoccio - e dalla cappella al pavimento un candido filo, rimasuglio della incursione nel mio ano.
Due occhietti vivaci in una facciotta tonda e paonazza: sessantenne e oltre, capelli bianchi e un orrendo riporto immerso nella brillantina. Non è il massimo ma mi ha ciulato proprio bene..

Si fa avanti un bel ragazzo biondo, alto, con un cappellone a falde larghe stile Far West. Dotato di lodevole attrezzo che ha opportunamente portato in pressione assistendo alla scena precedente, chiede con cortesia se può partecipare. Gli rispondo sorridendo:
“Serviti il pasto, cow-boy!”
Voltatomi nuovamente contro la parete di fondo mi penetra delicatamente e si impegna in una piacevolissima scopata, con movimenti ampi e ben calibrati. Assaporo ampiamente questa elegante unione carnale che termina in una eccellente scarica di zabaione di nerchia dentro me.

Eccone un altro: statura come la mia, alquanto peloso, una zazzera di neri capelli ricci. È senza pantaloni e ha già il membro in tiro totale: una bestia enorme. Non faccio a tempo a reagire che appoggia il puntone contro la mia rosellina e lo conficca nella mia galleria senza tanti complimenti.
“Ah! Piano, prego! Ah!”
“Zitto, lasciati fare! Sono carico da due giorni e con le vacche da inseminazione che ho sul camion, l’umanità rischia di avere un nuovo Minotauro! Con un vitellino da monta come te non facciamo danni! Mmmmhhh!”

Sembrano due ma è uno solo il tarello che mi sta stantuffando dentro, slargandomi con un certo dolore. Ma voglio resistere, devo resistere: la voglia di membro maschile sta avanzando dentro me come una marea e intendo assecondarla. Pompa come un forsennato senza alcun tentennamento, mi sta facendo male ma quanto mi piace essere sotto un tale toro!
“Ah, ah, ah! Eccomi! Eccomi! Ti inoculo! Aaaafffhhh! In te non potrà generare mostri ma solo aggiungersi alla borraccia che sta diventando il tuo culo! Aaaaggghhh! A quanti sei arrivato?”
Sfila ed io rimango fermo per assorbire qualche istante lo sbattimento subìto. Gli rispondo:
“Cinque, con te.”
“Ahahah! Ho idea che stanotte farai una bella miscela, lì dentro, puttanello!”
Rivolgo il viso all’indietro: dietro di lui tre o quattro coppie di occhi maschili che mi guardano curiosi. E arrapati.
“Assisterei volentieri alla ‘sfrullata’ ma devo scappare! Gran bel tubetto stretto e due chiappette da urlo. Buon divertimento, ragazzi! Fatene una ‘cisterna da seme’”

Mi sento come un bigné imbottito di troppa crema da un maldestro apprendista pasticcere. Stringo l’ano: è veramente fantastica questa sensazione di pienezza!

Ancora uno! Piuttosto alto, indossa una tuta blu da meccanico, dalla bottega aperta un bel fallo di medie dimensioni e ben proporzionato. Un grosso gocciolone di fluido preliminare in punta e cicca accesa in bocca. Mi posiziona il bacino all’altezza giusta, appoggia al burello e sguscia dentro con la sola punta.
Penetra lentamente, guadagna centimetri senza apparente fretta, sento la cappella scorrere e mi pare di sentire anche il velo di muco seminale che evidentemente la avvolge; se non altro lo immagino. Sono diventato un depravato.
Bofonchia qualcosa:
“Ooofffhhh! Fei bello ftipato come una tsampogna! Mmmmhhh”

I peli dei suoi coglioni sfiorano ora la mia sensibile pelle delle natiche: il membro è tutto dentro me ma non si muove. In compenso comincio a sentirlo gonfiarsi a ripetizione, dilatazioni e rilasci: che meraviglia essere posseduti anche così.
“Ahi!”
Un bruciore improvviso su una mia natica: un lapillo di cenere dalla sigaretta. Vabbè: un po’ di sadomaso ci sta, sorrido dentro me.

“Qualcuno sta male? Sono un medico.”
“Tutto a posto signore, è solo un gioco fra amici!”‘
“Nei bagni pubblici di un’autostrada? Posso assistere anche io?”
“Non credo sia uno spettacolo di suo gradimento!”
“Questo lasci a me giudicarlo!”
“Come vuole, si accomodi!”

Mentre si svolge questo colloquio fra gli echi del grande vano in cui ci troviamo, il tarello inizia a pomparmi il deretano, rimescolando i vari sughi testicolari dentro la mia cavernetta.

“Ma, ma! Cosa è questo! State abusando in gruppo di quel ragazzino! È uno stupro! Omosessuale per giunta!”
Abbasso e giro il viso sotto la mia ascella: un completo Principe di Galles grigio contiene un tipetto magro, capelli brizzolati ricci, una barbetta perfettamente profilata su un viso appuntito, occhiali da professore sempre incazzato.
Guarda la scena con apparente disappunto: dico apparente perché sta lì fermo con lo sguardo fisso sul ritmico stantuffamento nelle mie terga. Non so cosa mi passi per la testa: provo a stuzzicarlo.
“Sono consenziente e maggiorenne, non si preoccupi! Mmmmhhh! Sto facendo un carosello di stalloni per farmi imbottire e collezionare sperma! Vuole partecipare anche lei?”
“Per carità, non mi immischio in questi volgari, sordidi e sudici intrattenimenti! Sareste da denunciare tutti!”
Ma il tipo non si muove, come rapito. Anzi, mi pare che all’altezza del pube un certo gonfiore stia apparendo. Insisto:
“Non le sta crescendo nulla nel pantalone?”
“Voi siete tutti pazzi!”
Ma non si schioda.

Il mio inculatore comincia ad accelerare.
“Sì, sì, dai, dai! Ti finisco così diamo campo, anzi canna libera al nuovo arrivato! Vediamo quanto brodo ha nelle palle! Aaaahhh! Aaaahhh! Eccomi! Eccomiiiiii!”
Dopo che un’altra iniezione di sciroppo si è aggiunta a quelle già presenti nella mia intimità e il relativo siringone ha lasciato il mio foro, qualcuno lo incita:
“Dai, dottore! Si faccia anche lei un giretto fra quelle cupolette da sogno! Quando mai le capiterà un’occasione così!”
Comincia un coro: “dottore! Dottore! Dottore! Infili il buco del cul! Dottore! Dottore! E poi sborri nel cul! nel cul! nel cul!”

Ogni uomo ha una dignità ma anche un lato oscuro, desideri inconfessati se non sconosciuti pure a lui stesso. Un gesto stizzoso, la cintura si sfibbia, la bottega si sbottona, dal candido boxer sciabola un ariete di tutto rispetto.
“Adesso vi faccio vedere io, pivellini! Sei volte ho ingravidato la mia signora-bovina, il culetto di questo pischello mi fa solo ridere! Ti faccio schizzare fuori quella che hai già perché ti bombardo e ricolmo con la mia!!”

Mi viene dietro, il rigido dardo svetta e senza nemmeno sfiorarmi con le mani mi infilza con un colpo diretto, secco, preciso al millimetro!
”Canta, galletto, canta ché ti faccio allo spiedo!”
Comincia a sbattermi come un folle, sconquassando con quella spada di carne le mie, sempre più avvezze a tali violazioni.
“Ah! Ah! Ah! Aaaggghhh! Siiii! Siiii! Mi svanghi tutto! Ah! Ah! Ah!”
“Teh, teh, teh! Sei già bello gonfio, recchioncello! Mi sembra di rimestare besciamella dentro la tua ampolla rettale, con il mio cucchiaione! Oooohhh! Teh, teh, teh!”

Una stridula voce femminile erompe all’improvviso nella sala:
“Furiantonio! Sei qui? Hai finito? Stai facendo pupù?”
L’uomo estrae violentemente e inizia immediatamente a sborrarmi addosso fiotti corposi e potenti. Ma la rapida uscita causa anche a me una brusca contrazione per cui dal mio ugello partono poderosi getti, svuotandomi in pochi secondi del minestrone di sborra in me.
Sembra un gioco a chi schizza più forte: siluri che si incrociano nell’aria e vanno a verniciare le mie natiche da un lato ma anche a smaltarsi su pantaloni e giacca del toro multifigli dall’altra!
È stato di parola: veramente eiaculatore da primato! Peccato non dentro di me.

Con voce rotta dall’orgasmo in corso risponde:
“Ehm, ohm, ugh! Sì, Magdalenda cara! Ogh! Agh! Sono chiuso qui in una delle ritirate, vengo subito!”
“Fai presto! Carlantonio ed Ernestantonio hanno fatto la pipì mentre Mauriziantonio ha dovuto fare la cacca: ho sfruttato il retro di un cespuglio. Potevi farla anche tu lì, sarebbe stato più igienico! Attento che nelle turche cadendo può schizzare! Non ti sporcare e poi pulisciti bene! Anche il pisello, se hai fatto pipì! Giulantonio, Paolantonio e Claudiantonio invece dormono!”

Mi giro e trattengo a stento il ridere, così come altri presenti: quell’azzimato ometto, tutto impettito è bloccato, ritto e rigido come un manico di scopa, bocca semiaperta e, sotto le lenti, gli occhi atterriti. Li abbassa lentamente: è un disastro. Evito per decenza di descrivere lo stato in cui è ridotto quel pregiato e signorile tessuto, inzaccherato delle varie sborre incamerate poco prima nei miei recessi anali. Aggiungo solo che alcuni spruzzi hanno raggiunto cravatta, naso e occhiali, colando ora impietosamente.

La festa finisce evidentemente qui. Spettatori e incursori già ‘serviti’ o in attesa si defilano abilmente, tranne uno che mi invita a rivestirmi perché mi darà il passaggio per terminare il mio viaggio.
Risistemato e risciacquato, mi cambio completamente. Mentre salgo nella cabina di questo cortese e simpatico autotrasportatore un lamento sovrasta il pur forte rumore di fondo.

“Furiantonio! Ti avevo detto di evitare le turche! Ma come mai sei tutto fradicio davanti?”

A bordo l’uomo - approfittando ovviamente di un mio succoso pompino e successivo ingoio - mi spiegherà essere una consuetudine fra frequentatori delle arterie stradali - camionisti e viaggiatori vari - organizzare questi 'ritrovi' grazie alle radio ‘baracchini’ quando si presenti qualche interessante autostoppista o affine. Stavolta è capitato a me fare la ‘botte da seme’”.

Sarà: intanto mi sento pronto per altre avventure.
Non mi brucia più il buco del culo.

Ottembre 2023
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