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Diego 14: il ritorno alla Locanda – 1 / Ful e Riccardino, bus e trenino


di Membro VIP di Annunci69.it remigiuslp
25.06.2023    |    6.085    |    6 9.0
"Ma soprattutto lo aveva colpito quella strana coppia di sedicenti ‘cugini’: quale legame veramente li univa? Era consapevole che non avrebbe mai avuto..."
Diego si era ripreso un poco da quel ‘viaggio allucinante’ che lo aveva visto scoprire quanto piacere potessero dare i cazzi , imparando a trattarli e prenderli in bocca, nel didietro e in varie maniere. Insomma, cinque in totale e anche due alla volta in meno di un giorno!
Iniziato nella locanda dove lavorava come cameriere-tuttofare, proseguito nella notte nel camion di Renato con Rudi, cui fece seguito la mattinata passata fra bagno pubblico dell’autostazione, capannone abbandonato e portineria del palazzo - dove poi avrebbe passato il pomeriggio in casa del camionista e concludere il ‘corso di apprendimento per ‘marchettaro professionista’ - o qualcosa del genere.

Si congedò dai due omaccioni e scese le scale.
Indossava - come ben ricordiamo – tre dei ‘regalini’ ricevuti. Il primo, un completino bianco elastico proveniente dal cazzuto vecchietto della toilette - conosciuto nella ottava puntata -, composto da una maglietta a maniche corte e da un aderentissimo pantaloncino, poi il perizoma - le cui curve sopra i glutei solcavano e trasparivano vagamente sotto il tessuto -, infine l’anello attorno ai testicoli che donava il tocco finale al pacco anteriore, reso da questo ben voluminoso e prominente.
Non è dato sapere per quale motivo il giovane si fosse deciso per tale abbigliamento, indubbiamente provocante per uomini di certi gusti.
Sicuramente e solamente per la piacevole sensazione data dal nastrino che strofinava sull’ano e quella di pienezza sul lato anteriore, penseranno i lettori.
L’autore di questi racconti lo ritiene invece un ormai inequivocabile segnale che Diego fosse diventato un culattone a tutto tondo.

Infatti, arrivato nell’androne del palazzo, si avvicinò ancheggiando al portiere all’ingresso, attore della cerimoniosa scopata e relativi preliminari del decimo episodio di questa storia.
“Ehi, Cerbero! Avevi ragione: quello è uno sventrapollastrelli! Mi ha fatto non solo allo spiedo ma anche arrosto e fritto! Una anal-isi molto approfondita! Peccato dover scappare, non mi sarebbe dispiaciuto affilare ancora un po’ la tua spada!”
L’uomo si toccò la bottega dei pantaloni, sorrise, gli strizzò un occhio e fece il classico cenno di approvazione con pugno chiuso e pollice sollevato.

La passeggiata fino alla stazione autocorriere fu piacevole e piuttosto breve, tanto che non rimuginò né volle ragionare troppo su quanto accaduto …in meno di 24 ore! Si sentiva solo fisicamente rilassato e soprattutto soddisfatto. A tutto il resto avrebbe pensato più avanti.

Acquistò il biglietto e verificò l’orario di partenza: mancava esattamente un’ora e cinque minuti.
Un certo stimolo lo indusse a recarsi nei bagni ben noti - sia a lui che ai lettori. Non solo: volle rivedere il teatro delle sue prime due ‘marchette’, anche se di fatto involontarie, narrate nell’episodio numero otto.
Fatto il bisognino, si lavò le mani.

Ancora in piedi davanti ad uno dei lavelli, vide entrare due ragazzi, vestiti con una divisa beige da scout: il primo rosso di sopracciglia e capelli, con la faccia tempestata di lentiggini, statura media e un po’ in carne, l’altro piuttosto alto e magro, visetto innocente ma non troppo, occhi azzurri e un caschetto di capelli dorati. Entrambi potevano essere suoi coetanei, quindi attorno ai diciotto anni.

Il biondino disse:
“Allora è qui che si incontrano i froci, Ful? Cavolo! Sarebbe bello incontrarne uno! O due mentre fanno sesso fra loro!”
Il rosso si fermò e squadrò Diego: gli occhi passarono subito dal viso al profilo anteriore ben rigonfio e poi a quello posteriore, coperto dall’aderente boxer bianco.
“Hehe, forse lo abbiamo già trovato, sai?”
Si avvicinò al nostro eroe ed esordì:
“Mio cugino Riccardino - Ric per gli amici - vorrebbe ardentemente conoscere un finocchio a pagamento. Ci hanno detto che qui ne girano vari. Ne sai qualcosa? – Con una mano indicò le parti basse di Diego – Vestito così potresti esserlo tu?”
Nel contempo, senza pudore, toccò il proprio pube e fece sbucare la cappella dal bordo inferiore del corto pantaloncino.
“Con quella attrezzatura potresti essere un ‘bifronte’: dante e prendente. Intendo ovviamente i piselli! Potremmo sfruttarti per soddisfare un desiderio ricorrente di Riccardino: quando si è in tre o più di fare la locomotiva ed io il vagone di coda! Hai capito, vero? Dimmi pure quanto prendi, i soldi non sono un problema!”
Da una tasca estrasse delle banconote per poi porgergliele.
Diego, sorpreso, rifiutò:
“Se anche fossi quello che pensi, mi dispiace ma siete troppo giovani.”

Gli si avvicinò il biondino:
“No, dai! Indicaci almeno uno di loro! Fra un’ora parte il torpedone e non potrò più vederne uno fino a chissà quando!”
Intervenne l’altro:
“Ric! Non hai capito che è uno di loro? È un puttano! Guarda come ha gonfio il pisello e che mutanda porta sotto, con il sedere mezzo scoperto!”

Il ragazzo si piegò un po’ per osservare meglio e da vicino il rigonfiamento del bianco e ristretto indumento.
“Uuueeehhh! È vero! Non ne ho mai visto uno coperto così! – si focalizzò sull’inguine – Ehi! Di lato si vede anche una delle cipolle!”
Con aria innocente ma nonostante ciò sfrontatamente, allungò una mano e infilò alcune dita fino a toccare un testicolo di Diego il quale fece subito un passo indietro.
Intervenne immediatamente l’altro che con aria seria esclamò:
“Lascia fare! Lui è il mio protetto e se vuole una cosa deve averla, altrimenti avrai a che fare con me! Vado dal nostro Don, il prete che ci accompagna, e gli dico che ci hai messo le mani addosso! Così poi vediamo!”
Diego, sentendosi costretto in tal maniera, decise di concedere almeno quello ai due adolescenti.
“Va bene, però ci mettiamo in una cabina, non vorrei arrivasse qualche adulto.”

Appena chiusi nel vano, il biondo disse sottovoce:
“Mmmhhh! Stiamo facendo le porcatine come i grandi!”
Si inginocchiò davanti a lui, riappoggiò un palmo sulla patta di Diego e cominciò a massaggiarla sorridendo con aria beata.
Il rosso puntò un indice su un fianco del nostro amico, percorse il solco formato dal perizoma, giunse al centro, infine aprì le falangi su una natica:
“Mmmhhhh! E qui cosa abbiamo? Un bel deretano aperto ad ogni genere di cazzo, purché paghi? Che dici, facciamo una visitina anche noi? Tu ti inculi il mio dolce cuginetto e io infilzo te! Sai, lui vuole provare tarelli sempre nuovi! E a spanne il tuo mi sembra di ottima pezzatura! Mmmhhh! Tranquillo, la marchetta te la pago comunque! Ora fattelo venire duro perché vorrà ciucciartelo, prima di prenderlo.”

Nonostante la fastidiosa situazione, nei pantaloncini di Diego si era mosso qualcosa: sottoposto ai veloci maneggi del ragazzo, il sesso stava spingendo dentro l’elastico tessuto bianco.
“Uauh! Siii! Si sta ingrossando! Ful, fammelo vedere, dai!”
La cerniera non oppose resistenza alle dita del rosso che calò l’intero boxerino fino alle caviglie.
La coppetta del perizoma era tiratissima sullo scalpitante membro di Diego. Il biondo rimase in ammirazione per vari secondi.
“Uuuhhh! È diventato enorme! Guarda come si muove! Vuole uscire!”
Presa fra pollice e indice la punta, strinse e rilasciò alcune volte, poi scostò il bordino e il fallo sciabolò letteralmente in aria, colpendo il viso del ragazzo.
Questo assestò alcune leccatine alle palle, all’asta e attorno al glande. Infine aprì la bocca e vi infilò la sola punta, cominciando a succhiare.

Intanto l’altro aveva palpeggiato generosamente il fondoschiena dell’obbligato prostituto, roteando sui glutei e giocando con la cordella centrale.
“Bene così! Sai, Ric ed io stiamo assieme! Lui è invaghito di me però preferisce essere chiavato da uomini più grandi di lui. Per cui io glieli procuro e lo guardo mentre se lo scopano! Lui gode come un pazzo, in particolare quando lo imbottiscono di sugo caldo o gli riempiono la faccia di sborra!”
Il biondo stava spompinandolo decisamente con perizia e trasporto, Diego abbassò gli occhi un istante lo sguardo e ne incrociò gli occhi chiari, vispi e maliziosi.
Il rosso prese un polso di Diego e lo tirò a toccargli il pene che nel frattempo aveva estratto. Non era particolarmente lungo né grosso, anzi quasi sotto misura.
“Ecco, ora mi seghi un po’, così viene su! Poi, quando Ric si alzerà e ti offrirà il suo tenero buchino glielo infilerai tutto ed io farò lo stesso con il tuo! Anche tu hai un didietro decisamente super! Io sodomizzo solo in occasioni speciali e mai il mio Ric, vero?”

Il biondino si rimise in piedi, guardò quello strano Ful con un’aria apparentemente quasi perfida, poi si girò per mostrare la schiena a Diego e sollevare il bordo inferiore della camicia:
“È l’uomo della mia vita. Voglio stare con lui per sempre! Mi coccola, mi protegge e non voglio che faccia le cose sporche con me! Per cui gli chiedo di trovarmi altri uomini!”
Si girò di spalle a Diego e si appoggiò alla parete.
“Ora tu, pervertito prezzolato, tirami giù la braghette per quanto necessario, aprimi le melucce e spingimi dentro la tua carotona! È giusta per il mio canalino ed entrerà facilmente!”
Il moretto eseguì, scoprendo che il giovanetto non portava mutande, liberando due perfette natiche glabre, chiarissime e sodissime.

Il rosso gli porse da dietro un tubetto di crema.
“Ora ti ingrassi per bene la fava, gli massaggi un po’ la rosetta con dell’altra pasta poi fai quello che ti ha detto: gli slarghi le collinette e glielo butti dentro! – Notò una certa titubanza da parte di Diego - Tranquillo che ha preso certe mazze che non immagini! E più sono grosse, più gode, il porcello! Vero, mio adorato Ric?”
Diego lubrificò il proprio organo e il giovinetto a sua volta l’ano.
“Ooohhh! Mi piace quando mi fai conoscere bei maschioni che mi danno sempre tanto piacere, soprattutto quando mi godono dentro o addosso!”

Il rosso intervenne.
“Avanti, inforchettalo come ti ho detto! Poi ti infilzo anch’io!”
Il prezzolato maschio divaricò dolcemente le dure semisfere, quindi poggiò il glande contro quello che pensò essere l’orifizio. Invece il biondo gli prese in mano la cappella e la spostò un po’ verso il basso: Diego si rese conto in quell’istante che quella era la sua prima penetrazione attiva!
Spinse dolcemente e l’anello anale si aprì senza alcuno sforzo. Il retto accolse poi l’entrata della rigida asta, aprendosi al passaggio.
Giunto in fondo, sentì a sua volta l’uccello del rosso premere contro il suo buchino ed entrare agevolmente.

Il rosso allungò le braccia per aggrapparsi ai fianchi di Riccardino e cominciò a guidare il pompaggio dentro Diego il quale, di conseguenza e all’unisono, si muoveva nello sfintere del biondo.
Mentre dall’esterno riecheggiavano i vari rumori tipici di un bagno pubblico, i tre maschietti assaporavano solo con lievi mugolii e ognuno per la propria parte, l’insolita unione carnale.
Le escursioni erano giocoforza limitate dalla posizione e dal rischio di sfilamento ma, soprattutto Diego, poté provare il suo battesimo anche per quella particolare pratica. Come aveva previsto Renato nell’episodio precedente: ‘vagone intermedio in un trenino’.

La biscia del rosso scorreva bene e le dimensioni non esagerate si rivelarono ottime per quel già assai provato canale. Quello di Riccardino risultò altrettanto godurioso per morbidezza, nonostante l’aspetto esterno veramente minuto. E pure lui sembrava gradire: con la testa girata e premuta contro il muro, il viso mostrava una espressione estatica mentre gemiti uscivano dalle labbra.
“Mmmhh! Siii!! Mmhhh! Ehi, recchione a pagamento, tirami una sega! Mmmmhhh Poi Ful ti paga la differenza! Mmmhhhh! - Diegò scivolò ad impugnare il banano, bello tosto e di buone dimensioni per iniziare a masturbarlo – Mmmmhhh Siii! Cosiiiii! Perfetto! Ooohhh! Quando te lo dico sborrami in culo e accelera che vengo anche io!”

Dopo un paio di minuti di doppia sodomizzazione seriale e e raspamento, il giovane sussurrò:
“Ohhhh, eccomi! Ful accelera! Tu, puttano, irrorami le viscere e fammi spruzzare! Mmmmhhhh!”
Il rosso aumentò il ritmo e sussurrò nell’orecchio di Diego:
“Oh, oh, oh! Ecco mi sto scaricando dentro di te! Aaafffhhh! Tu fallo nel mio cuginetto!”
Il nostro moretto assestò a sua volta alcuni colpi più decisi ed eiaculò nelle profondità del biondino il quale a sua volta raggiunse l’orgasmo, schizzando violenti getti contro il muro.

Si staccarono l’uno dall’altro, Riccardino espulse lo sperma dell’ormai conclamato prostituto, poi si lasciò ripulire pisello e sedere dal cugino.
“Ful, paga questo zoccolone! Bravo però!”
Il rosso gettò alcune banconote nella busta di Diego agganciata ad una parete e disse:
“Queste basteranno abbondantemente! Sei stato bravo, molto bravo! Peccato non averti da noi al Paese, avrei tanti pulzelli da farti montare… e non solo pulzelli! Sai quanti maschietti sposati farebbero qualche salto su uno come te! Mi dai l’impressione di essere un gran manzo da monta! Fai anche pompini e altro in entrambe le direzioni? - Diego annuì - Saresti perfetto allora!”
Ric intervenne:
“Ora andiamo che altrimenti il Don si arrabbia.”
I due uscirono.

Il moretto si sistemò a sua volta, guardò i rivoli di liquido seminale sparati conto la parete, decise di lasciarli lì, poi prese il denaro lasciato da quel ragazzo, lo ripose nel portafogli di Renato e ci ragionò un po’ sopra.
Innanzitutto era ormai la quarta volta che veniva compensato per le sue prestazioni, anche se non richiesto da lui.
Ma soprattutto lo aveva colpito quella strana coppia di sedicenti ‘cugini’: quale legame veramente li univa? Era consapevole che non avrebbe mai avuto risposte: le loro strade si erano divise.
Si diresse verso il marciapiede dal quale sarebbe partito il suo autobus per affrontare la lunga strada per tornare alla locanda.
A proposito di strade, il destino costruisce le proprie: divergenti, parallele o incrociantesi, rivelandole quasi sempre e solo all’ultimo.

Giugno 2023

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