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IL RESIDENCE AL MARE – terza parte: La fan al concerto di Vasco


di Membro VIP di Annunci69.it Shoganai65
15.11.2021    |    8.551    |    5 9.9
"00 ma noi ci recammo nei pressi dello stadio già cinque ore prima, per prendere dei bei posti sotto il palco ma soprattutto per cercare di vendere l'altro..."
Adoro Vasco Rossi, e mi piace andare ai suoi concerti. Negli ultimi anni la data zero delle sue tournée è stata organizzata verso la fine del mese di maggio, allo "stadio Teghil" di Lignano, Comune che gli offre gratuitamente l'ospitalità per tutto il periodo delle prove e che proprio nel 2019 gli consegnò anche le chiavi della città.

Quell'anno, avendo io l'appartamento nel residence che sorge non lontano dallo stadio, mi organizzai con Paolo, un mio caro amico, per andare a vedere assieme il concerto e poi trascorrere l'intero weekend di relax al mare.
Nonostante le prevendite fossero andate esaurite in poche ore, grazie ad alcune conoscenze tra gli organizzatori Paolo riuscì a procurarsi non due ma ben tre biglietti.
"Due sono per noi e uno chissà, magari cerchiamo di piazzarlo" disse.

L'inizio del concerto era programmato per le 21.00 ma noi ci recammo nei pressi dello stadio già cinque ore prima, per prendere dei bei posti sotto il palco ma soprattutto per cercare di vendere l'altro biglietto.
Non fu difficile. C'erano migliaia di fans giunti da tutta Italia e molti erano arrivati senza ticket, con la speranza di trovare qualche bagarino disposto a venderglielo. Il tempo di chiedere con tono discreto se qualcuno aveva bisogno di un biglietto che un paio di ragazze ci avvicinarono. Una di loro era particolarmente affascinante. Pantaloncini corti di jeans a incorniciare un culo da favola, una camicia bianca allacciata sul davanti ed il reggiseno del costume rosso a cercare di trattenere due tette da sballo.

"Quanto volete per un biglietto?" ci chiese.
"E tu COSA saresti disposta a darci?" le rispose pronto Paolo, sottolineando con la voce calda il COSA.
"Per Vasco vi darei qualsiasi cosa, sono disposta a tutto… Dovevo venire con delle mie amiche ma non abbiamo trovato il biglietto, così sono venuta da sola, da Milano. Non so neanche dove andare a dormire dopo il concerto, non ho prenotato nulla".
Non l'avesse mai detto. Io e Paolo che in certe situazioni ragioniamo con una mente sola, o meglio con lo stesso cazzo, ci eravamo già fatti in un lampo il film della serata, e dei giorni a venire.
"Se prometti di fare la brava il biglietto te lo diamo noi, e siamo disposti anche ad ospitarti fino a domenica. Però dovrai essere mooolto brava con noi, con tutti e due…" le dissi.
Ci guardò con l'occhio furbo, ci soppesò, prese atto che eravamo due begli uomini, fisico asciutto, faccia pulita, sorridenti.
"Per me non sarà un sacrificio, anzi. E poi per vedere Vasco dal vivo lo farò ben volentieri" ci rispose sorniona. Prese il biglietto dalle mani di Paolo e si avviò sculettando verso l'ingresso dello stadio.
"Cosa fate lì? Non venite? Avete preso paura?" ci canzonò mentre l'addetto della security le controllava tagliando e zainetto.
Io e Paolo ci guardammo e nei rispettivi occhi leggemmo la stessa parola: BINGO!!!

Ci piazzammo tutti e tre sul prato quasi davanti alle transenne situate sotto il palco e già presidiate dai fan più sfegatati del Vasco. Nell'attesa Sabrina, questo il suo nome, ci raccontò un po' della sua vita. Aveva 27 anni, lavorava come maestra in una scuola materna, si era da poco lasciata col fidanzato storico ed aveva "una gran voglia di recuperare il tempo perso dietro quello stronzo" (disse proprio così). Decidemmo che era il caso di brindare a quell'incontro e così acquistammo tre birre da mezzo che ben presto divennero sei. Era simpatica, bella e faceva sangue.

Alle 21.00 in punto eravamo tutti in piedi, appiccicati uno all'altro, in attesa del primo brano. Ed ecco che Vasco attacca con “Qui si fa la storia”, titolo che alle nostre orecchie è sembrato una premonizione.
Iniziamo a muoverci e a ballare sul posto. Sabrina è scatenata, si agita e si struscia sui nostri corpi. La musica la eccita, si vede. Durante l'esecuzione dei brani più rock salta sorridente, ci guarda, urla di gioia.
Quando invece dal palco partono le note di “Vivere”, “Senza parole”, “Sally”, “Siamo solo noi” si placa e si stringe a noi in un abbraccio che vede lei al centro dell'universo. I nostri corpi sudati si fondono. Alziamo le torce dei nostri smartphone verso il cielo che si illumina di migliaia di lucette.
"Grazie" ci sussurra all'orecchio e inizia a baciare Paolo con sempre maggior trasporto. Io rimango dietro di lei facendo finta di guardare altrove ma lei dopo un po', con la mano libera mi tira a sè per la cintura dei pantaloni. Smette con Paolo e si gira a baciare anche me. Sento la lingua che mi scava in gola. Le sue tette che spingono sul mio petto. La mano che scivola tra i jeans e i miei boxer. Il cazzo è duro e lei lo sfiora con le dita. Paolo l'ha stretta tra di noi e le fa sentire il suo uccello in piena sul culo.
"Vi voglio – ci dice – tutti e due…"
Restiamo in quella posizione a sandwich a limonare mentre il concerto volge al termine.
Per fortuna siamo arrivati ai bis. Mentre tutto lo stadio canta "Alba Chiara" noi ci dirigiamo verso l'uscita in preda all'euforia.

Fortunatamente l'appartamento dista poche centinaia di metri che percorriamo correndo, saltando e cantando a squarciagola. Il tempo di entrare in casa e Sabrina si fionda su Paolo togliendogli la camicia. Lui non è da meno e la spoglia in un istante. Si buttano sul divano letto e lei comincia a leccarlo, partendo dal collo, giù giù fino alle palle. Lì si mette di impegno nell'ingoiare e spompinare il suo bel cazzone. E' col culo per aria, la figa aperta che mi guarda. Mi avvicino per annusarla e baciarla. La clitoride è sporgente e inizio a succhiarla, titillandola con la punta della lingua. Le piace molto perchè inizia a gemere tenendo sempre il membro di Paolo tra le gengive.

"Lo voglio dentro" mi urla voltandosi per un attimo
L'accontento subito. Allargo la fessura bella bagnata e glielo ficco dentro senza indugiare troppo e facendole inarcare la schiena dal piacere. Ha il mio cazzo che spinge nella sua figa accogliente e quello di Paolo nella bocca avida e ingorda. La sentiamo godere a ripetizione e anche noi siamo prossimi a venire.
"Vi voglio dentro tutti e due, anche nel culo" ci implora.

Oramai siamo un animale a tre teste che obbedisce solo ai propri istinti. Io esco per un attimo da Sabrina che si cala sul cazzo di Piero disteso sul letto. Una volta trovata la giusta posizione con il membro che sparisce tra le sue cosce, mi attrezzo per prenderle il culo. La piego leggermente in avanti. Ora ha le tette che strusciano sul viso del mio amico. Le inumidisco l'ano con la lingua, parte dei suoi umori e un po' di saliva. Lo punto con la cappella ed inizio a spingere. Mano a mano che si dilata infilo l'uccello dentro quel ben di Dio. Ci assestiamo, ognuno nel suo buco, e poi cominciamo a spingere all'unisono. I cazzi entrano ed escono al ritmo dei nostri sospiri.
"Ancora, ancora, ancora!" ci sprona a non smettere, a fotterla con maggiore energia.
Non ci facciamo pregare. Acceleriamo i colpi. Affondiamo sempre di più nelle sue viscere.

Per un istante io e Paolo riusciamo a guardarci negli occhi. C'è intesa tra noi.
"Uno, due, e…" sul TRE, usciamo da lei e, terminando di menarci il cazzo con le mani, le sborriamo contemporaneamente ed abbondantemente sul viso, le tette e tutto il corpo, per poi sdraiarci nudi e sorridenti di fianco a lei.

"Grazie ragazzi. E' stato il più bel concerto della mia vita!"

"SIAMO SOLO NOIIIII, tan tan..." :-)
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