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IL RESIDENCE AL MARE - prima parte: La mammina danese


di Membro VIP di Annunci69.it Shoganai65
11.11.2021    |    19.691    |    13 9.6
"Man mano spinsi più in profondità con grande goduria reciproca..."
La stavo scopando a pecora sulle dune che separano la spiaggia libera di LIGNANO dal Villaggio della GE.TUR. e ho pensato che ero proprio un marito porco e lei una mamma maiala.

Fino a 10 minuti prima eravamo in mare, alla seconda secca, io con le dita nella sua figa cercando di farle un ditalino e lei con la mano a masturbarmi fra le onde. Poi il bagnino sul suo pattino si era avvicinato un po’ troppo, forse si era accorto delle nostre manovre e voleva assistere gratuitamente allo spettacolo. Non ci sarebbe stato nulla di male ma eravamo troppo infoiati ed instabili per scopare su due piedi senza neanche un materassino a cui appoggiarsi.
Così uscimmo di corsa dall’acqua e la condussi correndo oltre gli ombrelloni del Bagno 19, dietro la spiaggia libera del camping. Giunta sulle dune da cui ora dominavamo tutto mentre, e nascosta dalle folte tamerici, si inginocchiò, mi abbassò il costume, prese il mio bel cazzo in bocca, succhiandolo fino in fondo e guardandomi vogliosa negli occhi. Ci metteva entusiasmo e passione nel leccarlo, ma non voleva farmi un vero pompino ma solo aizzarmi per poi prenderlo nella figa bagnata e aperta. Infatti a un certo punto fu lei a girarsi e a mettersi a pecora davanti a me senza neppure togliersi gli slip.
“Fuck me! Fuck me now!” mi urlò in inglese spalancando le gambe.

Mi abbassai, le spostai quel minimo di stoffa che mi celava ancora quell’angolo di paradiso, indugiai un attimo per leccarle la figa umida, completamente rasata, e poi feci un giro con la lingua anche attorno al buco del culo. Infine la penetrai, cercando di non sollevare neanche un granello di sabbia. Iniziai un bel lavoretto di punta, con la grossa cappella che entrava ed usciva stimolando l’ingresso della vagina. Lei si sporgeva all’indietro facilitandomi l’accesso. Man mano spinsi più in profondità con grande goduria reciproca.

La posizione in cui mi trovavo era perfetta: potevo ammirare il mio cazzo sparire in quella splendida fregna avvolgente; vedevo il suo superbo culo bianco ed il suo buco invitante dischiudersi davanti a me; e dall’alto osservavo gli altri bagnanti tranquilli sulla spiaggia che prendevano il sole o giocavano a beach volley. Ero proprio un porco, beato e felice.
Lei era danese, alta, bionda, occhi azzurri, leggermente abbronzata. Si chiamava Greta aveva 32 anni ed era la mamma di due bambini piccoli. Era giunta al residence (dove io ho un appartamento) tre giorni prima col marito e i marmocchi. Io invece ero lì già da due settimane con mia moglie e le mie due bambine di 4 e 2 anni.
L’avevo notata subito ma essendo entrambi in vacanza con i rispettivi coniugi e pargoli al seguito non mi ero fatto più di tante fantasie (tranne una bella sega la prima sera pensando a lei).

L’occasione per avvicinarla era arrivata il giorno dopo in piscina. Lei era entrata verso le 9.30 e stava giocando con i bimbi nello spazio riservato ai più piccoli. Lui non c’era. Mia moglie per fortuna era andata come ogni mattina a camminare in spiaggia. Io stavo facendo colazione in giardino e decisi che quello era il momento buono per attaccare bottone. Chiamai le figlie impegnate a giocare in cameretta con la Barbie e le preparai per andare anche noi in piscina.
“Good morning…” le dissi con un sorriso.
“Hi!” rispose ricambiando il sorriso con gli occhi. “Do you speak english?” mi chiese sorpresa.
“Yes!” - ed io in quel momento ringraziai ancora una volta mia madre che aveva sempre insistito affinchè imparassi le lingue.

Proseguimmo parlando in inglese del più e del meno, delle vacanze, dell’Italia e della Danimarca, dei bambini piccoli, della vita matrimoniale. Incredibilmente entrammo subito in confidenza. Ogni tanto buttavamo un occhio alle creature, controllavamo che i nostri rispettivi coniugi non tornassero all’improvviso, ci scambiavamo sguardi sempre più profondi e complici. Io amiravo il viso, le splendide tette sporgenti sotto un bikini arancione, il fisico atletico cosparso di olio abbronzante. Mi immaginavo già quanto sarebbe stato bello poterla chiavare lì a bordo piscina senza nessuno tra i piedi. A quei pensieri il mio cazzo reagì inalberandosi dentro il costume e lei, per niente imbarazzata, me lo fece notare.
“Il tuo amico si è svegliato, avrebbe bisogno di prendere aria... Io è da tanto che non prendo un bel cazzo” mi disse in inglese. “Da quando sono rimasta incinta della seconda figlia mio marito non mi guarda più come prima e neanche si avvicina per fare l’amore” aggiunse con un’espressione languida e furbetta.
Non potevo crederci. Io invece mi trovavo nella situazione diametralmente opposta le dissi. “Io vorrei scopare tutte le sere ma è mia moglie che non mi desidera più, ha solo le bimbe per la testa. E Lui ne soffre” aggiunsi avvilito.
Proprio in quell’istante con la coda dell’occhio la vidi rientrare dalla passeggiata mattutina. Per evitare domande e polemiche inutili, sorrisi a Greta e, col cazzo bello duro, mi tuffai in piscina a raffreddare i miei bollenti spiriti.

Per il resto della giornata facemmo finta di ignorarci per non destare sospetti ma quella situazione proibita diventava sempre più eccitante. Volevamo e dovevamo trovare una soluzione.
Dopo cena, mentre mia moglie metteva a letto le bimbe, decisi di andare a buttare via il sacchetto delle immondizie nei bidoni posti all’estremità opposta del residence passando davanti all’appartamento di Greta, sperando mi vedesse e capisse che volevo mi seguisse. Non era certo stupida, ci aveva pensato tutto il giorno e anche lei aveva avuto la mia stessa idea. Andai avanti e un paio di minuti dopo mi raggiunse. Eravamo al buio, nascosti da una siepe e senza lasciarle il tempo di fiatare provai a baciarla sulla bocca. Non aspettava altro: rispose aprendo le labbra e cercando la mia lingua con la sua. Avrebbe potuto arrivare chiunque e questo ci eccitava ancor di più. Limonammo un paio di minuti con le mani che cercavano freneticamente i nostri corpi. Non era il caso di continuare lì. Le diedi un bigliettino su cui avevo scritto dove ci saremmo potuti incontrare l’indomani pomeriggio in spiaggia senza dare nell’occhio. Lo prese, lo lesse e mi disse “Ok, see you tomorrow”. Le diedi una pacca sul culo e sorridendo rientrai a casa.

Il giorno successivo si era fatta trovare puntuale alle 15.00 distesa sola soletta vicino al noleggio dei pedalò del Bagno 19. Quando ero entrato in mare passandole accanto senza nemmeno salutarla mi aveva seguito a breve distanza e poi si era immersa con un tuffo riemergendo un po’ più avanti senza reggiseno. La spiaggia e gli altri bagnanti erano abbastanza distanti, non ci aveva seguito nessuno, così ci mi avvicinai a lei per continuare la reciproca conoscenza a livello carnale.

Erano questi i flash che, mentre sulle dune continuavo a infilare il cazzo nella figa di Greta, mi passavano velocemente per la mente. Eravamo proprio dei porcelli: i nostri rispettivi coniugi poveretti erano a casa o in piscina con tutti i pargoli e noi bastardi eravamo lassù che stavamo godendo come pazzi, uno del corpo dell’altro, sudati ma eccitati…
E se invece anche loro in questo preciso istante stavano scopando a nostra insaputa in uno dei due appartamenti del residence, con i bimbi che riposavano in cameretta? Poteva essere pensai… Quel dubbio anzichè disorientarmi o infastidirmi mi eccitò ancor di più. Tra una spinta e l’altra lo volli condividere con Greta che si mise a ridere.
“Per me non è un problema” disse per nulla turbata. “A me basta che tu mi scopi ogni giorno fino a sabato prossimo quando tornerò a Copenaghen. Voglio far una bella scorta di cazzo e di sperma che mi basti per tutto l’inverno”.

Nel sentire quelle parole accelerai i movimenti e quando sentii le sue contrazioni decisi che era il momento di venire ed iniziare a soddisfare i suoi desideri, riempiendola tutta con abbondanti schizzi.
A sabato mancavano ancora quattro giorni e quello era solo l’inizio 😉


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