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SHOPPING DI NATALE: lo sonosciuto del centro commerciale


di Membro VIP di Annunci69.it Shoganai65
17.12.2021    |    15.211    |    7 9.8
"Mi piace sentire i suoi muscoli tesi, i nervi che si contraggono, le palle gonfie, il cazzo sempre più duro..."
E’ sabato pomeriggio, la prossima settimana è già Natale. Devo comperare ancora un sacco di regali: per mio marito, i figli, le amiche... Sono in giro da questa mattina. Adesso sono venuta in questo grande Centro Commerciale sperando mi possa dare qualche spunto, delle idee per dei presenti originali.
Ma cosa c’è ancora di originale oggi? Di fantasioso, di gradito?
Io ne ho già le palle piene di ‘sto Natale. Se non fosse per i figli che sono ancora piccoli... Ovunque le solite lucette, le canzoncine in tema, quel clima di falsa pace ed amicizia. Il solito rito che si ripete ogni anno sempre uguale e sempre più noioso.

Ho già fatto due volte il giro di tutto il centro commerciale, ho già visto le vetrine, adesso devo concentrarmi, devo darmi una mossa. A Matteo comprerò un trenino della Lego, a Lucrezia una trousse con i primi trucchi da bambina, e a Giorgio, mio marito, la solita cravatta e magari anche un libro.

Entro ed esco dai negozi come una furia e mi sento osservata.
"Sarà per il mio modo di fare, non certo in sintonia col clima di festa", penso.
C’è un uomo che mi guarda e mi segue a distanza. O forse mi sbaglio. Provo a fermarmi davanti a una vetrina per vedere cosa succede. Si è fermato anche lui dall’altra parte del corridoio. Non può essere un caso. Vado avanti ancora un po’ e poi entro in un negozio di scarpe. Non devo comprare nulla ma sono curiosa di capire cosa farà.

“E’ entrato anche lui…” faccio finta di niente e mi aggiro tra gli scaffali senza guardarlo. In realtà fisso lo specchio sulla parete che riflette l’intera immagine del negozio per spiare lui cosa fa e com’è. E’ un bell’uomo, alto, moro, elegante, finge di osservare un paio di scarpe ma poi alza gli occhi verso lo specchio. I nostri sguardi si incrociano per un attimo, lui sorride sornione, io sento che sto diventando rossa. Non sono spaventata, direi di no. Incuriosita forse.
“Perché mi sta seguendo? Chi è? Cosa vuole?” mi sto chiedendo, ma non ho il coraggio di affrontarlo.
Potrei cercare di seminarlo o scoraggiarlo.
Esco dal negozio di scarpe e, pochi metri più avanti, entro in un altro specializzato in lingerie da donna. Dubito che mi seguirà. Mi metto a cercare un completino carino per la sera di Capodanno, oppure un body sexy un po’ provocante. Ne scelgo uno da provare e vado verso i camerini. Mi volto e lui è lì, sta parlando con una commessa. Non sento cosa sta dicendo ma è sorridente, gioviale, seducente nel modo di parlare, di gesticolare.

Entro in camerino e cerco di respirare. Devo calmarmi. Mi sto agitando? Forse è una mia suggestione, magari non è vero che sta seguendo me, non devo preoccuparmi… Ma non sono preoccupata, sono eccitata. Mi tolgo il vestito per provare il body e mi tocco: sono tutta bagnata. Lui è dall’altra parte della tenda e io sono qui: basterebbe un nonnulla.

Il body mi sta benissimo. Quasi quasi vorrei mi vedesse così. Con una scusa chiamo la commessa e mi affaccio scostando leggermente la tenda. Lo cerco distrattamente con gli occhi ma non lo vedo. “Se ne sarà andato” penso “era tutta una mia fantasia…”.
Quando la commessa arriva, con il body una taglia più piccola, torno ad affacciarmi per prenderlo e provarlo, e lui invece è di nuovo là. Sbircia attraverso la tenda aperta e io la scosto ancora un po’. Probabilmente riesce a vedere il mio culo riflesso sullo specchio e la schiena quasi completamente nuda. Mi sembra abbia fatto un cenno di assenso con la testa.

“Oddio ma come posso fare questo?! Sono una madre, una moglie…” mi chiedo. Eppure adesso vorrei entrasse in camerino e mi baciasse e mi prendesse sul posto.
Questo body mi sta ancora meglio, mi esalta le tette, fa intravvedere i capezzoli, mi riempie il culo, mi fa sentire sexy e anche un po’ porca. Lo compro. Quasi quasi vorrei indossarlo ora, per lui.

Vado alla cassa per pagare. Tiro fuori la carta di credito e sento che lui è dietro di me, anche lui in coda per pagare. Non oso girarmi ma sento il suo respiro, il suo profumo. Usa Paco Rabanne, ne sono sicura, mi piace molto. Ritiro lo scontrino e allontanandomi sono costretta a passare al suo fianco. Questa volta i nostri sguardi si incrociano più a lungo. Mi sento trafitta dai suoi occhi ma non abbasso i miei. E’ stato uno sguardo penetrante, l’ho sentito attraversare tutto il corpo e raggiungere il clitoride. Erano anni che non mi sentivo guardata in questo modo. Mi ha spogliata senza toccarmi, a messo a nudo i miei desideri, le mie voglie.

Sento il bisogno impellente di andare a fare pipì, devo cercare una toilette. Nonostante l’urgenza mi volto per vedere se mi segue ancora, in realtà è quello che spero. Sta uscendo adesso dal negozio con un pacchetto sotto il braccio.
“Magari è il regalo per sua moglie, o l’amante” immagino. “Figurati se un bell’uomo non ha una donna a cui fare certi regali…”.
Intanto però mi vede e si dirige lentamente verso di me. Con la testa, ostentatamente, guardo la freccia che indica la direzione per la toilette e mi incammino facendo attenzione a non seminarlo. Non c’è pericolo, ha capito perfettamente le mie intenzioni.
“E adesso cosa faccio?” mi chiedo. “Sono con i regali di Natale per la mia famiglia, in un centro commerciale, tra un po’ devo tornare a casa, cosa mi invento?”.

Entro nel bagno delle donne. C’è solo una mamma con la figlia e si stanno asciugando le mani. Vado in fondo e mi chiudo a chiave. Appendo la borsa e i regali e poi copro il water con un pacco di fazzolettini di carta. Tiro giù gli slip e sento bussare.
“Apri”. La voce è calma, decisa, maschia.
Non me l’aspettavo ma in cuor mio forse ci speravo.
Devo decidere in un secondo: potrebbero arrivare altre donne è trovarlo lì non sarebbe il massimo per lui. Oppure lo faccio entrare, ma per fare cosa?

Mi alzo, giro la chiave e apro la porta. Lui scivola dentro e la richiude.
Mi guarda e non ci diciamo niente, neanche una parola. Inizia a baciarmi sul collo, sotto l’orecchio, sulle labbra e io mi lascio trasportare. Ricambio i suoi baci caldi, appassionati, focosi. Non posso essere io e invece sì. Le sue mani esplorano il mio corpo, le sento ovunque: sul culo, lo stringe, lo accarezza, lo palpa. Stessa cosa sulle tette che poi ciuccia avido, leccandomi i capezzoli fino a farli diventare duri. Duri come il suo cazzo che ora sento spingere sotto i pantaloni.

“Dio che voglia!”. L’ho detto veramente, a bassa voce, ma come una preghiera.
“Allora prendilo!” mi ha risposto tirandosi giù la cerniera e offrendomelo alla vista.
E’ grande, grosso, lungo, con una cappella viola che non vedo l’ora di assaggiare. Tiro giù la tavoletta del cesso per sedermi comoda e glielo prendo in bocca.
“Non sono mai stata così… così porca” penso mentre gli lecco l’asta dalle palle fino la punta, per poi succhiarla e spingerla in fondo alla gola. Lui con le mani mi prende per i capelli e da il ritmo alle mie pompate. Mi sta scopando la bocca, sento l’uccello che mi penetra soffocandomi ma non mollo. Anzi lo guardo dal basso verso l’alto per cercare la sua approvazione.
“Brava, continua a succhiarlo” mi dice sorridendo.
“Gli prendo le chiappe con le mani e lo tiro ancor più verso me. Mi piace sentire i suoi muscoli tesi, i nervi che si contraggono, le palle gonfie, il cazzo sempre più duro.

Giunto quasi all’apice me lo sfila di bocca.
“Girati!” mi intima senza preoccuparsi del casino che stiamo facendo e del fatto che qualcuno potrebbe averci sentito.
Io però obbedisco, sono completamente in balia di quest’uomo sconosciuto. Sono voltata di schiena e guardo la parete di fronte.
“Piegati a 90 gradi!” aspettavo solo l’ordine per eseguirlo e mettermi in posizione.
Lo voglio dentro, voglio che mi prenda e mi faccia sentire ancora donna, desiderata, e anche troia. Tiro su il vestito con le mani e mi abbasso per mostrargli il culo e la figa. Sembra gradire. Si abbassa anche lui per leccarmela e ficcarmi due dita a saggiarne l’elasticità. Sono in un lago, ancora un po’ di leccate e gli squirto in faccia.

Deve averlo intuito anche lui. Si alza, sfrega la punta del cazzo tra le mie grandi labbra e poi me lo infila dentro in tutta la sua lunghezza. Sento che mi riempie, mi sfonda, mi apre. La vagina lo accoglie e lo avvolge. Io appoggiata sul coperchio del water sento e agevolo le sue spinte in silenzio per non destare sospetti. In realtà vorrei urlare di piacere.
“Scopami, scopami, scopami!” è la mia testa che grida, ma lui sembra leggermi nel pensiero perché aumenta il ritmo, mi penetra sempre più in profondità, mi stringe le tette, mi prende per i fianchi. Il suo uccello è gonfio, pronto ad esplodere.
“Non dentro per cortesia…” lo imploro.
“Taci” è la risposta secca. Un attimo dopo lo sento venire, esplodere dentro di me. La sua sborra calda mi riempie la vagina, la inonda. Mi fa toccare il cielo con un dito e godo anch’io, intensamente, senza remore, come una troia in calore.

Lui esce ancora in tiro dalla mia figa gocciolante. Le gambe mi tremano, sono scossa da quest’esperienza completamente nuova. Vorrei dire qualcosa, mi piacerebbe lui dicesse qualcosa.
Invece prende la carta igienica, si pulisce il cazzo, mi passa il rotolo ed apre la porta.
“Buon Natale!” mi dice sorridendo, e se ne va.


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