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LA CENA DELLE COUGAR- quarta parte: L'esibizionismo di Monika!


di Membro VIP di Annunci69.it Shoganai65
01.12.2021    |    5.812    |    6 9.8
"Lo vedevo sparire tra le sue labbra mentre mi appoggiavo alla parete della doccia per godere meglio del suo servizietto..."
Dopo quella prima scopata in corridoio, il weekend con Monika fu fantastico, all'insegna delle sorprese. Quella stessa notte facemmo ancora sesso nella vasca da bagno, circondati da candele accese, e poi sul tavolo della cucina mentre cercavo di preparare un piatto di spaghetti a mezzanotte.

Era un vulcano, mai sazia. Era stata troppo a lungo soffocata dal marito che oramai non si accorgeva nemmeno della sua bellezza e delle sue voglie represse. Quando ci eravamo conosciuti alla cena organizzata a Ferragosto, e aveva sentito da Karin le nostre avventure, si era decisa a cambiare vita. Voleva farsi scopare, inculare, leccare la figa, voleva tornare ad essere al centro dell'attenzione come quando era giovane, prima di sposarsi. E poi le piaceva mostrare quanto era brava a fare i pompini, a leccarmi lo scroto, i coglioni, l'uccello gonfio, a segarlo, a farmi venire ingoiando e leccando tutta la sborra che risucchiava dalle mie palle. Ma questo lo scoprii proprio in quei giorni.

Il venerdì notte ci addormentammo nudi e parzialmente esausti verso le 3 del mattino. Verso le 11 la luce forte del sole che entrava dalle finestre lasciate aperte ci risvegliò. Eravamo ancora appicicaticci e avevamo addosso quel tipico e afrodisiaco odore di sesso e sudore che rimane per ore dopo che lo hai fatto e ti fa venire voglia di ricominciare di nuovo.
Mi alzai a preparare il caffè e la colazione mentre Monika decise di farsi una doccia. Dalla cucina la vidi entrare nel box a vetri trasparenti. Più la guardavo e più mi eccitavo a vederla così bella, morbida, generosa. Versai il caffè nelle tazze e mi diressi verso il bagno. Anche il mio uccello si era svegliato. Era dritto e duro, aveva di nuovo fame.

Entrai nella doccia assieme a Monika che mi accolse con un sorriso. L'acqua tiepida scorreva sui nostri corpi. Iniziammo a baciarci stando in piedi. Erano baci lenti, appassionati. Le baciai il collo stringendole le tette ed i capezzoli. Leccai anche quelli mentre con una mano scendevo verso la sua figa depilata. Divaricò le gambe per facilitarmi la manovra. Le feci ciucciare il mio dito medio con la bocca e poi glielo infilai nella vagina calda. Le succhiavo le tette e la masturbavo provocandole scosse di piacere sempre più intense.
A un certo punto fu lei ad inginocchiarsi per tornarmi le attenzioni. Prese in mano la mia verga pulsante. Ammirò compiaciuta la cappella grossa e viola. Mi guardò aspettando un cenno di approvazione e poi si infilò il cazzo in bocca. Lo vedevo sparire tra le sue labbra mentre mi appoggiavo alla parete della doccia per godere meglio del suo servizietto. Me ne stavo piantato sulle gambe mentre lei aumentava l'intensità ed il ritmo delle sue ciucciate. L'acqua le colava sugli occhi e lungo il viso. Le mani stringevano forte il mio uccello e la lingua lo percorreva in tutta la sua lunghezza, dall'alto verso il basso e poi ancora sù.
Quando capii che era giunto il momento giusto per scoparla la presi sotto le cosce, la sollevai tenendola in braccio appoggiata al muro e, indirizzando la punta del mio pistone verso l'entrata della sua fregna bagnata, la calai piano piano, finchè non lo sentii pienamente in lei. Lei strinse le caviglie dietro la mia schiena per sentirmi ancora più dentro. Era una bella cavalla da monta per cui sapevo che non avrei resistito molto in quella posizione. Iniziai subito a spingere aiutandomi con i quadricipiti delle cosce e con colpi di bacino che la facevano gemere di piacere. Il cazzo si infilava in profondità e in quella posizione lo sentiva benissimo.
"Dio come mi piace! Scopami tutta! Fammelo sentire fino in fondo! Fammi godere!" mi urlava mentre accelleravo le spinte con l'uccello.
"Sto per venire!" la avvisai gridando.
"Vieni pure dentro di me, non ti preoccupare" mi rassicurò.
E a quel punto diedi un ultimo colpo e poi mi lasciai andare con una lunga sborrata nella sua vagina calda e accogliente che si mischiò con i suoi umori bollenti.

"Un bel modo di iniziare la giornata" disse Monika quando uscì dalla doccia per fare colazione. "Oggi mi piacerebbe andare in una spiaggia FKK. Lo sai cosa sono vero? Ce ne sono diverse qui a Rovigno, ci venivo da ragazza".
"So che la sigla FKK viene dal tedesco “Frei Körper Kultur” che significa “cultura del corpo libero” e sono le spiagge riservate ai naturisti" risposi.
"Esatto. Una volta ci andavo sempre, mi piaceva esibire il mio corpo nudo e mi piaceva che gli altri uomini mi guardassero ma mio marito è talmente geloso che in tutti questi anni mi ha impedito di tornarci sia da sola che assieme a lui. Adesso voglio andarci con te, anche se gli anni sono passati e non ho più il corpo di una ventenne. Ti da fastidio?".
"A parte il fatto che sei una figa micidiale ed hai un corpo da favola che molte ventenni se lo possono solo sognare, sarei ben contento di andare con te e poterti esibire al mio fianco" le risposi super eccitato all'idea di quello che sarebbe potuto succedere.

Monika era indecisa fra la spiaggia di Punta Eva, all'interno del campeggio Polari, a 3 km dalla città; quella più frequentata all'interno del campeggio Valalta; e quella della baia di Cuvi, presso il villaggio turistico Villas Rubin. Alla fine optammo per quest'ultima, in cui la costa è prevalentemente ciottolosa e solo in piccola parte rocciosa, e nel mese di settembre è sempre la meno affollata.

Tra una cosa e l'altra quando arrivammo erano già le tre del pomeriggio. Come previsto c'erano alcune coppie e qualche singolo e singola sdraiati qua e là sui loro asciugamani. Famiglie per fortuna nessuna. Tutti erano completamente nudi e anche noi ci liberammo velocemente dei nostri costumi. Se la nostra apparizione sulla spiaggia aveva attirato la curiosità dei presenti, quando Monika si palesò completamente nuda in riva al mare tutti gli occhi della spiaggia furono puntati verso di lei.
Provate a immaginarvela: alta quasi un metro e ottanta, una quarta di seno su un corpo generoso ma sodo, un culo tondo su cui si vedeva il segno del costume che disegnava perfettamente le chiappe e, sul davanti, illuminava la sua dolce passera completamente rasata.
Mi guardai incuriosito attorno: c'erano già alcuni uomini che se lo stavano menando liberamente, mentre le coppie commentavano tra di loro.

"Vieni a fare un tuffo con me!" mi urlò entrando in mare.
La raggiunsi immediatamente. Quella situazione mi eccitava. Vedere la sua voglia di esibirsi e di attirare l'attenzione, sapendo che ero io quello che se la scopava e poteva godere del suo corpo mi avevano fatto ritornare il cazzo sull'attenti.
In acqua nuotammo un po', poi giocammo a schizzarci, ci baciammo, ci spostammo dalla zona più affollata e cominciammo a toccarci a pochi metri da riva, infine ci sdraiammo sui ciottoli del bagnasciuga col mare che lambiva i nostri corpi nudi e bagnati. Il mio uccello puntava dritto verso il cielo. Monika se ne accorse, sorrise, e me lo prese delicatamente in mano guardandosi furtivamente attorno.

Alcuni uomini avevano continuato a monitorare dalla spiaggia tutti i nostri movimenti e si erano fatti più vicini ma restando a debita distanza. Osservavano senza disturbare.
Monika cominciò a segarmi lentamente e a baciarmi il petto.
"Ti dispiace o ti eccita?" mi chiese all'orecchio. "Non ti senti un privilegiato? Ti secca se faccio vedere a tutti come sono brava a fare i pompini?".
"Fai pure" risposi, anche se per me era una situazione completamente nuova, estremamente stimolante.
Con fare sensuale, dopo essersi accertata che tutti la stavano guardando, si chinò con la bocca sul mio cazzo e iniziò il solito lavoro di lingua e labbra, dalla base al glande, dalle palle alla cappella. Guardava me soddisfatta, guardava i vicni con occhi di sfida, e poi si avventava sull'uccello ancora più carica, come se le voglie che leggeva sul viso di quegli uomini le avessero trasmesso ulteriore energia e foga. Attorno gli spettatori erano aumentati e forse si attendevano un cenno per poter partecipare al banchetto ma non erano queste le intenzioni di Monika e tanto meno le mie.

Giunta quasi all'apice del mio piacere, smise di ciucciarmelo, cambiò posizione e si calò sul mio cazzo teso, piantandoselo bene in fondo alla vagina. Io ero sdraiato sotto di lei e vedevo le sue splendide tette sballonzolare sopra di me mentre lei con un movimento di bacino e di anche si infilava il cazzo sempre più in profondità cercando di stimolare ogni angolo più recondito della figa. Dall'alto di quel trono fallico, riconquistato dopo anni di repressione casalinga, mi rivolgeva sorrisi sgoduriosi e si beava dei tanti uomini che ammiravano la scena, e lei soprattutto, segandosi di brutto, desiderosi di riversare i loro getti di sborra sul suo corpo magnifico.

Quello show meritava un gran finale. Monika urlò un paio di volte che stava godendo, che le piaceva da impazzire, poi estrasse il mio uccello gonfio, gli diede ancora due colpi con la mano e mi fece esplodere schizzando sul suo viso e sui suoi capezzoli turgidi fiotti di sperma denso. Fu il segnale che tutti gli altri aspettavano per lasciarsi andare al loro piacere individuale.
Mentre Monika terminava di leccare e pulire alcuni getti finiti sul mio petto, chi aveva assistito alla sua performance piano piano si allontanò con un sorriso o un mezzo inchino a mo' di rigraziamento.


Essendo sabato sera, uno degli ultimi dell'estate, una volta tornati a casa decidemmo di andara a ballare. In realtà fu lei a decidere: si era portata in valigia un vestito per l'occasione e voleva sfoggiarlo in mia compagnia.
A Rovigno ci sono numerosi music bar, locali dove suonano dal vivo, ma la regina indiscussa delle nightlife è la Discoteca Boa Club, situata in pieno centro e che ogni sera d’estate pullula soprattutto di giovani che amano divertirsi fino all’alba. Il locale è molto particolare, con una parte esterna con divanetti dove poter sorseggiare un drink ed una parte interna semi-coperta dove poter ballare a suon di musica house dei migliori dj della zona.

Non era proprio il mio genere di musica ma quando vidi Monika pronta per la serata mi cadde la mandibola e non feci nulla per farle cambiare idea. Indossava un vestito di lamè corto sopra le ginocchia con uno spacco inguinale da infarto, un giacchino nero corto in vita a coprirle le spalle, e sandali in pendant con il vestito con i tacchi a spillo. Difficilmente sarebbe passata inosservata ed era proprio quello che voleva in quei giorni di liberazione.

Arrivammo al Boa Club sul tardi. Il locale era già affollato. Quando entrammo si ripetò la scena della spiaggia a cui mi stavo oramai abituando: tutti i maschi si aprirono a ventaglio per farla passare e restarono con gli occhi appesi al suo corpo. Io la seguivo sogghignando e ripensando a quanto accaduto quel pomeriggio. Ero proprio curioso di vedere cosa sarebbe successo quella sera.
Prendemmo posto su un divanetto libero e ordinammo un paio di Negroni. Fortunatamente all'inizio misero musica ballabile anni ’80-’90. A Monika piaceva molto.
"E' una vita che non vado in discoteca" disse. "E' sempre la solita storia: a mio marito non piace e non voleva ci andassi da sola. Accompagnami in pista!" e mi prese per mano.

Aveva il ritmo nel sangue, come si dice in certi casi. Si muoveva in maniera elegante, sinuosa, sensuale. Mi veniva vicino, mi stuzzicava, poi si voltava e tornava al centro della scena. Attorno a noi, o meglio a lei, si era formato un piccolo cerchio. I ragazzi ballavano cercando di attirare la sua attenzione. Era quello che voleva, la eccitava. Io ero stato la miccia che le era servita per dare fuoco alle polveri ma adesso che era esplosa sarebbe stato impossibile tenerla. Si agitava, ballava ora con uno ora con l'altro, si strusciava sul corpo di questi giovani pieni di ormoni ma poi tornava sempre da me quasi a chiedere il permesso di trasgredire, finalmente. Permesso accordato Monika ;-)

Fra i tanti pretendenti che l'assediavano sulla pista con i loro movimenti di bacino espliciti, con le loro richieste pronunciate a mezza voce, dopo un po' sembrò concentrarsi su un bel tipo moro, alto, due spalle possenti, un viso da bastardo. Dal bancone del bar li guardai ballare assieme avvinghiati come due serpenti. Non provavo gelosia (e perchè mai poi). Era oltremodo eccitante.

"Ti presento Alexander, è mezzo italiano anche lui. Balla bene. E' simpatico. Ti dispiace se lo portiamo a casa a giocare con noi" mi chiese senza tanti preamboli.
"Ogni tuo desiderio è un'ordine mia cara" risposi ripensando al tranquillo weekend che mi ero imaginato quando Karin mi aveva comunicato che sarebbe andata a Milano. E invece guarda che piega aveva preso…

Camminammo a braccetto tutti e tre, con lei in mezzo, fino a casa. Il letto era ancora sfatto, non ci facemmo molto caso. Io e Alexander ci spogliammo e cominciammo a concentrarci sul corpo di Monika. Lui da davanti mentre io mi ero posizionato alle spalle. Eravamo in perfetta sincronia, una squadra perfetta. Io le sfilavo il vestito e lui la baciava sul collo e sul seno. Io le prendevo le tette e i capezzoli da dietro e lui scendeva a leccarle il ventre e il pube. Risaliva a baciarla in bocca e io mi occupavo del suo culo. Lei gradiva tutte queste attenzioni. La facemmo sdraiare supina tra di noi. Alexander inizià a leccarle le grandi labbra con grande maestria devo dire, e io le infilai il mio uccello in bocca. Più lui le stimolava il clitoride più Monika ciucciava con desiderio e voluttà il mio cazzo. Più piacere riceveva e più ne trasmetteva e viceversa.

"Godo! Siete fantastcici" urlò liberandosi la bocca per un istante. "Ma adesso mettetemelo dentro, tutti e due, vi prego!".
"Scegli tu" mi disse sorridendo Alexander "hai la precedenza".
"A te lascio la figa, io mi prendo il culo visto che non me lo ha ancora dato" risposi compiaciuto di quella complicità..
Si sdraiò sistemando Monika sopra di lui. Lei si infilò il suo bel cazzo per bene dentro la vagina e si sporse in avanti per farmi spazio.
"Fai attenzione è da tanto che non vedo uccelli da quelle parti" sorrise Monika un po' preoccupata.
Ci misi un bel po' di lubrificante e iniziai a penetrarla molto lentamente. Alexander da buon complice cercava in tutti i modi di agevolarmi l'ingresso. Un po' alla volta riuscii a farlo entrare tutto nel suo ano. Lei si rilassò compiaciuta. Adesso veniva il bello.

Iniziammo a prendere il giusto ritmo e a muoverci all'unisono, come un solo animale a tre teste. Ciascuno era alla ricerca del proprio piacere ma ben attento alle sensazioni dell'altro. Noi spingevamo contemporaneamente e Monika rispondeva accompagnando le nostre spinte aprendosi maggiormente. Io guardavo l'uccello entrare nel suo bel culo rotondo e sorridevo ad Alexander che si gustava le sue tette col cazzo infilato nella sua dolce fregna.
Avevami i sensi in estasi, eravamo pronti ad accelerare in vista del traguardo. Le sculacciai le chiappe come si frustano i cavalli in dirittura d'arrivo. Passai dal trotto al galoppo affondando sempre di più il mio pistone nel suo culo allargato. Sentivo attraverso le pareti della vagina la potenza del cazzo di Alexander che pompava altrettanto forte ed era pronto a esplodere.
"Sì, sì, sììììììì!" urlammo tutti e tre in coro nel momento in cui iniziammo a venire contemporaneamente.

Una scopata bellissima, ancor più fantastica in quanto condivisa. Con Alexander avevamo fatto felice Monika e ci eravamo ritrovati complici. Restò tutta la notte con noi e anche il giorno successivo. Giocammo ancora tutti assieme e sperimentammo nuovi giochi e nuove posizioni a tre. Ci divertimmo un mondo e quando ci lasciò per tornare dai suoi amici ci ripromettemo di rimanere in contatto e di rivederci.

Quella sera anche Monika doveva tornare a casa sua ed io a Trieste. La accompagnai all'auto. C'era un po' di tristezza ma anche tanta felicità per il tempo trascorso assieme.
"So che sei sposato e so che prima di me c'è anche Karin" mi disse. "Volevo solo tu sapessi che ti sono grata perchè mi hai ridato la gioia di vivere, di amare, di osare e di essere amata. Non so se ci rivedremo in situazioni simili a questa: certo mi piacerebbe ma se non potrai non è importante. Adesso io so che cosa voglio dalla mia vita e, con o senza mio marito, ho dentro di me la forza per ottenerlo. Grazie".
Mi diede un bacio e se ne andò.

(continua)

P.S. Lasciatemi un commento se volete sapere com'è andata con la terza cougar: Helena ;-)
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