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WEEKEND IN CAMPER IN ISTRIA (seconda parte: I due finti poliziotti)


di Membro VIP di Annunci69.it Shoganai65
05.11.2021    |    2.601    |    9 9.6
"Il boss le si era messo di spalle, le stringeva con forza le tette, le strizzava i capezzoli e si preparava a prenderle il culo..."
“Guarda guarda chi abbiamo qua: una gatta in calore e un maiale eccitato” disse il primo dei due poliziotti, puntandoci una torcia abbagliante sul viso.
“Voi italiani credete Croazia essere un bordello. Che potete venire a scopare dove volete. Non va bene, non va bene” proseguì sogghignando e avvicinandosi ancora.

Io, sorpreso dall’arrivo dei due uomini, ero rimasto con l’uccello oramai ammosciato in mano. S. invece era immobile nella sua posizione felina, quasi immedesimandosi in una gatta per paura di quello che sarebbe potuto succedere, e mi guardava preoccupata attraverso la maschera brillantata.

I poliziotti dovevano aver parcheggiato l’auto sulla strada e, seguendo i nostri gemiti e le urla di S. erano giunti fino a pochi passi da noi. Chissà da quanto tempo erano lì e se si erano già gustati parte dello spettacolo.
“Cosa fai ancora con tuo uccello di fuori, non ti vergogni?” mi disse con tono strafottente quello che probabilmente era il più alto in grado dei due. L’altro non proferiva verbo, forse perché non masticava una parola di italiano pensai.
“Invece con te gattina facciamo i conti dopo, resta pure dove sei” aggiunse con tono minaccioso il primo, puntando la torcia verso il culo di S.

Quella che fino a cinque minuti prima mi era sembrata una situazione idilliaca, un sogno, si stava trasformando in un incubo. Eravamo stati sorpresi ad accoppiarci in un angolo isolato, lontano dalla strada, da due agenti dai modi spicci che non sembravano mostrare troppo rispetto e comprensione.

“Adesso ci tocca farvi multa, verbale e denuncia. Solo per la multa sono minimo 5.000 kune da pagare subito. Avete kune sì?”
In realtà al confine non avevamo cambiato nulla e avevamo all’incirca 700 kune rimaste da gite precedenti. Feci rapidamente i conti e mi resi conto che 5.000 kune al cambio erano all’incirca 700 euro; noi in contanti ne avevamo sì e no 300.
“Vede agente, siamo venuti in Istria solo per un paio di giorni, in campeggio, e non ci siamo portati dietro tanti soldi” cercai di spiegare al poliziotto. “Se vuole possiamo anticipare qualcosa, darle quello che abbiamo in contanti e una volta a casa pagheremo il resto”
“Ah! Non sono mica scemo. Voi tornate in Italia e chi si è visto si è visto. No amico, paghi qui e paghi ora”
“Ma non c’è un altro modo, con Bancomat o Carta di credito?”
“Carta di credito è per gran signori, noi preferiamo cash. E se non c’è cash allora facciamo baratto” rispose con un ghigno beffardo sistemandosi con la mano il pacco e puntando la torcia con fare allusivo su S. che nel frattempo si era adagiata intimorita sull’asciugamano.
“Tu che ne pensi Igor?” chiese ammiccando al suo collega.
“Da (sì in croato). Baratto è ok. O cash o donna” rispose compiaciuto.
“Ehi, non potete comportarvi così, siamo dei semplici turisti e abbiamo diritto a…” non ebbi il tempo di terminare la frase che una manganellata improvvisa mi mandò steso a terra.

S. si precipitò su di me per vedere come stavo.
La botta era stata forte ed ero intontito. Iniziò a girarmi la testa e non riuscivo ad alzarmi.
“Tranquilla gattina non è morto, vedrai che si riprenderà. Adesso però tocca a te. Facci vedere cosa stavi facendo prima con questo porco”.
Detto questo vidi che prese S. per un braccio e con forza la spinse fin dentro il camper, seguito da Igor, lasciando volutamente la porta laterale aperta. Io non avevo la forza per alzarmi e reagire ma solo per intravvedere cosa stavano facendo.

S. era in ginocchio. Il poliziotto più loquace si era calato i pantaloni e la stava obbligando a fare un pompino. Le spingeva il cazzo in gola tenendole la testa per i capelli. Era grassoccio ma dalla mia posizione mi pareva avesse un bell’arnese. Dopo un po’ di colpi mi sembrò che S. fosse meno passiva e ci mettesse del suo a pompare e a leccare quel grosso membro. Forse era a causa del colpo che avevo preso ma era come se le stesse piacendo. Non riuscivo a credere ai miei occhi. E’ vero, in passato mi aveva confidato che un giorno aveva fantasticato di fare l’amore con un altro uomo davanti a me ma io non ci avevo fatto troppo caso. Vederla adesso inginocchiata e vogliosa col cazzo di quel bastardo in bocca mi faceva impazzire. Eppure, allo stesso tempo, più guardavo quella scena e più mi eccitavo.

Frattanto si era fatto avanti anche Igor, l’altro poliziotto. Vedendo il suo capo ben indaffarato pensò bene di iniziare a leccare la figa di S. che si era posizionata in modo tale da rendergli più facile il lavoro. Aveva le gambe spalancate, il cazzo del boss che entrava e usciva dalla sua bocca, e Igor con la faccia piantata nella passera che immaginavo già umida. Avrei voluto alzarmi per andare a difenderla, per toglierla dalle grinfie di quei due energumeni, ma non mi sembrava si percepisse in pericolo, anzi, era proprio lei a condurre le danze. Cominciai a sentire il mio uccello irrigidirsi. Stava diventando duro mentre guardavo la mia S. posseduta da altri uomini. Capivo, dalla foga che ci stava mettendo, che era felice: poteva finalmente soddisfare una fantasia repressa, si sentiva liberata e in qualche modo, devo ammetterlo, anch’io ero felice per lei.

Mi alzai lentamente e mi avvicinai al camper per avere una visuale migliore. Entrambi i poliziotti si erano tolti la divisa e l’avevano completamente spogliata. Igor era disteso sul mio letto con lei impalata sul suo cazzo. Il boss le si era messo di spalle, le stringeva con forza le tette, le strizzava i capezzoli e si preparava a prenderle il culo.
“Brava la nostra gattina. Adesso avrai l’onore di assaggiare due begli uccelloni croati. Sei contenta vero?”
“Siiii. Mettimelo nel culo! Sfondamelo! Fammi vedere cosa sai fare” urlò S. e il boss accolse la sfida. Fermò per un attimo le spinte di Igor che oramai era a suo agio nella fregna bagnata e avvicinò la sua cappella violacea al buchetto socchiuso. Ci sputò sopra un po’ di saliva e prima lentamente e poi con sempre più foga le entrò fino in fondo cominciando a pomparla da dietro mentre Igor da sotto assecondava il ritmo. I Cazzi scivolavano all'unisono nei due buchi. Li ammiravo entrare ed uscire mentre tutti e tre gemevano di piacere.

Davanti a quella scena anch’io cominciai a segarmi di brutto. Mai avrei pensato di vedere la mia S. scopata da un altro uomo e adesso era lì, davanti a me, che godeva come una troia sotto le spinte di due sconosciuti con un cazzo nella figa e un altro che le sfondava il culo.

Mi sporsi ancora un po’ per assistere meglio a quella scena e per un istante incrociai lo sguardo di lei. Aveva un’espressione estasiata. Si accorse che mi stavo menando l’uccello di brutto e mi fece l’occhiolino.
“Più forte, più forte, fatemi godere!” incitò i due stalloni che la stavano montando. “Fategli vedere come va domata una vera tigre! Riempitemi di sborra”
I due poliziotti non si fecero pregare due volte. Aumentarono il ritmo e la profondità delle loro spinte. Il camper sembrava una barca in balia delle onde. Anch’io oramai ero pronto ad esplodere.
“Ahhhh! Siiiiii! Godoooooo! Siiii ancora!!!” il suo fu come un urlo di guerra al quale ognuno di noi rispose spruzzando sperma in ogni dove. Io mi resi conto incredulo che erano anni che non godevo in quel modo. S. da parte sua era felice come non l’avevo vista mai.

Lasciammo passare alcuni istanti poi i due uomini si rivestirono e scesero dal camper passando davanti a me e al mio uccello che pulsava ancora.
S. splendidamente nuda mi si avvicinò e mi accarezzo con dolcezza i capelli.
“Mi sembra ti sia divertito stasera” mi disse gurdandomi sorniona. “Beh ne ero sicura caro. E allora lascia che ti presenti Igor e Boban. In realtà non sono due poliziotti ma due amici croati che ho conosciuto in chat e che si sono prestati molto volentieri a organizzare assieme a me questa bella sorpresa. Prima di partire te lo avevo detto:
“non sai mai di cosa sono capace e cosa può succedere con me”".

(fine)
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