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Al "Sado Hotel" si sviluppano gli intrighi


di maktero
05.10.2023    |    592    |    0 8.7
"Aggiunse crudelmente " Sò benissimo che lei ti ama e che si dispiace quando tu ti eserciti in certe pratiche"..."
Il giorno dopo mentre io e Serena svolgiamo i nostri doveri quotidiani; lei continua a tenermi il muso.
Mi aveva detto dobbiamo parlare, ma dalla sera prima si era chiusa in un bizzoso mutismo femminile.
Sinceramente a me non importava niente; lavoravo al "Sado Hotel" in condizioni di schiavitù ed approfittavo di ogni occasione per godere un pò.
Non mi sentivo coinvolta in situazioni sentimentali; Sì è vero provavo dell'attrazione per Serena, come ne provavo per Miriam, ma niente di straordinariamente coinvolgente.
Tuttavia il muso di Serena non mi lasciava indifferente, provavo un sottile piacere per questa sua dedizione per me, e sorrisii contenta mentre sviluppavo questi pensieri.
Stavamo nutrendo le schiave quando apparvero il simpaticone e la moglie, lei completamente vestita lui nudo; ci dissero brave mentre stavamo ingozzando quelle troie.
La padrona ci disse che sarebbe andata a fare la spesa e si allontano uscendo da quella porta che da quando ero lì avevo varcato solo in entrata.
Il simpaticone rimase lì a guardarci mentre mentre nutrivamo le schiave; mise la sua mano al cazzo e cominciò a masturbarsi.
Rivolgendosi a me, disse di seguirlo nel salotto, era chiaro il suo intento, Serena mi guardò con uno sguardo di fuoco mentre mi allontanavo con quel tizio.
Le mostrai la lingua provocatoriamente.
Entrammo in salotto e lui si distese sul divano e mi chiese di fargli un pompino; io esegui immediatamente.
Lui tra un sossulto ed un altro mi disse che ero veramente brava a succhiare, ma che quel giorno lui si sentiva strano, aveva uno strano sfrigolio nel culo e che voleva provare il mio cazzo.
Rimasi sorpresa ed interdetta e bloccai istintivamente il lavoro di bocca sul suo cazzo.
Avevo capito bene il padrone voleva farsi inculare da me?
Mi sembrava qualcosa fuori dal mondo.
Ma il simpaticone con il suo splendido sorriso si sfilò dal mio cazzo, scivolò dal divano e velocemente prese in mano il mio cazzo semieretto e se lo mise in bocca.
La mia sorpresa per ciò che stava accadendo venne smorzata dal caldo contatto della sua bocca che aveva cominciato a succhiarmi con sapienza.
Quando divenni abbastanza dura, il simpaticone abbandonò il mio organo e si mise a quattro zampe ondeggiando il culo invitante davanti a me.
Non mi feci attendere presi il cazzo in mano e cominciai a penetrarlo.
Glielo infilai dentro appieno, era un pò stretto, e lui gemeva agitando il culo per favorire la penetrazione.
Cominciai a pomparlo ed a godere; era un doppio godimento un pò per la materialità dell'atto, un pò perche inculavo il padrone.
Lui si masturbava il cazzo, io aggiunsi la mia mano alla sua per accarezzare il suo pene e dargli del piacere.
Con la coda dell'occhio mi accorsi che Serena si era affacciata sulla sulla soglia della porta; aveva uno sguardo stupefatto; evidentemente lei si era aspettata tutta una altra situazione.
Volevo violentare il suo sgomento e cominciai a rendere più brutale l'inculamento.
Spinsi il più grettamente possibile, sotto gli occhi allibiti di Serena.
Tanto feci che il simpaticone arrivò; io appena mi accorsi del suo orgasmo mi sfilai dal suo culo, mi buttai per terra e mi masturbai errompendo in una magnifica sborrata sotto gli occhi imbruniti di Serena.
Il simpaticone si accasciò per terra con le spalle al divano accanto a me, mi agguantò il cazzo moscio e ripresosi guardando Serena le disse; anzi le ordinò, prendi uno straccio e pulisci il pavimento.
Lei indispettita, si allontanò ritornando poco dopo con uno straccio in mano con cui cominciò a pulire le tracce di sperma che avevamo lasciato sul pavimento.
Mentre Serena eseguiva il suo compito, il simpaticone mi baciò e poi disse alla ragazza, abbiamo i cazzi sporchi pulisci anche i nostri organi.
La ragazza sembrava per esplodere; l'umiliazione era quasi al limite.
Tuttavia respirando con rabbia lei provvide a pulire i nostri peni con lo straccio, mentre io ed il simpaticone continuavamo a baciarci.
Lui sadicamente e sorprendentemente, disse " Questa troia sta per scoppiare per la gelosia".
Aggiunse crudelmente " Sò benissimo che lei ti ama e che si dispiace quando tu ti eserciti in certe pratiche".
Continuò " Non è certo gelosa quando tu ti fai le schiave dell'Hotel, forse con l'eccezione di Miriam, non è gelosa se sono io ad incularti, fà parte della tua condizione di schiavitù, non è molto gelosa quando ti fai inculare dai cani; piuttosto è amareggiata dalla tua degradazione subumana perchè vuole continuare a riconoscerti come un essere dignitoso. Ma non può sopportare che tu abbia relazioni con i padroni".
Andando avanti disse " Nella sua natura sottomessa e masochista non può concepire un simile stravolgimento del suo modo di intendere".
Serena in ginocchio mentre finiva di pulire i nostri cazzi si mise a piangere, conscia che quanto aveva detto il padrone era la verità.
Il simpaticone, come per consolarla cominciò ad accarezzarle le tette; era solo un gesto ipocrita ed umiliante a cui Serena si sottrasse alzandosi ed uscendo piangente dalla stanza.
Io avrei voluto raggiungerla ma il padrone mi bloccò.
Mi disse lasciala andare, piangerà ma se ne farà una ragione; per qualche ora almeno, perchè mia moglie, prima di andare a fare la spesa mi ha detto che ha voglia di torturarla.
Avrà quindi ben altro a cui pensare; Sì anche mia moglie è attratta da Serena e vuole farla soffrire.
Terminato quel momento di intimità venni rimandato ai miei compiti.
Incontrai Serena avvilita; non sapevo cosa dirle, mi ricordai delle parole del padrone e le raccontai che la padrona l'avrebbe torturata al suo ritorno, volevo farla ritornare alla realtà.
Ma lei sembrava indifferente.
Tornò la padrona con la spesa, noi ci preoccupammo di stipare gli alimenti nella cucina con l'ordine di andare in salotto appena finito.
Al termine del nostro compito ci recammo in salotto e ci mettemmo in ginocchio davanti ai padroni comodamente seduti sul divano.
Cominciò a parlare la padrona " Quando sono stata via si sono verificate delle situazioni particolari; mio marito mi ha detto di aver avuto un rapporto sessuale passivo con te Giulia, io annui intimorita perchè non capivo il senso della cosa; poi aggiunse che io vorrei torturare te Serena, perchè proverei piacere a farlo".
La padrona si alzò accendendosi una sigaretta e guardandoci profondamente e poi rivolgendo lo sguardo al marito.
Poi disse imperiosa" Io sono la padrona di questa attività, una attività molto redditizia, questa si sviluppa su delle regole molto ferree, e non voglio che questioni personali interferiscano con la mia attività"
Continuò " Se mio marito vuole farsi inculare dl personale di servizio è affare suo, io non ho voglia sfogare le mie esigenze sadiche sul personale di servizio".
Andò avanti dicendo "So che si sono create delle relazioni tra voi, e tra voi e mio marito, ma a mio parere queste cose interferiscono con il profitto dell'attività".
Andò avanti ed indietro fumando nervosamente, poi si espresse " Avete bisogno tutti di una punizione per calmare i vostri spiriti".
Poi agguantò Serena per i capelli e la trascinò fuori.
Ritornò dopo parecchi minuti e prese me per un braccio trascinandomi all'esterno dell'Hotel.
Mi scaraventò su uno dei cassonetti del cortile, mi accorsi che accanto a me c'era Serena legata per le braccia ad uno dei cassonetti; la padrone legò anche me ad uno di quei disgustosi contenitori.
Poi ci disse passerete qui la notte, fa freschino e minaccia la pioggia, "vi auguro una buona notte ci disse ironicamente".
Eravamo legate nude sotto dei cassonetti puzzolenti con la prospettiva di passare una notte fredda e piovosa per pagare le nostre mancanze.
Io ero eccitata e no sò come avrei passato le nottata; comunque avvicinai la mia bocca a quella di Serena per baciarla.
Sarebbe stata una lunga notte.








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