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Stronzo 1 e Stronzo 2 nella loro vita con Irene


di maktero
03.08.2023    |    256    |    0 6.0
"Evidentemente si sentiva più che mai umiliato da quella situazione..."
Irene uscii per andare la lavoro in una nota catena di vendita di detersivi.
Prima di uscire ci lasciò i compiti per la giornata avremmo dovuto ripulire la casa a menadito, al suo ritorno non avrebbe voluto vedere nè un grammo di polvere od anche solo una macchiettina in giro.
Inoltre avremmo dovuto lavare i piatti, fare il bucato stenderlo; io e Stronzo 1 la guardavamo con occhi frementi; ma frementi non per assolvere i compiti indicatici, ma perchè eravamo arrapati e volevamo fare del sesso tra noi.
Irene che guardando i nostri occhi allupati aveva capito la situazione, ci disse divertitevi quanto volete, ma pulitemi la casa stronzi!
Se ne andò con il suo passo veloce e frenetico.
Io e Stronzo 1 ci precipitammo alla finestra per guardare Irene con i suoi leggings neri e suoi sandalini che esponevano i suoi splendidi piedini che raggiungeva la macchina e si allontanava.
Appena Irene fu fuori vista, infoiata mi precipitai sul cazzo di Stronzo 1; lo presi in bocca così velocemente che quello rimase sorpreso.
Aveva il cazzo appena duro, e cominciai a leccare e succhiare quel delizioso pezzo di carne per sentirmelo ingrossare in bocca ed in gola cosa che avvenne dopo pochi istanti ed la sua asta dura riempiva la mia cavità orale.
Ma volevo sentirmelo dentro, mollai dalla bocca quell'ordigno e mi misi a quattro zampe aspettando che quella merda mi penetrasse.
Quello non indugiò e mi piantò il suo ramo di carne nel culo cominciando a pomparmi spasmodicamente, pensando solo al suo piacere.
Mi arrivò dentro in pochi istanti era veramente infoiato e non ne poteva più.
Si ritirò dal mio culo ed a me non rimase che masturbarmi esibendomi in un copioso schizzo che diressi verso Stronzo 1.
Entrambi contenti ci adagiammo per terra rilassandoci per diversi minuti; poi ci rendemmo conto che Irene ci aveva lasciato dei compiti da svolgere.
Decidemmo di dividerci le incombenze, e senza lavarci con i nostri corpi nudi coperti di sudore e sborra ci mettemmo a pulire la casa; a lavare i piatti ed a fare il bucato.
In queste ore di fatica ci prendevamo ogni tanto una breve pausa per masturbarci o per spompinarci.
Pulimmo la casa a puntino volevamo dare soddisfazione alle richieste casalinghe di Irene, ci sentivamo in obbligo di non mancare assolutamente a quanto da lei richiesto.
Passarono le ore, ed eravamo sempre più trepidanti man mano che l'orario della fine del turno di lavoro di Irene si avvicinava.
In quel tempo, tra il lavoro, una sega ed un pompino, ci scambiammo qualche parola, tanto per conoscerci.
Scoprì che quella merda di Stronzo 1 era uno schiavo a pagamento; cioè pagava Irene per essere sottoposto a quello stato di sottomissione e degrado.
Pensava di me lo stesso io invece gli rivelai che ero stata affitta da Irene; e che probabilmente i soldi che lui pagava per la sua sottomissione servivano ad Irene per pagare la mia.
Lui manifestò dapprima una espressione di amarezza e poi successivamente si allargo in un sorriso di compiacimento.
Evidentemente si sentiva più che mai umiliato da quella situazione.
Gli feci un pompino tanto per migliorare il suo umore dopo quella rivelazione.
Terminammo i nostri compiti casalinghi poco prima del previsto orario di ritorno di Irene.
Ci accasciammo in salotto, aspettando che lei entrasse, ogni rumore proveniente dalla tromba delle scale ci faceva fremere, aspettandoci che fosse lei.
Poi finalmente i rumori sospetti che attendevamo con ansia come quelli del suo ritorno si concretizzarono quando sentimmo le sue chiavi che rumorosamente aprivano la porta.
Ci illuminammo in attesa di veder entrare la nostra Irene; Lei entrò percependo nei nostri volti i nostri sentimenti e sadicamente volle sadicamente umiliarli sputandoci in faccia.
Quello sputo che colava sulle nostre facce era come una benedizione; sì distruggeva il nostro romanticismo ma appagava la nostra perversione.
Lei indifferente si diresse in bagno dicendo che doveva farsi una doccia.
Sentimmo lo scroscio dell'acqua e mentre aspettavamo il ritorno di Irene ci agguantavamo il cazzo l'un l'altro.
Poi lei uscì dal bagno.
Nuda, splendente nel suo fisico magro e statuario.
Si adagiò sul divano e si rivolse verso di noi.
Freddamente ci disse "Allora stronzi avete fatto quello che vi ho chiesto"; noi annuimmo timidamente.
Lei ci disse che non dubitava che due merde sottomesse ed impaurite come noi non avessimo adempito adempito ai nostri doveri.
Mentre parlava infilò un piede in bocca a Stronzo 1, ero gelosa avrei voluto io poter avere il piacere di quel piede in bocca.
Ma lei si rivolse con il suo sguardo eccitatamente gelido verso di me e mi chiese; sono sicura che voi stronzi vi siete divertiti tra voi tra una incombenza ed un'altra.
Raccontami merda di cosa avete fatto voi froci; perchè senz'altro voi teste di cazzo non vi siete limitai a pulire la casa.
Io non aspettavo altro per raccontarle, le inculate, i pompini e le seghe con cui avevamo riempito la giornata di duro lavoro.
Irene ascoltandomi si eccitava e cominciò a masturbarsi.
Ogni tanto mentre parlavo mi concesse il piacere di ricevere il suo piede in bocca.
Lei godette, io ero contenta di averle procurato un orgasmo; però mi umiliò comandando a Stronzo 1 di ripulirle la figa.
Poi dopo qualche minuto ci disse che per stasera c'era un'altra occasione; si trattava del suo secondo lavoro come addetta alla stasatura degli scarichi fognari.
Nella tarda serata avrebbe dovuto portare il camion pieno degli scarichi raccolti dai pozzi neri di campagna alla discarica dei rifiuti liquidi e avrebbe concesso ad uno di noi di essere innondato da quello schifo.
Io mi mi sentii fremere per quella prospettiva; Stronzo 1 sembrava altrettanto fremente.
MI eccitavo, mi divincolavo per l'entusiasmo di essere ricoperto dagli scarichi fognari.
Però lei disse che c'era un posto solo per uno di noi; io mi sentii sconvolgere quasi impaurita dalla possibilità di non poter usufruire di un simile piacere.
Irene sadicamente ci disse che sarebbe stato il caso a decidere chi di noi stronze avrebbe avuto il piacere.
Bruscamente ci disse dite un numero, io dissi 25, Stronzo 1, 36.
Irene disse che andava bene venticinque non voleva contare molto, e puntando il dito prima su di me e poi sull'altro cominciò a contare fino a 25.
Alla fine della conta il dito si fermò su di me, ero la prescelta, il mio respiro si fece grosso per l'entusiasmo.
Irene rivolgendosi a Stronzo 1 gli disse che le dispiaceva, ma che senz'altro la prossima volta sarebbe toccato a lui.
Io ero al settimo cielo; Irene mi disse che mi avrebbe dovuto preparare per l'evento, del resto mancava molto tempo.
Mi disse che mi avrebbe frustata a sangue, così poi il liquame mi avrebbe bruciato sulle ferite.






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