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Continua la mia esperienza al "sado Hotel"


di maktero
02.09.2023    |    890    |    7 8.5
"Mi fece vedere che al piede di ogni letto di contenzione era esposta una tabella in cui era indicato l'inizio del trattamento e la sua fine..."
Con la ragazza ci avviammo verso la seconda stanza, con il secchio pieno della sbobba da dare a quelle merde che amavano essere trattate così malamente.
Nella seconda stanza, puzzolente come l'altra, c'erano quattro letti, ma solo uno era occupato.
C'era una donna che si agitava e gemeva per quella sofferenza prolungata, la ragazza posò a terra il secchio accanto ad il letto di contenzione immerse il mestolo nella sbobba e cominciò ad ingozzare la schiava.
Lei era evidentemente affamata e cominciò ad ingurgitare quello schifo che le veniva offerto; forse una parte dello stimolo per ingoiare la sbobba era stimolato dal bisogno di interrompere la routine quotidiana di sofferenza, con qualcosa che assomigliava alla vita consueta.
Oppure per autoumiliarsi aggiungendo degradazione a quella che già la schiava provava per la propria condizione da essa voluta.
La ragazza mi spiegò che i due altri letti erano occupati da due ospiti speciali; ovvero masochisti estremi che avevano scelto il trattamento speciale pagando un grosso supplemento.
In quel momento i due ospiti speciali, erano nella "Sala Divertimenti", dove venivano seviziati.
La ragazza mi fece notare le urla ed i gemiti che avevo avvertito appena entrata nella struttura; mi disse che erano quegli stronzi che venivano torturati, poi alla sera sarebbero stati riportati al loro letto di contenzione.
Intanto la schiava che avevamo appena imboccato cominciò a vomitare, imbrattando un lato del suo letto delle sue escrezioni.
La ragazza mi spiegò che dovevamo pulire il vomito solamente la mattina, lasciando quelle merde nella puzza dei loro rifiuti organici.
Anche per quanto riguardava i secchi posti sotto ai letti, in corrispondenza di un buco del letto sotto il culo dovevamo svotarli solo quando c'era lo scambio di schiavi.
Gli ospiti insomma dovevano vivere, nel loro letto di tortura immersi nella puzza delle loro feci, piscio e vomito.
La schiava che aveva appena vomitato, si lamentava agitandosi; io presi il mestolo e le infilai in bocca un altro poco della sbobba ancora presente nel secchio.
Prosegui ancora un pò costringendo la troia ad ingoiare quello schifo.
Poi le misi le dita in gola per farla vomitare ancora; lei con le lacrime agli occhi si svotò lo stomaco; vidi la ragazza eccitata dalla scena che si stava toccando.
Raccolsi un pò del vomito della schiava nel palmo della mano e lo porsi alla ragazza, lei mi guardò negli occhi con uno sguardo intenso e perverso e cominciò a leccare il vomito della mia mano.
Continuò a masturbarsi eccitata, ed io cominciai a leccare il vomito rimanente sulla mia mano.
Poi avvicinai il mio volto al suo e cominciai a baciarla, scambiando il liquido osceno che avevamo in bocca.
Ci accasciammo a terra continuando a baciarci ed a toccarci nelle parti intime; io infilai le mie dita nella sua vagina, mentre lei mi masturbava il cazzo.
La feci arrivare, la sua figa mi riempi la mano dei suoi viscidi umori che io leccai mentre lei finiva di farmi una stupenda sega.
Le arrivai sulle sulle tette.
Ci rilassammo sedute sul pavimento mentre la stronza sul letto di contenzione gemeva e le urla ed i gemiti degli stronzi torturati nella "sala divertimenti" ci raggiungevano affievolite.
Chiesi alla ragazza quale era il suo nome, finora non mi era stato detto, mi disse di chiamarla Serena.
Io le dissi che ero Giulia; volevo utilizzare il mio nome al femminile anzichè Giulio perchè, mi sentivo femmina.
Lei mi prese in mano il mio cazzo cominciando a masturbarmi; mi disse che era contenta di poter condividere il servizio al " Sado Hotel" insieme a me, mi racconto che la stronza che lavorava prima insieme a lei si era fatta mettere incinta ed era stata allontanata.
Io le confidai qualcosa che in fondo già sapeva, ossia che ero una frocia depravata, masochista; lei continuava a manipolarmi il mio cazzo mentre le parlavo.
Poi quasi improvvisamente mi disse che doveva continuare a spiegarmi i miei compiti, evidentemente come schiava considerava i suoi doveri al di sopra dei nostri piaceri personali.
Mi fece vedere che al piede di ogni letto di contenzione era esposta una tabella in cui era indicato l'inizio del trattamento e la sua fine.
Per gli speciali c'era una particolare indicazione.
Poi mi portò nel corridoio, dove risuonavano i gemiti e le urla, le stanze degli schiavi e della "sala divertimenti" erano aperte, senza porta per impedire qualunque intimità degli ospiti.
Anche il bagno che potevamo utilizzare noi addetti era senza porta, era dotato di una toilet alla turca e non doveva essere mai lavato, infatti era ricoperto di sporcizia e puzzava terribilmente.
Poi c'era il bagno dei padroni, ovviamente dotato di porta e che doveva essere pulito e tirato a lucido.
C'era la stanza da pranzo dei padroni che doveva anch'essa essere sempre in ordine e pulitissima.
E poi c'era il salottino dei padroni che doveva anch'esso tenuto in pieno ordine e pulizia.
Ed infine la camera da letto dei padroni che doveva essere sempre ordinata e ripulita.
Serena mi disse che era nostro compito tenere puliti ed in ordine gli ambienti dei padroni, preparare loro i pasti, ed occuparci degli ospiti come già avevo avuto modo di fare.
Le chiesi dove potevamo dormire, lei mi rispose che non avevamo un posto e quando eravamo stanchi potevamo adagiarci per terra da qualunque parte per dormire.
Il da fare mi sembrava impressionante e mi lasciava sgomenta.
Lei si accorse del mio sgomento e mi mise una mano sul culo accarezzandolo, poi mi infilò un dito nel buco del culo; mi fece veramente piacere mi fece risollevare dal mio sgomento iniziale.
Mi piaceva quel ditino che si muoveva nel mio buchetto,
Serena mantenendo il suo dito nel mio culo cominciò a spingermi nel corridoio fino alla "Sala Giochi", dove uscivano urla e gemiti.
Sulla soglia vidi una donna appesa per le tette che si lamentava, mentre uno stronzo buttato in angolo assisteva tristamente alla scena.
Serena chiamò il Simpaticone che si avvicino dicendoci "allora la nuova arrivata" ha imparato qualcosa?


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