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Le gioie del "Sado Hotel"


di maktero
30.09.2023    |    261    |    2 8.0
"La rassicurai che nel sesso con i cani i padroni probabilmente avrebbero usato me e non lei Lei sembrò rassicurata perchè mi manifestò chè le faceva veramente..."
Terminati i mie doveri avevo qualche tempo libero e mi recai nella "Sala Giochi" dove i padroni stavano tormentando le schiave di turno.
La stanza era riempita dai suoni delle schiave sofferenti, dalla puzza del loro sudore e della loro sofferenza; quelle sensazioni mi eccitarono.
I padroni mi videro entrare e mi dissero hai voglia di divertirti un poco quì dentro.
Io risposi che volevo assistere un poco a quello scempio.
Accomodati e divertiti mi dissero i padroni.
Io mi guardai attorno e vidi tra i vari cazzi finti che riempivano quella stanza uno che mi piaceva molto per dimensioni e forma, presi un flacone di lubrificante e mi unsi il mio buco del culo e mi infilai dentro il cazzo finto.
Mi accomodai in un angolo con quell'oggetto nel culo e con la mano destra sul cazzo assistendo allo spettacolo davanti a me.
Il padrone stava frustando una schiava, lo faceva in maniera molto metodica quasi meccanica, come se non provasse emozioni.
La schiava (che riconobbi come l'utente del letto n. 3) invece non provava nessun meccanicismo e soffriva terribilmente ad ogni frustrata, per lei ogni colpo era una sofferenza singola; probabilmente una gioia per il suo desiderio masochista.
Invece la padrona stava stava strangolando a mani nude l'altra schiava, che era rossa in faccia e che si abbandonava inerme a quel trattamento squotendo il collo e la testa freneticamente sotto quella stretta.
La padrona mi puntò e mi disse smettila di farti le seghe e vieni ad aiutarmi.
Io mi alzai sollecitata dagli ordini della padrona e chiesi cosa dovevo fare; lei levando le mani della strangolata mi disse di appoggiarla a terra.
Presi il corpo di quella poveraccia, era molto bella e mentre la stendevo sul pavimento approfittai per baciarla togliendole quel poco di fiato che le restava.
Lei mi guardò con uno sguardo particolare; capii dai suoi occhi l'apprezzamento per il trattamento e cerco nonostante lo sfinimento di avvolgere la sua lingua attorno alla mia.
Era veramente una porca masochista.
Sentii la voce della padrona alle mie spalle che mi disse allontanati troia; io mi ritrassi immediatamente e vidi la padrona che cominciò ad infilare un tubo di gomma nella gola della schiava.
Lei si agitava mentre la padrona le conficcava bruscamente in gola quel tubo, io le cominciai ad accarezzarle le tette ed i capezzoli sperando di darle un pò di piacere durante questa operazione.
Poi la padrona una volta infilato il tubo nell'esofago della troia prese un imbuto che infilò all'estremità del tubo rimasto all'esterno.
Mi ordino di reggere il congegno e poi si allontano per riempire di acqua un grosso flacone.
Poi ritornò verso di noi con il flacone d'acqua in mano e disse "vediamo se facciamo esplodere questa troia".
Poi cominciò a versare l'acqua nell'imbuto che attraverso il tubo nell'esofago cominciò a raggiungere lo stomaco della troia.
Lei si agitava, e la padrona mi ordinò di stringerla per non farla agitare troppo mentre la riempiva d'acqua.
Andò a riempire il flacone diverse volte per riempire lo stomaco della troia che cominciava a gonfiarsi sempre di più.
Fu un esperienza splendida, vedevo lo stomaco della puttana gonfiarsi enormemente mentre lei sembrava affogare.
Ero veramente eccittata; mi sembrava qualcosa di bellissimo e chiesi alla padrona se mi avrebbe concesso un simile trattamento.
Perchè no troia! Mi rispose, ma intanto mi sembra che la stronza ne abbia avuto abbastanza.
Lei infatti aveva il viso rosso e si agitava convulsamente; la padrona le estrasse il tubo dall'esofago e poi mi disse di portare la troia al cesso a scaricarsi e poi al suo letto di contenzione.
Accompagnai la troia al cesso di noi schiavi e la feci inginocchiare verso la turca; lei cominciò a vomitare una grande quantità di acqua mentre pisciava acqua dalla figa e ne scaricava altra dal culo.
Io ero veramente eccitata e cominciai ad incularmi la troia mentre il suo buco scaricava i liquidi.
Godetti nel suo culo.
Poi lasciai a scaricare liquido dalla bocca e dai buchi mentre lei si masturbava.
Aspettai abbastanza finchè lei non ebbe finito di scaricare abbastanza i suoi liquidi.
Poi la portai al suo letto di contenzione, la legai e la abbandonai alle sue prossime sofferenze.
Incontrai Serena che mi disse che dovevamo preparare il pranzo per i padroni.
Andammo in cucina e ci mettemmo a cucinare; mentre ci davavavamo da fare ai fornelli io raccontai a Serena le mie ultime esperienze, e lei, toccandosi, racconto a me le sue.
Mi raccontò che i padroni volevano inaugurare la nuova impostazione di umiliazione zoofila.
Cosa di cui ero già al corrente, quindi aspettai che cosa mi volesse di Serena.
Capii che era incerta nei discorsi e compresi che sarebbe stata coinvolta in questa nuova iniziativa che non apprezzava appieno.
La rassicurai che nel sesso con i cani i padroni probabilmente avrebbero usato me e non lei
Lei sembrò rassicurata perchè mi manifestò chè le faceva veramente schifo fare sesso con i cani.
Capiva che io lo facevo perchè ero una depravata, ma avvertivo che era veramente confusa nelle sue idee.
Per risolvere quelle sue esitazioni decisi di possederla prendendola nel culo.
La inculai violentemente, brutalmente, cercando di farle male, per spegnere ogni suo pensiero.
Ma nello stesso tempo le misi una mano sulla sua figa per sollecitarle la vagina ed il suo clitoride.
Volevo zittirla inculandola a bestia ma facendola godere, per confonderla nelle sensazioni.



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