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Gay & Bisex

Quando il cazzo chiama 2° parte


di LoQuiero
27.11.2021    |    3.565    |    5 9.9
"Lui di tanto in tanto muoveva il bacino “bussando alla mia porta sul retro”, io lo rimproveravo e gli dicevo di accontentarsi ed andarci piano..."
I giorni passavano, e la sera non vedevo l’ora di entrare in chat con lui cominciai a chiamarlo “il mio maschione”, le nostre chat erano solo ed esclusivamente basate sul sesso, finché fissammo un altro appuntamento, questa volta a casa sua. La solita scusa alla moglie della pesca al mare in notturna e la cosa era fatta.
Ero in bagno, nudo, intento a lavarmi i denti, avevo appena fatto la doccia e lo specchio era tutto appannato, la porta era aperta per lasciare uscire il vapore e non lo vidi entrare ed arrivarmi dietro, sentii un dito scorrere fra le mie cosce, arrivare alle mie natiche e intrufolarsi fra di loro fino a toccarmi il buco, ebbi un brivido ma non mi sottrassi alla cosa.
“Hey” disse lui, “mi aspettavo una reazione di stizza,
Io con aria sorniona lo guardai e gli dissi: “sono vergine nel culo abbiamo fatto un patto” e comunque se mi prendi con la forza non mi riterrei gay Ma nel mio io quella toccatina fugace mi piacque proprio
Si annusò il dito che mi aveva appena appoggiato al culo, fece un’espressione compiaciuta poi mi disse: “non mi provocare, potrei prenderti in parola!” e se ne andò in salotto a guardare la TV.
Mi misi gli slip e andai anch’io di la con lui, mi sedetti sul divano e gli chiesi di mettere un film con i trans, mi accontentò, “lei” era bellissima, molto femminile con dei capelli rossi lunghissimi, due tette da urlo e un culo da favola, lui era un orso peloso con un cazzo enorme che faceva paura solo a guardarlo.
Mi disse: “quelli li siamo io e te, tu sei lei e io sono lui, ovviamente”.
“Ti piacerebbe avere un cazzo come quello” risposi, e lui: “più che altro mi piacerebbe che tu avessi un culo come quello di lei”. La scena cominciò con lei a pancia in giù sul letto che leggeva un libro e lui che le arrivava in silenzio da dietro, le si stendeva sopra e pian piano cominciava a scoparle il culo. Dario mi fece notare come nel film avevano saltato il momento in cui lei veniva lubrificata ed iniziammo a discutere su cosa fosse migliore per i rapporti anali, lui disse fermamente: “il burro è la cosa migliore! Lo spalmi quando è ancora freddo e solido lubrificando la parte esterna dell’ano, poi le spingi dentro quello che resta, così si scioglie e lubrifica anche l’interno.
“Sei un maestro” gli risposi, “se un giorno deciderò di perdere la mia verginità anale verrò da te”.
Si mise a ridere e mi disse di decidermi in fretta in quanto lui era sempre pronto.
Il film finì e lui andò in bagno a lavarsi per andare a letto, io ero eccitatissimo così presi una decisione che mai mi sarei aspettato: mi tolsi gli slip in un baleno e completamente nudo mi andai a stendere sul suo letto a pancia in giù leggendo un libro, proprio come era messa la trans all’inizio del film che avevamo appena guardato.
Lui uscì dal bagno e mi trovò li, e proprio come nel film venne a stendersi sopra di me.
“Che fai?” gli chiesi, e lui: “raccolgo la provocazione”.
“Non ti montare la testa, non voglio andare fino in fondo, voglio solo stuzzicarti un po’”.
Mentre glielo dicevo sentivo il suo cazzo indurirsi contro il mio culo, poi mi rispose: “solo stuzzicarmi un po’? Adesso ti stuzzico io” poi si afferrò il cazzo con una mano e lo guidò fra le mie natiche, io non le strinsi, lo lasciai fare finché non mi resi conto che il suo glande era appoggiato al mio buco ed era già parecchio gocciolante, al punto che la sotto la situazione era molto eccitante.
Lui di tanto in tanto muoveva il bacino “bussando alla mia porta sul retro”, io lo rimproveravo e gli dicevo di accontentarsi ed andarci piano.
Poi i suoi tentativi di entrare si fecero più insistenti e più lui insisteva più io gli chiedevo di fermarsi li; sapevo che ormai lui non aveva intenzione di arrendersi, così iniziò la danza dei suoi “dai ti prometto che non ti faccio male” e dei miei “no, non voglio, accontentati di ciò che abbiamo fatto in macchina .
Il mio era solo un gioco per accrescere la libidine di Dario, “hai il coraggio di leccarmi il culo” gli dissi .
Invece del “no” che mi aspettavo si spostò da sopra di me, mi divaricò le natiche con le mani e ci infilò in mezzo la faccia cominciando a leccarmelo davvero, io avrei dovuto chiedergli di smettere ma non riuscivo, mi piaceva, non capivo più niente e lui non accennava a fermarsi. Dopo un paio di minuti con la sua lingua che si lavorava il mio buchetto ero talmente in calore che avrebbe potuto chiedermi qualsiasi cosa, non gli avrei mai detto di no, godevo e mi contorcevo come la più grande ninfomane di questo mondo Io guardai quel cazzo in tiro sopra lo presi in mano come se avessi sempre preso cazzi, ci giocai un po’ poi avvicinai la bocca, lui mi chiese: “che fai?” e io: “quello che ogni puttanella che si rispetti deve fare”, aprii la bocca e lo ingoiai.
Non voglio apparire presuntuoso ma mi esibii in un pompino da maestro come se l’avessi sempre fatto, con una mano glielo menavo e con la bocca lo succhiavo, ero steso su un fianco e il mio corpo era perpendicolare al suo, mentre io lo spompinavo lui frugava con le sue dita nel mio culetto e l’eccitazione era a mille, poi mi batté sulla schiena e mi disse: “sto venendo, togliti altrimenti ti vengo in bocca” e io invece di togliermelo incalzai il ritmo e bevvi tutto.
“Credimi” gli dissi, “non l’avevo mai fatto prima, non so cosa mi sia preso, mi è venuto così”.
“Semmai sono io ad essere venuto così” rispose lui scherzosamente, “adesso è peggio per te perché ci metterò una vita a venire quando ti farò il culo, se è vero che è vergine domani non riuscirai a sederti, te lo garantisco, è vergine vero?”.
“SI ” dissi io, “ma ce la fai adesso a farmi il culo? Dopo la schizzata che mi hai appena scaricato in bocca?”.
“Non crederai di essertela cavata con un pompino” rispose lui, “o era tutta una tattica per risparmiarti il culo? Se è così ti è andata male, lasciami riprendere un attimo e tornerà più duro di prima”.
mi diede un paio di schiaffetti sul culo e disse: “e brava la mia puttanella, ci sai fare, non voglio sapere dove hai imparato, spero almeno tu non mi abbia detto bugie sulla verginità del tuo culo”. No! sono completamente vergine gli dissi: “ormai siamo arrivati fin qua, voglio fare tutto come va fatto ma voglio confessarti che quando ero ragazzo mi sono segato più volte pensando ad uno che mi prendeva mentre altri mi tenevano fermo, quell’idea mi faceva impazzire!”.
Lui scoppiò a ridere, io ho da sempre fantasie e desideri su queste cose ma non ho mai avuto occasione di metterle in pratica, adesso siamo qua io e te, sarà il nostro segreto”.
“Beh” , “gli altri a tenermi fermo per fortuna non ci sono ma se vuoi che finga di non volere…”
“No” rispose lui, “quello è un gioco che eventualmente possiamo fare un’altra volta, adesso dobbiamo farlo in modo che la tua prima volta sia più piacevole e meno traumatica possibile, e anche la mia sia il massimo”.
Mi rimisi nella posizione in cui prima gli avevo fatto il pompino, appoggiai la testa sulla sua pancia e rimanemmo li a riposarci un po’ facendo battute sul suo cazzo e sul mio culo, io con una mano glielo massaggiavo ed ogni tanto lo prendevo in bocca mentre lui mi accarezzava il culo finché quel bastone di carne che prima mi aveva inondato la bocca non ebbe ripreso lo splendore e il vigore di prima, “dai, vai a prendere il burro”!
Non se lo fece dire due volte, andò in cucina e tornò con una tazza che conteneva una noce di burro staccata dal panetto che era in frigo, io ero ancora steso li a pancia in giù, allungai le mani lungo i fianchi, misi la testa di lato sul cuscino e mi allargai le natiche facendogli capire che ero pronto, lui prese il burro freddo con le dita e cominciò a spalmarmelo attorno all’ano, proprio come aveva descritto prima, dopo di che sentii spingermi dentro una cosa fredda, mi irrigidii e lui avvicinò la sua bocca al mio orecchio e mi sussurrò: “tranquillo, rilassati, di culi ne ho sverginato più di uno anche se tu sei il primo maschio”. allora mi misi a cavallo su di lui e con una mano guidai il suo cazzo contro il mio buco e lentamente mi ci lasciai cadere sopra.
Quando lo ebbi tutto dentro misi una mano dietro di me e cominciai a massaggiargli le palle, lui iniziò a muovere il bacino e io godevo nel sentirlo muovere dentro di me, misi le mani sul suo petto e cominciai a fare su e giù lentamente mentre lui con le mani mi afferrava i fianchi, dopo un po’ mi alzai sfilandomi il suo cazzo da dentro e mi misi a pecora, lui non si fece dire niente, prima che potessi rendermene conto era già dietro di me col cazzo puntato sul mio culo pronto ad entrare.
Mi afferrò per i fianchi mi tirò verso di se con forza mentre col bacino avanzava, spingendomi dentro tutto il cazzo senza troppi complimenti. Io urlai e lui mi ordinò di tacere altrimenti i vicini ci avrebbero sentito e avrebbero capito.
“Fai piano, ti prego!” gli dissi, e lui rispose: “piano un cazzo! Adesso sei mia”!, mi diede una sculacciata energica su una chiappa al punto di farmi male, poi riprese a tenermi per i fianchi e a fottermi con tutta la sua forza.
Io stavo li e subivo, lo pregavo di fare piano ma in realtà mi piaceva da impazzire, lui mi fotteva con tutta la sua forza come se avesse il chiaro intento di farmi male al punto che più gli chiedevo di far piano e più sembrava eccitarsi.
A un certo punto mentre ero li che godevo sotto i colpi ben assestati del suo cazzo sentii che con una mano afferrò il mio e cominciò a menarmelo, in pochi secondi gli venni sulle dita e lui si pulì sulla mia schiena. A quel punto però, dopo essere venuto anch’io, non volevo più farmi scopare, gli chiesi di smettere ma lui mi rispose che se era vero quello che aveva letto era adesso che sarebbe venuto il bello.
Mi spinse in avanti facendomi cadere a pancia in giù sul letto e lui mi seguì in modo da non far mai uscire il suo cazzo da dentro di me, anche perché sapeva che se fosse uscito non glielo avrei lasciato rinfilare facilmente. Adesso era steso sopra di me, proprio come il tipo del film che avevamo visto ormai un paio di ore prima sulla trans. Io non potevo scappare perché lui mi immobilizzava col suo peso e con le sue gambe cinse le mie in modo da farmele chiudere.
Ero steso a pancia in giù sul suo letto, con le gambe chiuse e il suo cazzo che affondava nel mio culo e si muoveva su e giù, lo pregavo di smettere ma allo stesso tempo speravo che non lo facesse.
A un certo punto, fra le mie tante implorazioni affinché smettesse e i miei: “mi fai male” mi tappò la bocca con una mano e mi disse: “zitta puttana! Fra un po’ sarà tutto finito!”.
Prese a muoversi molto velocemente e io, che prima non volevo più, iniziai a godere di nuovo sotto i suoi colpi di cazzo ben assestati, lui continuava a tapparmi la bocca e io fingevo di morderlo per cercare di liberarmi ma sapevamo tutti e due che era un gioco, un bel gioco.
Poi mi sussurrò in un orecchio “adesso ti sborro nel culo, troia”!
Lo volevo, oh quanto lo volevo! ma se gli avessi detto di si non sarebbe stato così bello, mi tolse la mano da davanti alla bocca e io gli diedi la risposta che andava data in quella situazione: “no, ti prego, non venirmi dentro”.
Fu in quel momento che sentii la sua esplosione calda riempire le mie budella, il suo cazzo pulsare, il ritmo dei colpi che diminuiva e lui che si rilassava sopra di me.
“Scusa” mi disse subito dopo avermi riempito il culo.
“E di cosa?” chiesi io.
“Pensavo non volessi più ma non capivo più niente, scusa davvero, la prossima volta cercherò di rispettarti di più” mi rispose.
Io mi voltai indietro, lo guardai sorridendo e gli dissi: “e chi ti dice che ci sarà una prossima volta?”
Lui: “beh, mi era sembrato che almeno un po’ ti piacesse ma se non vuoi…”
“Dammi un bacio, scemo!” gli dissi, e lui mi baciò timidamente sulla bocca, quasi titubante. Lui, il porco che mi aveva appena sfondato il culo mentre fino a prova contraria lo pregavo di smettere adesso non aveva nemmeno il coraggio di darmi un bacio fatto bene, aprii la bocca e infilai la lingua dentro la sua, allora lui ricambiò.
Ci girammo su un fianco, “a cucchiaio”, e ci addormentammo così fino alla mattina dopo, quando mi svegliai sentendo la sua asta di nuovo dura premere contro il mio culo, passai la mano fra i nostri corpi e cominciai ad accarezzarla, lui si svegliò, “hey buongiorno!” mi disse, mi baciò sul collo, io mi stesi a pancia in giù e gli dissi: “sali dai”!
Mi allargai le natiche perché potesse trovare meglio la strada, si stese sopra di me di nuovo e mi scopò un’altra volta prima di fare colazione. Non durò molto e se ne scusò ma io gli risposi: “è sabato, abbiamo tutto il week end per rifarci”.
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