Racconti Erotici > Gay & Bisex > la ciclo storica
Gay & Bisex

la ciclo storica


di LoQuiero
08.04.2023    |    156    |    1 9.2
"Ci baciammo con forza, succhiandoci l’un l’altro la lingua Fu senza smettere di baciarmi che abbandonò il mio culo e si impugnò il cazzo, che era sempre..."
Quell’anno decisi di andare a fare la corsa ciclo storica l’Etrusca che si svolgeva a Marina di Cecina il 6 e 7 aprile 2013.
E' un evento che proponeva due percorsi da 50 e 80 Km sulle strade bianche della Costa degli Etruschi, toccando i borghi di Bibbona, Bolgheri e Castagneto Carducci.
Si trattava più che una corsa di una passeggiata in libera escursione, dedicata a bici d'epoca ed appassionati del settore, su strade bianche io scelsi di fare quella di 80 Km, avevo e ho ancora una bici del 1982 che tengo come una reliquia.
Oggi purtroppo non la uso più ma, ma non la vendo per nessuna ragione al mondo.
Mi decisi un po’ tardi a partecipare, per cui quando fissai l’albergo trovai molte difficoltà, perché erano tutti pieni, poi finalmente dopo vari tentativi ne trovai uno, solo pernottamento con camera a due letti separati ma dovevano confermare la disponibilità perché era già stata prenotata da un altro.
Lasciai nome e cognome e il mio n. di cell.
Dopo qualche ora mi squillò il telefono che confermavano la prenotazione.
Anche questa è andata dissi fra me e me.
Il tardo pomeriggio del 5 aprile mi presentai alla reception, dopo la solita prassi della registrazione l’addetto mi consegnò le chiavi della camera, n.16, 2° piano, chiesi se c’era un locale per mettere la bici, l’addetto alle pulizie mi accompagnò nel piano seminterrato.
La camera era piuttosto grande, ma la cosa che mi sorprese positivamente c’era un gran bel bagno con doccia e i servizi igienici davvero belli.
Misi a posto nell’armadio i miei indumenti sia sportivi che quelli normali, e scesi nella hall dell’albergo, dopo aver consegnato le chiavi.
Li trovai diverse persone di ogni età e sesso che discutevano di ciclismo.
Quell’anno ci fu una grande partecipazione, se non ricordo male eravamo quasi trecento partecipanti, provenienti da quasi mezza Italia
Poi mio avvicinai all’addetto della reception per domandare un posto dove si poteva mangiare discretamente.
-Guardi a circa trecento metri, la prima strada sulla sinistra, poco più avanti c’è una pizzeria dove fanno primi piatti, dei secondi veloci e delle ottime pizze, a pranzo e cena.
Uscito mi incamminai per andare a vedere il posto se poteva essere di mio gradimento.
Il Locale era piuttosto carino con tavoli ben disposti che conteneva circa una quindicina di tavoli.
Mi si avvicinò al cameriere e chiesi se necessitava la prenotazione.
Di solito no, ma in questi due giorni sarebbe opportuno prenotare anche perché c’è il rischio di mangiare tardi
Ho dato nome e cognome e fissato il pranzo per le 13,00 e la cena alle ore 20,00 almeno per il venerdì e sabato e gentilmente il cameriere mi forni il n° di telefono in caso ci fosse stato degli imprevisti.
Volevo consumare una bevuta, quando mi accorsi frugandomi per le tasche che avevo lasciato il portamonete in camera.
Tornai in albergo andai verso la reception per prendere la chiave, e l’addetto mi avvertì che era arrivato anche il secondo occupante.
Prima di entrare bussai, – un attimo – quando la porta si aprì mi trovai davanti un uomo sulla cinquantina
-Buonasera sono colui che condivide la camera con Lei
- Ciao piacere Ciro
– ciao piacere Luca, scusa ma ho lasciato il portamonete nell’armadio più tardi vado a cena.
- Hai già individuato il posto, mi chiese Ciro
- Si risposi, guarda a pochissime centinaia di metri c’è un locale veramente carino, una pizzeria dove fanno delle ottime pizze, ( a dire dell’addetto alla reception che me lo ha consigliato) dei primi piatti e dei secondi veloci.
-Possiamo anche mangiare insieme considerato che condividiamo la stessa camera.
- guarda non c’è nessun problema, telefono subito perché è meglio prenotare
A cena si fece le dovute presentazioni classiche di dove eravamo, che si faceva nella vita, il ciclismo insomma gli argomenti furono diversi, poi in un attimo di pausa Ciro aveva la chiave in mano della stanza e guardando il numero della camera con un lieve sorriso esclamò – lo sai nella smorfia napoletana a cosa corrisponde il n° 16?
-No, e assai se conosco il n 47 e il 90
– Il n 16 corrisponde a “o culo“
- Sporco o pulito dissi…... entrambi ci facemmo una risata sopra .
La serata la finimmo camminando lungo la passeggiata del mare il tempo era nuvoloso ma non prometteva pioggia e le temperature erano leggermente sopra la media
Ritornammo in albergo che erano 23,30, la classica igiene prima di andare a letto, in quella circostanza potei ammirare il suo fisico tirato e asciutto Ciro mentre si levava gli indumenti mi disse scusa non te ne avere a male ma io dormo solo con la maglietta
- guarda risposi…. mi hai levato un peso, perché anche io sono abituato a dormire solo con la maglietta in questo periodo, e tutto nudo l’estate.
Sarà perché la camera era calda, sarà perché i lampioni della strada facevano penetrare un po’ di luce nella camera attraverso le persiane,
sarà perché ero in un letto in cui non ero abituato, non riuscivo a prendere sonno
Mi giravo nel letto non so per quante volte.
- Non riesci a dormire…... disse Ciro
- Risposta ….. di solito la prima notte non riesco a prendere sonno per via del letto.
- Io invece non riesco a prendere sonno perché ho il cazzo duro come una pietra
- Le cose sono tre…… ti alzi e vai in cerca di una ragazza…... vai nel bagno e ti tiri una sega…… e per ultima ti puoi fare una bella doccia fredda per raffreddare i bollenti spiriti, facendoci una risata sopra.
- Forse è l’unica soluzione rispose.
Avevo quasi preso sonno quando una mano leggera entrò sotto le lenzuola accarezzandomi il mio deretano, ed una voce in un orecchio…… io avrei un altra soluzione.- e cosa aspettavi gli dissi Ciro accese la bajour sul suo comodino e ritornò accanto a me mettendo la mano sul mio petto alla ricerca del mio capezzolo sinistro e cominciò a giocarci. Ebbi un sussulto. Sentii il contatto con la mia pelle, con il mio capezzolo, e mi sfuggì un gemito.
Dopo avermi titillato e pizzicato il capezzolo per un paio di minuti, Ciro estrasse lentamente la mano dal mio petto.
Mi avvicinò ...... l’indice alla bocca e si fece strada tra le mie labbra. Sentii il sapore gli succhiai il dito e ebbi un altro fremito.
Premette un paio di volte il dito dentro la mia bocca prima di tornare di nuovo verso il mio capezzolo, con lo stesso dito inumidito della mia saliva e ricominciò a pizzicarmelo.
Si mise nel letto accanto me, sentivo il suo corpo più vicino al mio, la sua erezione contro le mie natiche.
“Ti andrebbe di giocare un po’?” Mi sussurrò all’orecchio…
Annuii, senza emettere alcun suono.
Prima di partire mi ero pulito profondamente.
Ero pronto davvero a tutto e mi complimentai con me stesso per essere stato così previdente.
Abbandonò il mio capezzolo e mi prese la mano con la sua, sempre forte, calda, e la posizionò sul suo cazzo.
Lo stringevo era duro e d iniziai a massaggiarlo
Mi mise di nuovo le ditta sulle labbra e cominciai a succhiare , e di nuovo sentii il sapore delle sue dita del suo cazzo che fino a pochi minuti prima si massaggiava.
Si concentrò allora sui miei capezzoli passandoci sopra coi pollici, la mia saliva come lubrificante.
Lasciò quindi il capezzolo sinistro e gli si avvicinò con la lingua, mentre la mano destra scorreva verso dietro, sulla mia schiena, giù fino alle natiche.
Mi prese la natica sinistra e me la strinse, mentre si fece spazio fino a trovare il mio buco.
Sentii la punta del suo dito roteare leggermente attorno al mio ano, premendolo leggermente di tanto in tanto, la sua mano che mi avvolgeva quasi tutto il culo… aveva le mani molto più grandi delle mie, le dita forti, il suo dito medio cercava il mio ano insistentemente e lo premeva cercando un varco.
Non aveva smesso di leccarmi un capezzolo mentre giocava con l’altro con l’altra mano.
Mi lasciò le natiche e allungò la mano verso il cassetto del comodino e ne estrasse un lubrificante. cercò di aprirlo con una mano sola ma non ci riuscì.
Allora lo aiutai e gliene versai una copiosa colata sull’indice e il medio della mano sinistra.
Se lo sparse lungo tutta la lunghezza delle dita e ravvicinò la mano al mio culo. Questa volta non gli fu difficile entrare: prima un dito e quasi subito il secondo.
Ero fuori di me: sentivo le sue dita muoversi dentro il mio ano, dentro, fuori, dentro, fuori, delicate ma decise e mi stavo rilassando.
Estrasse le dita e mi porse la mano perché aggiungessi dell’altro lubrificante. Non capivo bene cosa volesse fare, ma stetti al gioco e lo inondai di liquido denso, che colò velocemente sulle punta delle dita fino alle nocche.
Mi fece cenno di stendermi: mi staccai da lui e mi misi a pancia in su, mentre lui mi venne di fronte.
Mi fece alzare le gambe leggermente e sentii che mi infilava prima uno, poi due e infine tre dita nell’ano.
Sentivo il mio culo fare un po’ di resistenza e decisi di rilassarmi.
Ciro ricominciò a giocare coi miei capezzoli mentre lavorava nel mio culo con le dita fissandomi negli occhi.
Sentivo un forte calore salirmi dal culo fino alla faccia, la testa leggera… ormai ero suo, completamente in balia degli eventi.
Cominciò a entrare e uscire con tre dita dal mio culo sempre più velocemente, finché il mio ano si rilassò ulteriormente.
Provò allora a infilare anche il mignolo, l’ultimo rimasto, e non ci fu nessun problema.
Roteava le quattro dita dentro al mio culo, mentre spingeva sempre di più dentro di me.
La sua mano tra le mie natiche, le quattro dita nel mio culo e il pollice a massaggiarmi il perineo.
Allungai la mano verso il mio sedere e gli toccai la mano, coperta di lubrificante e di umori, e sentii che era entrato dentro di me quasi fino alle nocche.
Ebbi un fremito di piacere e non frenai un altro gemito.
Ciro estrasse lentamente la mano, fissandomi negli occhi.
Gli vidi l’erezione il suo coso era grande, dritto e durissimo.
-Dammi il tuo cazzo lo voglio tutto.
Ma Ciro continuava inesorabilmente a penetrarmi con la sua mano
“Ti piace?” mi chiese.
Non sapevo cosa dire. Ero fuori di me: sentivo come un fischio nelle orecchie, come un rumore attutito di piacere.
“Si…” gli dissi con un filo di voce.
Mentre continuava a a fare entrare ed uscire le sue dita dal mio culo cambiò posizione e scivolò verso di me con il pube.
Mi prese la testa con la mano destra, “Ti andrebbe di prendermelo in bocca?” Ero tutto rosso di piacere, feci sì con la testa presi il suo cazzo, duro, largo, coperto di vene pulsanti e finalmente me lo mise in bocca. Era caldo e aveva un buon sapore.
Cominciai a succhiarglielo e ad andare su e giù con la bocca, mentre lui mi agevolava il movimento con la mano con cui mi premeva la nuca.
Continuava intanto a fottermi con la mano creando una sorta di ritmo tra il mio pompino e la velocità di quello stantuffo nel mio culo.
Più lui usava la sua mano veloce dentro di me, più io acceleravo il ritmo della mia bocca su quella sua asta dura.
Mi misi a farlo con attenzione cercando di fare del mio meglio continuando a chiedere il suo cazzo
A quel punto mi disse “Hai un culo bellissimo, ora ti penetro” Usò queste parole, quasi scientifiche… Gli dissi ovviamente di sì.
Si asciugò la mano con le lenzuola e si allungò verso il comodino, appoggiandosi sulla mia schiena.
Prese un preservativo, lo aprì e se lo infilò.
Gli guardai il cazzo era bellissimo lungo largo.
Non usò altro lubrificante: il mio culo ne era pieno e comunque il mio sfintere era ben aperto, ma quando entrò lanciai un piccolo gemito per la sorpresa e perché mi accorsi che questa volta stavo prendendo qualcosa di più grosso.
Cominciò a sbattermi con un bel ritmo portandomi subito ad un notevole livello di goduria sentii quell’asta dura farsi strada nelle mie budella finché avvertii le sue palle, sbattere contro le mie.
Il pensiero mi fece eccitare ancora di più di quanto già non lo fossi.
Ciro cominciò ad andare su e giù con il suo cazzo duro mentre con la mano destra mi teneva fermo per una spalla.
Il suo membro era grosso e duro e il mio ano, seppur rilassato, lo avvolgeva mentre continuava ritmicamente a stantuffarmi.
Lo sentivo entrare e uscire a ritmo variabile, mentre la mano destra stringeva ritmicamente la mia spalla.
Lo sentivo ansimare dal naso, facendo respiri profondi e forti.
Ero eccitatissimo, sentivo la pressione sulla mia prostata e dovetti davvero controllarmi per non venire.
Andammo avanti così in quella posizione per circa una decina minuti, e alla fine Ciro si fermò.
Uscì e si appoggiò sulla mia schiena, allungandosi verso il mio collo, che cominciò a baciare.
Mi rilassai e mi godetti quell’affetto, mentre vedevo il suo grosso membro tra le mie gambe. A quel punto mi disse se volevo girarmi che voleva lavorare ancora con mio culo.
Così disse: “Mettiti in posizione supina: sarà più facile lavorare col tuo sfintere”. Quel linguaggio tecnico mi eccitava.
Obbedii, oramai ero suo completamente.
MI fece mettere supino e mi aiutò a mettermi un cuscino sotto al sedere. riafferrò il lubrificante e lo aprì. Se ne versò una copiosa quantità sul suo cazzo
Cominciò a scoparmi dapprima lentamente, poi più velocemente e più violentemente mentre io gemevo e gridavo.
Cominciò ad andare su e giù, di nuovo sentii quella sensazione di calore salirmi alla faccia e il sangue pulsarmi nelle tempie mentre lui, sicuro, mi apriva il culo.
Mi stavo abbandonando completamente a quella sicurezza: mi guardava dritto negli occhi, mentre il suo cazzo andava su e giù attraverso il mio sfintere ormai totalmente rilassato.
Il lattice che gli avvolgeva il membro rendeva il tutto estremamente liscio: non c’era nessun attrito e il lubrificante faceva il resto.
Mi vedeva rilassato e continuava a spingere, sempre più a fondo.
Mi tirò verso di sé mi scopò per la mezz’ora più gloriosa della mia vita in posizioni che avevo solo sognato.
Lui strinse la mia grossa cappella, le sensazioni mi attraversarono il corpo ed io mi lamentai mentre la mia faccia ancora una volta precipitava sulla sua.
Ci baciammo con forza, succhiandoci l’un l’altro la lingua
Fu senza smettere di baciarmi che abbandonò il mio culo e si impugnò il cazzo, che era sempre rimasto duro e dritto per tutto il tempo.
E questa volta fu lui a mettersi supino.
Allora mi riversai sopra di lui e finii a gambe divaricate sulle sue cosce Sentii la sua grossa erezione pulsare contro il mio culo quando spinsi lentamente indietro le mie natiche e prendendogli il cazzo me lo infilai nel culo, guardando l’espressione felice di Ciro sfarzoso sdraiato davanti a me.
Tracciai il contorno delle sue labbra con la lingua, lui stava respirando pesantemente ad occhi chiusi mentre lo stuzzicavo.
La mia mano scese dalla sua faccia, graffiandolo leggermente quando passai sul suo collo, lui si lamentò ed io sentii il suo uccello pulsare nel mio culo
La mia mano graffiò i suoi pettorali sodi e le mie dita colpirono leggermente il suo capezzolo.
Lo baciai sulle labbra; ci guardammo negli occhi, lui alzò una mano alla mia faccia e mi carezzò la guancia.
Per metà risi e per metà cercai di riprendere fiato.
Un bacio delicato, profondo, la sua lingua intrecciata alla mia, allo stesso ritmo con cui ridavo pace al mio ano
Ciro prese in mano il mio cazzo, mentre io saltellavo sul suo.
Pochi istanti e una vampata di calore mi avvolse, il mio ano si strinse intorno al cazzo di Ciro e getti di sperma inondarono il suo petto
La luce dell’abajour illuminava la sua faccia, lui mi guardò i suoi respiri si facevano sempre più affannosi divennero più forti, capii che stava per venire.
Si tirò fuori, si levo il preservativo poi spinse nuovamente e rapidamente dentro il suo cazzo, riempiendo il mio buco con quell’enorme asta prima di sparare ripetutamente nel mio culo, continuando a scoparmi furiosamente.
Quando ebbe svuotato le palle dentro di me, crollò ma io ero ben lungi dall’aver finito con lui.
Mi girai e mi sedetti sulla sua faccia in modo che potesse leccare il suo seme dal mio buco dolorante.
Lo baciai con lussuria assaporando il suo sperma e gi umori del mio culo nella sua bocca...
Strofinai lentamente i succhi del mio uomo sui suoi pettorali cesellati e sul busto perfettamente definito prima di leccare e mordere fino ad assaporare il mio sperma e il suo dolce profumo, poi lo baciai ancora una volta, le nostre lingue che si lambivano mentre ci esploravamo le bocche a vicenda.
Si stese accanto a me. Eravamo esausti e rilassati. MI baciava il collo e le guance, mentre spalmava il nostro sperma sulla mia pancia, impiastricciandomi i peli del pube con i nostri fluidi.
Rimanemmo così per alcuni interminabili minuti, mi disse sorridendo. “Sono contento di condividere la stanza con te”
Disclaimer! Tutti i diritti riservati all'autore del racconto - Fatti e persone sono puramente frutto della fantasia dell'autore. Annunci69.it non è responsabile dei contenuti in esso scritti ed è contro ogni tipo di violenza!
Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
Votazione dei Lettori: 9.2
Ti è piaciuto??? SI NO


Commenti per la ciclo storica:

Altri Racconti Erotici in Gay & Bisex:



Sex Extra


® Annunci69.it è un marchio registrato. Tutti i diritti sono riservati e vietate le riproduzioni senza esplicito consenso.

Condizioni del Servizio. | Privacy. | Regolamento della Community | Segnalazioni