Gay & Bisex

il Frate


di LoQuiero
26.04.2023    |    997    |    4 9.6
"Posseduto in quella maniera il dolore era più intenso, ed al dolore subentrava una certa sensazione strana e molto piacevole, dove lui comincia a spingere..."
All’età di 15 anni i miei mi hanno mandato in collegio perché non riuscivo a finire le medie, la voglia di studiare non era proprio alla mia portata.
Fu così che iniziai in collegio con le prime masturbazioni in compagnia, dei collegiali, ogni giorno che passava ero sempre più attratto dal sesso dei miei amici.
Ricordo una notte, dopo che l’educatrice si era ritirata nella sua camera i soliti amici ( 4 ) provammo a fare l’amore fra di noi.
A notte inoltrata, per terra sotto il letto, dopo aver messo una coperta, io e un l’altro, cercavamo di metterlo nel culo a gli altri due, logicamente senza riuscirci ( mancanza di esperienza )
La paura era tanta se ci avrebbero scoperto, quindi desistemmo dal continuare.
I giorni successivi, quando avevamo l’occasione, con Samuele ci incontravamo nei bagni me lo prendeva in bocca succhiondomelo, senza mai che raggiungessi l’orgasmo.
Una volta durante il pomeriggio nelle ore di libertà, ci allontanammo nel boschetto adiacente il collegio.
Ci spogliammo, dopo qualche timida carezza cercai di incularlo ma senza profanare la sua verginità, praticamente glielo strusciavo fra le mele, questo strusciare mi fece raggiungere l’orgasmo.
Ero al settimo cielo lui volle ripulirmi il cazzo con la bocca, poi velocemente ritornammo nel piazzale dove ancora i nostri amici giocavano.
Gli incontri con il mio amico continuavano, i pompini nei bagni erano all’ordine del giorno, senza mai fammi raggiungere l’orgasmo, era diventato più un piacere suo che mio, perché dovevo sempre concludere con farmi una sega e sborragli sulla sua faccia.
A lungo andare questi incontri mi avevano messo addosso un certo senso di colpa
Non ricordo se era dettato da un atteggiamento contro natura, oppure era il fatto che anche a me poteva piacere quella sensazione di provare a succhiare un cazzo
I sensi di colpa aumentavano, non sapevo come comportarmi.
Ormai avevo un pensiero fisso, aspettavo sempre con ansia il momento di incontrarmi con lui.
Non potevo continuare così, e decisi di confessarmi.
In collegio era sempre presente un frate
Una domenica mattina prima della messa mi avvicinai a frate Vincenzo (nome inventato) dall'aspetto ancora giovanile con i primi accenni di capelli brizzolati, e gli chiesi se poteva confessarmi urgentemente.
- Cosa hai fatto per avere questa fretta?”
- Ho dei sensi di colpa e vorrei un consiglio
- Va bene, ma non adesso vieni dopo la messa ci vediamo in sacrestia
Finite la messa andai in sacrestia.
Ha, ti volevi confessare!
Andò nel confessionale, io mi misi in ginocchio
Dopo le solite formule di rito mi disse
- Allora qual'è questo grave peccato che hai commesso?”
- Padre da un po’ di tempo mi sta accadendo un cosa strana, e non so come comportarmi”
- Continua “
- Non so come dirlo, ma ho peccato”
- cosa hai fatto?
Ricordati che siamo in confessione e tutto rimarrà qui“
- Padre ho avuto dei rapporti intimi con un ragazzo,
- Questo è grave, ma cosa fate
- Mi faccio succhiare perché a lui piace, e piace anche a me.
- All'inizio ho cercato di resistere … ma ... ma è molto bravo”
- Questo è grave, continua
-Poi un giorno l’ho strusciato fra le sue natiche ed ho raggiunto anche l’orgasmo
“Da quanto dura questa storia? “
“Da un po di tempo 20 30 giorni
“Padre non so più come comportarmi, non so... a volte vorrei ringraziarlo ...”
-Come ringraziarlo?
- A volte sento il desiderio succhiare il suo di cazzo, ultimamente ci ho anche pensato a lungo, mi vedevo al suo posto è ho avuto anche un erezione, ma non so padre, non so nemmeno da dove cominciare
- Ma vorresti provare?
Non so Padre, vorrei, ma ho anche paura
“Vieni davanti e rimani in ginocchio”
Quando andai davanti all’entrata del confessionale dove era il seduto il frate questi alzò la tenda del confessionale vidi una scena che non mi sarei aspettato: Frate Vincenzo seduto con la tonaca alzata ed aperta con cazzo di almeno 20 cm. con una grossa testa a fungo e due palle pendenti che toccavano il cuscino del sedile.
“Ti piace ? Ne avevi visti mai prima di così grossi?
Ma non so come fare”
Prendilo in mano e gioca con le palle dai, stringili”
Afferrai le palle, erano dure e pesanti, le accarezzai mi piaceva tenerli in mano,
“Ora apri la bocca …. vedi di succhiare la cappella si sta già bagnando.
Usai prima la lingua per assaporare quel liquido, salato, trasparente che cominciava a filare dalla cappella, poi con fatica riuscii ad farla entrare in bocca cominciando a succhiare muovendo la lingua sulla sua corona come faceva il mio amico a me.
Frate Vincenzo con il respiro sempre più corto mi afferrò per la nuca e mi costrinse a muovere la testa avanti e indietro, imparai subito a muovermi , quel vai e vieni mi faceva impazzire, sentivo la cappella gonfiarsi ad ogni passaggio, vedevo Frate Vincenzo muoversi scompostamente:
“Attenzione al mio seme non deve essere sprecato nemmeno una goccia perché è sacro ... hoooooo così succhiaaaaaa ….. “ Sentii le sue contrazioni partire dalle sue palle che accarezzavo, degli schizzi potenti di sostanza collosa, calda e salata mi colpirono la parte dietro della bocca finendomi direttamente in gola, non finivano mai come abbondanza e frequenza , ingoiai ogni getto, i primi schizzi non erano molto gradevoli ma con il passare del tempo divennero più piacevoli e densi tanto da leccarmi le labbra dai residui e avrei voluto ancora sborra.
“Bravo, ti è piaciuto?
-Io con ancora la bocca impastata dall'abbondante sborrata,
- Si Padre
“Bravo ora vai non farti vedere da nessuno”
Uscii dalla sacrestia tutto contento e soddisfatto quei sensi di colpa che avevo prima erano totalmente spariti
La giornata trascorse tranquilla, ma pensavo e ripensavo al bocchino che avevo fatto a frate Vincenzo e mi eccitavo, avevo voglia di farlo al mio amico e speravo che quella notte si facesse vedere.
Finita la cena, frate Vincenzo mi chiamo' in disparte
“come va'? Sei disposto a continuare?”
“certo Risposi ”
“bravo, lo speravo.
Ascoltami bene , ti aspetto dopo le 22,30 nella stanza vicino alla direzione, tu entra, ti spogli, assolutamente nudo, questa e' la chiave.
Mi raccomando non perderla”.
Io ero stupito da tale richiesta, ma forse colto dall'eccitazione del momento accettai
- Va bene Padre
- Vedrai non te ne pentirai. …”
Nella camerata dormivano tutti, l’educatrice aveva spento la luce da un po’ i corridoi erano vuoti, c'era un silenzio strano quella sera, questo aumentava la mia eccitazione mentre mi recavo, come detto da frate Vincenzo, nella stanzetta. La porta non aveva maniglia ma solo il buco della serratura. Girai la chiave, la porta si aprì, la stanza veniva rischiarata dalle luci dei lampioni che filtravano attraverso le tapparelle.
In fondo vi era un letto singolo, cominciai a spogliarmi rimanendo completamente nudo.
Sentivo un contrasto tra calore del mio corpo e la frescura della stanza che mi arrivava addosso, sul petto, le gambe la schiena.
Passarono alcuni minuti quando la porta si aprì.
-Che bel culetto che hai rimasi sorpreso da quella espressione
-Non ti muovere fammelo vedere bene sussurrava, allungo la mano accarezzandolo, che meraviglia morbido mi stai facendo impazzire, le sue mani toccavano e allargavano le mie natiche mettendo la mia asola esposta, all'improvviso sentii la lingua che la lambiva a volte premeva come a voler entrare, questo mi dava dei brividi di piacere.
- Mettiti in ginocchio, lui davanti a me in piedi alzò la tonaca avevo la sua asta a portata del mio viso.
Cominciai a succhiare il cazzo del frate , era caldo quel senso di calore nella mia bocca mi dava sensazioni magnifiche
dopo un po’ mi fece mettere in ginocchio sul letto piegati con il petto appoggiato sui cuscini.
- Ti farò godere intensamente ...”
Mi misi sul letto come mi aveva detto, lo vidi togliersi la tonaca con il cazzo svettante, prese da un comodino un contenitore in ceramica e si avvicinò
“Questo è un unguento di erbe fatto dai frati cappuccini, è molto piacevole” ne prese una buona dose e lo spalmò tra le mie chiappe insistendo sull'ano e un po’ sulla sua cappella
Le sue dita penetravano all’interno del mio orifizio, mi piaceva, tanto da sussurrare mmmmmmmhh siiiiiiiiiiiiiiii e bello Padre, cominciai a muovermi roteando il mio culetto affinché le sue dita penetrassero più a fondo.
-Sei un vero porcello, mi disse
“Sei pronto ti sto per dilatare per bene lo sfintere, così potrai accontentare il tuo amico ed altri”.
Salì in piedi sul letto e si mise piegato sulle gambe.
Il suo cazzo grosso e durissimo si appoggiò tra le natiche dall'alto e con una spinta potente, aiutato dall'abbondante unguento, la sua cappella a fungo si fece strada dentro di me, il mio buco non oppose molta resistenza mi sembrava di essere stato lacerato.
Frate Vincenzo con il respiro affannoso mi allargava le natiche.
- Adesso lo farò entrare tutto e vedrai come ti piacerà” infatti con una sola spinta lo affondò tanto da sentire le sue palle sul mio culo, iniziando il movimento di dentro e fuori tenendomi per i fianchi costringendomi a subire quell'inculata.
All'inizio fu un supplizio il dolore era quasi insopportabile, ma con il trascorrere del tempo il dolore si trasformò in piacere, sentivo il mio retto che si allargava ad ogni affondo tanto risucchiando all'interno la cappella
“Ohhhhhhh siiiiiiiiiiiiiii che bello che bello, lo sento tutto dentro ... spinga spinga”
incoraggiato, frate Vincenzo andava sempre più veloce, il cazzo scivolava facilmente dentro di me. Nella posizione in cui era mi afferrava i capezzoli sussurrandomi
“che bello … che culo che hai … dai godi … ti piace eh, tieni tieni ...” dando spinte più forti e più profonde.
Ad ogni colpo di reni, il cazzo del frate mi penetrava a fondo, ad ogni colpo sobbalzavo secondo il suo ritmo sicuramente non lento, neanche veloce, ma certamente costante; ogni colpo di reni che dava io, sobbalzavo e mi contorcevo come un pazzo, avevo la faccia con gesta e sudata e gli occhi fuori all'orbita che a tratti mordevo il cuscino per trattenere il dolore.
Il tempo scorreva veloce, e il frate pareva instancabile e continuava a fottermi con molto vigore muovendo per facilitare la penetrazione.
"Godi frocetto, mi sussurrava e intanto lui si ancorava ai miei fianchi e pigia il cazzo a fondo del mio culo, continuando a fottere a ritmo crescente,mentre la mazza scorreva dentro lo sfintere con degli affondi maggiori per poi estrarlo e ficcarlo totalmente dentro.
Posseduto in quella maniera il dolore era più intenso, ed al dolore subentrava una certa sensazione strana e molto piacevole, dove lui comincia a spingere con sempre maggior forza, tanto da muovere le chiappe lentamente. Ho cominciato a gemere ad ogni sua spinta. "Ohhh!!! Ohhh!!! Ohhh!!! Ohhh!!!" gemevo di piacere ogni volta che me lo penetrava dentro tanto da cominciare a dimenarmi lentamente e girare la testa da una parte all'altra e ululare di godimendo: "Ohhh!!! Ohhh!!!! Ohhh!!!!!" Siiiiiiiiiiiiiiii cosi, mi piace Padre è bellissimo .
Continuò così per un tempo indeterminato, io volevo il suo cazzo sempre più in fondo e veloce chiedendolo a bassa voce , sentivo qualcosa di indescrivibile, tanto che all'improvviso un piacere profondo, intenso, nel mio retto mi fece quasi svenire con tante contrazioni del mio ano intorno a quell'asta che continuava a pompare senza tregua, raggiunsi l'orgasmo spruzzando sperma dappertutto.
Frate Vincenzo dopo avermi assestato alcune affondi velocissimi e profondi spinse il suo cazzo dentro di me più che poteva, sentii la sua cappella gonfiarsi e liberò la sua voce…… Vengooooooo sparandomi una interminabile dose di seme bollente nel mio retto
“Hoooo Hooo !!! tieni prendilo tutto, “ fu qualcosa di indescrivibile, non mi sarei mai aspettato di godere così tanto.
Ritrasse il suo cazzo dal mio ano e un getto di seme caldo fuoriuscì bagnandomi le palle mi aveva riempito ben bene.
Frate Vincenzo venne dalla mia parte e avvicinò il cazzo alla mia bocca dicendo “succhia pulisci per bene il seme rimasto” non me lo feci ripetere e mi lanciai al servizio.
Da quel giorno cercavo con insistenza di incontrare il frate e lui, almeno due volte alla settimana mi faceva andare nella sua stanza per esigere dei lavoretti molto caldi.
Una volta mi sorprese mentre facevo un bocchino Samuele.
- Che troietta che sei diventato esclamò, ci hai preso gusto.
Il mio amico rimase terrorizzato, il frate lo tranquillizzo.
Questa sera venite entrambi nella mia stanza e si allontanò.
La sera stessa sempre alla solita ora andammo nella stanza del frate, lui era già pronto tutto nudo sul letto che se lo menava.
- Spogliatevi!
In pochi secondi ci levammo il pigiama, rimanendo nudi,
- leccatemi ci disse
Le nostre bocche si avvicinarono alla cappella del frate cominciando a succhiarla, si andava su e giù, in sincronia poi il mio amico
spalancò la bocca e si fece scivolare il cazzo del frate fino in gola, mentre io iniziai a succhiare il cazzo del mio amico.
Non contento, il frate volle sodomizzare anche Samuele, prese il solito unguento, lo spalmò nel buchetto vergine iniziò a lavorarlo con le dita.
Samuele gemeva dal piacere, mentre io continuavo a succhiargli il cazzo
Il frate ci fece mettere nella posizione di 69.
Vedevo come frate Vincenzo lavorava il culetto del mio amico con le dita, ma prima di sodomizzarlo mi mise il suo cazzo in bocca per farlo diventare duro.
Poi il frate iniziò la lenta penetrazione nel culo di Samuele
il mio amico emetteva dei grugniti indescrivibili e il suo buco del culo cedette all'improvviso, facendo sparire completamente il cazzo del frate, nelle sue viscere.
Samuele fece solo un lieve lamento …...Ohhhhhh poi il piacere lo travolse completamente, anche sotto l’effetto del mio pompino
Vedevo il cazzo del frate che usciva ed entrava dal culo di Samuele, con una facilità ed una naturalezza incredibile.
Poi il prete mi disse:
-Lo vuoi anche tu nel culo?
Siiiiiiiiiiiiiiiiiiii
Il frate mi mise i cuscini sotto il culo già lubrificato dalla saliva di Samuele che scendeva dalla sua bocca mentre mi succhiava.
Il frate appoggiò la cappella al mio sfintere entrò piano, ma io non ero ancora abituato da quella mazza sentivo un intenso dolore, il culo spezzato in due che mi riempiva, e lo sentivo affondare sempre più profondamente nell'intestino in quei secondi di monta, il frate gemeva ed il culo piano piano si abituava.
Il mio cazzo era durissimo sotto le labbra di Samuele e il movimento dell'inculata mi faceva ansimare e gemere, godendo sensazioni incredibili
Il frate entrava ed usciva dai nostri culi Il tempo scorreva veloce, il frate pare pareva instancabile e continuava a fotterci con un ritmo crescente, fino a quando il piacere ci travolse tutti e tre.
Il frate riempì l’intestino del mio amico e noi riempimmo di crema le nostre bocche.
Gli incontri con frate Vincenzo si facevano sempre più radi, ma io e Samuele continuavamo ad avere i nostri rapporti.
Un giorno vedemmo un nuovo frate nel collegio e di frate Vincenzo non si seppe più niente.
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