Racconti Erotici > Lui & Lei > ROBERTA: I GUARDONI
Lui & Lei

ROBERTA: I GUARDONI


di Aleppe
03.05.2020    |    5.841    |    1 9.5
"Quando ero al liceo, ero la più carina della classe e tra le migliori della scuola..."
5.2 I GUARDONI
Disclaimer: mettiamo in fila gli avvertimenti. Questo è un racconto porno frutto della fantasia, quindi qualsiasi riferimento a persone o cose esistenti è del tutto casuale. Come tale inoltre, non è necessariamente realistico, altrimenti sarebbe inutile avere il dono della fantasia. Ci sono scene di sesso, per nulla estreme, tuttavia la protagonista vive una sorta di umiliazione. Se questo vi disturba, vi supplico, astenetevi dal proseguire la lettura. Grazie

[Per chi ama il porno: la figura di Roberta è vagamente ispirata all’attrice Veronica Belli. Almeno per il fisico; per l’animo non so, perché non l’ho conosciuta personalmente. Nota dell’Autore]

I giorni successivi passarono senza che nessuno dei due avesse il coraggio di contattare l’altro. Non eravamo entrambi coniugi modello? Non eravamo genitori irreprensibili? So che al lettore di Annunci69 queste appaiano come domande prive di senso, ma per noi allora non lo erano. Si trattava tuttavia di questioni astratte, mentre la gioia e il piacere che avevamo provato entrambi erano estremamente concreti. Come sempre, fu prima l’uomo , cioè io – il racconto è in prima persona, a cedere e preso il cellulare la chiamai. Fissammo un appuntamento per il giorno stesso tanta la voglia di vedersi. Stavolta era tutto organizzato alla perfezione e niente fu lasciato all’improvvisazione. Puntuale mi feci trovare al posto concordato, sali al posto di guidatore e l’alcova mobile dove si consumava la nostra passione ci condusse sul luogo della settimana precedente.

Imbarazzati ma anche estremamente desiderosi di possederci uno con l’altro, cominciammo con qualche effusione normale. Ci scambiammo le labbra più volte e lasciammo le mani correre sui rispettivi corpi, senza affondare il colpo. Sfilai quindi la maglia a Roberta in modo che rimanesse con il solo reggiseno, reclinai il sedile del passeggero e mi fermai un attimo a guardare le sue bellissime poppe racchiuse dalle coppe finemente ricamate. Si era fatta bella per me Roberta, attenzione che – mi vergogno a dirlo – io non avevo avuto. Aveva indossato la migliore biancheria intima e sul viso il giusto tocco di trucco per nascondere qualche effetto del tempo. I suoi occhi verdi mi fissavano e tanto era per me il piacere di guardarla che quasi non avrei voluto proseguire. Quasi, perché poi, levata di corsa anch’io la camicia, mi gettai sopra di lei affinché le nostre pelli potessero entrare in contatto. E mentre continuavamo a scambiarci effusioni consapevoli di dover consumare quell’atto gustando ogni istante, Roberta si accorse che un’auto aveva parcheggiato accanto alla nostra. Nessuno era sceso e dal finestrino si intravedeva l’ombra di un uomo che guardava verso di noi.

“Oh cazzo, sono guardoni … dai mettiamo in moto e andiamo via”, dissi io alquanto scocciato per questa nuova evoluzione. “Sono pericolosi?” chiese lei. “In generale no; in fondo il loro scopo è solo quello di masturbarsi guardano altri che fanno sesso. Se avessero voluto farci del male, avrebbero usato più precauzioni e forse avrebbero già agito.” “Mio marito ha installato delle sicure particolari per evitare i furti quando viaggia per lavoro, di conseguenza con quelle chiuse siamo al sicuro.” “Ok, ma certo non possiamo fare sesso con questi che ci guardano … dai rivestiti, che metto in moto e cercheremo un altro posto.” “Aspetta un momento”, disse allora Roberta, lasciandomi sul momento di stucco. “Se non ci fanno del male, lasciamoli guardare, che male c’è? Se questo è il modo migliore per permettergli di sfogare la loro sessualità, perché non accontentarli? Prendila come una buona azione!” “Che stai dicendo? Sono dei pervertiti … e poi a me non piace essere guardato mentre scopo.” “Ascoltami”, insistette ancora lei, “sono anni che gli uomini non mi guardano più. Quando ero al liceo, ero la più carina della classe e tra le migliori della scuola. Dovunque passassi tutti si voltavano a guardarmi e ricevevo un sacco di complimenti e favori per la mia bellezza. Adesso non mi guarda più nessuno. Giustamente i maschi voltano la testa per il sedere delle adolescenti, delle ragazze giovani, non certo per il mio.” “A me il tuo piace moltissimo …” “Lo so , non fare il cretino, ma non parlo di questo. Parlo della mia autostima.” Ad un parolone così non potetti che cedere. “E cosa dovremmo fare? Come vedi il mio cambio di umore ha avuto effetti negativi …” dissi indicando il mio pene afflosciatosi per la situazione. “Innanzitutto rilassati, mettiti a sedere tranquillo. A lui ci penso io.”

Tornai al mio posto, lei si alzò, si sistemò il reggiseno, pose le mani dietro la schiena, lo slacciò e, con grande maestria, se lo sfilò mantenendo comunque i capezzoli nascosti dalle braccia. Tutto questo continuando a guardare verso il finestrino del nostro sgradito spettatore. Quindi improvvisamente lasciò cadere il reggiseno e si voltò verso di me. Sporse quindi il busto verso di me mettendomi letteralmente un capezzolo in bocca e con la mano destra cominciò a massaggiarmi cazzo e palle. Alternando lingua e capezzolo nella mia bocca, l’asta cominciò a riprendersi e a diventare di nuovo dura. Roberta si voltò un attimo per assicurarsi che quello ancora la guardasse – e come poteva essere diversamente? – quindi abbassò la testa per regalarmi quel pompino che la volta precedente non avevo avuto il coraggio di chiedere. Lasciai perdere allora le mie titubanze, reclinai la testa e decisi fosse giusto godermi questo nuovo sviluppo. Roberta scosto i lunghi capelli biondi dietro l’orecchio e guardandomi, sorrise maliziosamente come a dire “vedi che avevo ragione”.

Dopo qualche minuto che Roberta muoveva la testa su e giù lungo il mio cazzo, riaprii gli occhi per accorgermi che gli spettatori non solo erano diventati due, ma erano anche scesi dall’auto e adesso strabuzzavano gli occhi l’uno dal parabrezza, l’altro dal finestrino. Ed ovviamente le loro mani si strusciano con forza sulle loro patte. “Adesso guarda”, mi disse Roberta. Mantenendo il mio cazzo in bocca, si mise carponi sul sedile, con le mani si slaccio i jeans, che lentamente calò mettendo in mostra il suo magnifico culo (che, per inciso, io non avrei cambiato con quello di nessuna adolescente …) coperto solo da un risicato perizoma. I due, non resistendo a cotanto spettacolo, estrassero i membri duri e cominciarono a menarli con foga. “Adesso vieni” mi disse lei, ormai saldamente al comando della situazione. Mi pose a sedere sul sedile del passeggero, quindi si pose a cavalcioni sopra di me e, continuando a mostrare il culo ai due, cominciò a scoparmi schiacciandomi le poppe contro il viso. Poppe che, a quel punto, io afferrai, strinsi, strizzai e dirigevo verso la mia bocca per mordicchiarne i capezzoli. Capita l’antifona, allungai allora la mano destra per infilale il dito medio nel buchetto posteriore, provocando in lei un sussulto subito ricusato con un colpo di reni per assestare il fondoschiena ad accogliere il nuovo intruso. E forse questo fu lo spunto per un nuovo sviluppo: Roberta si sollevo, non so come nello spazio angusto dell’abitacolo – ma ha importanza? – riuscì a girarsi e se lo reinfilò nella fica grondante. Adesso i due avevano di fronte Roberta in tutta la sua bellezza: la sua fessura tra le gambe aperta dal mio cazzo, il ventre nudo e le tette maestose che, sotto le mie spinte, ballonzolavano sul petto di lei. Tanto mi sembrava giusto lasciar loro godere di quella vista che rinunciai alla tentazione di afferrarle le tette da dietro. Ma, forse, più sublime era il suo viso, leggermente rigato dal sudore della fronte, ma magnificamente modellato nell’espressione di una femmina che gode. Tanto che, alla fine, l’orgasmo giunse e Roberta ne diede ampia dimostrazione lasciandosi andare un “Godo, godo, godooooo”. Vedendo tuttavia che i suoi due clienti non erano ancora soddisfatti, decise di passare al coupè de theatre: si alzò tanto da permettere alla sua mano di sfilare il pene, avanzò appena un po’ il busto e piano piano, lentamente si lasciò calare sul mio cazzo infilandoselo tutto nel culo.

Come nelle di lei intenzioni, i due non resistettero a questa nuova posizione e si lasciarono andare in una sborrata colossale. Destino che seguì anch’io, inondandole il retto. C’era sborra dappertutto: dentro e fuori l’auto. Il finestrino e il parabrezza erano macchiati dagli schizzi dei due guardoni, mentre la mia cominciava a fuoriuscire dal culo, evidentemente non a tenuta di cazzo, colando sul sedile.
Calmatasi la situazione, Roberta fece un cenno con la mano ai due per dire “Ora levatevi dai coglioni”, messaggio che fu subito recepito: in men che non si dica eravamo di nuovo soli. Roberta allora si voltò, ci scambiammo un lungo bacio, “Grazie, mi è piaciuto tantissimo. Con te mi sento finalmente libera di fare tutto!”. “Figurati !” risposi laconico io.
Disclaimer! Tutti i diritti riservati all'autore del racconto - Fatti e persone sono puramente frutto della fantasia dell'autore. Annunci69.it non è responsabile dei contenuti in esso scritti ed è contro ogni tipo di violenza!
Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
Votazione dei Lettori: 9.5
Ti è piaciuto??? SI NO


Commenti per ROBERTA: I GUARDONI:

Altri Racconti Erotici in Lui & Lei:



Sex Extra


® Annunci69.it è un marchio registrato. Tutti i diritti sono riservati e vietate le riproduzioni senza esplicito consenso.

Condizioni del Servizio. | Privacy. | Regolamento della Community | Segnalazioni